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Super User

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Mercoledì, 11 Novembre 2015 14:22

Ogni lutto sia sorretto dalla fede

Papa Francesco

Nel percorso di catechesi sulla famiglia, oggi prendiamo direttamente ispirazione dall’episodio narrato dall’evangelista Luca, che abbiamo appena ascoltato (cfr Lc 7,11-15). E’ una scena molto commovente, che ci mostra la compassione di Gesù per chi soffre – in questo caso una vedova che ha perso l’unico figlio – e ci mostra anche la potenza di Gesù sulla morte. La morte è un’esperienza che riguarda tutte le famiglie, senza eccezione alcuna. Fa parte della vita; eppure, quando tocca gli affetti familiari, la morte non riesce mai ad apparirci naturale. Per i genitori, sopravvivere ai propri figli è qualcosa di particolarmente straziante, che contraddice la natura elementare dei rapporti che danno senso alla famiglia stessa. La perdita di un figlio o di una figlia è come se fermasse il tempo: si apre una voragine che inghiotte il passato e anche il futuro.

Mercoledì, 09 Settembre 2015 14:13

La famiglia: trinità umana, comunione d’amore

La "Gaudium et Spes"

di Madre Anna Maria Cánopi, osb

Dopo aver considerato sotto vari aspetti l’altissima dignità della persona umana, creata a immagine e somiglianza di Dio, i Padri conciliari si dedicano nella II parte della costituzione Gaudium et Spes a considerare alcuni urgenti problemi contemporanei: la famiglia, la cultura, la vita sociale, economica e politica, la pace. Anche se sono trascorsi cinquant’anni dalla chiusura del Concilio, tali problemi continuano a rimanere “attuali”, anzi, la loro urgenza in alcuni casi si fa oggi più pressante. Sono problemi di tale portata e complessità che non è certo possibile trattarli nel breve spazio di un articolo, né, d’altra parte, avrei la competenza necessaria a tale scopo.

Mercoledì, 09 Settembre 2015 15:02

Ripartire dalle situazioni reali delle famiglie

Instrumentum laboris per la XIV Assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi

Un “nuovo passo”, per un “accompagnamento differenziato” delle famiglie, particolarmente quelle ferite e fragili, tramite un “discernimento prudente e misericordioso” e “la capacità di cogliere nel concreto la diversità delle singole situazioni”. È l’Instrumentum laboris per la XIV Assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi, reso pubblico recentemente. Il testo è frutto della “Relatio Synodi” - di cui ampie parti vengono confermate - integrata dalle 99 risposte ai “Lineamenta”, oltre alle 359 osservazioni “inviate liberamente da diocesi e parrocchie, associazioni ecclesiali e gruppi spontanei di fedeli, movimenti e organizzazioni civili, numerose famiglie e singoli credenti”, come ha spiegato il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, presentando il documento ai giornalisti. “Per la Chiesa si tratta di partire dalle situazioni concrete delle famiglie di oggi, tutte bisognose di misericordia, cominciando da quelle più sofferenti”, si legge nel testo, che si articola in tre parti: l’ascolto delle sfide sulla famiglia, il discernimento della sua vocazione, la riflessione sulla sua missione.

Mercoledì, 09 Settembre 2015 14:35

Don Guanella ha cantato Dio, l’uomo e la natura

Considerazioni sull’Encilica «Laudato si’»

di Mario Carrera

«Le creature di questo mondo non possono essere considerate un bene senza proprietario: “Sono tue, Signore, amante della vita”(Sap 11,26). Questo induce alla convinzione - ha scritto papa Francesco nell’enciclica “Laudato si’” - che, essendo stati creati dallo stesso Padre, noi tutti esseri dell’universo siamo uniti da legami invisibili e formiamo una sorta di famiglia universale, una comunione sublime che ci spinge a un rispetto sacro, amorevole e umile».

Questo «rispetto umile» era nel DNA della santità di don Guanella; per lui tutto era sacro: dalle persone a questa «stanza senza pareti», che è il nostro mondo. Niente di questo mondo ci è indifferente e per don Guanella tutto era interessante e meritevole di attenzione. Dice papa Francesco: «Tutto l’universo materiale è un linguaggio dell’amore di Dio, del suo affetto smisurato per noi. Suolo, acqua, montagne, tutto è carezza di Dio.

Un anno dedicato alla vita consacrata chiamata a conversione

Nel novembre dello scorso anno il Santo Padre Francesco in un incontro con i superiori generali dei religiosi ha annunciato il desiderio di dedicare il 2015 alla riflessione e alla preghiera di lode a Dio per la luce donata dallo Spirito nel Decreto conciliare Perfectae caritatis sul Rinnovamento della vita religiosa e per chiedere un supplemento di generosità agli stessi religiosi nel Cinquantesimo anniversario della sua promulgazione. 
Quest’anno particolare, che si apre il 30 novembre di quest’anno e si chiuderà il 2 febbraio 2016, vuol essere considerato un momento di grazia per un aggiornamento dell’impegno dei consacrati all’interno della vita di tutta la Chiesa.

Giovanni Paolo II, tra poco «santo», è stato teologo e devoto di San Giuseppe

di Tarcisio Stramare

Sono trascorsi 25 anni da quando Giovanni Paolo II, il 15 agosto 1989, in occasione del primo centenario dell’Enciclica Quamquam pluries di Leone XIII, promulgava l’Esortazione apostolica “Redemptoris Custos” (RC). Si tratta di un documento dottrinale di grande rilievo, da considerare come la “magna charta” della teologia di san Giuseppe, del quale viene considerata la “parte” a lui assegnata da Dio nel decreto dell’Incarnazione del Verbo, che predestinava Maria a essere la madre del Figlio di Dio. In questo decreto è incluso anche san Giuseppe “chiamato da Dio a servire direttamente la persona e la missione di Gesù mediante l’esercizio della sua paternità: proprio in tal modo egli coopera nella pienezza dei tempi al grande mistero della redenzione ed è veramente ‘ministro della salvezza’” (RC, n.8). La presenza congiunta di Maria e Giuseppe, sigillata dallo stesso vincolo di carità, fa parte del mistero dell’Incarnazione: “Proprio a questo mistero Giuseppe di Nazaret ‘partecipò’ come nessun’altra persona umana, ad eccezione di Maria, la Madre del Verbo  Incarnato.
Sabato, 08 Giugno 2019 13:16

«Il Vangelo dello Spirito»

Gli Atti degli Apostoli

di Mario Sgarbossa

Così sono definiti gli Atti degli Apostoli, scritti da Luca, con stile asciutto e preciso, sull'esempio dei diari di viaggio dei grandi narratori greci. Il libro di Luca è il documento più interessante delle origini del cristianesimo, senza il quale la storia della Chiesa primitiva mancherebbe, in parte, della testimonianza diretta del suo grande protagonista Paolo. L'Apostolo delle genti, per buona sorte, non mancò di fornirci varie preziose informazioni sul proprio operato con le sue Lettere.

Sabato, 30 Maggio 2020 13:40

Speciale | Cofanetto da regalare

Per solennizzare il «Patrocinio di san Giuseppe», proponiamo un regalo a tiratura limitata. è pensato, preparato e pregato per dare linfa nuova al futuro.

Ti invitiamo a prenotare per tempo la tua copia come regalo natalizio. Il pacchetto, per un costo di 25 euro, ti sarà consegnato a casa.

Lunedì, 09 Settembre 2019 15:07

Adottiamo un seminarista o un giovane prete

Mamme a sostegno dei sacerdoti in formazione e missione

La famiglia di Nazareth è da sempre una scuola di vita. Dio ha affidato a Giuseppe il compito di essere padre e a Maria la missione di educare Gesù facendolo crescere all’ombra del padre adottivo e del calore del genio femminile della Mamma.

L’ombra dei genitori cammina sempre accanto ai figli i quali imparano da loro a scrivere la vita con la lingua imparata dal loro linguaggio.

Giovedì, 21 Marzo 2019 10:39

Camminando all’«ombra del Padre»

Un nuovo libro di don Mario Carrera

di Angelo Sceppacerca

Un libro su san Giuseppe? Le dimensioni, il tono delle parole, l’animo di don Mario che le ha coltivate e deposte sul foglio con punta di pennello sottile, il confronto con la nostra condizione (uomini e donne, padri e madri, figli e figlie, sposi, malati, in pericolo, in attesa e ricerca, intimoriti e in fuga …) ne fanno un prezioso compagno di viaggio, un prontuario dell’anima, una casella di posta tra il cielo e la terra. Sia benedetto questo piccolo libro.

Non ci sarebbe nulla da aggiungere alla sapienza delle pagine di don Mario poste all’inizio a mo’ d’introduzione; delicate e profonde; confidenti e pensate. Eppure, per la vicinanza “salvifica” alla Madre di Dio, vergine di Nazareth e sua promessa sposa, anche di Giuseppe – in qualche modo – si può dire numquam satis, l’antica espressione usata per affermare che parlare di Maria non era mai abbastanza. 

San Giuseppe era “giusto”, cioè santo perché docile, generoso e radicale custode del Figlio dell’Altissimo. L’obbedienza di Giuseppe è atto di altissima dignità perché il confronto è con la volontà di Dio; perciò sostenuto da una fede profondissima. La sua fede e la sua obbedienza lo fanno – come fu Abramo – «padre di molti popoli» e tra questi il popolo della Chiesa universale.

La paternità di san Giuseppe è ricevuta in dono, inaspettata, provvidenziale e gratuita, che sono gli aggettivi legati a Dio stesso, Provvidenza e Grazia. Dio ha scelto di essere l’Emmanuele e per questo ha chiesto a Giuseppe di prendere con sé Maria, ne accogliesse il Figlio come il proprio figlio e lo chiamasse Gesù perché Salvatore di tutto il popolo. 

Quest’anno ricorre il 30° dell’esortazione apostolica Redemptoris custos di san Giovanni Paolo II; quindici anni prima un altro papa santo, Paolo VI, a Nazareth pronunciò parole ispirate indicando in Giuseppe e nella sua convivenza trentennale con Maria tre cose: il silenzio, la comunione di amore, il lavoro. Il silenzio, «nella esagitata e tumultuosa vita del nostro tempo». 

La comunione di amore di tre cuori vergini, abitati dallo Spirito e perciò reciprocamente rispettosi, dediti, delicati, pronti all’ascolto e al servizio, in perfetta unità, riflesso di quella divina.

Il lavoro: legge severa, ma liberatrice della fatica umana, e manifestazione della sua dignità perché sostegno per la famiglia e servizio alla società.

«All’ombra del Padre»: l’allusione è al nuovo passo compiuto da Giuseppe quando Dio irrompe nel suo sonno agitato e nel suo pensiero, rassicurandolo con le parole di un angelo. Anche Maria era stata invitata da un angelo a non aver paura. Ora è lui, Giuseppe, a trovarsi sotto l’ombra del mistero divino che lo sceglie per dare il nome a colui che non è suo. Giuseppe è un padre presente, attento, pronto a far fronte alle difficoltà. Delinea il modello della famiglia autentica. Troppe mamme sono lasciate da sempre sole coi figli. E padri – tanti – occupati altrove. Giuseppe rimette le cose a posto. Dio rimette ordine nella vita dell’uomo e lo invita a destarsi dal sonno e a rimboccarsi le maniche.

Questo piccolo libro è un dono grande. Ho l’impressione che ci venga proprio da lui, il custode. In una attualità che è colma di orrori per i mille volti delle vittime di violenza (specialmente in famiglia), unisco anche la mia alle preghiere qui raccolte.  

Per ordinare le copie: Pia Unione del Transito di San Giuseppe, tel. 06.39737681 - email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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