it IT af AF ar AR hy HY zh-CN ZH-CN en EN tl TL fr FR de DE iw IW ja JA pl PL pt PT ro RO ru RU es ES sw SW
Super User

Super User

«Non bisogna abbassare la montagna, ma aiutare le persone a salirla»

di Angelo Sceppacerca

Sull’aereo che lo riportava a Roma, dopo tre giorni (24-26 maggio) fitti di incontri, spostamenti, colloqui, interventi, in Giordania, Palestina e Israele, Papa Francesco non si è sottratto alle domande dei giornalisti (“La fossa dei leoni!, ma io non credo che voi siete dei leoni!”). Tra le domande, quella di un rappresentante della lingua tedesca sul tema del prossimo Sinodo sulla famiglia: “Lei sta aprendo molte aspettative tanto dentro la Chiesa come nella comunità internazionale. Dentro la Chiesa, per esempio, cosa succederà con la comunione ai divorziati risposati?”.
Mercoledì, 30 Luglio 2014 12:13

Un campione di evangelizzazione

Il Beato Giacomo Alberione

di Mario Sgarbossa

Don Alberione (1884-1971), fondatore della Famiglia paolina (cinque Congregazioni e quattro Istituti), pioniere della nuova evangelizzazione con gli strumenti offerti dalla moderna comunicazione sociale, se non si fosse fatto prete avrebbe scelto con successo la carriera del manager in una grossa industria piemontese. Sono sue parole. Partendo da estrema povertà di mezzi questo piccolo grande uomo è riuscito in pochi anni a fondare un impero editoriale di dimensioni intercontinentali, ma senza dar fiato alle trombe della pubblicità, mantenendosi umilmente dietro lo schermo di una verità alla quale credeva profondamente: è Dio che opera. 

«L’Eucaristia fa la Chiesa e la Chiesa fa l’Eucaristia» 

di Andrea Ciucci

Un’amicizia si consacra a tavola. Sedere insieme a mensa è infatti uno dei gesti di comunione più grandi e potenti che esistono. Lo sapevano, e lo sanno tutt’ora, gli ebrei, che ricordano con una grande cena la Pasqua di liberazione che prelude alla Alleanza fra Dio e il suo popolo. Lo sapeva bene Gesù che scelse l’ultima cena per offrire ai suoi amici parole e segni per ricordarlo e per consacrare per sempre con il suo corpo e il suo sangue la nuova e definitiva alleanza.
Per questo motivo l’Eucaristia è il vertice della vita cristiana, il gesto più importante che i cristiani compiono ogni domenica, radunandosi tutti insieme per ricordare la Pasqua di Gesù e rinnovare l’unico sacrificio da lui compiuto sulla croce.
Mercoledì, 30 Luglio 2014 11:55

padri putativi di tanti giovani

Don Bosco e San Giuseppe

di Sergio Todeschini

Sono rose bianche e rose rosse quelle che dalle mani di San Giuseppe cadono sull’oratorio di don Bosco, impiantato dal santo dei giovani a Valdocco, nell’allora periferia torinese. Sono rose rosse ,metafora del sacrificio, e rose bianche, simbolo delle grazie. Quelle grazie che don Bosco chiedeva incessantemente anche al santo padre putativo di Gesù. Non era forse anche lui, umile sacerdote di Valdocco, un padre putativo di tanti ragazzi che trovavano nel suo oratorio una casa, una famiglia e una speranza? Si capisce allora come don Bosco, costruita la chiesa grande dedicata a Maria Ausiliatrice, cuore del suo complesso oratoriano, com­missionò un grande quadro dedicato a San Giuseppe da collocare sopra l’altare a lui dedicato. Il quadro è ancora al suo posto. E' un dipinto importante perché documenta visibilmente  la fede particolarissima che don Bosco nutriva verso San Giuseppe.
Mercoledì, 30 Luglio 2014 11:50

Si può vivere senza desideri?

I sentimenti sono invece umili per loro natura, essi riportano la persona a contatto con la terra che la costituisce e la rendono umile quando li accoglie, consentendo di vivere una spiritualità incarnata.

di Giovanni Cucci

Quando il mondo dei desideri non trova spazio nella vita interiore si è facilmente esposti al volontarismo, all’adempimento anche preciso e puntuale dei propri impegni, ma solamente in forza del dovere, incapaci però di godere della propria vita e dunque di essere contenti. È la prospettiva puramente legale del divieto; oltre alla paura, questo atteggiamento può illudersi di comunicare una visione seria ed efficiente dell’esistenza, dove non c’è spazio per il gratuito, il piacere di dedicarsi a qualcosa semplicemente perché “è bello”. 

di Gianni Gennari

Riprendo la riflessione sul mistero del morire. La morte è vero “mistero”, come del resto anche la vita, e se non si trova un senso alla morte anche la vita rischia di perdere il suo…
Cosa è “il” morire? Una fine ed un fine, abbiamo detto: nella tradizione cristiana una pena, ma anche un traguardo verso una realtà “altra”. Un castigo del peccato, annunciato nel libro della Genesi (cap. 3) ma anche “sorella” e oggetto del desiderio di fratelli e sorelle che noi chiamiamo Santi: “Desidero essere sciolto, ed essere con Cristo!” (Fil. 1, 23). 
Mercoledì, 30 Luglio 2014 11:44

Una notte di luce annuncia la pace

La natività: terzo mistero gaudioso

di Ottavio De Bertolis

L’icona della natività ci apre un mondo grandissimo, il mondo di Gesù, cioè come lui ha voluto nascere, vivere, chi ha voluto accogliere, che cosa ha voluto portare; in fondo questo mistero ci dice come lui ha voluto essere, e ci chiama a condividere con lui lo stesso stile di vita. 

«Ecco, oggi io faccio di te come una città fortificata»

 di Madre Anna Maria Cánopi

 

Dio è eterno e noi siamo frammenti del tempo, ma nel suo immenso amore Dio si china su di noi, entra nell’oggi della nostra esistenza, e con la sua Parola, con la  potenza del suo Spirito, ci attrae nell’eternità.

L’eterno Presente è entrato nel tempo dapprima rivolgendosi ai Profeti e affidando loro la missione di essere per tutti i messaggeri della sua Parola. Poi, come si legge all’inizio della lettera agli Ebrei, la Parola stessa si è fatta visibile e si è donata a noi nel Cristo (cf. Eb 1,1-2); attraverso il Cristo è passata agli apostoli, alla Chiesa, a tutti i credenti fino a noi, oggi. Ogni giorno, dunque, possiamo vivere l’oggi di salvezza. 
Ogni mattino, alzandoci, dobbiamo allora dire al Signore: «Fa’ attento il mio orecchio». Ed egli ci dice: «Vivi questo oggi per me! Vivendo per me, questo tuo oggi è un passo in più verso l’eternità». 
Mercoledì, 30 Luglio 2014 11:36

Eucarestia. Fonte e vertice di una Chiesa viva

Cinquant’anni fa le cronache hanno raccontato il desiderio di Paolo VI di celebrare l’Eucaristia nel Cenacolo, ma non gli fu permesso. Papa Montini, comunque, si fermò alla soglia dell’aula del Cenacolo e consumò il suo desiderio di rinnovare la comunione con Gesù in pochi istanti. Uno sguardo velato di tristezza che nascondeva il desiderio d’imitare l’apostolo Giovanni, quello di chinarsi sul petto di Gesù e ascoltare i palpiti del suo cuore misericordioso, ma non gli è stato permesso.
Mercoledì, 30 Luglio 2014 11:34

Lettere di Luglio-Agosto

La perseveranza commuove il cuore di Dio 

Caro don Mario,

mia moglie ed io abbiamo già avuto occasione di scriverle per varie ragioni, in particolare per la richiesta di adozione nazionale che presentammo la prima volta nel 2009. Io ho conosciuto meglio San Giuseppe e le sue meraviglie attraverso mia moglie - da molti anni è iscritta ed ha iscritto amici e parenti alla Pia Unione - che ha più volte richiesto ed ottenuto molte grazie per mezzo della sua intercessione.
Non amo molto le novene, ma quando il desiderio di paternità s'è rafforzato, ho pensato di rivolgermi all'intercessione di San Giuseppe non solo perché si realizzasse l'adozione, ma anche perché fossi adeguato a ricoprire il ruolo di padre adottivo. Così nel 2009 pregai il Manto ed alla fine ebbi in cuor mio una certezza molto profonda che tutto si sarebbe realizzato. In effetti l'inserimento nelle liste del Tribunale avvenne il 19/03/10. Gli anni sono trascorsi senza nessuna chiamata, e con essi un po' della mia certezza è sfumata. Ma il 18 marzo di quest'anno, proprio mentre stavamo scegliendo l'associazione per intraprendere l'adozione internazionale, siamo stati convocati da un Tribunale dei Minori ed abbiamo accettato un abbinamento con un bimbo. Brevemente le dirò che intorno a quest'evento se ne sono avvicendati tanti altri, apparentemente senza legame, positivi e negativi - quest'ultimi divenuti fonte di ulteriore grazia coll'intervento del Signore - con una regia così perfetta che mi sembra incredibile, anche se ho avuto tante e tante occasioni per sperimentare le coccole sorprendenti di Dio, e, per arrivare all'esito finale, a Pasqua, in tempi record, il bambino dormiva già a casa nostra.
La mia/nostra gioia è ovvia, ma è sempre inattesa e stupefacente perché il Signore compie meraviglie - mi passi l'espressione - ancor più meravigliose di quanto possiamo immaginare o desiderare, cui è innegabile il contributo e l'intercessione sempre certe di San Giuseppe. Grazie anche per le sue e vostre preghiere.
Lettera firmata
 
Gentilissimi  e cari Amici,
ho voluto conservare l’anonimato anche per cautelare la privacy del vostro figliolo. Sono davvero  contento che la perseveranza abbia coronato il vostro sogno e che san Giuseppe  abbia consegnato non solo una patente di «padre putativo», ma anche la garanzia di essere compagno di viaggio nella crescita della nuova creatura affidata alle vostre cure.
Ci uniamo anche noi al coro di lode e gratitudine a Dio per i benefici ottenuti e anche la perseveranza nel saper aspettare e nel cogliere la mano della Provvidenza che va disegnando la nostra storia con i ritmi e tempi architettati dalla sapienza divina.
Alessandro Manzoni  paragona le vicende della nostra vita a un ricamo colorato. Noi ammiriamo i disegni, l’armonia delle forme, le figure, ma se andiamo a guardare il retro troviamo un groviglio di fili che si incrociano e si accavallano in modo caotico. Le nostre preoccupazioni ci fanno vedere il retro e la mano di Dio disegna il diritto; da noi si richiede la pazienza e la saggezza della fede che ci fa vedere la realtà con gli occhi stessi di Dio.
Siamo solidali nella preghiera, accanto a voi mettiamo nelle nostre invocazioni a san Giuseppe anche tutti i genitori affinché lo Spirito Santo illumini la loro azione educativa.
Dio vi benedica e san Giuseppe vi sostenga.

 

Una santità feriale sa far fiorire l’armonia 

Carissimo direttore, questa mia per comunicarle che una abbonata ma soprattutto devota al santo protettore  Giuseppe, lo scorso 23  agosto ci ha lasciato.

Non più giovanissima, 87 anni, Pinetta (è il nome con cui tutto il paese la conosceva), era un’anima giovane e fresca.
Una porta, la sua, sempre aperta. Non c'era giorno che qualcuno non bussasse alla sua porta, per dire solo “Ciao!” o “Come va?”. Il giorno del suo onomastico, San Giuseppe, la sua casa diventava  una specie di santuario... arrivavano tutti a farle gli auguri e lei diceva sempre: “prima di voi me li ha fatti san Giuseppe”, e mostrava contenta la cartolina che le mandavate.
La sua vita di moglie,  di madre, di nonna è stata davvero una forza di simpatia, e anche se a volte si lasciava andare... bastava che ricevesse una telefonata  o che qualcuno bussasse alla sua porta per tornare serena come prima.
Andava  fiera dei suoi figli, delle sue nuore e degli amati nipoti, Marta e Marco, ma era fiera di tutte le persone a lei care e amiche (fra queste c'era mia mamma, Corinna Colombo, anche lei devotissima  di san Giuseppe), felicissima di ospitare, nel periodo delle vacanze mia sorella, Suor Maria, sua figlioccia.
Ora il cortile dove abitava è vuoto, anche se abitato. I suoi vicini, i  cugini Angelo e Ada (fra l'altro antenati del caro san Luigi Guanella), vivono la sua assenza con tanto dolore.
Non ha costruito  grandi opere, grattacieli o quant'altro ma ha saputo costruire nella sua vita piccoli ponti, cementati dall’amicizia, dalla bontà, dalla devozione e preghiera a San Giuseppe. Vi saluto con stima.
Elisa Mauri ved.Polastri (Lecco)
Pagina 224 di 233