In questi mesi, dalla celebrazione del Sinodo dei Vescovi sull’Amazzonia dell’ottobre scorso, il celibato sacerdotale ha spopolato sui web, sulla stampa e nei discorsi. Ma quanti hanno saputo documentarsi, prima di allinearsi alle opinioni di tanti “bar dello sport”?
Il pianto di Maria di Magdala al sepolcro vuoto... «Mentre Maria parlava si voltò e vide Gesù in piedi, ma non si avvide che era lui. Gesù non le disse: «Donna, perché piangi?», ma: «Chi cerchi?». (cf. Gv 20, 14)
Gli angeli glielo avevano già chiesto a Maria del “perché” piangesse e ora Gesù stesso raddoppia la domanda, però non ripete «Perché piangi?», ma precisa: «Chi cerchi?». È importante per l'interpretazione autentica di ogni pianto umano degno di questo nome. Il pianto non può essere puramente e semplicemente il rimpianto del passato; il pianto, degno di avere cittadinanza nella storia, è ricerca: il piangere senza cercare il motivo infatti è distruggersi, mentre piangere cercando è voler ricostruire un mondo diverso, un mondo in cui sia possibile non piangere più.
Dopo la morte, dice l’evangelo, «Pilato comandò che il corpo fosse rilasciato» ai parenti e alla donne che avevano assistito all’agonia.
Giuseppe d’Arimatea fu allertato e mise a disposizione il suo sepolcro nuovo. La morte, che aveva inghiottito quel corpo, immediatamente lo rese sacro. In vita quel corpo era stato martoriato, flagellato, crocifisso, ora quello stesso corpo ha diritto ad una sepoltura dignitosa.
Nell’“emergenza educativa” che investe oggi il mondo giovanile, e non solo, grande spazio è dato alla necessità di ritornare all’incontro con un buon libro, staccandosi dalla dipendenza maniacale del web. Leggere amplia i nostri orizzonti, nutre lo spirito e ci aiuta a dar voce al nostro mondo interiore. Spesso è stato questo l’avvio alla conversione per molti peccatori. Lo ricorda san Josemaria Escrivà: «Non tralasciare la lettura spirituale; la lettura ha fatto molti santi».