In questi giorni la Conferenza episcopale italiana, attraverso la voce del card. Bagnasco, ha lanciato l’allarme di non tradire i giovani in un momento così drammatico di sofferenza e di disagio per il futuro.
E’ stato scritto che in questi ultimi anni viviamo «in un mondo senza padri, senza punti di riferimento, dove si cerca l’adulto e spesso non lo si trova o subito lo si perde». La Chiesa, «esperta in umanità», dona la sua saggezza e come un rabdomante s’immerge nella profondità dell’essere umano a scoprire riserve di bontà e di amore.
Il silenzio di San Giuseppe si fa «lingua madre» per aiutare le giovani generazioni ad affrontare un futuro difficile con la fiducia nella volontà di Dio che, comunque, scommette sul bene presente nella vita di ogni persona ed in particolare sui giovani.
Questo enorme patrimonio di fede dimora, silenzioso, nel cuore di tante persone, e si manifesta con entusiasmo nelle celebrazioni esteriori della fede. E’ quello che avviene in tante parti del mondo, come in questi giorni in Messico e a Cuba e in tante contrade d’Italia come ogni anno si ripete in occasione della festa di San Giuseppe al Quartiere Trionfale di Roma.
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