Questo percorso di conoscenza di sé non è certo opzionale: senza una sufficiente chiarezza si corre il rischio di scegliere una cosa mentre in realtà si stava cercando altro: in questo modo il desiderio non è in grado di esprimere la sua verità. Malauguratamente alcune persone intraprendono decisioni importanti nella propria vita senza prepararvisi adeguatamente, seguendo l’impulso del momento. E può accadere che soltanto dopo diversi anni, quando le scelte fondamentali sono già state compiute, ci si renda conto con amarezza dell’equivoco. Non è infrequente il caso di chi confonde la bellezza di riscoprire la propria vita di fede o di vivere con più intensità il rapporto con il Signore con la chiamata alla vita consacrata, scegliendo sull’onda dell’entusiasmo del momento, senza punti di riferimento adeguati, senza riconoscere le modalità ed i tempi opportuni. La chiamata è del Signore, certamente, lo Spirito opera in noi, e anche questo è indubbio, ma tutto ciò non esime la persona dalla fatica di mettere ordine nella propria vita; come ricorda S. Tommaso, la grazia lavora sulla natura, e il Signore non fa le cose al posto nostro.
Un ulteriore aiuto per riconoscere la verità del desiderio è dato dal confronto con la Parola di Dio e le vite dei santi. Il desiderio spirituale viene solitamente presentato come caratterizzato da una sobrietà di fondo, esso mira all’essenziale, come insegnano la sapienza biblica (cfr Pr 30,7-9) e gli esempi concreti della vita spirituale.
di Giovanni Cucci