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Riflessioni verso Milano

Riflessioni verso Milano (16)

Festa è un parola importante, necessaria quanto il lavoro, anzi: in questi tempi di diffusa crisi economica, solo il fatto di avere un buon lavoro oggi è già motivo sufficiente per fare festa». La festa è componente fondamentale di una vita che vuole essere pienamente umana, ma è necessario capire cosa è festa. L’uomo moderno, infatti, ha creato il tempo libero, ma ha perso il senso della festa e in particolare della domenica.

Per la famiglia l’esperienza della festa è esperienza di un tempo molto speciale: «Parte dell’emozione della festa è desiderarla, aspettarla e prepararla. Diciamo che essere in festa si apprende, la festa non si improvvisa come non si improvvisa essere amici. La festa è un ingrediente per creare legami che uniscono le persone che diventano parte della nostra vita. Nel focolare della famiglia, la festa  è un giorno speciale, dove c’è posto per la contemplazione, l’adorazione, la gratitudine, come è la domenica».
La Chiesa è nata intorno all’Eucaristia e in essa «abbiamo qualcosa di più importante del divertimento: abbiamo l’amore portato agli estremi». Partendo da questa premessa, il card. Sean O’Malley, arcivescovo statunitense, ha proposto la sua riflessione su «Santificare la festa: la famiglia nel giorno del Signore». Secondo il cardinale, «la nostra celebrazione dell’Eucaristia, il sacrifico della messa, è per noi cattolici un pasto familiare. È lì che noi facciamo esperienza dell’amore di Dio e impariamo la nostra identità, chi siamo, perché siamo al mondo e cosa fare della nostra vita. Quando partecipiamo alla messa con loro, insegniamo ai nostri figli e nipoti una delle lezioni più importanti. I bambini che sentono dai loro genitori quanto e perché essi amano la messa, saranno meno portati a paragonare la messa con la televisione e considerarla noiosa».

Il prossimo non rivale, ma compagno di viaggio

L’intervento del card. Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio della famiglia, ha parlato all’Incontro mondiale  sul tema:  «La famiglia, il lavoro e la festa»  e lo ha  trattato alla luce del libro della Genesi riguardo ai «tre beni che si realizzano nella relazione con gli altri e con Dio». Questa relazionalità, ha suggerito il cardinale, è da valorizzare:  «Gli altri non vanno guardati come rivali da sovrastare e utilizzare, ma come alleati con i quali aiutarsi, per crescere insieme. Non è lecito ridurli a strumento. Sono un bene in se stessi e meritano di essere rispettati, amati e valorizzati. In una stagione della storia nella quale la persona è ridotta ad individuo, la società a gioco d’interessi, la felicità a piacere, la verità a opinione, anche la famiglia, il lavoro e la festa subiscono riduzioni e distorsioni. Tutte le dimensioni della vita devono essere plasmate dall’amore». Nella riflessione del card. Antonelli  «non solo nella famiglia e nella festa, ma anche nel lavoro e nell’economia deve prevalere la logica del dono, integrando utilità e gratuità, bene strumentale e bene voluto per se stesso. La famiglia è un fenomeno universale nella storia del genere umano. Ha una struttura permanente, costituita dal rapporto tra i due sessi, legame uomo-donna, e dal rapporto tra le due generazioni, legame genitori-figli, legami non solo affettivi, ma anche etici».
Il card. Antonelli ha concluso il suo intervento con un auspicio: «La cultura individualista, utilitarista, consumista, relativista ha impoverito le relazioni umane e ha compromesso la fiducia tra le persone; ha provocato la crisi dell’economia, del lavoro e della famiglia. La riscoperta dell’uomo come soggetto essenzialmente relazionale e la cura per la buona qualità delle relazioni porteranno al superamento della crisi del lavoro e della famiglia. La crisi fa emergere il malessere latente da tempo e apre prospettive nuove».

Giovedì, 12 Luglio 2012 09:25

Come ragazzi coraggiosi puntate in alto

Benedetto XVI ai cresimati a San Siro

 

Dialogate nella preghiera

«Cari ragazzi, vi dico con forza: tendete ad alti ideali, siate santi! Ma è possibile essere santi alla vostra età? Vi rispondo: certamente! Lo dice anche sant'Ambrogio, grande Santo della vostra Città, in una sua opera: ogni età è matura per Cristo. Non manchi poi la vostra preghiera personale di ogni giorno. Imparate a dialogare con il Signore, confidatevi con Lui, ditegli le gioie e le preoccupazioni, e chiedete luce e sostegno per il vostro cammino».  
«Non siate pigri, ma ragazzi e giovani impegnati, in particolare nello studio: è il vostro dovere quotidiano e una grande opportunità che avete per crescere. Siate disponibili e generosi verso gli altri, vincendo la tentazione di mettere al centro voi stessi, perché l'egoismo è nemico della gioia».

 

La messa un appuntamento con l’Amico Gesù

Cari ragazzi, tutta la vita cristiana è un cammino, è come percorrere un sentiero che sale su un monte in compagnia di Gesù; con questi doni preziosi la vostra amicizia con Lui diventerà ancora più vera e più stretta.  Questa amicizia si alimenta continuamente con il sacramento dell'Eucaristia, nel quale riceviamo il suo Corpo e il suo Sangue. Per questo vi invito a partecipare sempre con gioia e fedeltà alla Messa domenicale, quando tutta la comunità si riunisce insieme a pregare, ad ascoltare la Parola di Dio e a prendere parte al Sacrificio eucaristico. E accostatevi anche al Sacramento della Penitenza, alla Confessione: è l'incontro con Gesù che perdona i nostri peccati e ci aiuta a compiere il bene».

 

Chiamati ad essere santi

«La santità è la via normale del cristiano: non è riservata a pochi eletti, ma aperta a tutti. Naturalmente, con la luce e la forza dello Spirito Santo! E con la guida di nostra Madre. Chi è nostra Madre? È la Madre di Gesù, Maria. A lei Gesù ci ha affidati tutti, prima di morire sulla croce. La Vergine Maria custodisca allora sempre la bellezza del vostro 'si" a Gesù, suo Figlio, il grande e fedele Amico della nostra vita».

Giovedì, 12 Luglio 2012 09:23

Qui Milano: la famiglia è viva!

don Angelo Sceppacerca

Ti prepari per tre anni a questo 7° incontro mondiale delle famiglie. Poi ti basta salire sull’auto che viene a prenderti alla stazione e scambiare qualche parola con l’autista, uno dei cinquemila volontari. è un operaio, sindacalista nella sua fabbrica. Ha preso le ferie per lavorare da volontario. Gli basta essere vicino a tante famiglie, lui che la famiglia non l’ha avuta da quando è nato: genitori subito separati; fratelli e sorelle rintracciati – a stento – dopo decine di anni; darebbe chissà che cosa per conoscere e frequentare almeno i nipotini. E per di più ci ringrazia di essere venuti, di portare aria di famiglia, di raccontare che la famiglia c’è e vuole contare. “Vi prego, fatelo anche per me”.
Poi arrivi al banco dell’accoglienza: ragazzi con la maglietta dei volontari e col sorriso pronto ad accogliere, ascoltare, rispondere, accompagnare, risolvere. Sono schierati come piccoli plotoncini; ognuno con la sua guida che, subito, allerta: “Ai posti, ragazzi, sta arrivando il mondo!”.

di Corinne Zaugg

E' stata festa, sì, il VII Incontro mondiale delle famiglie a Milano. è stato incontro, allegria, gioia. è stato sventolii di bandiere in piazza Duomo quando il Papa ha fatto il suo primo ingresso nel capoluogo lombardo. è stato allegria e commozione sabato sera a Bresso, in occasione della festa delle testimonianze, e soprattutto, è stata festa domenica, quando un milione di famiglie si sono radunate sulla spianata dell’aerodromo per la Messa. Ma è stato anche lavoro. Un lavoro iniziato già mercoledì negli spazi della Fiera di Milano, dove per tre giorni si è svolto il Congresso teologico pastorale dedicato alla famiglia che ha fatto da cornice all’incontro.  
“Festa” e “lavoro”, quindi, come recita il sottotitolo di questo VII Incontro mondiale che ha visto la partecipazione di famiglie provenienti da 153 Paesi e che è stato capace di trasformare la “Milano degli affari” nella “Milano degli affetti”. Sempre affannata e di corsa, Milano ha saputo fermarsi per dare, per una volta, spazio ai passeggini e alle carrozzine e adeguare il suo passo a quello incerto e caracollante dei bambini . Non solo all’interno della fiera dove c’erano spazi-gioco riservati esclusivamente a loro, ma anche all’interno stesso del congresso dove bambini e ragazzi hanno avuto la possibilità di partecipare essi stessi ad un congresso a misura loro dal titolo “il Giardino”. In 900, provenienti da tutte le parti del mondo,  vi hanno partecipato accuditi da 150 animatori .

Venerdì, 01 Giugno 2012 12:30

Famiglia: non da sola contro la crisi

Nell’attuale periodo di crisi, la famiglia è il vero – e spesso unico – ammortizzatore sociale, al contempo bersaglio e protagonista della crisi. Da questo presupposto prende le mosse una delle molte iniziative di carattere culturale in preparazione al VII Incontro mondiale delle famiglie, che si terrà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno: un ciclo di incontri organizzati dalla Fondazione “Milano Famiglie 2012” in collaborazione con il “Gruppo 24 Ore”. Il percorso è stato presentato nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Milano nell’aprile scorso.
I quattro appuntamenti (il 12 e il 19 aprile e il 10 e il 17 maggio nel capoluogo lombardo), hanno messo a fuoco alcuni temi nodali attraverso altrettante centrature nei titoli proposti: “I giovani: come dialogare con le nuove generazioni”, “L’evoluzione della società e della famiglia oggi”, “L’economia in tempi di crisi, quale sostegno alla famiglia?” e “Nuove politiche sociali e di lavoro per la sostenibilità della famiglia”. Ciascun incontro, oltre agli esperti, ospiterà di volta in volta l’intervento di un cardinale: porteranno la loro voce il card. Dionigi Tettamanzi, arcivescovo emerito di Milano, il card. Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, il card. Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, e nell’ultimo incontro il card. Angelo Scola, arcivescovo di Milano.

 

di Giovanni Celi

Desidero rivolgere il mio scritto a coloro che sono stati innestati nell’ulivo-Cristo, come dice San Paolo nel capitolo 11 della lettera ai Romani: «Se però alcuni rami (il popolo ebreo) sono stati tagliati e tu, essendo oleastro, sei stato innestato al loro posto, diventando così partecipe della radice e della linfa dell'olivo, non menar tanto vanto contro i rami! Se ti vuoi proprio vantare, sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te.
Dirai certamente: Ma i rami sono stati tagliati perché vi fossi innestato io!  Bene; essi però sono stati tagliati a causa dell'infedeltà, mentre tu resti lì in ragione della fede. Non montare dunque in superbia, ma temi! Se infatti Dio non ha risparmiato quelli che erano rami naturali, tanto meno risparmierà te!
Considera dunque la bontà e la severità di Dio: severità verso quelli che sono caduti; bontà di Dio invece verso di te, a condizione però che tu sia fedele a questa bontà. Altrimenti anche tu verrai reciso» (Rom. 11, 17-22).

Mercoledì, 11 Aprile 2012 13:18

Famiglie concrete con vissuti variegati

di Corinne Zaugg

E' la quotidianità la nostra sfida più grande. Spesso ci sentiamo pronti a combattere alte battaglie su principi ed ideologie, ma poi ci troviamo ad inciampare banalmente nelle semplici pieghe del nostro vissuto quotidiano. è la storia un po’ di tutti noi. Presi a correre dalla mattina alla sera per far rientrare nella nostra sovraccarica agenda tutti i nostri impegni.  
Partiamo carichi di belle e buone motivazioni che la ripetitività, la monotonia, l’assenza di riconoscimenti e gratificazioni, vanno via via esaurendo come un motore che perde giri, come una giostra al termine della sua corsa.  Succede anche in famiglia. Succede anche nelle relazioni. Persino in quelle nate con e per amore. Improvvisamente ci troviamo fuoristrada, a chiederci perché mai ci troviamo lì. Cos’è quella stanchezza che accoglie il nostro risveglio mattutino. Cosa sono quei visi scuri da cui è scomparsa ogni ombra di sorriso. è (anche) per questo che eventi come quello in programma a giugno a Milano sono importanti. Le Giornate mondiali della famiglia non sono vetrine di famiglie felici. Non sono esposizioni di unioni riuscite. Non è la celebrazione delle famiglie numerose. Perché se così fosse sarebbero ben pochi ad essere invitati alla festa.

Mercoledì, 14 Marzo 2012 10:57

Gioia e fatica dell'essere mamma

di Corinne Zaugg

Francesca ha trent’anni. Alcuni mesi fa il suo bel sorriso si era spento in una brutta depressione post-partum che improvvisamente le aveva fatto apparire la vita come un puzzle troppo difficile da ricomporre. Gli orari della bimba, le mansioni domestiche, la cura del marito le sembravano un compito superiore alle sue forze e quando alla mattina sentiva il marito che si alzava e la bimba che reclamava la sua attenzione, le veniva soltanto voglia di piangere e di voltarsi dall’altra parte per dormire ancora un po’.E più cercava di capire che cosa l’avesse trasformata da giovane donna volitiva nell’ombra di se stessa, meno riusciva a darsene spiegazione e più un forte sentimento di inadeguatezza la sommergeva. Anche Ines ha fatto fatica quando è nato il suo Michele. Educatrice all’asilo nido, felicissima di diventare madre, oggi dice di invidiare le madri che possono andare a lavorare. E Giada le fa eco dicendo che: “Sono davvero interminabili le giornate in casa con un bambino da accudire.”

Mercoledì, 08 Febbraio 2012 13:29

I tempi dei bimbi: un’occasione da accogliere

di Corinne Zaugg

L’arrivo di un bimbo in famiglia butta per aria schemi e organizzazioni familiari. Poco si cura, infatti, il neonato, se è giorno o se è notte per soddisfare i suoi bisogni di cibo, coccole, sonno e veglia. Per i neo-genitori, forse per la prima volta nella loro vita, si tratta di vivere non in funzione di una propria tabella di marcia ma di assecondare quella di un altro. Entrando in una dimensione temporale nuova, scandita non da appuntamenti e griglie orarie predefinite, ma da una serie di momenti più o meno lunghi e ogni giorno diversi, che si modellano sulle esigenze di questo loro piccolissimo nuovo membro della famiglia. è un passaggio molto difficile e delicato da fare proprio. Soprattutto per la mamma, che spesso fino ad un attimo prima di diventare tale, era una giovane donna dedita ad un mestiere e inserita in un contesto lavorativo e produttivo. La maternità la catapulta dopo solo nove mesi di preparazione, in una vita completamente altra da quella che ha sin qui conosciuto.

Mercoledì, 08 Febbraio 2012 13:12

Sentieri incrociati tra famiglia, lavoro e festa

del card. Ennio Antonelli

La lettera di Benedetto XVI illustra brevemente anche il tema del VII Incontro Mondiale che egli stesso precedentemente aveva scelto: “La famiglia: il lavoro e la festa”. Gli elementi, che ci offre, sono preziosi per orientare la riflessione sia nelle Chiese locali durante il percorso preparatorio sia a Milano nello svolgimento dell’evento ecclesiale. Il lavoro e la festa sono da considerare non come problematiche a se stanti e in tutta la loro ampiezza, ma solo in relazione alla famiglia, in quanto influiscono fortemente sulla vita di essa. La lettera con un rapido accenno all’antropologia biblica dei primi capitoli del Genesi presenta la famiglia, il lavoro e la festa come benedizioni e doni di Dio, intimamente collegati tra loro e necessari allo sviluppo umano integrale. Come commento si può aggiungere che l’uomo, per vivere e svilupparsi, ha bisogno sia dei beni strumentali, che sono voluti in vista di qualcos’altro, sia dei beni gratuiti, che sono voluti per se stessi. Appartengono alla prima categoria il lavoro, la tecnica, il mercato, il denaro; appartengono alla seconda categoria la famiglia, l’amicizia, la solidarietà, la poesia, la musica, l’arte, la spiritualità, la festa.

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