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Giovedì, 12 Aprile 2012 08:44

Don Guanella costruttore di chiese

di Fabio Pallotta

Lo zelo per il culto a Dio

 

Per la costruzione delle sue numerose chiese si pensi solo alla parte burocratica relativa ai permessi e ai rapporti con gli uffici competenti; l’aspetto tecnico da ragionare con architetti, ingegneri e maestranze varie; la scelta dei materiali; la dimensione artistica e decorativa; il coinvolgimento spesso impraticabile della gente del luogo

Alejandro Mario Dieguez

Un attore in primo piano

La lunga serie di aiuti materiali e spirituali che il Pontefice riversò su don Guanella e le sue opere non sono altro che la manifestazione della stima e dell’affetto che questi riponeva nel prete comasco e per i quali si considerava «come un parrocchiano di S. Giuseppe»


di Alejandro Mario Dieguez

Protagonisti di un’avventura

Pio X riuscì a guadagnarsi l’affetto dei cristiani di tutto il mondo
per le sue modeste origini familiari, la sua semplicità nel tratto
e la sua avversione ai pomposi rituali di corte, tanto che i suoi detrattori –
che non mancano mai – lo chiameranno: “il parroco di campagna”

Giovedì, 12 Aprile 2012 08:31

Affinità elettive

di Mario Carrera

Don Guanella e i santi del suo tempo

 

Quando le strade dei santi s’incrociano, nasce una stima reciproca,
godono reciprocamente del successo nel compiere
il precetto della carità e condividono le sofferenze dell’incomprensione

Con l’animo aper­to all’amicizia e al dialogo coltiviamo disegni di pace e pensieri di verità, pronti ad ascoltare, scusare, mai condannare»: questa frase di don Guanella apre l’orizzonte del suo animo verso le persone e detta lo stile dei suoi rapporti di amicizia sia con i poveri come con le persone animate da gran voglia di bene.
L’amicizia è una qualità dell’amore che per sua natura è forza costruttiva per un cammino positivo dell’intera umanità. Quando si ama, gli ideali di bene fondono gli animi e dall’amicizia nascono risorse costantemente rinnovate. Nessun santo è un’isola e la contemporaneità della loro azione crea un’affinità elettiva con un influsso reciproco nell’azione caritativa.

Giovedì, 12 Aprile 2012 08:25

Insalata di campo ed erbe selvatiche

di Carlo Lapucci

Già dalle ultime giornate fredde si cominciano a vedere in mezzo ai campi ancora non coltivati delle figure un po' infagottate, incerte nelle nebbioline mattutine e serotine, che si aggirano qua e là per la campagna, guardando per terra e chinandosi ogni tanto per raccogliere qualcosa. Sono i cercatori e le cercatrici di insalate di campo raccolte ancora da molti per passatempo, per gusto della tavola e anche per salute, perché è rimasta nella tradizione orale una conoscenza antica delle erbe salutari e della pratica che era a queste collegata.
Un tempo l'insalata selvatica era una componente fondamentale dell'alimentazione nella quale le erbe commestibili spontanee che si raccolgono nei periodi opportuni erano importanti integratrici degli scarsi mezzi di sussistenza fondamentali. In particolare le insalate si cercano nei mesi invernali non appena i primi freddi intensi, le gelate le hanno rese tenere e liberate da ogni parassita continuando fino nella primavera, fino a quando non s'induriscono producendo il seme. Vengono raccolte per semplice consumo, ma oggi soprattutto non servono più per cacciare la fame e si usano come cose ghiotte, sapori rari, componenti di altri alimenti, ai quali danno sapore e fragranza.

Giovedì, 12 Aprile 2012 08:14

Da "dammi" a "dimmi"

di Giosy Cento

Comprendere il momento della Liturgia della Parola significa immer­gersi nel dialogo del­l’Amore, perché non può essere un monologo. La comunicazione solitaria è da palcoscenico di teatro. Qui, il luogo è la comunità ecclesiale che attende la voce del suo Signore per bere alla Sorgente l’acqua limpida e mai inquinata della verità assoluta che rivela solo Amore. Sono i minuti dedicati all’incontro cuore a cuore con il  Dio innamorato che si toglie tutti i veli e si fa conoscere alle sue creature.
E se la Celebrazione eucaristica è la fonte e il culmine della vita della Chiesa (Lumen Gentium), è proprio qui, con la Parola, che avviene la prima fondamentale comunicazione tra Dio e l’uomo. è il Signore che prende l’iniziativa perché, da una… eternità, sente il grido dell’uomo, ascolta i suoi perché, conosce i segreti intrighi della storia e delle storie e vuole rispondere per aprire gli orizzonti della speranza che l’uomo, da solo, non riesce a trovare. Ecco perché, nello srotolarsi della storia, Dio ha suscitato degli uomini che hanno letto con il cuore di Dio gli avvenimenti e li hanno scritti, nel suo santo nome, per dare le… “dritte” giuste, “le chiavi divine” di lettura della vita umana, personale e storica. Così il Signore Onnipotente ha scritto la sua lettera d’amore senza fine ai suoi figli che non dovrebbero mai stancarsi di leggerla. “Ascolta Israele”: su questo invito è fondato l’Antico Popolo. “Ascolta Chiesa”: e nasce il Popolo della nuova Alleanza in Gesù. è dalla Parola divina che rinasce ogni fondazione e rifondazione di umanità e di religiosità, ogni… ricomincio e rinnovamento: il rinascimento continuo delle coscienze, della famiglia, della politica, degli indirizzi storici. Oggi, invece, sembra che tutto possa risolversi con le chiacchiere, i fiumi di parole umane dei programmi televisivi o delle biblioteche. “Io sono la verità”: dalle Tre divine Persone viene la verità sussurrata o gridata da Gesù, nello spirito Santo, che illumina e fa camminare tutto.
Ecco allora perché la Liturgia della Parola diventa il momento della Liturgia Eucaristica nel quale bisogna… fermarsi nell’attenzione più profonda, fare il silenzio interiore che genera ascolto, aprire orecchie, cuore e mente al messaggio di Dio. Siamo a un’ora di scuola particolarissima nella quale il maestro è il Maestro, la parola è La Parola, l’amore è l’Amore. Ci sono un io sono e un tu sei. Meraviglioso momento che deve essere affidato a chi “sa” leggere e far capire ogni Parola, lettori di competenza vocale e soprattutto spirituale, capaci di depositare sul cuore la Parola come fiocchi di neve penetranti e fecondanti. Dio racconta il suo cammino d’amore con il popolo di Israele, quasi come, in una famiglia, si scorrono le foto di un vecchio album di famiglia che ripercorre la storia nella quale è scritta la storia dell’ultima generazione (Prima Lettura). Poi si canta la gioia, la riflessione, la preghiera sui vari momenti della vita della famiglia e si ringrazia, si loda, si piange, si invoca (Salmo). Adesso arriva la novità. Un linguaggio nuovo di Dio,quello che il Cristo ha seminato nella vita dei suoi discepoli, degli Apostoli e nel suo nuovo Popolo, la Chiesa (Seconda Lettura: dalle Lettere degli Apostoli, dagli Atti degli Apostoli, dall’Apoca­lisse). Ma poi si attende il sigillo dell’amore, la Parola definitiva dell’Inviato dal Padre, pieno di grazia e di verità: il Popolo attuale si alza perché arriva il Signore Risorto a dare la risposta di senso, a dire che la Morte non vincerà mai più: Alleluja, vieni e parla al nostro cuore, Gesù, accendi l’entusiasmo come nei due discepoli di Emmaus. E Lui, nella persona del suo sacerdote di oggi,  annuncia la felice, serena, provocatoria Parola del Vangelo. La Comunità intera ha ascoltato in silenzio (si spera!) oppure non capirà nulla e non sarà mai preparata all’incontro d’amore con la Comunione del Pane e del Vino: perché chi non lo conosce nella Parola, non sa chi va a incontrare nella Comunione Eucaristica. Parola e ascolto, comunicazione e accoglienza, commozione o rifiuto, raccoglimento o distrazione, superficialità o conversione.
Questa è la scuola della Parola e dell’ascolto anche per la famiglia. La coppia infatti nasce da due persone diverse che, attratte nell’amore, si sono ascoltate totalmente. L’una ha detto all’altro se stessa consegnando ogni tipo di segreto con verità, sincerità. Questo è l’incontro dell’amore che si impara a Messa. Come nella santa Messa “si dà la parola a Dio”, nella famiglia ognuno ha “il diritto a prendere la parola” e, oserei dire, “il dovere di prendere la parola”. Spesso parla solo la donna, la mamma. A volte il padre, l’uomo ha meno spazio perché, in casa, c’è per meno tempo. Il parlarsi è fondamentale e, meno tempo si sta insieme, più profonda deve essere la comunicazione, quasi a recuperare il tempo che l’uno o l’altra non è presente. Naturalmente le caratteristiche del parlarsi, nella coppia, sono quelle della sincerità, della verità, del confronto, dell’accoglienza, del sapersi attendere nella maturazione, del decidere insieme arrivando, nella comunicazione, a un accordo sulla vita famigliare. è importante il silenzio gestito con intelligenza: a volte il silenzio indica profonda accoglienza e richiede anche un grande sacrificio di sé. Spesso ci si può chiudere nei silenzi che creano sofferenze profonde. In questo caso è necessario un notevole sforzo di volontà per ri-parlarsi. Bisogna dirsi parole essenziali, parole importanti e rivelanti, parole forti e dolci, parole di tenerezza e di incoraggiamento, parole che costano o sorridenti, parole che dicono l’intimo e parole per organizzare la vita, parole economiche o di cucina… mai parolacce o musi lunghi.
è importante parlare di tutto, in ogni momento della vita famigliare e parlare con tutti. Non ci possono essere argomenti da evitare. Dentro la coppia e la famiglia c’è il tutto dell’esistenza e tutto va affrontato insieme, parlandone. Dio, nella Bibbia, ci ha parlato di tutto quello che è utile per la nostra vita terrena ed eterna, senza trascurare nulla che potesse servire all’uomo per diventare il migliore uomo che può arrivare ad essere.
Parlare in ogni momento: dal fidanzamento al matrimonio. Sono le parole intime costruttive del legame. Momenti indimenticabili di apertura e di unione. è la comunicazione confidenziale che porta, oltre le paure, ad accendersi di entusiasmo tra le due persone e a decidere il “per sempre” della vita coniugale. Ogni coppia ricorderà il momento nel quale ha detto: ora sì, per sempre. Solo tu per sempre. Momento dove la piccola parola affermativa ha scatenato il nascere di una famiglia. Momento del Matrimonio: le parole che consacrano la coppia di fronte a Dio: Io ti accolgo come mio sposo o come mia sposa e prometto di esserti fedele sempre: nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti e onorarti per tutta la vita. Le parole dell’intimità e quelle che annunciano di aspettare una nuova vita: nostro figlio. I dialoghi della nuova mamma che inventa tutte le parole per un colloquio con il figlio invisibile… nella pancia e che invita il suo uomo a pronunciare parole maschili perché il feto senta l’altra voce che lo ha chiamato alla vita. E poi le parole educative dal mattino alla sera con ogni figlio: un libro indimenticabile che si deposita sull’anima come un continuo generarli con amore. Le parole che accarezzano, incoraggiano, gridano e sgridano, correggono e costruiscono la personalità, accompagnate da un esempio coerente di vita.
Parlare con tutti in famiglia, come fa Dio che… “non fa preferenza di persone” invitandoci a non escludere mai nessuno dai nostri dialoghi famigliari. Significa che è necessario tenere il cuore aperto a tutta la famiglia, comprendendo la parentela. Nel mondo moderno siamo famosi per essere presenti solo a pranzi e feste. Bisognerebbe usare meglio il cellulare e i messaggi per tenerci uniti e non per passare il tempo a… messaggiare. Così si raggiunge soprattutto chi soffre e ha bisogno di una parola di conforto. Così si ascoltano le parole amorose dei nonni e, a loro, si restituiscono parole di riconoscenza e di ringraziamento.
La famiglia ha bisogno di parole di preghiera: perché è amore forte e fragile e lo spirito unito a Dio sorregge lo sforzo umano di costruire quotidianamente la famiglia. Ci vuole fede, creatività spirituale per inventare la preghiera famigliare dentro le situazioni di ogni giorno e affidare, al Signore della vita, gioie e tristezze, angosce e necessità (come i Salmi nella Liturgia della Parola).
Ci sono infine, oggi, momenti nei quali le parole hanno una importanza eccezionale: nella coppia o nelle difficoltà dei figli o con i figli. è allora che bisogna trovare le parole della vita e dell’amore autentico. Troppo spesso si rinuncia a parlare e si finisce per parlare solo con le carte burocratiche o con un avvocato o tramite il legale. Saper parlare e discutere quando l’amore sembra non esserci più, quando il tradimento ha fatto cadere in basso, quando bisogna perdonarsi e ricominciare.
Davvero nella nostra vita di famiglia come a Dio, così tra noi in famiglia, dovremmo dire di meno dammi e di più dimmi.

di Giovanni Celi

Desidero rivolgere il mio scritto a coloro che sono stati innestati nell’ulivo-Cristo, come dice San Paolo nel capitolo 11 della lettera ai Romani: «Se però alcuni rami (il popolo ebreo) sono stati tagliati e tu, essendo oleastro, sei stato innestato al loro posto, diventando così partecipe della radice e della linfa dell'olivo, non menar tanto vanto contro i rami! Se ti vuoi proprio vantare, sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te.
Dirai certamente: Ma i rami sono stati tagliati perché vi fossi innestato io!  Bene; essi però sono stati tagliati a causa dell'infedeltà, mentre tu resti lì in ragione della fede. Non montare dunque in superbia, ma temi! Se infatti Dio non ha risparmiato quelli che erano rami naturali, tanto meno risparmierà te!
Considera dunque la bontà e la severità di Dio: severità verso quelli che sono caduti; bontà di Dio invece verso di te, a condizione però che tu sia fedele a questa bontà. Altrimenti anche tu verrai reciso» (Rom. 11, 17-22).

Mercoledì, 11 Aprile 2012 13:18

Famiglie concrete con vissuti variegati

di Corinne Zaugg

E' la quotidianità la nostra sfida più grande. Spesso ci sentiamo pronti a combattere alte battaglie su principi ed ideologie, ma poi ci troviamo ad inciampare banalmente nelle semplici pieghe del nostro vissuto quotidiano. è la storia un po’ di tutti noi. Presi a correre dalla mattina alla sera per far rientrare nella nostra sovraccarica agenda tutti i nostri impegni.  
Partiamo carichi di belle e buone motivazioni che la ripetitività, la monotonia, l’assenza di riconoscimenti e gratificazioni, vanno via via esaurendo come un motore che perde giri, come una giostra al termine della sua corsa.  Succede anche in famiglia. Succede anche nelle relazioni. Persino in quelle nate con e per amore. Improvvisamente ci troviamo fuoristrada, a chiederci perché mai ci troviamo lì. Cos’è quella stanchezza che accoglie il nostro risveglio mattutino. Cosa sono quei visi scuri da cui è scomparsa ogni ombra di sorriso. è (anche) per questo che eventi come quello in programma a giugno a Milano sono importanti. Le Giornate mondiali della famiglia non sono vetrine di famiglie felici. Non sono esposizioni di unioni riuscite. Non è la celebrazione delle famiglie numerose. Perché se così fosse sarebbero ben pochi ad essere invitati alla festa.

Mercoledì, 11 Aprile 2012 13:09

Il corpo santuario di Dio

di Angelo Sceppacerca

I giovani e la corporeità

La scoperta della corporeità e l’educazione alla vita sessuale ed affettiva è un cantiere, un’impresa. è anche un’arte, con la speranza di arrivare al cuore della bellezza. E il cuore è nel mistero della creazione di Dio che ci ha fatti a sua immagine. A questo vanno condotti i giovani, pian piano, ma con decisione. Essendo noi stessi, per primi, a farne esperienza, sia nella famiglia che nella vita consacrata.
L’educazione dei giovani all’amore comprende la trasmissione della dottrina e delle idee, il racconto delle storie esemplari, l’incontro con i modelli e le esperienze significative, l’esercizio pratico nella vita quotidiana, l’amicizia con Gesù, sorgente dell’autentico amore.

Mercoledì, 11 Aprile 2012 12:53

Il prologo della Resurrezione

La domenica di Trasfigurazione

Questa domenica, la seconda di Quaresima, si caratterizza come do­menica della Tra­sfigu­ra­zione di Cristo. Infatti, nell’itinerario quaresimale, la liturgia, dopo averci invitato a seguire Gesù nel deserto, per affrontare e vincere con Lui le tentazioni, ci propone di salire insieme a Lui sul “monte” della preghiera, per contemplare sul suo volto umano la luce gloriosa di Dio.
L’episodio della trasfigurazione di Cristo è attestato in maniera concorde dagli Evangelisti Matteo, Marco e Luca. Gli elementi essenziali sono due: anzitutto, Gesù sale con i discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni su un alto monte e là «fu trasfigurato davanti a loro» (Mc 9,2), il suo volto e le sue vesti irradiarono una luce sfolgorante, mentre accanto a Lui apparvero Mosè ed Elia; in secondo luogo, una nube avvolse la cima del monte e da essa uscì una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato; ascoltatelo!» (Mc 9,7). Dunque, la luce e la voce: la luce divina che risplende sul volto di Gesù, e la voce del Padre celeste che testimonia per Lui e comanda di ascoltarlo.

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