Uno dei requisiti richiesti dalla Chiesa per proclamare solennemente una persona santa è un esame severo e minuzioso delle virtù, teologali e cardinali. Sette virtù da esercitare in modo intrepido. Ma il fascino e il profumo della santità non consistono nell’essere dei super-eroi, ma di amare Qualcuno con passione da innamorato: è rispondere alla seduzione di un Dio-amore.
Sant’Agostino diceva che «Ogni uomo segue quella strada, dove il suo cuore gli dice che troverà la felicità». Il sorriso gioioso dei santi nasce dalla certezza che stanno camminando sulla strada giusta, «avanzano per innamoramenti» e sospinti dalla gioia che lo stesso innamoramento genera.
La santità non avanza, quindi, per imposizione, ma per il fascino della seduzione di un «tesoro», di una «perla preziosa» che muove i tuoi passi come un innamorato sui passi dell’innamorata. La passione sgorga da un cuore che ha trovato una bellezza così superlativa da entusiasmare un’esistenza.
San Francesco d’Assisi è il simbolo di una persona innamorata. Sotto le macerie di una chiesa diroccata, lui ha trovato un tesoro tanto prezioso da arricchire in modo entusiasta la sua vita.
Nella religione ebraico-cristiana c’è una parola che ricorre di frequente: la parola esodo. Questo termine indica, movimento, cammino, ricerca. Sappiamo che la stessa vita è un cammino nel tempo e in questo «viaggio della vita non si danno strade in piano, sono tutte o in discesa o in salita».In questa stagione anche le cronache televisive parlano di esodo, di strade torride, tappezzate di macchine, sotto un cielo senza un alito, strade percorse dalla voglia del nuovo, del diverso, di nuove emozioni.Le emozioni sono proporzionate alle attese dell’anima. Le vacanze non un momento di sospensione della nostre quotidiane attività, è un tuffo nel tempo libero, la ricerca di cieli diversi, di panorami colorati, ma anche un momento di ricarica delle nostre energie.Questo vale per noi oggi, ma anche ai tempi di San Giuseppe e di Gesù.
Al culmine dell’estate, alla fine dei lavori stagionali della campagna, prima dell’arrivo della stagione dei frutti e della vendemmia, mentre il grano è già riposto al sicuro con gli altri cereali e il sole non ha fatto sentire ancora decisamente l’attenuarsi della sua forza, il 15 di agosto si celebra la festa dell’Assunzione della Vergine al Cielo. In molte zone è riconosciuta come la festa più solenne della Chiesa, forse per cadere in un periodo privo di grandi feste e di sospensione dei lavori agricoli con il relativo riposo, occasione di viaggi, pellegrinaggi, ritorni di persone andate ad abitare lontano, riunioni di famiglie. Certamente si può dire che è la più solenne delle feste della Madonna ed a ragione essendo il dies natalis, ossia ricordando, come per i Santi, il giorno della morte, passaggio da questa vita alla gloria del Cielo. È una delle feste più antiche essendo nata forse presso il sepolcro della Vergine a Gerusalemme verso il 450.
«Dalla Gmg si torna diversi, sempre, e se uno ha voglia di dare un segnale alla propria vita, la Giornata è una grande occasione. «Iscrivetevi!»: l'esortazione arriva dal responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile, don Nicolò Anselmi, con il quale il SIR ha fatto il punto sull'organizzazione della spedizione italiana.
A che punto sono i preparativi della spedizione italiana a Madrid?
"Stiamo mettendo a punto gli ultimi dettagli. Ci siamo mossi per tempo attivando in modo particolare le diocesi che stanno raccogliendo le iscrizioni, programmando gli spostamenti e i trasporti. Tuttavia gli ultimi giorni, quelli a ridosso della partenza, saranno i più intensi e decisivi, per via delle iscrizioni in ritardo. Vorrei sottolineare, a tale riguardo, che il Comitato organizzatore spagnolo raccomanda di iscriversi quanto prima e questo per garantire la migliore organizzazione dell'evento. Organizzare per tempo significa anche evitare gli sprechi in considerazione dei non molti fondi ricevuti. Iscriversi subito, poi, giova anche alla preparazione spirituale".
Quanti saranno i giovani italiani? Si parla di 100 mila partecipanti...
di p. Guglielmo Camera, postulatore
Il Beato Conforti nasce a Casalora di Ravadese (paese a pochi chilometri da Parma, diocesi di Parma) nel 1865. Viene ordinato presbitero nel 1888. Nominato Vice Rettore del Seminario ancora prima dell’ordinazione presbiterale, in quest'ufficio rimase per vari anni, dimostrando notevoli doti di educatore, ma soprattutto edificando gli alunni con l'esempio di una vita santa e con la persuasiva parola della fede.
Nel 1894, viene nominato Vicario Generale della Diocesi di Parma e nel 1895 fonda l’Istituto Saveriano per le Missioni Estere. Nel 1902, a 37 anni, per volontà del Papa Leone XIII viene nominato arcivescovo di Ravenna, allora sede cardinalizia, rinunciandovi due anni dopo per motivi di salute.
Nel 1907 viene nominato da Pio X Vescovo di Parma, che reggerà per 24 anni. Nel 1928, visita i suoi missionari in Cina e nel 1931, 5 Novembre, a 66 anni, muore santamente.
Tra i privilegi di San Giuseppe il più noto e celebrato è quello della sua pia morte: “Egli fra le braccia di Gesù e di Maria si consumò d’amore per il suo Dio”, leggiamo nell’elenco dei dodici privilegi concessi al nostro Santo. La conoscenza e diffusione del Transito, in Occidente, sono dovute al domenicano milanese Isidoro Isolano, che ne inserì la Storia nella sua Summa de donis St. Joseph, stampata a Pavia, nel 1522. Egli riferisce che i cattolici d’oriente usano celebrare con straordinaria venerazione la festa di san Giuseppe il venti luglio: “Nelle loro chiese suole essere letta una vita di san Giuseppe”, tradotta dall’ebraico in lingua latina nel 1340. Ne riporta, quindi, alcuni tratti, che qui trascrivo, limitandomi all’essenziale. Il racconto della vita di Giuseppe è attribuito allo stesso Gesù, che lo avrebbe confidato ai discepoli sul monte Oliveto.
Gentilissimo Direttore, siamo Pasquale e Anna, originari di Partanna, in provincia di Trapani e siamo residenti da più di 40 anni a New York, in U.S.A.
Il 27 marzo scorso, in collaborazione con parenti e amici, abbiamo allestito l’altare e la tavolata di San Giuseppe in casa nostra. Insieme all’offerta raccolta tra coloro che hanno partecipato, invio alcune foto della tradizionale iniziativa, dove potrà vedere l’impegno e la cura di mani abili “siciliane” nel formare il pane nelle diverse figure e forme. Potrà notare alcuni particolari simboli di San Giuseppe: la sega e il martello; i sandali e la palma. C’è poi il simbolo dell’ostensorio con il SS. Sacramento, due colombe e le iniziali JMG, Gesù, Maria e Giuseppe. Alla benedizione della tavolata erano presenti 110 persone, fra adulti e bambini e le pietanze che avevamo preparato per questa occasione sono state sufficienti per tutti.
Pasquale e Anna Fasitta
New York, USA
Reverendo don Mario, Le scrivo per lamentare l’invio non regolare della rivista “La Santa Crociata”, rivista cui tengo molto, riscontrando nella stessa livello culturale e contenuti di elevato rango. Ritengo sia la rivista di maggior spessore comparandola con altre riviste del territorio campano in cui vivo, in cui la diffusione di giornali di estrazione cattolica, a cadenza mensile, rappresenta una realtà consolidata.
Antonietta
Associati alla Pia Unione da tantissimi anni, Gina e Giorgio di Decimomannu (Cagliari) hanno celebrato il loro 60° anno di matrimonio quest’anno. Hanno voluto inviarci una loro foto ricordo.
San Giuseppe conceda loro e alla numerosa famiglia serenità e gioia.
Caro Don Mario, come sa la mia piccoletta, Camilla, è nata e sta bene. Ringrazio la Pia Unione per le preghiere che di continuo sono state fatte per questa nascita e per la mia situazione.
Grande gioia mi ha dato la notizia che il mio vestito di nozze che avevo inviato alla Pia Unione sia stato dato alle detenute del carcere di Milano che ne trarranno un introito economico per i loro lavori.
Mi restano ancora tante preoccupazioni per il nostro futuro di famiglia legate a situazioni economiche, ma la gioia che viene dalla vita di fede ci incoraggia a non perdere la speranza.
Ancora tanta gratitudine,
Luigia
Carissima,
alla gioia per la nascita di una nuova vita, c’è il tuo bel gesto di generosità con la mano della Provvidenza che ci ha guidato alla cooperativa delle carcerate di San Vittore e a Milano. Qualcuna vestirà il tuo splendido abito da sposa e gli angeli custodi della tua famiglia loderanno Dio e gioiranno per questo bel gesto che ti fa onore.
Gentile direttore,
sono uno dei tre figli del Sig. Elia Milano, iscritto di lungo corso alla Pia Unione del Transito di San Giuseppe. Lo scorso 1° marzo, purtroppo, il mio amatissimo papà è venuto a mancare. Il Signore lo ha chiamato a se al termine di una lunga e sofferta malattia. Una malattia subdola e dagli effetti invalidanti, che lo ha costretto a vivere buona parte dei suoi ultimi due anni seduto in poltrona e con una sempre più limitata autonomia motoria.
Nella città natale di Lamezia Terme egli è stato, per diversi lustri, stimatissimo Priore della Confraternita dell’Immacolata Concezione, alla quale è affidata la cura del culto della vetusta Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, ubicata nel cuore del centro storico. In tal veste, si è adoperato, oltre ogni misura, per rendere sempre più decoroso quel Sacro Edificio: il ripristino delle cappelle laterali (una delle quali è dedicata proprio al glorioso San Giuseppe), la realizzazione in marmo dell’altare conciliare principale e del pavimento della navata centrale, il restauro interno ed esterno della Chiesa, sono alcune delle iniziative da lui promosse e tenacemente sostenute sino alla fine. Particolare zelo ha, poi, speso nella cura delle festività principali dell’8 dicembre e del 19 marzo, precedute da appositi novenari di preparazione. Uomo di preghiera quotidiana, ogni volta che era possibile, riusciva a coinvolgere mamma e noi suoi figliuoli nella recita del Santo Rosario. Nel ringraziare il Signore per il dono della sua esistenza e per l’autentica e luminosa testimonianza di fede e pratica cristiana, generosamente e continuamente offerte, Le chiedo la cortesia di iscrivere il nome di papà nel registro dell’Unione Suffragi e di continuare ad inviare la rivista alla mia mamma, presso l’indirizzo indicato nella lettera.
Con sensi di stima e di cordialità,
avv. Arturo Milano (per e-mail)
Stimatissimo e chiarissimo avvocato, la ringrazio della sua cortese e cara lettera che testimonia che nel mondo accanto a tanti furbetti ci sono molte persone che sanno vivere con dignità e a testa alta i valori civili accompagnati dalla fede in Dio Padre di misericordia.
C’è da sperare e pregare la bontà,di Dio che continui a seminare nei solchi della nostra storia creature nobili dai sentimenti grandi e generosi. Le mando per posta la tessera di iscrizione del papà al Suffragio perpetuo e le assicuro la mia preghiera per il papà Elia e anche per i suoi familiari.
Caterina nasce a Fraciscio di Campodolcino (Sondrio) il 25 marzo 1841. Il giorno dopo viene battezzata: Maria Caterina Anna. è l’ottava della numerosa famiglia (13 figli) di Lorenzo Guanella e di Maria Bianchi; nell’anno successivo nascerà Luigi, il futuro san Luigi Guanella.
Fin dall’infanzia Caterina è legata al fratello da profondo affetto: condivide con lui sogni, progetti, ideali di bene. Il gioco che i due fanciulli amano fare insieme, “la minestra dei poveri”, diventerà realtà nella loro futura missione.
Fino ai 27 anni Caterina rimane a Fraciscio, poi segue don Luigi nella Parrocchia di Savogno (Sondrio) dal 1868 al 1875. Lo affianca nel suo ministero infaticabile: insegna nella scuola elementare, si occupa della catechesi, dell’assistenza agli anziani e agli infermi. Caterina, considerata dai parrocchiani un “angelo di buon esempio”, gode di un “alto credito di virtù”; sostiene don Luigi anche nelle difficoltà e nelle incomprensioni, con la preghiera e il sacrificio.
L’occasione della canonizzazione di don Luigi Guanella, ci spinge, piacevolmente, a chiederci: che cos’è la ‘santità’? Una risposta semplice e immediata, che possiamo spiegare anche ai nostri bambini, può essere: ‘santi’ sono coloro che ‘seguono’ Gesù, perché hanno ‘ascoltato’ la sua parola. Infatti le comunità dei primi cristiani, secondo l’uso in S. Paolo, erano chiamati santi: «A tutti quello che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata» (Rm 1,7; At 9,13-15; 1Cor 1,2; Ef 1,1). Qui, nel NT come già nell’At con la chiamata di Abramo nel quale sono ‘benedette tutte le nazioni’, la santità è preceduta dalla ‘chiamata’ alla sequela di Gesù: i primi cristiani venivano così indicati perché, attraverso il ‘battesimo’, che è la chiamata alla fede, i cristiani erano stati ‘illuminati e santificati dallo Spirito Santo’.
Il tema del lavoro, in particolare del lavoro agricolo, fu sempre presente al cuore e alla mente di don Luigi Guanella. Originario di un villaggio montano della Valtellina (Fraciscio, a 1350 s.m.), conobbe fin da piccolo il valore della lavoro nell'ambito familiare e la sua importanza per la crescita sociale. Sperimentò le fatiche e i rischi del lavoro manuale; poté costatare l'angoscia di quanti senza una occupazione erano costretti a lasciare il paese per emigrare in terre lontane.
Il suo primo biografo, d. Leonardo Mazzucchi, così descrive il rapporto di Don Guanella con il lavoro: "l'attività febbrile ed instancabile fu il carattere principale della vita penitente e mortificata di Don Guanella, conforme alla sua educazione, alle sue doti fisiche e morali, alle esigenze dei tempi; e già illustrammo come ne facesse un programma di vita per i suoi Figli e le sue Figlie spirituali: lavorare, lavorare, lavorare fino a recarsi al riposo la sera stanchi e bastonati, vittime di santa operosità sull'altare della carità cristiana. Ogni volta che don Luigi ricordava la sua vita da adolescente, quando con i genitori passava le vacanze lavorando e non si permetteva nessuno svago che non fosse suggerito da qualche scopo virtuoso di far del bene altrui, aggiungeva con semplicità: «Fu la Provvidenza a darmi genitori di virtù, che m'infondessero spirito di lavoro e di sacrificio».... Tutti coloro che conobbero Don Guanella videro come non si desse mai riposo un istante né da chierico, né da giovane sacerdote, né da vecchio affaticato: operosità continua, ininterrotta, estenuante, intellettuale, morale, corporale, di mente, di cuore, di penna, di moto".