Era il 24 giugno, le campane della parrocchiale di Campodolcino, con il concerto delle solennità, avevano suonato a lungo. Dalle frazioni vicine erano giunti i parrocchiani.
Il secondo episodio avvenne sull’altura di Gualdera, un grappolo di baite, dove i Guanella pascolavano le pecore. Era il 9 aprile.
Di mattino, durante la funzione del giovedì santo, Luigi aveva ricevuto Gesù per la prima volta.
«Ibambini sono diversi e ciascuno è unico». Unici perché ognuno di noi è chiamato da Dio dall’eternità con il proprio nome. Nessuno è fotocopia di un altro, ma Dio ha stampato sul palmo della sua mano la nostra foto come unica. «Ognuno di noi è una parola di Dio incarnata, quindi, immagine unica e irripetibile di Dio stesso». Per ogni creatura, che entra in questo mondo, Dio ha sognato un sogno e a ogni genitore ed educatore è assegnato il compito di aiutare questa creatura a realizzare il sogno di Dio.
Il pensiero della Montessori identifica il bambino come essere completo,
capace di sviluppare energie creative e possessore di disposizioni morali (come l'amore),
che l'adulto ha ormai compresso dentro di sé rendendole inattive
Il metodo montessoriano parte dallo studio dei bambini con problemi psichici, espandendosi allo studio dell'educazione per tutti i bambini. La Montessori stessa sosteneva che il metodo applicato su persone subnormali aveva effetti stimolanti anche se applicato all'educazione di bambini normali. Il suo pensiero identifica il bambino come essere completo, capace di sviluppare energie creative e possessore di disposizioni morali (come l'amore), che l'adulto ha ormai compresso dentro di sé rendendole inattive.
Suor Paolina aderì con fervore di neofita al progetto del Fondatore ed, insieme alla consorella suor Maria Landoni, si dedicò con tutta se stessa alla realizzazione della missione affidatale.
Don Guanella volle personalmente porre la pietra miliare della nuova fondazione,
attraverso la celebrazione dell’Eucaristia nel capannone che per tre anni fungerà da chiesa
e da asilo per i bambini. Posto tale fondamento, diede poi la solenne investitura
alle due suore incaricate di concretizzare il progetto
Di buon mattino si parte con la buona superiora suor Landoni e si dà principio alla nuova missione. Con noi si prende il pranzo che consiste in una manciata di fichi, oppure un pezzetto di formaggio così stagionato che per mangiarlo i denti devono essere bene affilati.
Chi è accompagnato dalla mamma, chi abbastanza ordinato e chi invece ha bisogno di una abbondante lavanda con una buona perquisizione alla testa. E questo sarà il lavoro di ogni giorno, che non solo durerà dei mesi ma anni interi per liberare quei poveri bambini da ospiti inopportuni.
Siamo nel cuore dell’inverno, bisogna pensare al modo onde poter riscaldare questi poveri piccoli che sono tutti intirizziti dal freddo. Si va in cerca di qualche pezzo di legna che si trova or qua or là; si fa un braciere. Ecco il mezzo di riscaldamento dei primi giorni che verrà poi sostituito da una stufa portatile di latta. Di arredi scolastici neppure parlarne. Solo qualche bancone di origine molto antica dove i bambini si infilano dentro a decine. Di pedagogico non esiste nulla, pure quei poveri bambini, confrontando il misero tugurio della loro abitazione, qui si trovano molto meglio. Si comincia con un po’ di religione, di canto, di conversazione cercando di istillare nel cuore di questi piccoli l’amore al buono e al bello. Ora siamo alla fine della prima settimana.
Negli anni a cavallo dall’800 al ‘900 Roma conobbe un notevole incremento dell’edilizia
con la conseguente richiesta di manodopera. Gli immigrati si dovevano accontentare
di vivere in baracche poco distanti dai posti di lavoro.
La zona del Trionfale ai tempi del Guanella non era lo specchio del suo nome. Dai secoli dell’Impero romano i legionari avevano cessato di scendere trionfanti e carichi di gloria dai Paesi dell’Europa settentrionale. Porta Trionfale era una baraccopoli, catapecchie dove si erano raccolti gli immigrati affluiti dalle province del Lazio e di altre Regioni in cerca di lavoro.
Per Roma capitale d’Italia i governanti desideravano ristrutturarla con un volto sì nobile, ma con un marchio laicale. I dicasteri dello Stato pontificio, sequestrati dai nuovi governanti, non erano sufficienti per una nazione che aveva ampliato il suo territorio e moltiplicato i servizi alla popolazione.
Negli anni a cavallo dall’800 al ‘900 Roma conobbe un notevole incremento dell’edilizia con la conseguente richiesta di manodopera. Gli immigrati si dovevano accontentare di vivere in baracche poco distanti dai posti di lavoro.
La scuola, come privilegiata palestra di vita, don Guanella l’aveva nel sangue
sin dagli anni giovanili. Da prete è stato uno dei suoi impegni quotidiani, per questo ha conseguito la licenza statale di maestro elementare. "Il cuore di una persona è come una terra da orto e da giardino che, coltivata, produce fiori e frutti di benedizione"
Don Guanella ha passato i suoi anni d’intensa attività scrutando il cielo stellato con la pedagogia di Dio per la salvezza del suo popolo, ma per ogni creatura umana che entra nella storia. La parola educare significa: «far uscire» dal guscio del nostro patrimonio ricevuto in dotazione dalla bontà di Dio. Imparare è sempre cancellare un’ignoranza, sconfiggere un’incertezza; imparare è frequentare l’apprendistato della vita per riuscire a far meglio ed essere migliori. La scuola, come privilegiata palestra di vita, don Guanella l’aveva nel sangue sin dagli anni giovanili.
Siamo alla vigilia di un grande giubileo che la Chiesa si prepara a vivere con impegno e generosità. Il desiderio di Benedetto XVI è di far entrare con consapevolezza i credenti nel cuore stesso della Chiesa attraversando la «Porta della Fede».
Forse sono o siamo in tanti a stare sulla soglia di questa porta a guardare cosa succede, senza la voglia di partecipare a costruire il futuro con un’illuminazione dall’Alto.
Il Papa ha indetto quest’anno della fede nel Cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II. Quell’11 ottobre 1962 Papa Giovanni XXIII ha fatto salpare la navicella della Chiesa per una navigazione in alto mare. In quell’assemblea planetaria, i padri conciliari hanno avuto modo di esaminare «le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini» nel desiderio di aiutare i cristiani a dare risposte evangeliche alle problematiche moderne. Fu una stagione primaverile. La Chiesa universale visse un momento di forti vibrazioni spirituali con una speranza di un futuro migliore.
di Gabriele Cantaluppi
19° Capitolo dei guanelliani
Papa Benedetto XVI ha indicato come via privilegiata della Nuova Evangelizzazione la testimonianza personale di vita cristiana, vissuta da ogni singolo credente. è quanto, con altre parole, ha indicato il Cardinal Severino Poletto, Arcivescovo emerito di Torino, la sera del primo luglio, nella concelebrazione eucaristica di apertura del 19° Capitolo Generale dei Servi della Carità, nel santuario del Sacro Cuore a Como, invitando i padri capitolari a mettere in comune i doni di natura e di grazia e rinnovando la vita spirituale attraverso una fede rinforzata.
Segno di questa volontà è stata la consegna di “Via di virtù e di santità”, il testo commentato delle Costituzioni, che finalmente vede la luce dopo innumerevoli anni di gestazione. Il tema di una vita spirituale intensa, capace ancora di stupire, è stata anche la proposta di riflessione offerta da padre Michele Elli nella giornata di ritiro del giorno successivo a Barza.
Padre Alfonso Crippa ha sottolineato che la nostra tensione alla santità diventa speranza per il mondo, perché con le opere riveliamo la presenza dell’amore di Dio. Un amore che esige collaborazione e unità fra le componenti della famiglia guanelliana, per poter contrastare la cultura dell’individualismo e dell’effimero, ha aggiunto Madre Serena Ciserani.
Ha scritto il Beato Giovanni Paolo II che «l’arte è conoscenza tradotta in linee, immagini, suoni, simboli che il concetto sa riconoscere come proiezione del mistero della vita», che sa andare oltre le apparenze, aprendo il profondo dell’anima per innalzarlo verso l’alto. L’arte è un tentativo dell’uomo per offrire una risposta alla nostalgia di bellezza, alle inquietudini dell’anima, alla voglia di luce. L’artista non è mai appiattito sugli orizzonti bassi, ma è sempre un cercatore del divino.
Anche l’ingegner Aristide Leonori ha messo il genio del divino nelle sue progettazioni; un genio che fioriva dalla coltivazione di una forte interiorità.
La lunimosità, calda e con intense vibrazioni di colore, è data da un complesso di 20 finestre decorate e da 17 vetrate istoriate, che si aprono, le une e le altre, scandite da piacevoli ritmi geometrici: le finestre, dipinte con colori tenui (Giuliani, su disegni del Cisterna, 1922) nelle altre pareti della navata centrale, che risulta in tal modo leggera e quasi aerea e dà slancio ed eleganza a tutto l’interno, e ai lati dell’abside; le vetrate istoriate sulle pareti delle navate laterali. Nelle vetrate istoriate che si aprono nelle pareti delle navate laterali, sono narrati gli attributi e i fatti principali della vita di San Giuseppe.
Il mosaico, che si presenta come un grande dipinto terminante superiormente ad arco,
è l’elemento qualificante dell’intera ristrutturazione. L’immagine mostra il Santo,
sulla destra, nel gesto di offrire due pani ai poveri
La canonizzazione di San Luigi Guanella è stata celebrata, nella “sua” basilica di San Giuseppe al Trionfale, con la ristrutturazione della cappella a lui dedicata, consistente in un vano rettangolare al fondo della navata destra. Tale rifacimento, affidato alla Domus Dei, è un omaggio della Pia Unione di San Giuseppe, particolarmente legata al luogo perché ne illustra la genesi. La cappella originale fu realizzata negli anni 1970-71, quando fu ricostruita la crociera della basilica, e decorata nel 1972. La cappella originariamente si presentava come quella che, a tutt’oggi, è al fondo della navata sinistra, e che è dedicata a San Pio X. La cappella era arricchita da un rilievo sul frontale, due pale laterali e l’altare addossato alla parete di fondo con sopra il ritratto dell’allora Beato Luigi Guanella, realizzato dal pittore romano Aristide Capanna. Nella ristrutturazione sono stati conservati il rilievo del frontale e i due dipinti laterali, mentre l’altare è stato avanzato e completato nel retro in armonia con la parte anteriore e, sulla parete di fondo, è stato realizzato un mosaico con nell’interno il tabernacolo.