Caro San Giuseppe,
Dopo un cordiale saluto a tutti e un rinnovato augurio di un buon anno 2017, vogliamo mettere da subito tutti i giorni di questo 2017 sotto la custodia e la protezione di san Giuseppe.
Desideriamo essere dei fiori, boccioli aperti a cogliere la rugiada delle benedizioni celesti che la fedele custodia di san Giuseppe con fervore e simpatia invoca su ciascuno di noi.
Come l’ombra di san Giuseppe ha costantemente accompagnato Gesù nei giorni della sua vita terrena, ora questa mano benedicente accompagna anche noi, fratelli del suo figlio Gesù, lungo i sentieri del nostro esistere. Il primo giorno dell’anno la liturgia della messa ha invocato l’abbondanza delle benedizioni divine sulla nostra vita affinché la nostra stessa esistenza diventasse una costante benedizione.
Infatti, se non impariamo anche noi ad essere benedizione per il nostro prossimo non riusciremo mai ad essere davvero felici.
Di fatto, benedire è invocare dal cielo una forza che faccia crescere la vita; significa essere capaci di ripartire, di risorgere.
Essere benedetti significa scoprire il bene che c’è in ogni fratello e sorella e ringraziare Dio che ha fatto brillare la luce del suo volto nel volto dei nostri fratelli e sorelle.
In fondo saper benedire null’altro è che scoprire di essere amati da un Dio delle grandi braccia e da un cuore di calda luce di amore.
Dio padre ha affidato in custodia a san Giuseppe il bene più prezioso che avesse: il suo figlio Gesù e lo ha fatto affinché fosse per l’umanità intera una fonte inesauribile di benedizioni.
San Giuseppe in cui vediamo già spuntare l’aurora dell’umanità nuova inaugurata nel tempo con l’immacolata concezione della beata Vergine Maria.
In quella casetta di Nazareth sta sbocciando il fiore della vita, Dio ha deciso di mandare suo Figlio a ricomporre quel poema di amore tra il Creatore e la creatura spezzato sbriciolato all’alba dell’umanità a causa di un presuntuosa invidia: disobbedite al comando e sarete come Dio.
Dio come sapiente chirurgo fa “bypassare” la nostalgia di essere come Dio mandando il suo figlio a riprendere le fila di un’umanità sbandata e a ricomporla in un disegno di amore. In quest’azione di riconversione Gesù si fa maestro e compagno di viaggio.
È bello pensare che Dio sfiora il volto di Maria come una carezza, la tocca nella tua vita quotidiana, nella tua casa, nei suoi affetti. La visita dell’angelo fu l’inizio di un giorno di festa.
La prima parola dell'angelo non fu un semplice saluto, ma in quel saluto vibrava l’aspirazione più cara al cuore umano e che ad ogni risveglio cerchiamo: «Rallegrati, gioisce, sii felice».
Come sempre un cordiale “bentrovati” a questo appuntamento con la preghiera, in compagnia dei nostri cari defunti affidando la nostra voce e i nostri sentimenti all’intercessione di San Giuseppe.
Come sappiamo la parola intercessione deriva dal latino e significa «camminare nel mezzo», tra due mani amiche, come un bambino cammina tenendo per mano la mamma e il papà.
In questa oasi di preghiera in cui stiamo soggiornando con quest’ora di preghiera, stringiamo la mano a San Giuseppe che fa passare le nostre preghiere a Gesù, il quale, come nostro avvocato, le presenta a Dio Padre.
Con queste prime parole di saluto, vorrei creare un clima di familiarità e di ascolto. L’ascolto è il canale privilegiato della nostra fede. Dice San Paolo: come può nascere la fede in Cristo Gesù senza che nessuno l’annunci?
Un cordiale ben trovati in questo nostro appuntamento mensile in compagnia di San Giuseppe in questo mese di ottobre punteggiato da luminosa iridescenza per la commemorazione di santi importanti. Abbiamo ricordato il 1° ottobre la giovane dottoressa delle Chiesa Teresa del Bambino Gesù, ieri san Francesco d’Assisi, l’11 san Giovanni XXIII, il papa buono, che fu battezzato con il nome di Angelo Giuseppe, di cui fu un grande devoto, il 15 la grande devota di san Giuseppe santa Teresa d’Avila. Il 18 festeggiamo san Luca, l’evangelista della misericordia divina. Inoltre per la mia famiglia religiosa, il 24 ottobre celebriamo la festa di san Luigi Guanella, il padre dei poveri e il consolatore degli affaticati nella vita per il carico della disabilità.
Un gioioso ben trovati a tutti gli affezionati ascoltatori di Radio Mater.
O trinità terrestre, Gesù, Giuseppe e Maria, in quest’ora di spiritualità, di preghiera e di meditazione, otteneteci dalla bontà del Padre la grazie di vivere ed esperimentare momenti di gioia e di festa.
Un cordiale ben ritrovati in quest’oasi di riflessione, di preghiera e di aggiornamento nello spirito all’ombra del papà terreno di Gesù: il patriarca san Giuseppe.
Domani e dopodomani in occasione della solennità del sacro Cuore di Gesù papa Francesco chiama a Roma i sacerdoti per il loro giubileo della misericordia.
Il sacerdote è un uomo che invoca misericordia e che dona misericordia.
Caro san Giuseppe,
vogliamo trascorrere quest’ora di tempo in tua compagnia e accanto alla tua dolcissima sposa Maria.
In questo mese dominato dalla tradizione popolare con la figura di san Giuseppe, la Chiesa come buona mamma e saggia educatrice, ci invita a rallegrarci pensando alle grazie ricevute da san Giuseppe, grazie meravigliose, che suscitano in noi un senso di ammirazione profonda. L'Angelo che apparve a Giuseppe, oltre a rasserenare il suo spirito togliendolo dalla turbolenza affettiva pe il sospetto di un tradimento, l’Arcangelo Gabriele nel suo messaggio riassume il mandato e lo scopo della sua missione accanto alla sua futura sposa: 1°) essere lo sposo di Maria; 2°) imporre il nome a Gesù, cioè avere la responsabilità di un padre verso di lui. 3°) Vivere dunque intimamente unito a Maria e a Gesù.
Un ben trovati ai nostri affezionati ascoltatori e ascoltatrici di Radio Mater. Abbiamo la gioia di tre un’oretta insieme e ascoltare il fruscio delle onde dei nostri sentimenti di devozione, di fede, di fiducia e di stima per san Giuseppe, uomo giusto, silenzioso, obbediente e protettore di uomini e donne turbati dai mille problemi. San Giuseppe è la mano tesa per non lasciarci affondare nelle bufere dalle vita.
Abbiamo ancora negli occhi le immagini e negli orecchi i canti della funzione liturgica della Presentazione di Gesù al tempio: la festa della luce. Giuseppe e Maria si recano al tempio per adempiere un rito che la tradizione ebraica prescriveva per i primogeniti.
Già nel libro dell’Esodo Dio fa dire a Mosè: «Consacrami ogni primogenito; il primo parto di ogni madre tra gli israeliti – di uomini e di animali – deve appartenere a me».
È con un sentimento di gratitudine a Dio che mi dà la possibilità di sintonizzarmi sulle onde di Radio Mater e di incontrare con la voce e l’affetto tante persone.
Allora un cordiale ben trovate alle ascoltatrici e agli ascoltatori di Radio Mater che questa sera desiderano passare un po’ di tempo in compagnia di San Giuseppe, invocarlo per le proprie necessità e imparare da Lui a sentire la voce di Dio che ci chiama a vivere in pienezza la nostra vita cristiane, corrispondendo alle chiamate personali che ognuno avverte nella sua vita.