Perché i mezzi di comunicazione siano strumenti al servizio della verità e della pace. INTENZIONE MISSIONARIA Perché Maria, Stella dell’evangelizzazione, guidi la missione della Chiesa nell’annuncio di Cristo a tutte le genti. INTENZIONE DEI VESCOVI Perché la Chiesa e la società non deludano la speranza e la fiducia dei giovani nel futuro.
Perché Maria, Stella dell’evangelizzazione, guidi la missione della Chiesa nell’annuncio di Cristo a tutte le genti.
Perché la Chiesa e la società non deludano la speranza e la fiducia dei giovani nel futuro.
Signore crocifisso, guardaci, siamo quelli come te. Condannati.
Sul patibolo e dietro le sbarre della vergogna. Anche in attesa dell'esecuzione, per veleno, per corda al collo, per fucilazione o sedia elettrica. Ti basti questo: come Te, inchiodati in croce. A differenza di Te, noi più spesso per colpa, anche se non mancano, tra noi, gli innocenti. Amico, se tu conoscessi il mistero immenso della detenzione, dove mi trovo! Se vedessi e sentissi quello che vedo tra queste buie mura. E amaramente penso ai miei cari. Che ingiustamente soffrono a causa mia. “Conosco il demonio che era dentro di me, ero legata al Male, la mia vita fu di violenza. Ma da quando ho conosciuto il Signore nulla è più riuscito a farmi commettere un gesto di violenza: in questi 14 anni di braccio della morte Gesù, con il suo perdono, è entrato nel mio cuore! Se decidete che dovrete uccidermi, fatelo basandovi solo sulla brutalità del mio Crimine, ma per favore non basatevi su di me come rischio futuro per la società, perché io ora sono cambiata… Vi amo tutti, spero che la mia morte vi dia pace, di nuovo chiedo perdono alle famiglie che ho colpito, ora vado incontro a Gesù, vi aspetto tutti in Paradiso, Lui ha già preparato un posto per me”.
INTENZIONE DELLA PIA UNIONE
«Per i bambini senza famiglia» «Ciao Gesù! Eccoci davanti a te, non manca nessuno. Siamo i bambini senza famiglia. Nel senso che la nostra ci è sconosciuta, assente, spezzata, per dramma o per disperazione, per solitudine o abbandono. Siamo testimoni del dolore e della perdita, ma anche del miracolo che sempre può accadere quando qualcuno – un uomo e una donna – ci raccoglie per stringerci al petto, come pane profumato appena uscito dal forno. Senza dire: “Chi è costui?”. Siamo senza famiglia e la difficoltà è la nostra grazia quotidiana; per alcuni è anche la sorpresa di una coppia che si china sulla nostra fragilità per farci vivere quello che di buono e vero nutre la loro vita, senza chiedere nulla in cambio, per puro gesto d’amore che nulla porta se non l’emozione di imparare a chiamarci figli. Un’altra cosa impara chi ci accoglie: la realtà cambia contorno, tutto prende nuovo valore: sei Tu, Gesù, che ti manifesti ai loro occhi. Sì, perché noi siamo una tua presenza. Siamo il Natale di ogni giorno e chi si china su questa mangiatoia di Betlemme si rialza con uno sguardo diverso, capace di accogliere il destino di un altro».
Carissimo don Mario, mi ha fatto tanto piacere il tuo interessamento e i saluti arrivati a voce da Vito, nostro comune amico. Tu sai già che, nel settembre 2014, ho lasciato gli Stati Uniti, dove avevo lavorato per alcuni anni a Chelsea nello Stato del Michigan, nella filiale della Pia Unione negli USA, e mi stavo preparando con entusiasmo ad andare in Nigeria per almeno un anno come aiuto nella formazione dei nostri novizi. L'Africa è sempre stata il sogno della mia vita fin dalla giovinezza. Per la verità avvertivo qualche dolore alle giunture, ma i medici la diagnosticarono come una forma di artrosi e le radiografie rilevavano solamente alcune vertebre un po’ schiacciate.
Gentilissimo, caro don Mario Carrera, ormai la Porta Santa nella Basilica di San Pietro è stata aperta. A novembre noi stavamo ancora davanti alla “chiusura”. Spiritualmente siamo entrati attraverso di essa. Speriamo che questo sia vero! Con cuore grato noi ricordiamo gli uni gli altri gli splendidi giorni a Roma, ricchi di eventi. Sono stati giorni di grazia che continuano a vivere in noi. Questo saluto è soprattutto per lei, caro don Mario, perché è stato per noi il dono, averla incontrata ancora una volta nella Pia Unione. Lei ci ha dedicato un sacco di tempo e ci è stato veramente vicino, come Gesù ha particolarmente raccomandato all’umanità durante l’anno della misericordia. Lei ci ha testimoniato quello che Gesù ha detto: «Siate misericordiosi come io sono misericordioso». Proprio questo amore misericordioso ci ha permesso di imparare ancora di più i sentimenti di Gesù. Lei è stato ed è un dono per noi e per molti. Grazie! Io vorrei esprimere un altro grazie per la buona collaborazione durante il 2015 e auguro a tutti noi che così possa essere nel nuovo anno 2016. Con quest’augurio, auguriamo a lei e a tutta la sua squadra un Natale benedetto e per intercessione di San Giuseppe un 2016, anno ricco della grazia della misericordia. Con i migliori riconoscenti saluti da St. Trudpert auguriamo: Dio vi benedica e vi protegga tutti.
Vostre, Suor Bernita, Suor Fertraud, Suor Emanuela
Care sorelle, la gioia è mia nel registrare la vostra soddisfazione per la vostra permanenza a Roma in occasione dell’incontro della famiglia guanelliana con il santo padre Francesco. E’ stata una giornata indimenticabile poterci ritrovare a Roma per ringraziare la bontà di Dio nell’averci concesso la gioia di celebrare solennemente il 1° centenario della morte del nostro santo Fondatore. Il vostro legame con la nostra Pia Unione, che fra poco compirà il centesimo anno di esistenza, ci sprona a spingere ad allargare i confini della nostra carità a favore dei morenti sparsi in ogni latitudine del pianeta Terra. Spero che i vescovi delle diocesi indiane del Kerala e di Madhya Pradesh, come mi scriveva la vostra madre generale, Schwester Simone Burger, possano dare l’approvazione per aprire delle filiali della Pia Unione del Transito di San Giuseppe nelle loro diocesi, nelle quale come abbiamo conosciuto dalla missione caritativa della beata Madre Teresa di Calcutta il morire in solitudine e abbandonati è numericamente drammatico. Per questa sua meritevole missione, madre Teresa, campionessa eroica della carità, nei prossimi mesi sarà canonizzata.
Reverendo direttore, ho ricevuto il quadretto con l’immagine di san Giuseppe di cui ha voluto farmi dono, proprio in un periodo di preoccupazioni. E’ stato come se san Giuseppe avesse voluto portarmi concretamente il suo conforto e la risposta alle mie preghiere. Voglia scusare il ritardo nel dirle: grazie! San Giuseppe è sempre con me nelle difficoltà che non mancano mai. Il quadretto è piaciuto anche ad altre persone alle quali vorrei farne dono in occasione delle prossime festività e per questo le chiedo di inviarmene altri quattro, con qualche preghiera del Santo. Le persone alle quali ho fatto conoscere questa fonte di grazie, San Giuseppe, hanno potuto sperimentarne l’efficacia. Grazie per il periodico, sempre più bello. Le chiedo la carità di una preghiera e la benedizione di San Giuseppe. Con stima e gratitudine.
Maria Prestini, Caslano (Svizzera)
Cara signora Maria, ringrazio lei per la sua bella testimonianza di fede, di affidamento a san Giuseppe e i complimenti per la rivista. La sua custodia non smentisce mai. Qualche volta si fa attendere, ma non dobbiamo disperare. Papa Francesco ha detto che san Giuseppe, da buon falegname, qualche volta si fa attendere nel riparare qualche nostro guaio. Si fa attendere ma non si dimentica. La sua custodia è fedele. Dio la benedica e San Giuseppe sempre le sia a fianco.
Rev. Padre Direttore, desidero rendere testimonianza della grande grazia ricevuta da San Giuseppe. Una sera di gennaio scorso, mentre rientravo dall'ufficio a piedi per la pista ciclabile, un'auto uscita di strada mi investì. In quei brutti istanti mi sembrava di essere sollevata da terra: mi rialzai lentamente completamente illesa senza alcun graffio, solo tanta paura. Con le mie semplici parole cerco di essere concisa raccontando i punti più importanti. Al mattino seguente andai in chiesa davanti all'altare di San Giuseppe per ringraziare della grande grazia ricevuta. Prego sempre e sono tanto devota al Santo e abbonata alla rivista " La Santa Crociata" da tantissimi anni. Caro San Giuseppe proteggimi sempre, grazie.
Cordiali saluti.
Anna Maria Marchioro, Malo (VI)
Gentile Anna Maria, nella vita tutto è dono e tutto è grazia.
Provvidenzialmente c’è sempre una mano invisibile che ci preserva e in questo la nostra sensibilità religiosa riconosce in questa mano benedicente la stessa mano di san Giuseppe che nella sua vita ha avuto da Dio il compito di custodire in vita la santa famiglia di Nazareth e ora di custodire i fratelli e le sorelle di Gesù che con il battesimo sono entrati a far parte della sua stessa vita divina. Giuseppe, che ha educato Gesù a essere modello del Buon Samaritano per tutta l’umanità, ha il compito di ottenerci da Dio tutti quei sussidi che possano aiutarci a mantenere sveglio il desiderio di vivere come testimoni autentici del messaggio evangelico.
Reverendo don Mario, di tutto cuore ringrazio per la lettera che mi ha inviato. Avendo ormai qualche debolezza fisica ed essendo avanzata negli anni, prego sempre più S. Giuseppe che mi sia vicino al momento del transito. In questo mi affido anche alle sue preghiere. Fraternamente.
Germana Munari, Malawi
Cara Sorella, sono io a ringraziarla per la sua breve lettera, ma soprattutto per il luogo da cui viene che esprime anche la soddisfazione per il largo raggio in cui la rivista di san Giuseppe porta un messaggio di fede e di amore. Il centro dell’Africa centrale, lo scorso mese, è stato sotto gli occhi di tutti con una particolare attenzione per la visita di papa Francesco. Proprio al centro di questo continente il Papa ha voluto anticipare l’apertura della «Porta santa» del giubileo della misericordia in un territorio carico di speranza seppur travagliato da tanti conflitti. Nella nostra preghiera non ci sono soltanto le popolazioni degli stati africani, ma anche la sua persona, cara Germana. Ogni giorno, in modo particolare, abbiamo nel cuore della preghiera lei e tutti gli iscritti alla nostra Pia Unione dl Transito di san Giuseppe. Malawi, significa «scintillio di sole» a causa del grande lago collocato al centro del vostro paese e che rende fertile il vostro territorio. La nostra preghiera assomiglia a questo «scintillio di luce» che rende luminoso il nostro cammino. Nelle mani di san Giuseppe mettiamo i desideri dei nostri associati e su tutti invochiamo la sua custodia per un benessere fisico e spirituale.
Reverendo padre, ho sempre ricevuto grazie per intercessione di san Giuseppe e per questo gli sono riconoscente. Ora attendo il suo aiuto per la salute di mia sorella della quale già intravedo il suo graduale aiuto. Gradirei tanto che la borsa di studio che intendo offrire sia a nome di mia sorella Adriana e sia un pegno di amore affinché san Giuseppe l’aiuti sempre. La ringrazio e chiedo una preghiera per la mia famiglia.
Maria Laura - Lucca
Cara Maria Laura, con lei ringrazio la bontà di Dio-Padre per l’intercessione di san Giuseppe. È tanto importante aver costantemente nell’animo la freschezza della gratitudine e della riconoscenza. In un mondo in cui tutti avanziamo diritti e pochi doveri. Le ragioni della gratitudine nascono dalla sensibilità del proprio animo e sono sempre figlie che nascono dal patrimonio della fede e della speranza che illumina il cammino della nostra vita soprattutto nei momenti di buio e di difficoltà. Le sono molto grato anche per la bora di studio di aiuto a un seminarista povero delle nostre missioni all’estero. San Giuseppe è stato il primo educatore di Gesù, il sommo ed eterno sacerdote, quindi è impegnato anche lui a fornire aiuto per i futuri sacerdoti in formazione. La benedizione di Dio per l’intercessione di san Giuseppe sia sempre su di lei, sulla sua cara sorella.
Gentile Direttore, ho trovato nella mia parrocchia la vostra rivista di san Giuseppe, l’ho trovata interessante soprattutto per la sua missione quella di pregare per le persone agonizzanti. Vorrei sapere qualcosa di più su questa associazione. La ringrazio per la risposta e saluto cordialmente.
Antonio (per e-mail)
Caro Antonio, grazie dell’attenzione. La nostra Pia Unione del Transito di san Giuseppe è stata ideata come ultimo impegno di carità da parte di don Guanella per sopperire a un momento di povertà radicale qual è la morte. Ha ideato questa associazione in cui gli associati si impegnano a pregare il buon Dio per l’intercessione di san Giuseppe affinché ci sia un supplemento di grazia per un momento così difficoltoso per la nostra natura umana che sente nella sua carne il desiderio di immortalità. Se mi manda il suo indirizzo di casa le faccio aver un dépliant in cui è spiegato un po’ in lungo la scopo della nostra azione evangelizzatrice anche la rivista che sostiene e accompagna gli associati nella vita di fede elevando a Dio per l’intercessione di san Giuseppe preghiere per le nostre sorelle e fratelli giunti al traguardo della vita terrena. Quello che noi facciamo oggi per loro, domani altri lo faranno in nostro favore e anche le nostre preghiere di oggi per gli altri saranno un capitale che Dio riverserà sulla nostra anima con un supplemento di misericordia. Anche questa è un opera di solidarietà. Un caro saluto e tanti auguri in comunione di preghiere.
Rev.Padre Direttore, voglio rendere testimonianza della grande grazia ricevuta da San Giuseppe. Una sera di gennaio scorso, mentre rientravo dall'ufficio a piedi per la pista ciclabile, un'auto è uscita di strada e mi ha investita. Mi sembrava di essere sollevata da terra, stesa sull’asfalto mi alzai lentamente completamente illesa senza alcun graffio, solo tanta paura. Mentre volavo per aria ho invocato San Giuseppe. Con le mie semplici parole ho cercato di essere concisa e di aver raccontato i punti più importanti. Al mattino seguente andai subito in chiesa davanti all'altare di San Giuseppe per ringraziare della grande grazia ricevuta. Prego sempre e sono tanto devota al Santo, inoltre sono abbonata alla rivista " La Santa Crociata" da tantissimi anni, che leggo con passione, poiché mi aiuta a perseverare nella fede ed essere generosa e attenta ai bisogni del prossimo sull’esempio di Giuseppe custode della Santa Famiglia. Caro San Giuseppe proteggemi sempre, grazie. Cordiali saluti.
Anna Maria Marchioro (Vicenza)
Cara Anna Maria, è sempre una gioia condivisa leggere l’amabile attenzione con cui san Giuseppe segue le vicende della nostra vita. Nel nostro spirito si accende la luce dello stupore di fronte a vicende straordinarie che attraversano nel bene e nel male la nostra vita. Una delle qualifiche che l’evangelo attribuisce a san Giuseppe è quella di “custode”. Dio, il creatore dell’universo, ha consegnato il suo Figlio “unigenito” a Giuseppe perché lo custodisse. La custodia non era come una serratura che protegge la casa, ma un cuore che pulsasse in sintonia con tutte le aspirazioni di questo figlio “singolare”. La custodia, quindi, non era fatta solo di alimenti, necessari per la crescita umana, ma anche di affetto, di stima, di fiducia, di istruzione. Insomma, un apprendistato al vivere sociale con un’apertura alla ”sapienza divina” e alle relazioni umane. Dice appunto l’evangelo che Gesù a Nazareth «cresceva in età in sapienza e grazia presso Dio e gli uomini». La custodia, assegnata da Dio per Gesù, per san Giuseppe ora è estesa a tutti i credenti nel suo Figlio Gesù. La delicatezza usata a Nazareth ora è riservata a tutti noi. A volte ce ne accorgiamo, altre volte passa come una carezza di vento senza che l’avvertiamo. L’importante è non dimenticarsi di ringraziare.