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Lunedì, 02 Gennaio 2023 11:11

Il regalo più bello

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Natale: gioia di vivere e donare

don Bruno Capparoni, direttore

Quando è cominciato il simpatico costume di fare regali a Natale e chi ne sarà stato l’inventore? È il Vangelo a rispondere: gli inventori dei regali natalizi sono stati i magi. Ogni anno all’Epifania ci viene letto che essi, giunti a Betlemme, dopo aver visto il Bambino e la madre e averlo adorato, «aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra». La tradizione cristiana (non il Vangelo) ha ritenuto che anche i pastori abbiano portato doni a Gesù Bambino, regali umili in confronto con i tesori dei magi, ma offerti con fede e soprattutto con gioia.

Perché questo è l’atteggiamento comune ai magi e ai pastori nella loro visita alla grotta di Betlemme: erano pieni di gioia. A proposito dei magi così si esprime  il Vangelo: «Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia», mentre i pastori da Betlemme «se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro».

In queste righe non ci riferiamo al business dei regali, goduria o afflizione (a seconda di chi spende o di chi guadagna) che accompagna ogni anno il consumismo natalizio. Parliamo di un costume cristiano, generoso e sobrio, che non stoni di fronte alla memoria della nascita del nostro Salvatore. 

Prima di tutto, occorre dire che un vero, stupendo regalo natalizio siamo noi a riceverlo: è Gesù stesso. Il Padre, che «non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui?».  Basta questo e avanza!

Se poi anche noi facciamo regali, siano soprattutto ricchi della gioia del donare, ancor più che del loro valore, secondo il consiglio di san Paolo: «Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia».

Facciamo regali ai bambini perché, nella loro semplicità, collegano facilmente il regalo al messaggio. Diciamo loro che è Gesù Bambino, attraverso di noi, a portare loro un regalo ed evitiamo gli eccessi che corrompono la gioia sana di chi sa accontentarsi.

Facciamo regali ai poveri con l’elemosina perché saranno essi ad accoglierci «nelle dimore eterne», come ci dice il Vangelo. 

Non dimentichiamo di regalare preghiere, tesoro nascosto ma prezioso. Sarebbe bello che accompagnassimo i nostri regali dicendo: «Ho anche pregato per te». 

Concludo con un’ultima raccomandazione e parto dalla positiva impressione che ho avuto nel fare la contabilità mensile delle sante Messe che la Pia Unione riceve per distribuirle ai missionari; oltre che nel mese di marzo, le offerte raggiungono il picco in coincidenza col Natale. Ho pensato che a Natale molti nostri Associati fanno un regalo ai loro cari morti offrendo una santa Messa. Facciamo questo regalo di preghiera ai nostri defunti!

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