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Attenzione

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Mercoledì, 11 Aprile 2012 12:49

Aprile 2012

 

La potenza della vita è più forte delle macchine

In seguito all’ennesima grazia ricevuta per intercessione di San Giuseppe, mi è sembrato doveroso comunicarlo anche a lei, caro direttore; se vorrà, potrà anche pubblicare questo scritto affinché possa portare speranza a chi da tanto tempo attende una grazia.
Premesso ciò racconto il fatto. Il mio secondo figlio Manuel si è sposato cristianamente il 13 agosto 2011 in una chiesa dedicata a San Giuseppe (e questo mi è parso subito un segno di particolare protezione); dopo poco la moglie è rimasta incinta ed ora è al quarto mese di gravidanza.
Il 20 dicembre (nella settimana di Natale) si è sottoposta agli esami prescritti e dall’indagine morfologica risultavano gravi problemi alla testa del bambino, tanto che la dottoressa, senza tatto e mezzi termini, istigava all’aborto in quanto, secondo lei, il bambino era condannato alla cecità e all’immobilità per tutta la vita. Questa terribile notizia caduta come una folgore  a ciel sereno, ci ha fatto piombare il mondo addosso, ci ha tolto la gioia dell’imminente Natale e ci siamo sentiti schiacciati da quest’immenso dolore.
Però non ci siamo arresi. Mentre i genitori cercavano con urgenza di ripetere l’esame in un’altra struttura per verificare la fondatezza di quella terribile diagnosi, io e mio marito abbiamo pregato e fatto pregare in particolare San Giuseppe.
Dopo due giorni, il 22 dicembre, mio figlio e mia nuora sono andati in una struttura privata per ripetere l’esame e, con gioiosa sorpresa, gli è stato comunicato che il bimbo sta bene e che non c’erano motivi di preoccupazione. Può immaginare la gioia di tutti noi dopo giorni di lacrime, paure, terrore, angoscia.
Abbiamo subito ringraziato il Signore ed in particolare San Giuseppe che ci ha ascoltato. All’inizio ho parlato di “ennesima grazia” ottenuta per sua intercessione perché mi ha sempre esaudito in tutto quello che chiedevo con la preghiera, spesso con insistenza, del sacro Manto e con le novene (oltre che il rosario e la santa messa quotidiana).
Avrei voluto di volta in volta mandarle il resoconto particolareggiato di ogni grazia che ricevevo, ma mi è mancato il tempo, però ho sempre provveduto a manifestare la mia riconoscenza al caro San Giuseppe sostenendo ogni anno, specie in marzo, mese a lui dedicato, numerose vocazioni di aspiranti al sacerdozio. Non poteva mancare in questa ultima occasione il mio ringraziamento. La saluto con affetto fraterno.
Elvira

Perseveranza

Sono abbonata alla vostra Rivista dal 1960 e ringrazio di cuore San Giuseppe per le tante grazie che ho ricevuto durante la mia vita.
Nei primi anni '50 mia nonna Seno Paola già era abbonata alla Santa Crociata e la trovavo in casa sua. Io, molto giovane, leggevo con simpatia e devozione.
Stucchi Iolanda

In memoria della mamma

Carissimi amici della Pia Unione, con  il cuore addolorato vi comunico la morte della nostra cara mamma Nuzzo Grazia, morta nel gennaio scorso dopo una lunga e dura lotta per vincere il male che l’aveva colpita; il Signore l’ha chiamata a sé.  La mamma era molto devota di San Giuseppe ed ha avuto la grazia di morire di mercoledì, giorno dedicato al Santo. Lei pregava sempre San Giuseppe con il cuore e con tanta fede, come facciamo tutti noi in famiglia. Ora, nella ricorrenza della festa di san Giuseppe,  io e mia sorella desideriamo ricordarla e inviamo, come ogni anno facevamo anche con la mamma, un  pensiero per le vostre opere. Anche quest’anno distribuiremo in chiesa il pane benedetto, come atto di devozione e che anche la nostra mamma faceva; questo sarà il primo anno senza di lei. Pregate per lei e per tutti i defunti della nostra famiglia. Auguriamo a tutti di trascorrere una bella festa in onore del Santo. Viva San Giuseppe!
Giovanna Milazzo - Usa

Mercoledì, 11 Aprile 2012 12:40

Dalle ragioni della fede al camminare insieme

di Gianni Gennari

Fino qui, per un anno, abbiamo ragionato sul credere, e poi sul modo nel quale la fede ebraico-cristiana si è a poco a poco presentata nella storia dell’uomo, con la progressiva rivelazione di un Dio che chiama a salvezza, promette liberazione, parla e con la sua parola indica che conoscerLo e riconoscerLo vuol dire osservare le sue “parole”.
In queste, dopo essersi presentato come unico, diverso dagli idoli muti, Egli chiede di essere riconosciuto nella sua “immagine somigliantissima” che è l’uomo creato maschio e femmina, e chiamato a salvezza definitiva nel corso della storia, cioè nel tempo. Questo però ci si rivela come premessa e promessa di eternità credibile, perché in esso si è introdotto l’Eterno stesso, la Parola che si è fatta carne, ed è venuta ad abitare in mezzo a noi. Gesù di Nazaret, figlio eterno del Padre e figlio nel tempo di Maria è presenza di Dio, il Dio che è Egli stesso, una sola realtà con il Padre suo che diventa anche Padre nostro se nella nostra libertà noi accogliamo la sua immagine viva, Cristo e il prossimo, e che si installa nel cuore dell’umanità redenta come “soffio” eterno di vita, la “ruàh” di Dio, lo Spirito Santo e santificatore.

Mercoledì, 11 Aprile 2012 12:07

Nella luce di Cristo Risorto inizia la salvezza

di Madre Anna Maria Cánopi

Il mistero dell’infanzia e della vita nascosta di Gesù Cristo, che abbiamo contemplato nel Tempo di Natale, trova nel mistero pasquale la sua piena fioritura e il suo frutto maturo. Il germoglio della radice di Jesse è diventato un grande albero; sulla terra è sbocciata una nuova primavera della vita. E questo miracolo avviene innanzitutto nei cuori dei credenti.
La Risurrezione di Cristo è l’evento che sta alla fonte dell’anno liturgico: da essa derivano tutte le altre feste. La fede cristiana, infatti, si fonda sulla morte redentrice e sulla Risurrezione del Cristo. Come afferma san Paolo, se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la nostra fede e noi saremmo da commiserare più di tutti gli uomini. «Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti» (cf. 1Cor 15,15-20).

Mercoledì, 11 Aprile 2012 12:02

Il Sepolcro di Gesù

di Gabriele Cantaluppi

Dopo che Pietro e l’ “altro discepolo”, forse San Giovanni, si sono allontanati dal sepolcro di Gesù il mattino di Pasqua, Maria Maddalena non riesce a staccarsene e si china per osservare meglio l’interno. è un gesto certamente dettato dall’entrata angusta, ma che può assumere una valenza spirituale anche per noi: per capire il mistero della Risurrezione occorre mettersi in atteggiamento di adorazione. Non per niente questa parola nella lingua greca, usata dai Vangeli, indica etimologicamente un gesto di sottomissione, di riconoscimento della propria piccolezza davanti alla maestà di Dio. Adorare è orientare la propria vita verso la volontà di Dio, cioè verso il bene e verso il vero.

Ma per completare il senso del termine, è bene mutuarlo anche dalla lingua latina, dove “adorare” indica il movimento dell’accostare la bocca: cioè del baciare, dell’amare.
Allora l’atteggiamento adorante si fonde con l’unione d’amore con Dio.
La Resurrezione di Gesù può essere vissuta nella sua profondità solo se ci si mette nell’atteggiamento dell’abbandono, della dimenticanza di se stessi per assumere quello dell’accoglienza e del dono. “Non mi trattenere” dice Gesù alla Maddalena, “perché non sono ancora salito al Padre”: è come dire che per cogliere la sua presenza è necessaria una prospettiva che esuli dall’esperienza puramente sensitiva, per entrare in quella degli affetti.
Benedetto XVI in un recente discorso metteva in guardia dall’uso esclusivo del metodo storico-critico nella comprensione del testo biblico, escludendo la comprensione dettata dal “sensus fidei” della comunità cristiana. Potremmo tradurre questa espressione affermando un “sesto senso” della comunità, un modo di percepire le verità della fede che le viene dato dallo Spirito Santo e che essa scopre di avere come carisma.

Mercoledì, 11 Aprile 2012 11:49

Intenzione del mese di aprile 2012

Preghiera di offerta

Cuore divino di Gesù,
io ti offro per mezzo
del Cuore Immacolato
di Maria,
Madre della Chiesa,
in unione al Sacrificio
eucaristico,
le preghiere e le azioni,
le gioie e le sofferenze
di questo giorno:
in riparazione dei peccati, per la salvezza
di tutti gli uomini,
nella grazia
dello Spirito Santo,
a gloria del divin Padre.
Amen.

 

 

Intenzione Generale

«Perché molti giovani sappiano accogliere la chiamata di Cristo a seguirlo nel sacerdozio e nella vita religiosa»

Intenzione Missionaria

«Perché il Cristo risorto sia segno di sicura speranza per uomini e donne del Continente africano»

Intenzione dei Vescovi

«Ogni credente riscopra la necessità della preghiera personale e partecipi con adesione interiore alle celebrazioni comunitarie»

Intenzione della Pia Unione

«Preghiera per i divorziati»

Gesù tu non hai condannato nessuno.
Tu guardavi l’uomo con lo stesso sguardo di Dio Padre.
Tutto il tuo Vangelo è un atto di profondo rispetto per la persona umana: rispetto e perdono per la Samaritana, per la Maddalena...
Signore ora ti presento tutti i divorziati, le famiglie separate, i figli di genitori non più uniti. E per ognuno di loro ti prego. Tu sai di cosa hanno bisogno.

Mercoledì, 11 Aprile 2012 10:13

L'avventura della vita da un Sepolcro

di Mario Carrera

Nella mia esperienza di fede, come una salutare cicatrice, è inciso un episodio capitatomi a Gerusa­lemme, proprio nel sepolcro vuoto di Gesù. Era una fredda mattina di febbraio, le porte della basilica erano state aperte da pochi minuti. Non c’erano pellegrini, un silenzio tombale avvolgeva la grande basilica. Mi avviai verso il sepolcro, entrai e rimasi solo davanti a quella pietra che aveva assistito al singolare riscatto dell’amore sulla morte con la Risurre­zione di Gesù.
Mentre pregavo, un’anziana signora s’inginocchiò accanto a me e, terminata la sua preghiera, con le dita, toccò la pietra e portò la mano sugli occhi. Il gesto era un augurio che i suoi occhi acquistassero una luce divina abilitata a vedere al di là delle apparenze terrene. Rapinare un frammento della luce della Risurrezione. Mi piace ricordare, a questo proposito, un detto del mondo ebraico in cui si paragona l’occhio al mondo: «Il mare è il bianco, la terra è l’iride, Gerusalemme la pupilla e l’immagine riflessa è il Tempio». Il tempio per i cristiani è Gesù risorto.
Da quel giorno il gesto di quella donna è entrato nella mia anima.

Mercoledì, 28 Marzo 2012 13:20

Festa centenaria al Quartiere Trionfale

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San Giuseppe certo avrà sorriso, discreto e silenzioso, nel suo stile, nel vedere così tanti fedeli accorrere per festeggiarlo nel giorno intitolato a suo nome, il 19 marzo, alla Basilica di San Giuseppe al Trionfale, a Roma. Il clima era caldo, nel quartiere. Non per la temperatura di primavera, ma per l’intensità dell’emozione che sprigionava la moltitudine di gente venuta da ogni parte della città e anche dalla provincia per salutare il Papà.
Quest’anno, poi – ha detto il cardinale Severino Poletto, titolare della Basilica, nell’omelia della Messa solenne che ha celebrato con padre Alfonso Crippa, superiore generale  della Congregazione dei Servi della Carità - Opera Don Guanella, e con padre Wladimiro Bogoni, il parroco – «due motivi in più rendono particolarmente straordinaria la solennità di San Giuseppe per essere convocati a venerare il Patrono della Chiesa universale: il Centenario della benedizione di questa grandiosa Basilica e la recente canonizzazione di Don Luigi Guanella», il 23 ottobre 2011. Papa Pio X affida la nuova chiesa di San Giuseppe al Trionfale alla congregazione di don Guanella. Al tempo in cui sorse, cento anni fa, nel quartiere – ha ricordato il porporato – «abitava una baraccopoli, con una moltitudine di povera gente». Il Papa Santo affidò questa comunità e la parrocchia al “padre dei poveri”, don Guanella, affinché potesse nascere «una consistente comunità cristiana». A cento anni dalla nascita, ha continuato il card. Poletto, «ammiro i frutti del lavoro dei Guanelliani, dell’azione spirituale e pastorale generosa dei figli e delle figlie di don Guanella».
Il  Vangelo di Matteo racconta dell’invito dell’angelo a Giuseppe ad accogliere con sé Maria incinta per opera dello Spirito Santo, il card. Poletto ha ricordato che le Scritture non portano molte informazioni su S. Giuseppe, che «ha svolto il compito affidatogli da Dio in silenzio». Ma, quanto Matteo e Luca ci dicono di questo «giusto», il «custode del Redentore», è sufficiente ad «ammirare la grandezza spirituale del nostro Santo, la caratteristica della sua santità: la silenziosa obbedienza a Dio.
E poi, la tenerezza amorosa, generosa e fedele, con cui ha sempre accompagnato la sua sposa, Maria, assumendo il compito di fare da padre al Verbo incarnato, dai primi attimi di vita terrena all’età adulta». Non è una figura di secondo piano nella Sacra Famiglia, Giuseppe. «Il suo servizio di papà si è svolto nel lavoro quotidiano, di artigiano, con fatica e senso di responsabilità, per mantenere la famiglia, per educare Gesù». E, come mostra l’affresco che campeggia nella Basilica, la sua santità vissuta nel silenzio ha ricevuto il sigillo straordinario del conforto di Maria e di Gesù al momento del transito. «Dobbiamo imitare la fede di Giuseppe, seppure con la nostra povertà», ha detto il cardinale all’assemblea traboccante di fedeli accalcati nella Basilica. «Se Gesù venisse sulla terra oggi, quale fede troverebbe? La fede è testimonianza di carità, di speranza, di servizio. S. Giuseppe ci da un aiuto. Invochiamo la protezione del Santo Patrono, sulle nostre famiglie, la nostra parrocchia e la nostra società civile, affinché riesca a superare questa fase di crisi e possa tornare a vivere con speranza e serenità, frutto della fiducia in Dio che ha sempre guidato la vita di San Giuseppe».
Nelle prime file, in chiesa come durante la processione, c’erano i “Luigini”, i piccoli alunni della Scuola di S. Giuseppe al Trionfale, con gli abiti da paggetti, secondo una tradizione antica ripristinata in questa duplice occasione del Centenario della Basilica e della canonizzazione di don Guanella.
Per la ricorrenza, per accompagnare la liturgia e allietare con un concerto i fedeli, da Milano è giunta l’orchestra e il coro “Ludwig van Beethoven”, ventiquattro elementi diretti dai maestri Adriano Bassi e Achille Nava.
I festeggiamenti, iniziati una settimana prima del Giorno di San Giuseppe, con un convegno dedicato alla “Spiritualità del lavoro” che ha registrato la partecipazione di eminenti personalità della gerarchia ecclesiastica e della società civile, quali i cardinali Salvatore De Giorgi, arcivescovo emerito di Palermo, Manuel Monteiro De Castro, penitenziere pontificio maggiore, Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi, Saraiva Martin Josè, prefetto emerito della Congregazione delle Cause dei Santi.
Sono intervenuti anche padre Alfonso Crippa, superiore generale Opera don Guanella, don Nino Minetti, superiore provinciale dell’Opera don Guanella e don Mario Carrera, direttore de “La Santa Crociata in onore di San Giuseppe”. In rappresentanza del mondo del lavoro, il segretario generale Uil Luigi Angeletti e il segretario nazionale Cisl Raffaele Bonanni.
La “triplice” festa per San Giuseppe si è conclusa nel cortile dell’Oratorio, con una gioiosa convivialità, allietata di musica e danza e delle irrinunciabili frittelle di San Giuseppe, i bignè e le ciambelle.

di Emanuela Bambara

Mercoledì, 28 Marzo 2012 09:48

Una fede testimoniata

In questi giorni la Conferenza episcopale italiana,  attraverso la voce del card. Bagnasco, ha lanciato l’allarme di non tradire i giovani in un momento così drammatico di sofferenza e di disagio per il futuro.
E’ stato scritto che in questi ultimi anni viviamo «in un mondo senza padri, senza punti di riferimento, dove si cerca l’adulto e spesso non lo si trova o subito lo si perde». La Chiesa, «esperta in umanità», dona la sua saggezza e come un rabdomante s’immerge nella profondità dell’essere umano a scoprire riserve di bontà e di amore.
Il silenzio di San Giuseppe si fa «lingua madre» per aiutare le giovani generazioni ad affrontare un futuro difficile con la fiducia nella volontà di Dio che, comunque, scommette sul bene presente nella vita di ogni persona ed in particolare sui giovani.
Questo enorme patrimonio di fede dimora, silenzioso, nel cuore di tante persone,  e si manifesta con entusiasmo nelle celebrazioni esteriori della fede. E’ quello che avviene in tante parti del mondo, come in questi giorni in Messico e a Cuba e in tante contrade d’Italia come ogni anno si ripete in occasione della festa di San Giuseppe al Quartiere Trionfale di Roma.

{flv}processione2012{/flv}

Lunedì, 19 Marzo 2012 09:51

Rosario in onore di San Giuseppe

Il rosario è stato chiamato "il libro dei salmi" dei poveri. Percorrendo nella preghiera le tappe della misericordia di Dio, per noi creature umane, che sostiamo davanti ai grandi misteri della salvezza, troviamo protagonisti: la Vergine Maria, San Giuseppe e, soprattutto, Gesù, la meta desiderata della nostra salvezza.

In questo rosario in onore di San Giuseppe, sul modello del rosario della Vergine Maria, vogliamo contemplare come in un canto corale la presenza di Giuseppe e affidarci all sua intercessione.

{flv}Rosario{/flv}

Sorse però bello il marzo del 1912 per inaugurare in Roma il nuovo tempio, nuova tappa gloriosa e fatidica nel cammino delle Opere della Divina Provvidenza, opportunamente assunta a celebrare il venticinquesimo della nostra Istituzione maschile. Raffrontando gli inizi dell'Opera con la gloria del suo ingresso solenne in Roma per mezzo del nuovo tempio, scrivevamo allora: "... Allora nulla; ora un'Istituzione promettente che lo stesso Vicario di Cristo chiama a Roma ed accosta al cuore della Chiesa, quasi per infondere un fiotto di vita divina e perenne, presentarla al mondo come figlia sua e poi da quella vetta del globo invitarla alla conquista pacifica e spirituale della terra.

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