Intervista con Pia Luciani,
nipote di Giovanni Paolo I
Come avete accolto, come famiglia, la notizia della beatificazione di vostro zio, Albino Luciani, papa Giovanni Paolo I ?
Sapevamo da sempre che sarebbe arrivata, che prima o dopo sarebbe accaduto. L’abbiamo accolta con gioia e anche con molta normalità. Ringraziamo il Signore per questo dono: non a tutti è dato di avere uno zio beato! Conosco famiglie che hanno un santo tra i loro parenti, ma non è una cosa abituale o alla quale ci si abitua… . Per noi era “beato” ugualmente già prima, lo consideravamo già santo, ma ora è la Chiesa che lo riconosce ufficialmente. Ma valeva la pena toglierlo dall’oscurità e metterlo come una candela sul candelabro…
La beatificazione di papa Giovanni Paolo I, Albino Luciani, che sarà celebrata
il prossimo 4 settembre, ripropone i giorni misteriosamente brevi di un pontificato tutto dedito all’essenziale.
A leggere il suo nome iscritto solennemente fra i beati della Chiesa cattolica, Albino Luciani arrossirebbe. Come quella volta in cui Paolo VI a Venezia si tolse la stola pontificia e gliela impose sulle spalle in segno di stima. «Mai ero diventato così rosso nella mia vita», confidò nel suo primo Angelus dopo l’elezione pontificia. La gente sentiva che l’humilitas nel nuovo papa non era una posa.
Era l’8 dicembre del 2020 quando papa Francesco indiceva l’anno dedicato a san Giuseppe. In piena pandemia, perpetuava «l’affidamento di tutta la Chiesa al potentissimo patrocinio del Custode di Gesù». Purtroppo la chiusura delle chiese, e poi la riapertura con il distanziamento, è significato anche rimandare a casa qualcuno, invitarlo a seguire la messa a distanza, rinunciando all’Eucarestia. È accaduto in tutto il mondo, è accaduto in Terrasanta.