Qualche giorno dopo Pasqua i giornali hanno riferito una notizia sorprendente. A Madrid è stata ritrovata una tela del famoso pittore italiano, Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio. Il quadro raffigura Gesù Ecce homo, flagellato e coronato di spine, che viene mostrato alla folla (e all'osservatore) da Ponzio Pilato. Fu dipinto a Roma nel 1605 e in seguito a varie traversie finì in Spagna; andò smarrito fino al felice ritrovamento di qualche mese fa. Una fortuna per i proprietari, che non sapevano di possedere un simile tesoro!
«Ho visto un’acqua che usciva dal tempio dal lato destro; e tutti quelli ai quali giungeva furono salvati»: in essa la Chiesa vede un annuncio di quella sgorgata dal costato ferito di Gesù in croce, segno del sacramento del battesimo. In questo tempo pasquale la liturgia del Sabato santo contiene anche la benedizione dell’acqua cosiddetta lustrale, cioè quella che non viene usata direttamente per il battesimo, ma che serve per i sacramentali e la devozione privata.
Un tempo preghiera di tutta la famiglia, nel post Concilio una certa intellighenzia cattolica lo voleva soppresso; oggi, anche grazie a Giovanni Paolo II, il Rosario si è preso una bella rivincita
Annoia perché preghiera ripetitiva? Meglio la preghiera spontanea? Ma bisognerebbe fare una distinzione fra “recitare” e “pregare”: si parte dal recitare e si finisce per pregare: recitare è la manifestazione esteriore della preghiera, pregare è l’atteggiamento interiore, dello spirito che cerca la comunione con Dio.
Pregando con questa espressione, entriamo noi stessi nell’immenso coro del creato, degli angeli e dei santi, che nell’Apocalisse lodano l’Agnello immolato: «A Colui che siede sul trono e all’Agnello lode, onore, gloria e potenza nei secoli dei secoli» (Ap 5, 13b). Ci portiamo ai piedi della croce, che è lo sgabello dei piedi del Signore, e, a nome di tutti, proclamiamo, insieme ai serafini e ai cherubini: «Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti. Tutta la terra è piena della tua gloria» (Is 6, 3b).