...nei corridoi di un carcere
Don Cesare Curioni
Ha passato quasi tutta la vita in carcere, ma non era un delinquente. Un uomo al servizio di tutti, capace di trattare con gli ultimi e con i primi del mondo, sempre uguale, sempre calmo, navigatore esperto di umanità e testimone di Cristo: Cesare Curioni. Era anche “monsignore”, ma quasi
L’ORA SANTA DI APRILE
In questo tempo di Pasqua possiamo continuare tutti i giovedì sera la nostra Ora santa, accogliendo l’invito di Gesù a vegliare e pregare: è bene tuttavia che anche la nostra preghiera privata si muova in armonia con la Chiesa, e dunque possiamo contemplare il mistero del Cuore di Cristo come ci si mostra nella Pasqua. Abbiamo un testo adattissimo, che è Gv, 20, 26- 28, cioè l’apparizione del Risorto a Tommaso.
UN'INVISIBILE BELLEZZA
Dopo avere premesso che tutta la Scrittura ci parla del Cuore di Cristo, poiché tutta quanta ci rivela chi Lui è, mostrando a tutti noi il suo Cuore attraverso le sue parole ed i suoi gesti, possiamo osservare che alcune pagine ci mettono davanti quasi fisicamente il suo Cuore. Vogliamo proprio incominciare a selezionarne qualcuna, per entrare più in profondità di quello di cui stiamo parlando ormai da qualche tempo in queste pagine. Non possiamo non partire dal cap. 19 del vangelo secondo san Giovanni, dal quale è tratto l’episodio notissimo della “trasfissione”: “uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue ed acqua” (Gv 19, 34).
LA ZIZZANIA E IL BUON GRANO
Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo… Il campo è il mondo, l’umanità, in cui Dio ha seminato il buon grano: ha, infatti, mandato il suo Figlio che, come seme sepolto nella terra, è morto, portando frutti di salvezza per tutti. Semi buoni sono i sacramenti che ci dànno la grazia per vivere da figli di Dio, secondo il Vangelo. Tuttavia non sempre questo avviene. Nel campo della Chiesa e della società vi sono alcuni che operano il bene, mentre altri non si impegnano, anzi commettono il male, tanto male. Al vedere spuntare la zizzania in mezzo al buon grano, i servi della parabola si stupirono molto e subito corsero dal padrone del campo proponendogli di sradicarla. E anche noi, oggi, pensiamo proprio così: «Via i malvagi, così potremo vivere tranquilli…».
di Mario Carrera
Mi piace iniziare questa «confidenza» nel tempo pasquale con il rilancio dell’essenziale annuncio della fede cristiana: Cristo è risorto! Questo evento ha fatto rinascere l’umanità, degradata dalla corruzione del peccato, e ha squarciato i cieli proiettando luce nell’angolo più oscuro dell’esistenza umana: la morte. Il duello cosmico tra le tenebre e la luce, tra il male e il bene, tra la menzogna e la verità si è risolto in modo positivo: il riprovevole è stato sconfitto e la luce si è fatta aurora di vita. Per frantumare la creta che teneva prigioniera la luce e scrivere con l’alfabeto della risurrezione,
Sola e semplice, senza altro titolo che la sua vita ordinaria e santa, come era stata su questa terra: così appariva suor Chiara la piovigginosa mattina di venticinque anni fa, il 21 aprile 1991, nello splendore della basilica vaticana. Accanto alla sua c’erano le immagini di altre due suore, destinate tra poco ad essere innalzate alla gloria dei Beati dal papa San Giovanni Paolo II: tutte e due fondatrici di congregazioni religiose: una italiana, Maria Annunziata Cocchetti e l’altra belga, Giovanna Haze (Maria Teresa del Sacro Cuore di Gesù), vissute anch’esse nell’Ottocento. Prendendo spunto dalla liturgia, che celebrava la quarta domenica di Pasqua, detta del Buon Pastore, tradizionalmente dedicata alla preghiera per le vocazioni sacerdotali e alla vita consacrata. il Papa indicava nell’attività delle tre beate il riflesso dell’amore di Cristo Pastore, che si prende cura del suo gregge: “La loro umanità era affascinata dalla carità di Cristo, così da renderle solidali con la sofferenza dei poveri, nei quali vedevano splendere il volto di Cristo”.
INTENZIONE GENERALE
Perché i piccoli agricoltori
ricevano il giusto compenso per
il loro prezioso lavoro.
INTENZIONE MISSIONARIA
Perché i cristiani dell’Africa diano
testimonianza di amore e di fede
in Gesù Cristo in mezzo ai
conflitti politico-religiosi.
INTENZIONE DEI VESCOVI
Per le coppie di giovani che
desiderano formare una famiglia
e devono fare i conti con la
precarietà del lavoro e la
disoccupazione.
INTENZIONE DELLA PIA UNIONE
«Preghiera per i divorziati»
GESÙ, TU NON HAI CONDANNATO NESSUNO. Tu guardavi l’uomo con lo
stesso sguardo di Dio Padre.
Tutto il tuo Vangelo è un atto di profondo rispetto per la persona umana: rispetto
e perdono per la Samaritana, per la Maddalena e per la pubblica peccatrice. Anche
l’adultera non è stata condannata e l’hai mandata con l’invito: «Non peccare
mai più». Per i bambini che ti si avvicinavano, hai detto agli apostoli: «Lasciateli
venire da me e cercate di somigliare a loro».
Matteo, l’evangelista, l’hai sedotto con il tuo sguardo e ha lasciato tutto per seguirti.
Al centurione non hai lanciato rimproveri, ma hai lodato la sua fede. A Pietro
non hai detto: «Sei un fanfarone», ma: «Mi ami più degli altri?». Al ladrone hai
detto: «Oggi sarai con me in Paradiso!». Per tutti quelli che ti hanno condannato
hai pregato: «Padre perdona loro, che non sanno quello che fanno!».
Signore, ora che ti ho ricordato cosa hai fatto, ti presento tutti i divorziati, le famiglie
separate, i figli di genitori non più uniti. E per ognuno di loro ti prego. Tu sai
di cosa hanno bisogno.
PREGHIERA PER VALORIZZARE LA VITA QUOTIDIANA
Cuore divino di Gesù,
io ti offro
per mezzo del Cuore
Immacolato di Maria,
madre della Chiesa,
in unione con il Sacrificio Eucaristico,
le preghiere e le azioni,
le gioie e le sofferenze
di questo giorno,
in riparazione dei peccati,
per la salvezza di tutti gli uomini,
nella grazia dello Spirito Santo,
a gloria del divin Padre.
In particolare
secondo le intenzioni del Papa.
Carissimo San Giuseppe,
eccoci al nostro consueto appuntamento per stare un po’ in tua compagnia, ascoltare i tuoi silenzi, avvertire la carezza dello Spirito che accarezza il nostro cuore e infonde in noi fiducia e perseveranza nell’affrontare i disagi della vita.
In questo momento del vespro, immagino di stare seduto accanto a te all’ombra di un albero, sentire la brezza confortevole che scavalcando i monti del Carmelo giunge sino a Nazareth e rendere confortevole il tramonto.
Come sempre un cordiale bentrovati, in questo mensile appuntamento in compagnia di san Giuseppe.
In questi giorni, nella liturgia quaresimale i nostri occhi di carne sono illuminati da una particolare luce divina, infatti, in queste settimane la pagine della liturgia della parola oltre che farci riascoltare la voce dei profeti, ci sono i brani dell’evangelo che ci spingono a incontrare Gesù in persona.
Un cordiale ben trovati in questo nostro appuntamento mensile in compagnia di San Giuseppe.
È un appuntamento carico di affetto, di stima e di ascolto nell’armonia di suoni che solo l’anima innamorata e ricca di fede sa esperimentare. Vogliamo questa sera parlare a «cuore a cuore» con San Giuseppe, il papà terreno di Gesù, in una circostanza così impegnativa per gli ascoltatori e ascoltatrici che seguono il rito della liturgia romana come l’inizio della quaresima. .
Vorrei tentare di creare un clima di ascolto e far uscire allo scoperto le qualità belle che ognuno porta stampate nella sua anima. Anche le nostre fragilità, i dolori e le sofferenze.