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Riscoprire l’Ora santa per chiedere al Sacro Cuore pace e conversione

di p. Ottavio De Bertolis sj

L’Europa è profondamente scossa dalla guerra tra Russia e Ucraina, che ha riportato di fronte a noi immagini atroci di torture, stupri, brutali omicidi ed esecuzioni di massa. Del resto, e sarebbe ipocrita negarlo, nonostante che nel continente europeo negli ultimi settant’anni si sia goduto di un periodo di prosperità e pace come mai era accaduto nella storia precedente, la guerra e la brutalità dell’uomo contro l’uomo non sono mai venute meno: erano più marginali, lontane da noi, e questo era sufficiente ad acquietare le nostre coscienze.

Siccome accade ora tra di noi, allora ci preoccupiamo davvero: finché è stato un fatto che riguardava altri, l’Africa o altri contesti, la cosa non ci preoccupava troppo. Forse anche perché la minaccia nucleare non ne era implicata: come se il mondo non sedesse letteralmente, dopo la fine della Seconda Guerra mondiale, sopra migliaia di ordigni micidiali.

Tutto questo ci dice molto semplicemente che sarebbe riduttivo pregare per la “loro” pace, quella tra Russia ed Ucraina, dimenticando che abbiamo noi bisogno di ritrovare pace con Dio, cioè la giustizia e la carità che vengono da lui, di costruire relazioni di pace, non solo personali, ma anche sociali ed economiche. Intendo dire che dobbiamo evitare l’errore di un tempo, quando si pregava per la conversione dei comunisti, ma si dimenticava che la loro conversione passava attraverso la nostra, e che il mondo non sarebbe ritornato a Dio se prima non fossimo ritornati noi per primi, discepoli di Gesù, a lui.

Possiamo invece, come ci ha insegnato papa Francesco nella sua meravigliosa preghiera, con la quale ha consacrato la Russia, l’Ucraina e il mondo intero al Cuore immacolato di Maria, farci carico del peccato del mondo, di tutto il mondo, anche del nostro, per implorare misericordia per tutti noi. è vero: siamo diventati insensibili a tutto fuorché a noi stessi, dice il Papa, e con queste parole mostra il deserto spirituale del nostro Occidente. Come dice il profeta Geremia: «Hanno abbandonato me, sorgente d’acqua viva, per scavarsi cisterne screpolate, che non tengono l’acqua» (cfr. Ger 2, 13). Questo è vero per “noi” e per “loro”: la violenza che esplode visibilmente in Ucraina, è la stessa che cova anche tra noi, ed è frutto del nostro esserci allontanati da Dio. Cambia la quantità, e questo ci sgomenta, ma non la qualità: ovunque Caino sembra farla da padrone.

Di fronte a questo, il Cuore di Gesù ci attira a sé: gli affaticati e gli oppressi dalla violenza troveranno in lui rifugio, e sarà lui che li riscatterà dalla violenza e dal sopruso. Gli orfani e le vedove troveranno in lui consolazione, mentre i peccatori saranno distrutti dal soffio della sua bocca. Chi semina vento, raccoglie tempesta, e questo si è visto molte volte lungo la storia, anche in Italia: chi di spada ferisce, di spada perisce.

Quel che possiamo fare noi, povera gente comune, spettatori impotenti di quanto accade, è riavvicinare il mondo a Dio con la preghiera; essa infatti ottiene il dono dello Spirito che converte i cuori, abbatte i muri, spezza le lance, brucia con il fuoco gli scudi. Stalin chiese un giorno per scherno quali fossero le divisioni del Papa: appunto, la preghiera dei poveri, le lacrime dei poveri, che il Signore guarda e prende nelle sue mani.

Sarebbe bellissimo che noi ogni giovedì sera facessimo, da soli o in comunità, l’Ora santa, quasi proseguendo la preghiera del Papa: cioè vegliassimo e pregassimo per un’ora meditando la Passione di Gesù, che continua in tanti poveri cristi anche oggi, offrendo amore, lode e riparazione, per essere una supplica vivente a Dio. Il Cuore di Gesù si dilaterebbe certamente su di noi e ci donerebbe la sua pace, quella che il mondo non può donare.

PREGHIERA SEMPLICE

O Signore, fa’ di me uno
strumento della tua Pace:

Dove c’è odio,
fa’ ch’io porti l’Amore.

Dove c’è offesa,
ch’io porti il Perdono.

Dove c’è discordia,
ch’io porti l’Unione.

Dove c’è dubbio,
ch’io porti la Fede.

Dove c’è errore,
ch’io porti la Verità.

Dove c’è disperazione,
ch’io porti la Speranza.

Dove c’è tristezza,
ch’io porti la Gioia.

Dove ci sono le tenebre,
ch’io porti la Luce.

O Maestro, fa’ ch’io
non cerchi tanto:

essere consolato,
quanto consolare;

essere compreso,
quanto comprendere;

essere amato,
quanto amare.

Poiché è dando,
che si riceve;

dimenticando se stessi,
che si trova;

perdonando,
che si è perdonati;

morendo, che si resuscita
a Vita eterna.

Preghiera attribuita a
san Francesco di Assisi