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Giovedì, 16 Giugno 2011 15:10

Ferragosto festa della speranza Featured

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di Carlo Lapucci

L'Assunzione di Maria

Al culmine dell’estate, alla fine dei lavori stagionali della campagna, prima dell’arrivo della stagione dei frutti e della vendemmia, mentre il grano è già riposto al sicuro con gli altri cereali e il sole non ha fatto sentire ancora decisamente l’attenuarsi della sua forza, il 15 di agosto si celebra la festa dell’Assun­zione della Vergine al Cielo. In molte zone è riconosciuta come la festa più solenne della Chiesa, forse per cadere in un periodo privo di grandi feste e di sospensione dei lavori agricoli con il relativo riposo, occasione di viaggi, pellegrinaggi, ritorni di persone andate ad abitare lontano, riunioni di famiglie. Certamente si può dire che è la più solenne delle feste della Madonna ed a ragione essendo il dies natalis, ossia ricordando, come per i Santi, il giorno della morte, passaggio da questa vita alla gloria del Cielo. È una delle feste più antiche essendo nata forse presso il sepolcro della Vergine a Gerusalemme verso il 450.

 

Le Sacre scritture non dicono come sia morta la Madonna: nel Vangelo di Giovanni si dice che dal momento della Crocifissione lo stesso Apostolo prese con se la madre del Signore. Le testimonianze però riferiscono che la Madonna fu assunta direttamente in cielo, o dopo una morte apparente, o dopo una morte vera e propria: questo non è stato definito neppure dalla dichiarazione del dogma dell'Assunzione, proclamato dal papa Pio XII nel 1950.
Si parla perciò di Transitus Mariae, Dormitio Virginis, seguendo i Vangeli apocrifi, cioè quelli non ritenuti nel canone ufficiale della Chiesa, ma che, con una lettura critica, possono rivelare aspetti possibili, se non veri addirittura, della tradizione cristiana. In particolare due versioni, una siriana e una greca, narrano questo evento che nei secoli si è formalizzato nella convenzione, soprattutto attraverso il racconto della Leggenda aurea, e nell'iconografia in due diversi momenti.
Il primo è quello della morte o della dormitio. Tre giorni prima di morire la Vergine, che abitava a Efeso o a Gerusalemme, riceve dall'Arcangelo Michele l'annuncio della sua morte insieme a un ramo di palma. Nell'iconografia questo momento, simile all'Annunciazione, viene a volte confuso con questa, ma qui l'Arcangelo è Michele, colui che accompagna le anime dei defunti, il ramo è la palma invece del giglio che invece ha in mano Gabriele nel suo annuncio.
Gli Apostoli, sparsi per il mondo giungono miracolosamente intorno al letto della Madonna e assistono alla sua fine: la scena è stata rappresentata molte volte nell'arte. Nelle raffigurazioni più antiche compare anche Cristo che regge tra le braccia una piccola effigie, che è l'anima di Maria.
Il corpo viene deposto nel sepolcro e il terzo giorno, mentre gli Apostoli siedono presso il sepolcro di Maria, Cristo discende dal cielo, riportando l'anima nel corpo della madre e assumendola in cielo, corpo e anima, tra la meraviglia e l'estasi dei presenti.
Il fascino di questa celebrazione unita a uno straordinario sentimento polare, ha costellato la ricorrenza di infinite consuetudini, feste, palii, fiere, giochi, per onorare la Vergine. Direi che la maggior parte delle città e dei paesi ne hanno una, e citeremo per tutte la più bella e la più famosa: il Palio dell'Assunta di Siena, senza far torto alle altre come la Processione di Giganti di Messina, la Processione dei Candelieri a Sassari, le varie processioni dei battenti.
Bisogna ricordare la grande processione notturna che si svolgeva a Roma, iniziata per opera di Papa Sergio. Manifestazione di solennità e di splendore senza misura, in gara con la processione del Corpus Domini, procedeva col papa per le vie di Roma, partendo alla sera dalla Cappella del Sancta Sanctorum fino ad arrivare al mattino a Santa Maria Maggiore. Evocava appunto il mistero dell'Assunzione portando l'immagine di Cristo a ridestare sua madre, così come Egli discese dal cielo per condurla in Paradiso.
Il concorso di folla, di pellegrini era immenso, perché veniva esposta e portata in processione, unica occasione nell'anno, l'immagine del Salvatore, detta Acheropita, vale a dire non dipinta da mano umana, e quindi, la vera immagine del Verbo. La processione fu soppressa nel 1566 da Pio V, per vari abusi, ma ha lasciato molte tradizioni simili, in altri luoghi, che vanno sotto il nome di Inchinata di Tivoli.
Sul far della notte del 14 agosto, quando tutta Tivoli è sfavillante di luci, da due chiese della città escono l’immagine di Cristo e quella della Madonna. Con le torce accese portate dal clero, dai penitenti vestiti di sacco, dai pellegrini, i due cortei percorrono con soste percorsi diversi per incontrarsi in Piazza Santa Maria Maggiore, con esplosione di luci e di fuochi. Una di fronte all'altra le due immagini s’inchinano tre volte ed entrano insieme nella chiesa rimanendovi tutta la notte. Si vuole appunto ricordare l'incontro di Cristo che scende dal Cielo, con la Vergine morente.
Moltissime sono le tradizioni che segnano questa festa. La più vistosa era un tempo quella dei Fuochi della Madonna, fuochi che si accendevano la notte della vigilia della festa e rischiaravano a giorno intere vallate. L’uso è antichissimo ed era proprio anche di altre feste solenni una delle quali è San Giovanni (24 giugno) ed anche l'Assunzione, nel più recente passato, l'Immacolata Concezione, l'Annunciazione. I grandi fuochi della Madonna erano quelli della vigilia di Ferragosto, ai quali partecipavano in gara tutte le famiglie contadine che verso mezzanotte accendevano in gara grandi falò, illuminando le campagne in uno spettacolo indescrivibile.
All’Assunzione si collega anche la tradizione della Madonna della Cintola. Deriva dall’episodio negli apocrifi Atti d'Andrea (III secolo), Dormizione della Santa Madre di Dio (XVII) di San Giovanni il Teologo, e fu poi ripresa nella Leggenda aurea: L'Assunzione di Maria. Al momento dell'assunzione al cielo, la Vergine, prevenendo il suo scetticismo, lasciò cadere la propria cintura nelle mani di San Tommaso apostolo, che aveva manifestato incredulità nella Resurrezione. Per questo il culto e l'iconografia di Tommaso sono spesso collegati a quello della Sacra cintola.
Un’altra usanza è quasi scomparsa e sopravvive solo in qualche zona: la benedizione delle erbe. Alla messa della festa venivano portate le erbe medicamentose raccolte nei campi e venivano poste su una mensa. Un’infinità di specie di erbe sono indicate genericamente erba della Madonna, e a ciascuna sono attribuite qualità curative particolari. Le più note sono l’artemisia absinthium, l’arnica montana, solanum dulcamara, verbena officinalis, pervinca, hypericon perforatum, cychorium intybus.
Tutti i mazzi venivano benedetti dopo la messa e quindi riportati nelle case per essere usati come benedizione appendendole nelle case e nelle stalle, ovvero come medicinali nella vecchia medicina popolare.

 

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