«Come il camoscio rapito dall’aquila, un attimo prima di morire, vede un panorama da lui insospettato, così la mente dell’uomo, illuminata dalla pienezza dello Spirito Santo, è colmata da una visione insolita e infinita» (Verso la luce di Giovanni Vannucci). L’immagine è ardita, ma fotografa la realtà del battezzato investito dalla potenza dello Spirito.
A marzo la tavolozza dei colori della natura si accende di splendore. Da sempre marzo è stato un mese assai ricco anche di avvenimenti: uno scrigno di speranza. A marzo infatti si inaugura lo sbocciare di un germe divino nel grembo di Maria. Con l’annuncio dell’angelo il 25 marzo. Qualche giorno prima, la liturgia dipinge il focolare allargato alle dimensioni del mondo; infatti un angelo, da sempre portatore di messaggi, nel sonno avvisa Giuseppe che il suo sogno di amore con Maria necessità di una spazio più grande.
Mi piace iniziare questo mese di febbraio immergendomi in un bagno di luce. La liturgia ci invita a entrare in questo avvolgente e consolante messaggio di luce. Dopo i quaranta giorni dalla nascita di Gesù, la Chiesa, sapiente madre e maestra di vita, ci invita a celebrare la Presentazione di Gesù al tempio di Gerusalemme come festa della luce; giorno di luce poiché festa di un dono. Giuseppe e Maria con animo grato, in ossequio alla legge antica, offrono al Padre di ogni vita, il primogenito, Gesù.
Il primo giorno di ogni anno è come una pagina bianca da riempire di sogni, di desideri, di auspici e di benedizioni. In questo periodo la liturgia ci esorta a dare un’anima al tempo, a riconoscere i segni che Dio traccia nel cielo del tempo. Comprendere il tempo è comprendere le intenzioni di Dio. La Provvidenza divina guida tutti i secoli e per ognuno di noi chiede di scrivere una nuova pagina del suo disegno. Dobbiamo quindi essere attentissimi a questo disegno, attenti alla chiamata che Dio ci rivolge nel nostro tempo, perché è per questo tempo che egli ci chiama. Scoprire le intenzioni divine nella nostra esistenza significa incontrare la fonte della serenità e della gioia.
Dio rinnova, nel tempo, anche oggi, la sua visita, ci accarezza e con la sua luce riscalda i valori fondamentali della nostra vita cristiana. Da Betlemme parte l’avventura di Dio che si fa vicino a ogni persona e non ci fa sentire orfani.
Con il mese di ottobre vengono a raccolta gli ultimi frutti, prima delle gelate invernali. Il mandorlo è il primo a fiorire in primavera e l’ultimo a maturare in autunno. In questi nove mesi il candore dei suoi fiori e il gusto delicato del suo frutto lentamente coprono l’ampio arco di vita e assistono alla maturazione di migliaia di altri frutti. In questi lunghi mesi nella natura ogni vivente respira la medesima atmosfera e tutti si abbeverano dell’unica acqua piovana in un’unica cornice ambientale. Tutto potrebbe apparire uguale, mentre in realtà ogni vivente è mosso in modo singolare. Ad ogni alba c’è la convocazione a mettersi in gioco: dall’adolescenza alla vecchiaia, dalla giovinezza alla maturità, ed ogni tappa è passaggio del testimone.
Noi siamo a dopo 2000 anni di quella storia iniziata nel territorio della Galilea, guardiamo e scrutiamo i sentimenti di Giuseppe con gli occhi della storia.
Il mese di maggio, mese colorato dall’esplosione dei colori della natura, è dedicato alla Vergine Maria, la donna più bella, la Tota pulchra.
Maria è bella anche perché è la sposa del “giusto”, Giuseppe di Nazareth.
Il «deserto» è il momento del risveglio alla più completa fiducia in Dio, nella positività della vita, purché l'anima sia vigorosa e forte.
Oggi siamo in molti con i capelli bianchi a varcare la frontiera del nuovo anno con un sospiro di sollievo per essere stati risparmiati dalla pandemia. Pur nel silenzio del vociare allegro della voce dei bambini, vorrei far riecheggiare voci sapienti e sagge del passato, frammenti musicali che disegnano sullo spartito della vita note musicali abilitate ad animare il silenzio e sognare il futuro.