Chissà perché tanti sono i discorsi, i luoghi comuni, i riferimenti, persino le barzellette che hanno come tema le suocere e quasi mai si parla, invece, dei suoceri, dei “padri” acquisiti col matrimonio. È innegabile che, tradizionalmente, le suocere mostrino una maggiore attitudine a dare consigli, a proporsi spontaneamente per occuparsi dei nipotini, ad avere, insomma, una certa naturalezza nel far parte della famiglia dei figli, ma è anche evidente che, seppure con meno risonanza, anche i suoceri risultano essenziali per la cura di generi, nuore e nipoti. Non è giusto, pertanto, trascurare di parlare di loro, del loro quotidiano, generoso e, spesso, silenzioso impegno. Cosa che non omette di fare, infatti, la Parola di Dio, la Scrittura.
Gli evangelisti Matteo e Marco definiscono Giuseppe “falegname” o “carpentiere”. Abbiamo ascoltato poco fa che la gente di Nazaret, sentendo Gesù parlare, si chiedeva: «Non è costui il figlio del falegname?» (Mt 13, 55; cfr Mc 6, 3). Gesù praticò il mestiere del padre.
Memoria di san Pio X
Il titolo, preso dalla Lettera agli Ebrei, ci esorta a «imitare la fede» di quanti ci hanno annunciato la parola di Dio. Questo richiamo ci accompagni il 21 agosto, memoria di san Pio X, che cadendo quest’anno di domenica potrebbe finire nel dimenticatoio.
L’Europa è profondamente scossa dalla guerra tra Russia e Ucraina, che ha riportato di fronte a noi immagini atroci di torture, stupri, brutali omicidi ed esecuzioni di massa. Del resto, e sarebbe ipocrita negarlo, nonostante che nel continente europeo negli ultimi settant’anni si sia goduto di un periodo di prosperità e pace come mai era accaduto nella storia precedente, la guerra e la brutalità dell’uomo contro l’uomo non sono mai venute meno: erano più marginali, lontane da noi, e questo era sufficiente ad acquietare le nostre coscienze.