it IT af AF ar AR hy HY zh-CN ZH-CN en EN tl TL fr FR de DE iw IW ja JA pl PL pt PT ro RO ru RU es ES sw SW
×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 62

Giovedì, 30 Gennaio 2014 14:04

La morte non chiude il sipario alla vita

La catechesi di Papa Francesco

«C’è un modo sbagliato di guardare la morte. La morte ci riguarda tutti, ci interroga in modo profondo, specialmente quando ci tocca da vicino, o quando colpisce i piccoli, gli indifesi in una maniera che ci risulta ‘scandalosa’. A me sempre ha colpito la domanda: perché soffrono i bambini?, perché muoiono i bambini? Se viene intesa come la fine di tutto, la morte spaventa, atterrisce, si trasforma in minaccia che infrange ogni sogno, ogni prospettiva, che spezza ogni relazione e interrompe ogni cammino. Questo capita quando consideriamo la nostra vita come un tempo rinchiuso tra due poli: la nascita e la morte; quando non crediamo in un orizzonte che va oltre quello della vita presente; quando si vive come se Dio non esistesse.

Lunedì, 30 Dicembre 2013 16:42

Presentazione del calendario 2014

La collaboratrice della rivista La Santa Crociata in onore di San Giuseppe, la dott.ssa Stefania Severi, in questi giorni è stata intervistata da Radio Vaticana per presentare il nostro Calendario 2014, raffigurante le formelle del portone bronzeo della Basilica di San Giuseppe al Trionfale. Ne riportiamo l'intervista audio.

Ascolta!

Giovedì, 07 Novembre 2013 14:31

Il grande passo

di Graziella Fons

Accompagnare e umanizzare con la carità

La morte e il morire sono due realtà che la nostra società tende ad accantonare dimenticando che l’amore e la morte sono le lettere dell’alfabeto con cui si declina l’esistenza umana. Dal primo lutto dell’umanità la morte è diventata enigma che turba la coscienza di tutti e proietta nei giorni dell’esistenza un cono di fitta ombra che diventa per alcuni una prospettiva angosciante e, per chi ha fede, un parto alla luce di Dio dopo una prolungata gestazione nell’arco della vita.

Mercoledì, 19 Dicembre 2012 09:45

Paura non della morte ma di ciò che la precede

di Giulia Facchini Martini

Caro zio, zietto come mi piaceva chiamarti negli ultimi anni quando la malattia ha fugato il tuo naturale pudore verso la manifestazione dei sentimenti: questo è il mio ultimo, intimo saluto.
Lo sento, Tu vorresti che parlassimo dell’agonia, della fatica di andare incontro alla morte, dell’importanza della buona morte.
Morire è certo per noi tutti un passaggio ineludibile, come d’altro canto il nascere e, come la gravidanza dà, ogni giorno, piccoli nuovi segni della formazione di una vita, anche la morte si annuncia spesso da lontano. Anche tu la sentivi avvicinare e ce lo ripetevi, tanto che per questo, a volte, ti prendevamo affettuosamente in giro. Poi le difficoltà fisiche sono aumentate, deglutivi con fatica e quindi mangiavi sempre meno. Avevi paura non della morte in sé, ma dell’atto del morire, del trapasso e di tutto ciò che lo precede. Avevi paura, paura soprattutto di perdere il controllo del tuo corpo, di morire soffocato. Se tu potessi usare oggi parole umane, credo ci diresti di parlare con il malato della sua morte, di condividere i suoi timori, di ascoltare i suoi desideri senza paura o ipocrisia.

Giovedì, 06 Settembre 2012 10:18

Il dono della vita vertice della felicità

Testimonianza del funerale di una donna eroica dei giorni nostri

Una giovane donna, Chiara Corbella (28 anni), e suo marito Enrico Petrillo. Entrambi romani, una coppia normalissima molto credente, tanto che si erano conosciuti a Medjugorie. Una storia cresciuta nel dolore e finita male, malissimo.
Chiara non c'è più. È morta il 13 giugno scorso. Ha affrontato due gravidanze, entrambe terminate con la morte alla nascita dei suoi piccoli.
Maria prima e Davide dopo, entrambi vittime di malformazioni che non lasciano loro scampo. Chiara resta ancora incinta. È un maschio, Francesco. Questa volta tutto stava andando per il meglio: le ecografie confermavano finalmente la salute del bimbo. La sfortuna sembrava essersi voltata da un'altra parte. E invece no.
Al quinto mese di gravidanza a Chiara viene diagnosticata una brutta lesione della lingua e dopo un primo intervento, i medici riscontrano un carcinoma. Va curato con la chemio, ma la chemio ucciderebbe il feto. Dinanzi a questa eventualità, Chiara ed Enrico decidono di andare avanti con la gravidanza mettendo a rischio la vita della mamma.

 

Giovedì, 12 Luglio 2012 08:51

Le risorse segrete nella malattia

Riflessione del prof. Mario Melazzini

«Le persone con disabilità possono essere felici». A Mario Melazzini, già primario ospedaliero, ammalato di sclerosi laterale amiotrofica (Sla) e oggi Presidente  nazionale dell’Aisla, l’associazione per la ricerca sulla Sla, abbiamo chiesto una riflessione sul vivere odierno nella disailità, a partire anche dalla sua esperienza personale. «Nella nostra società vivere con una malattia grave o con una disabilità - così esordisce Melazzini - crea angoscia e si fa di tutto per allontanarne il pensiero, o nel caso in cui dovesse arrivare davvero, per allontanare la situazione.

Venerdì, 01 Giugno 2012 12:02

Una voce coraggiosa nel guado della vita

Una testimonianza edificante

di p. Camillo Maccise

Quando, poco più di un anno fa, mi hanno scoperto il tumore, la prima cosa che ho fatto è stata di ringraziare Dio per i 73 anni di salute che mi aveva concesso e quindi mi sono messo nelle sue mani. Un nostro religioso mi chiese se vivevo in una notte oscura questa prova che il Signore mi aveva mandato. Gli risposi… della notte oscura, niente. Piuttosto, che avevo una specie di assenza di sentimenti e l’impressione di un vuoto, ma nella pace. Inoltre è cresciuta in me la convinzione che la cosa migliore, come diceva Edith Stein, è di lasciarci guidare dal Signore.  

Mercoledì, 14 Marzo 2012 09:55

Se domani... desidero un po' di pazienza

La lettera di un papà al figlio

Se un giorno mi vedrai vecchio: se mi sporco quando mangio e non riesco a vestirmi... abbi pazienza, ricorda... il tempo che ho trascorso ad insegnartelo.
Se quando parlo con te ripeto sempre le stesse cose, non mi interrompere... ascoltami, quando eri piccolo dovevo raccontarti ogni sera la stessa storia finché non ti addormentavi.
Quando non voglio lavarmi non biasimarmi e non farmi vergognare... ricordati quando dovevo correrti dietro inventando delle scuse perché non volevi fare il bagno.

Martedì, 07 Febbraio 2012 13:39

Nessuno è abbandonato

Messaggio per la prossima Giornata mondiale del Malato

“Nell’accoglienza generosa e a­mo­­­revole di ogni vita umana, soprattutto di quella debole e malata, il cristiano esprime un aspetto importante della propria testimonianza evangelica, sull’esempio di Cristo, che si è chinato sulle sofferenze materiali e spirituali dell’uomo per guarirle”.
Lo scrive Benedetto XVI, che nel Messaggio per la XX Giornata mondiale del Malato – in programma l’11 febbraio, sul tema: “Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato” (Lc 17,19) – si sofferma sui “sacramenti di guarigione”, cioè sul sacramento della Penitenza e della Riconciliazione, e su quello dell’Unzione degli Infermi, che hanno il loro “naturale compimento” nell’Eucaristia.

Mercoledì, 11 Gennaio 2012 11:24

Biglietto di sola andata

Brani, in merito all'"omicidio del consenziente"

di Marco Travaglio

Io non voglio parlare di Lucio Magri, che non ho conosciuto e non mi sognerei mai di giudicare... So soltanto che non organizzerei una festicciola nell’attesa della telefonata dalla clinica svizzera che annuncia la mia dipartita. (...)
Ma qui mi fermo, perché vorrei spersonalizzare il gesto di Magri, quello che viene chiamato con orrenda ipocrisia “suicidio assistito” e invece va chiamato col suo vero nome: “Omicidio del consenziente”.  Magri non era un malato terminale, né tantomeno in coma vegetativo irreversibile tenuto artificialmente in vita da una macchina: era fisicamente sano e integro, anche se depresso. (...)
Dunque vorrei parlarne dai soli punti di vista che ci accomunano tutti: quello logico, quello giuridico, quello deontologico e quello pratico.

Pagina 4 di 13