Nel precedente numero abbiamo iniziato a riflettere sul simbolo del sangue, così strettamente associato all’immagine del costato trafitto. Abbiamo visto come esso ripresenti a noi che lo contempliamo la «vittima di espiazione», colui che si è lasciato da noi respingere e rifiutare.
«Voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù» (Ef 2,19-20). Il Signore ha voluto costruire la sua Chiesa con pietre scelte da Lui, da Lui levigate, da Lui collocate al posto giusto nel grande edificio.
Il Vangelo non dice nulla, ma i riferimenti biblici che alludono all’eleganza di Maria sono tantissimi. Basterebbe pensare a quel passo del Cantico dei Cantici nel quale la liturgia intravede, quasi in filigrana, la figura della Madonna che lotta contro le forze del male: «Chi è costei che sorge come l’aurora… fulgida come il sole…?».
La saggezza nell’affrontare la vita mai è frutto delle chiacchiere, quasi sempre è figlia dell’oscurità e del silenzio: crogioli di purificazione
Se è vero, come si è notato, che si invecchia come si è vissuti, il trascorrere del tempo ha il compito di saggiare e demolire le varie “maschere” con cui ci diamo un’illusione di grandezza. Forse sono proprio le resistenze al cambiamento, richiesto a vari livelli dalla nostra vita, a costituire una grande parte del problema, la causa principale della sofferenza e della sensazione di totale inutilità.