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di Gabriele Cantaluppi

Più volte nelle sue catechesi papa Francesco ha parlato del segno della croce, invitando a insegnarlo ai bambini: «A me dà dolore quando trovo bambini che non sanno fare il segno della croce: insegnare loro a fare bene il segno della croce, è la prima preghiera. Poi forse si possono dimenticare, prendere un altro cammino, ma quello rimane nel cuore, perché è un seme di vita, un seme del dialogo con Dio». La croce è il distintivo che manifesta chi siamo: perciò è un gesto che va compiuto responsabilmente. Farsi il segno della croce distrattamente e ostentare il simbolo dei cristiani come fosse il distintivo di una squadra o un ornamento, con pietre preziose, gioielli e oro, non ha nulla a che vedere con il mistero di Cristo.

Il segno della croce è il gesto col quale i cristiani significano la benedizione della propria persona nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica sintetizza in modo chiaro: «Il segno della croce esprime il sigillo di Cristo su colui che sta per appartenergli e significa la grazia della redenzione che Cristo ci ha acquistata per mezzo della sua croce» (1235).

Per questo i fedeli usano fare il segno della croce quando si svegliano, prima dei pasti, davanti a un pericolo, a difesa contro il male, la sera prima di dormire: significa dire a se stessi e agli altri a chi appartengono, chi vogliono essere. Come facciamo entrando in chiesa, così possiamo fare anche a casa, conservando in un piccolo vaso adatto un po’ di acqua benedetta, così, ogni volta che rientriamo o usciamo, facendo il segno della croce con quell’acqua ci ricordiamo che siamo battezzati. 

La tradizione che si è imposta in Occidente, predominante tra noi cattolici latini, è di segnarsi dall’alto in basso, poi da sinistra a destra, spesso viene con le cinque dita della mano destra giunte per evocare le cinque piaghe di Cristo. è però un uso relativamente recente: la pratica primitiva, che ha ancora corso nel mondo cristiano orientale, è quella secondo cui i cristiani si segnavano dall’alto in basso e poi da destra a sinistra. Il pollice, l’indice e il medio sono uniti, a evocare la Trinità consustanziale e indivisibile, mentre l’anulare e il mignolo, raccolti nel palmo della mano, evocano le due nature di Cristo – quella umana e quella divina.

Tertulliano, autore a cavallo fra il II e il III secolo, in un'opera dove paragona l'impegno battesimale dei cristiani al giuramento dei soldati dell'impero, afferma: «Se ci mettiamo in cammino, se usciamo od entriamo, se ci vestiamo, se ci laviamo o andiamo a mensa, a letto, se ci poniamo a sedere, in queste e in tutte le nostre azioni ci segniamo la fronte col segno di croce» (La corona dei soldati, III, 4).

Secondo la Tradizione apostolica, testo liturgico romano del III secolo: «Quando sei tentato, segnati devotamente la fronte: è il segno della Passione, conosciuto e sperimentato contro il diavolo se lo fai con fede, non per essere visto dagli uomini, ma presentandolo come uno scudo».

Per don Guanella è espressione di comunione con la Trinità: «Come l’aquila, tu col segno di croce fissi l'occhio nel sole di giustizia, il Signore altissimo: come quel re degli uccelli gode specchiarsi nella luce, nel calore e nel colore dell’astro maggiore, così tu ti stai beando nella Trinità augustissima del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo».