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Richieste, opinioni, il bene ricevuto

Richieste, opinioni, il bene ricevuto (35)

Mercoledì, 02 Marzo 2016 14:57

Le vostre lettere - Marzo 2016

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La forza della grazia nelle difficoltà

Carissimo don Mario, mi ha fatto tanto piacere il tuo interessamento e i saluti arrivati a voce da Vito, nostro comune amico. Tu sai già che, nel settembre 2014, ho lasciato gli Stati Uniti, dove avevo lavorato per alcuni anni a Chelsea nello Stato del Michigan, nella filiale della Pia Unione negli USA, e mi stavo preparando con entusiasmo ad andare in Nigeria per almeno un anno come aiuto nella formazione dei nostri novizi. L'Africa è sempre stata il sogno della mia vita fin dalla giovinezza. Per la verità avvertivo qualche dolore alle giunture, ma i medici la diagnosticarono come una forma di artrosi e le radiografie rilevavano solamente alcune vertebre un po’ schiacciate.

Giovedì, 04 Febbraio 2016 14:42

Le vostre lettere - Febbraio 2016

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Insieme per un grazie a Dio in compagnia di papa Francesco

Gentilissimo, caro don Mario Carrera, ormai la Porta Santa nella Basilica di San Pietro è stata aperta. A novembre noi stavamo ancora davanti alla “chiusura”. Spiritualmente siamo entrati attraverso di essa. Speriamo che questo sia vero! Con cuore grato noi ricordiamo gli uni gli altri gli splendidi giorni a Roma, ricchi di eventi. Sono stati giorni di grazia che continuano a vivere in noi. Questo saluto è soprattutto per lei, caro don Mario, perché è stato per noi il dono, averla incontrata ancora una volta nella Pia Unione. Lei ci ha dedicato un sacco di tempo e ci è stato veramente vicino, come Gesù ha particolarmente raccomandato all’umanità durante l’anno della misericordia. Lei ci ha testimoniato quello che Gesù ha detto: «Siate misericordiosi come io sono misericordioso». Proprio questo amore misericordioso ci ha permesso di imparare ancora di più i sentimenti di Gesù. Lei è stato ed è un dono per noi e per molti. Grazie! Io vorrei esprimere un altro grazie per la buona collaborazione durante il 2015 e auguro a tutti noi che così possa essere nel nuovo anno 2016. Con quest’augurio, auguriamo a lei e a tutta la sua squadra un Natale benedetto e per intercessione di San Giuseppe un 2016, anno ricco della grazia della misericordia. Con i migliori riconoscenti saluti da St. Trudpert auguriamo: Dio vi benedica e vi protegga tutti.

Vostre, Suor Bernita, Suor Fertraud, Suor Emanuela

Care sorelle, la gioia è mia nel registrare la vostra soddisfazione per la vostra permanenza a Roma in occasione dell’incontro della famiglia guanelliana con il santo padre Francesco. E’ stata una giornata indimenticabile poterci ritrovare a Roma per ringraziare la bontà di Dio nell’averci concesso la gioia di celebrare solennemente il 1° centenario della morte del nostro santo Fondatore. Il vostro legame con la nostra Pia Unione, che fra poco compirà il centesimo anno di esistenza, ci sprona a spingere ad allargare i confini della nostra carità a favore dei morenti sparsi in ogni latitudine del pianeta Terra. Spero che i vescovi delle diocesi indiane del Kerala e di Madhya Pradesh, come mi scriveva la vostra madre generale, Schwester Simone Burger, possano dare l’approvazione per aprire delle filiali della Pia Unione del Transito di San Giuseppe nelle loro diocesi, nelle quale come abbiamo conosciuto dalla missione caritativa della beata Madre Teresa di Calcutta il morire in solitudine e abbandonati è numericamente drammatico. Per questa sua meritevole missione, madre Teresa, campionessa eroica della carità, nei prossimi mesi sarà canonizzata.


 

Immagine come segno di protezione

Reverendo direttore, ho ricevuto il quadretto con l’immagine di san Giuseppe di cui ha voluto farmi dono, proprio in un periodo di preoccupazioni. E’ stato come se san Giuseppe avesse voluto portarmi concretamente il suo conforto e la risposta alle mie preghiere. Voglia scusare il ritardo nel dirle: grazie! San Giuseppe è sempre con me nelle difficoltà che non mancano mai. Il quadretto è piaciuto anche ad altre persone alle quali vorrei farne dono in occasione delle prossime festività e per questo le chiedo di inviarmene altri quattro, con qualche preghiera del Santo. Le persone alle quali ho fatto conoscere questa fonte di grazie, San Giuseppe, hanno potuto sperimentarne l’efficacia. Grazie per il periodico, sempre più bello. Le chiedo la carità di una preghiera e la benedizione di San Giuseppe. Con stima e gratitudine.

Maria Prestini, Caslano (Svizzera)

Cara signora Maria, ringrazio lei per la sua bella testimonianza di fede, di affidamento a san Giuseppe e i complimenti per la rivista. La sua custodia non smentisce mai. Qualche volta si fa attendere, ma non dobbiamo disperare. Papa Francesco ha detto che san Giuseppe, da buon falegname, qualche volta si fa attendere nel riparare qualche nostro guaio. Si fa attendere ma non si dimentica. La sua custodia è fedele. Dio la benedica e San Giuseppe sempre le sia a fianco.

Giovedì, 07 Gennaio 2016 16:12

Le vostre lettere - Gennaio 2016

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Scampato pericolo per una mano provvidenziale

Rev. Padre Direttore, desidero rendere testimonianza della grande grazia ricevuta da San Giuseppe. Una sera di gennaio scorso, mentre rientravo dall'ufficio a piedi per la pista ciclabile, un'auto uscita di strada mi investì. In quei brutti istanti mi sembrava di essere sollevata da terra: mi rialzai lentamente completamente illesa senza alcun graffio, solo tanta paura. Con le mie semplici parole cerco di essere concisa raccontando i punti più importanti. Al mattino seguente andai in chiesa davanti all'altare di San Giuseppe per ringraziare della grande grazia ricevuta. Prego sempre e sono tanto devota al Santo e abbonata alla rivista " La Santa Crociata" da tantissimi anni. Caro San Giuseppe proteggimi sempre, grazie.

Cordiali saluti.

Anna Maria Marchioro, Malo (VI)

Gentile Anna Maria, nella vita tutto è dono e tutto è grazia. 
Provvidenzialmente c’è sempre una mano invisibile che ci preserva e in questo la nostra sensibilità religiosa riconosce in questa mano benedicente la stessa mano di san Giuseppe che nella sua vita ha avuto da Dio il compito di custodire in vita la santa famiglia di Nazareth e ora di custodire i fratelli e le sorelle di Gesù che con il battesimo sono entrati a far parte della sua stessa vita divina. Giuseppe, che ha educato Gesù a essere modello del Buon Samaritano per tutta l’umanità, ha il compito di ottenerci da Dio tutti quei sussidi che possano aiutarci a mantenere sveglio il desiderio di vivere come testimoni autentici del messaggio evangelico.


Saluto da una terra lontana

Reverendo don Mario, di tutto cuore ringrazio per la lettera che mi ha inviato. Avendo ormai qualche debolezza fisica ed essendo avanzata negli anni, prego sempre più S. Giuseppe che mi sia vicino al momento del transito. In questo mi affido anche alle sue preghiere. Fraternamente.

Germana Munari, Malawi

Cara Sorella, sono io a ringraziarla per la sua breve lettera, ma soprattutto per il luogo da cui viene che esprime anche la soddisfazione per il largo raggio in cui la rivista di san Giuseppe porta un messaggio di fede e di amore. Il centro dell’Africa centrale, lo scorso mese, è stato sotto gli occhi di tutti con una particolare attenzione per la visita di papa Francesco. Proprio al centro di questo continente il Papa ha voluto anticipare l’apertura della «Porta santa» del giubileo della misericordia in un territorio carico di speranza seppur travagliato da tanti conflitti. Nella nostra preghiera non ci sono soltanto le popolazioni degli stati africani, ma anche la sua persona, cara Germana. Ogni giorno, in modo particolare, abbiamo nel cuore della preghiera lei e tutti gli iscritti alla nostra Pia Unione dl Transito di san Giuseppe. Malawi, significa «scintillio di sole» a causa del grande lago collocato al centro del vostro paese e che rende fertile il vostro territorio. La nostra preghiera assomiglia a questo «scintillio di luce» che rende luminoso il nostro cammino. Nelle mani di san Giuseppe mettiamo i desideri dei nostri associati e su tutti invochiamo la sua custodia per un benessere fisico e spirituale.


Un aiuto per formare un bravo e generoso sacerdote

Reverendo padre, ho sempre ricevuto grazie per intercessione di san Giuseppe e per questo gli sono riconoscente. Ora attendo il suo aiuto per la salute di mia sorella della quale già intravedo il suo graduale aiuto. Gradirei tanto che la borsa di studio che intendo offrire sia a nome di mia sorella Adriana e sia un pegno di amore affinché san Giuseppe l’aiuti sempre. La ringrazio e chiedo una preghiera per la mia famiglia.

Maria Laura - Lucca

Cara Maria Laura, con lei ringrazio la bontà di Dio-Padre per l’intercessione di san Giuseppe. È tanto importante aver costantemente nell’animo la freschezza della gratitudine e della riconoscenza. In un mondo in cui tutti avanziamo diritti e pochi doveri. Le ragioni della gratitudine nascono dalla sensibilità del proprio animo e sono sempre figlie che nascono dal patrimonio della fede e della speranza che illumina il cammino della nostra vita soprattutto nei momenti di buio e di difficoltà. Le sono molto grato anche per la bora di studio di aiuto a un seminarista povero delle nostre missioni all’estero. San Giuseppe è stato il primo educatore di Gesù, il sommo ed eterno sacerdote, quindi è impegnato anche lui a fornire aiuto per i futuri sacerdoti in formazione. La benedizione di Dio per l’intercessione di san Giuseppe sia sempre su di lei, sulla sua cara sorella.

Giovedì, 03 Dicembre 2015 11:05

Le vostre lettere - Dicembre 2015

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Le vie di provvidenza conducono a San Giuseppe

Gentile Direttore, ho trovato nella mia parrocchia la vostra rivista di san Giuseppe, l’ho trovata interessante soprattutto per la sua missione quella di pregare per le persone agonizzanti. Vorrei sapere qualcosa di più su questa associazione. La ringrazio per la risposta e saluto cordialmente.

Antonio (per e-mail)

Caro Antonio, grazie dell’attenzione. La nostra Pia Unione del Transito di san Giuseppe è stata ideata come ultimo impegno di carità da parte di don Guanella per sopperire a un momento di povertà radicale qual è la morte. Ha ideato questa associazione in cui gli associati si impegnano a pregare il buon Dio per l’intercessione di san Giuseppe affinché ci sia un supplemento di grazia per un momento così difficoltoso per la nostra natura umana che sente nella sua carne il desiderio di immortalità. Se mi manda il suo indirizzo di casa le faccio aver un dépliant in cui è spiegato un po’ in lungo la scopo della nostra azione evangelizzatrice anche la rivista che sostiene e accompagna gli associati nella vita di fede elevando a Dio per l’intercessione di san Giuseppe preghiere per le nostre sorelle e fratelli giunti al traguardo della vita terrena. Quello che noi facciamo oggi per loro, domani altri lo faranno in nostro favore e anche le nostre preghiere di oggi per gli altri saranno un capitale che Dio riverserà sulla nostra anima con un supplemento di misericordia. Anche questa è un opera di solidarietà. Un caro saluto e tanti auguri in comunione di preghiere.


 

 

Una custodia paterna

Rev.Padre Direttore, voglio rendere testimonianza della grande grazia ricevuta da San Giuseppe. Una sera di gennaio scorso, mentre rientravo dall'ufficio a piedi per la pista ciclabile, un'auto è uscita di strada e mi ha investita. Mi sembrava di essere sollevata da terra, stesa sull’asfalto mi alzai lentamente completamente illesa senza alcun graffio, solo tanta paura. Mentre volavo per aria ho invocato San Giuseppe. Con le mie semplici parole ho cercato di essere concisa e di aver raccontato i punti più importanti. Al mattino seguente andai subito in chiesa davanti all'altare di San Giuseppe per ringraziare della grande grazia ricevuta. Prego sempre e sono tanto devota al Santo, inoltre sono abbonata alla rivista " La Santa Crociata" da tantissimi anni, che leggo con passione, poiché mi aiuta a perseverare nella fede ed essere generosa e attenta ai bisogni del prossimo sull’esempio di Giuseppe custode della Santa Famiglia. Caro San Giuseppe proteggemi sempre, grazie. Cordiali saluti.

Anna Maria Marchioro (Vicenza)

Cara Anna Maria, è sempre una gioia condivisa leggere l’amabile attenzione con cui san Giuseppe segue le vicende della nostra vita. Nel nostro spirito si accende la luce dello stupore di fronte a vicende straordinarie che attraversano nel bene e nel male la nostra vita. Una delle qualifiche che l’evangelo attribuisce a san Giuseppe è quella di “custode”. Dio, il creatore dell’universo, ha consegnato il suo Figlio “unigenito” a Giuseppe perché lo custodisse. La custodia non era come una serratura che protegge la casa, ma un cuore che pulsasse in sintonia con tutte le aspirazioni di questo figlio “singolare”. La custodia, quindi, non era fatta solo di alimenti, necessari per la crescita umana, ma anche di affetto, di stima, di fiducia, di istruzione. Insomma, un apprendistato al vivere sociale con un’apertura alla ”sapienza divina” e alle relazioni umane. Dice appunto l’evangelo che Gesù a Nazareth «cresceva in età in sapienza e grazia presso Dio e gli uomini». La custodia, assegnata da Dio per Gesù, per san Giuseppe ora è estesa a tutti i credenti nel suo Figlio Gesù. La delicatezza usata a Nazareth ora è riservata a tutti noi. A volte ce ne accorgiamo, altre volte passa come una carezza di vento senza che l’avvertiamo. L’importante è non dimenticarsi di ringraziare.

Mercoledì, 09 Settembre 2015 14:41

Le vostre lettere - settembre 2015

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Anche un sorriso può aiutare a vivere con speranza

Gentile don Mario Carrera, dal profondo dell’animo la ringrazio sentitamente per la sua sensibilità e preghiera perché quando si vive la sofferenza per anni e la si coglie sul volto di tante persone di diverse età che incontro all’Ospedale di Niguarda, a Milano, quando faccio la chemio, una parola, uno scritto, un sorriso, una preghiera, uno sguardo, dona gioia al cuore ed è “quel niente” ma che è “quel tutto” che fa alzare lo sguardo in alto e dà coraggio. Ringraziando nuovamente e affidando alle sue preghiere e alla protezione di san Giuseppe me, mia sorella, e i miei familiari che con affetto mi stanno vicini, auguro con tutto il cuore ogni bene, tante soddisfazioni a lei e alla Pia Unione per il bene che viene fatto e donato. Con stima i miei cordiali saluti unitamente a mia sorella.

Cecilia, Milano

Gentilissima e cara signora Cecilia, innanzitutto la ringrazio del suo ricordo per i nostri poveri che desiderano un costante gesto di solidarietà. Le voglio anche assicurare il nostro ricordo nella preghiera affinché san Giuseppe le sia accanto in questo periodo in cui è costretta alle cure della chemio. Sappiamo che la nostra vita è nelle mani di Dio e noi supplichiamo il Dio della vita che ci permetta di trascorrere con serenità i giorni del nostro pellegrinaggio sulla terra. Dio, padre buono, non è sordo alle nostre preghiere e ci fornisce energie sufficienti per superare gli ostacoli che incontriamo sul nostro percorso. Non dimentico anche sua sorella Graziella che, oltre essere una «grande grazia» e non solo «piccola grazia» (graziella!), le sta accanto per condividere con lei gli affanni del vivere umano. Le sono vicino anche nella sua opera di consolazione per gli ammalati che incontra all’ospedale nella Via Crucis della chemio. Davvero lo Spirito santo dia calore e forza alle sue parole di condivisione che ci aiutano a guardare in Alto da dove viene l’energia per vivere dignitosamente la nostra esistenza. Dio la benedica sempre, la conforti e san Giuseppe le faccia sentire la sua presenza benevolmente paterna.


La gratitudine è il sigillo dell’amore

Caro Don Mario, Le scriviamo per comunicare la dolorosa perdita della nostra mamma Enrichetta Tuffanelli avvenuta nei primi mesi di quest’anno 2015. È stata una mamma esemplare che ci ha educati a una profonda devozione a San Giuseppe. Con tanto amore ha fatto in modo che anche noi figli apprendessimo, attraverso la preghiera, gli insegnamenti della fede cristiana utili ad affrontare la vita. Certi di una Sua preghiera per la nostra mamma e per la serenità della nostra famiglia La salutiamo cordialmente.

Lorenzo e Nadia

Carissimi Lorenzo e Nadia, è davvero consolante leggere la vostra testimonianza che non solo esprime affetto e stima per la mamma, ma anche per il patrimonio del suo insegnamento che rimane nel tessuto della vostra vita colorato da virtù cristiane e sentimenti di solidarietà verso il prossimo. Abbiamo iscritto la mamma al Suffragio perpetuo della nostra Pia Unione, così ogni giorno avremo un ricordo nella santa messa come gratitudine a Dio per il dono della sua vita e anche per rinverdire quella rugiada di benedizioni che i nostri cari defunti chiedono a Dio di far scendere sulle nostre vite di pellegrini ancora su questa terra. La gratitudine è il fiore dell’amore che nasce nel cuore e si esprime con il grazie delle labbra. Nella vita ordinaria noi con fatica e raramente ci rendiamo conto che abbiamo ricevuto molto di più di ciò che diamo. Quando scopriamo la gratitudine, la nostra vita si arricchisce di una qualità stupenda; dovremmo tentare di non perderla per non intristire la vita. Come mamma Enrichetta è in benedizione nei vostri cuori, san Giuseppe vi aiuti a essere benedizione per il vostro prossimo.

Mercoledì, 10 Giugno 2015 14:23

Le vostre lettere di giugno 2015

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Prepararsi al grande passo

Caro don Mario,
ho assistito alla trasmissione di TV2000 alla quale lei partecipava. É vero,  non morire da soli, stringere la mano di chi sta facendo il "passaggio", la Pasqua della nostra esistenza terrena è veramente necessario. Ci vorrebbero degli hospice all'interno o vicino le strutture ospedaliere. Oggi la vita media umana si è allungata ed io stessa, nel corso della attività lavorativa, ho assistito ed accompagnato delle creature che sono passate dalla vita terrena alla vita.... nella eternità. Molte sono morte sole. Secondo lei si potrebbe concretizzare una "struttura" e/o ambiti di accoglienza ed amore per queste creature, tra cui, anche all'improvviso potremmo esserci pure noi?

Giovanna

Cara Giovanna,
sognare con forza rende possibile anche i sogni più ardui. Comunque tutti abbiamo la possibilità di attuare un’alleanza terapeutica: la medicina e la preghiera come rapporto solidale con i nostri fratelli e sorelle sparse nel mondo.  Pregare è respirare con il respiro di Dio  e in questa comunione diamo un  po’ di ossigeno anche ai fratelli e alle sorelle. San Giuseppe in questo ci aiuta. In una lettera il famoso poeta Goethe scriveva ad un amico che avrebbe tanto desiderato che al momento della sua morte egli fosse presente così da avvertire con il calore della sua mano un supplemento di coraggio nell’affrontare la paura. Dio ci dia sempre la forza di equipaggiare i passi penultimi della vita attiva con il sapore dei passi ultimi alla soglia dell’eternità. Auguri.

Don Mario


 

San Giuseppe protettore dei viventi e dei morenti

Stimato Direttore,
Le scrivo per raccontare che ho conosciuto San Giuseppe circa quindici anni fa, avevo venticinque anni e ne sono diventato devoto grazie ad un gruppo di persone che s’incontravano regolarmente per discutere fatti e problemi quotidiani con visuale religiosa, non bigotta. Erano aperti a tutti. A causa di un problema di vicinato (problema di servitù che io ho provato in tutti modi a risolvere senza l'intervento degli avvocati, ma per volere della controparte portato in tribunale) ho pregato la novena. Il giorno dopo averla conclusa, ho ricevuto la notizia che il giudice aveva dato ragione a me per la seconda volta. Non essendo comunque la situazione definitivamente conclusa, ho recitato nuovamente la novena e, conclusa, ricevevo nuovamente il 21 marzo la comunicazione del mio avvocato che la situazione era risolta definitivamente. Personalmente venero San Giuseppe più come protettore della famiglia e del lavoro che come protettore dei morenti, ma mi rendo conto che la morte improvvisa è sempre dietro l'angolo.

Fabio Angiolini – Varese

Caro Fabio,
grazie della tua testimonianza che ci fa scoprire come san Giuseppe ricama la nostra vita con i suoi puntuali interventi. A volte sono evidenti e puntuali, in altre circostanze si fanno attendere con pazienza, ma sono convinto che nella maggior parte sono come le carezze del vento di cui parla Gesù nel suo colloquio con Nicodemo: sentiamo l’effetto, ma non ci accorgiamo da dove vengono e dove sono dirette. Nella nostra vita tutto è grazia. Appassionati dal momento presente, le nostre richieste a san Giuseppe riguardano l’immediato, ma dovremmo imparare a non sentirci isole, ma dare alla preghiera un respiro universale. Nella nostra preghiera all’intercessione di san Giuseppe sono affidate le anime che quotidianamente da tutta la terra bussano alla porta della casa della misericordia divina. La nostra preghiera abiti il «già», ma anche il «non ancora» che è il cuore del nostro futuro.


 

Una preghiera senza limitazioni e confini

Carissimo direttore,
innanzitutto vi ringrazio per la bellissima agenda 2015 che mi avete inviato. L’ho apprezzata molto e vi ringrazio anche per la rivista che ricevo ogni mese; è un vero balsamo per me immergermi nel leggere i diversi articoli, specialmente l’editoriale scritto da lei. Invio un piccolo dono per la Pia Unione, una goccia nell’oceano. Pregate per la mia famiglia e soprattutto per mio figlio e la moglie che hanno perso il lavoro. Vi ringrazio e vi saluto.

Eufemia Corsi, Montreal, Canada

 

Cara signora Eufemia,
siamo noi a ringraziare lei che ci dà la gioia di essere utili a mantenere viva e scintillante la fede. L’Agenda ha voluto essere un omaggio floreale, abbiamo voluto donare a ogni giorno una scintilla di luce, un buon pensiero, un’elevazione verso l’alto per tentare di respirare il respiro stesso di Dio. Per gli associati all’estero, tanti come lei, la nostra corrispondenza, la rivista di San Giuseppe aspira a mantenere vivi i nostri legami e anche per non far dimenticare la nostra dolce lingua italiana. Abbiamo nel cuore anche la famiglia di suo figlio, preghiamo che questa crisi economica, che si sta espandendo anche nei paesi “ricchi” come il Canada, passi. San Giuseppe che ha conosciuto il disagio e la povertà come ogni operaio è attento alle nostre preghiere e spero che quando leggerà questa risposta tutto sia risolto felicemente.

Lunedì, 16 Marzo 2015 14:01

Le lettere di marzo 2015

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I miracoli hanno un volto diverso da quello immaginato

Spett. Direttore,
sono iscritta alla Pia Unione del Transito di san Giuseppe, le comunico la dolorosa perdita di mia mamma Lorenzi Maria Celeste deceduta il 16/12/ 2014, iscritta alla vostra associazione dopo la morte della madre nel 1991, anch'essa iscritta per più di sessant' anni.
So che inviate la pagellina dei defunti, ed io continuerò a divulgare la devozione al Patrono della buona morte, due persone si sono iscritte, mia suocera, ed una amica.
Mia madre è morta di tumore, polmone, 10 metastasi celebrali, e anche al surrene, ed aveva attaccato la gola e la bocca.
Il miracolo a detta dei medici è che non si è mai lamentata del dolore, quando ha detto che soffriva dolori allo stomaco hanno iniziato la terapia del dolore. Se ne é andata in due giorni, senza soffrire. Aveva 73 anni.
Io so che è intervenuto san Giuseppe, anche se aveva appena finito la recita del Sacro Manto, convinta che lui l'avrebbe miracolata, nell'accompagnarla nella morte dei giusti.
Non le nego che mi sono arrabbiata anche con il Santo che non ha esaudito le mie suppliche, ma era il dolore a parlare, ora la ragione è più realista e accetta.
Non possiamo essere graziati tutti e anche la scienza e la medicina gettano la spugna, ed allora interviene solo la fede. Cordiali Saluti. Aspetto la pagellina. Grazie. 
Alessandra - Bergamo 
 
Cara e gentile signora Alessandra,
comprendo il suo sfogo e la sua rabbia; davanti al dolore della morte di una persona a noi cara, gli interrogativi possono urlare con acredine, ma anche nel momento della sofferenza Dio è sempre un Padre paziente e misericordioso.
Il Creatore ha dato  le leggi alla natura,  queste leggi non conoscono ragione, camminano per la loro strada e seminano sofferenza. La presenza di Dio, attraverso l‘esempio e la preghiera di san Giuseppe, ha fatto in modo che la mamma non si lamentasse e sopportasse il dolore con coraggio e volontà tenace. 
Ci sono delle presenze divine nelle nostre esistenze che la nostra logica umana non sempre riesce a cogliere.
Chi non vorrebbe aver la mamma vicina per un lunghissimo tempo, ma è legge di natura che i figli devono sopravvivere ai genitori. Grande guaio se avvenisse il contrario.
La mamma Maria Celeste non può che essere lassù, accanto a Dio e, negli occhi stessi di Dio, vedere la vostra vita, mantenerla salda e vivace e soccorrervi nei momenti del bisogno.
Nella pagellina di iscrizione al Suffragio perpetuo, che le inviamo per posta, troverà un invito, attribuito a sant’Agostino, che incomincia così: «Se mi amate non piangete». 
Ricorderò la mamma e anche lei nelle nostre preghiere. Si faccia animo, i nostri cari defunti non sono lontani da noi e non ci abbandonano. Dio ci benedica e ci conforti sempre.

I fili paterni di un tessuto provvidenziale

Caro don Mario, 
sono una vostra associata da tanti anni dopo la morte di mia zia (Gentile Maria vostra associata e grande devota a San Giuseppe). Quando ero adolescente, insieme a lei, la sera, recitavamo il Sacro Manto e il Rosario e questo mi ha portato a continuare questo cammino spirituale.
Sono sposata e ho una figlia, durante i periodi bui, come in tutte le famiglie, chiedo aiuto al Grande Santo e a Maria; infatti nel 2013 mio marito ha perso il lavoro, noi abbiamo cercato di non perdere mai la speranza grazie alle preghiere di tante persone che sono intorno a noi e soprattutto non farlo pesare a nostra figlia che insieme a noi la sera pregava perché al suo papà venisse comunicata un'offerta di lavoro. Ricevendo il vostro mensile, che è una fonte meravigliosa di notizie e preghiere, mi ha colpito la lettera di una ragazza che (per destino o casualità) aveva lo stesso nome di mia figlia, la sua stessa età e il papà anche lui disoccupato in cerca di lavoro; la ragazza esprimeva pensieri simili a quelli di mia figlia. Il giorno dopo portai a far leggere l'articolo a scuola dove frequenta mia figlia, le suore pensavano che la lettera fosse stata scritta da lei.
Dopo esserci rivolti a tante agenzie di lavoro, finalmente un mese fa mio marito ha ricevuto da una ditta edile il lavoro.
Non ci stancheremo mai di pregare e frequentare la Santa Messa e offrire un servizio presso il Santuario Madonna delle Grazie e Santa Maria Goretti, cantando durante la celebrazione delle ore 9,00; il nostro coro è formato da ragazzi di 14 anni e mamme e papà. 
Vi chiedo di pregare per le famiglie in difficoltà sia economica sia spirituale. 
Aspetto una vostra risposta
Cordiali saluti  
Visci Maria Cristina
 
Gentile e cara signora Maria Cristina, è sempre una grande gioia poter condividere i frutti dell'intercessione di san Giuseppe che rende piano il cammino delle persone.  La sensibilità d'animo e lo spirito di fede ci fanno leggere gli avvenimenti guidati dalla mano benefica di Dio-Padre che null'altro desidera se non il ben vivere dei propri figli. Non sempre i canali della grazia divina trovano persone disponibili a favorirli, ma al di sopra di tutto abbiamo la certezza che la tenerezza di Dio non abbandona nessuno. I nostri nonni dicevano che «Dio manda i panni secondo il freddo». Nessuno muore di fame, ma troppi - lo costatiamo ogni giorno - muoiono a causa dell'egoismo umano.
Dio vi benedica  e trovi sempre in noi il sentimento della gratitudine.
 

 Perseveranza e fede un binomio vincente

Gent.mo don  Mario, 

Le riporto qui sotto la Sua mail con la quale Lei, nello scorso febbraio, con sentimenti di cristiana empatia, rispondeva, confortandomi molto, al mio messaggio disperato. Con una raccomandata inviata alla vostra Pia Unione, richiedevo S. Messe e preghiere per ottenere la intercessione di questo grande Santo. Chiedevo a Dio una grazia di non poco conto. Sintomi sinistri mi affliggevano, in uno stato di serio malessere ed astenia inconsueto.
Iniziava così un calvario di esami, analisi, percorso attraverso reparti di ospedali tra i più qualificati.
Non ho cessato di pregare ogni giorno Dio, tramite san Giuseppe e la sacra Famiglia, ma anche gli altri Santi che la mia devozione mi aveva portato a conoscere, perché si potesse trovare la causa del mio male e potermi così curare adeguatamente.
I medici azzardavano ipotesi che poi venivano smentite da altri medici. Si continuava con altri esami, in una incertezza penosa. A maggio, lo specialista che mi doveva visitare mi cancella la prenotazione per imprevisti. 
Contrariato e demoralizzato, riesco fortunosamente a prenotare una nuova visita presso un ambulatorio privato, da un altro specialista, sconosciuto e mai sentito prima. Questo medico esperto ma per niente anziano, in pochi minuti ha esaminato il mio caso, - le documentazioni, esami etc. - Sbrigativo e laconico, effettua una fibroscopia in gola. 
Lesinando le parole scrive la diagnosi, prescrive la terapia e mi congeda. Non avevo compreso ancora nulla, ma in quel mattino di maggio avevo interiormente la sensazione di aver risolto il mio problema. 
Iniziata una cura adeguata, a metà di giugno ho ripreso la mia solita voglia di vivere e a stare bene nonostante i miei quasi 70 anni! Solo mesi dopo mi accorgo della data, da me segnata, come quella della fine del mio "calvario": era il 13 maggio. Un giorno particolare per chi è devoto della Madonna. 
La mia preghiera è stata ascoltata. Prego ancora san Giuseppe perché mi assista e perché quando sarà veramente quell'ora io possa essere confortato nella fede. 
Fernando 
 
Caro e stimato fratello nella fede Fernando, non sa quanta gioia mi ha procurato la sua lettera; sono davvero contento che la sua malattia si sia evoluta benevolmente con un intreccio di circostanze provvidenziali che le offrono la possibilità di guardare al suo futuro con serenità e voglia di vivere. 
La preghiera corale ha una grande efficacia e l’assistenza silenziosa, umile e confortevole di san Giuseppe offre sempre una sorgente di gioia, conforto e speranza nel cogliere dalla vita quei doni preziosi nascosti negli angoli più remoti, che solo il calore della preghiera sa far fiorire. 
Sarà ancora nella mia preghiera di gratitudine e una forte invocazione allo Spirito santo che attraverso l’intercessione di san Giuseppe le doni per tanti anni energia, vitalità e forza nell’offrire il contribuito della sua buona volontà e intelligenza per sollevare il livello di benessere della nostra società così asfittica e anemica.
Le auguro tante consolazioni e coraggio per vivere con un fiducioso atteggiamento di fede e godere una buona salute nello spirito e nel corpo. 
 
Mercoledì, 18 Febbraio 2015 15:47

Le lettere di febbraio 2015

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Gioiosi ricordi di una vita vissuta con impegno

Gentile don Mario Carrera, 
mi piace leggere la vostra rivista, comprese le lettere di lettori. Sono una persona anziana nato a Meduna di Livenza provincia di Treviso nell’ottobre del 1921. Sono in buona salute nonostante i miei novantaquattro anni, ho una memoria fortissima. […]. Nel tempo della seconda guerra mondiale, mi sono iscritto al reggimento Alpini Julia per combattere sul fronte russo. Fortunatamente sono uno dei pochi del mio paese ritornato salvo a casa. 
Ho camminato, la maggior parte, durante l'inverno con temperature che raggiungevano i -40 C. Il giorno del mio ritorno in Italia era 19 marzo 1943, giorno della festa di San Giuseppe. E per questo la mia gratitudine va a San Giuseppe, per il passaggio sicuro e durante la mia vita per tante altre cose: la mia devozione a San Giuseppe rimane per sempre. Nel 1949, sono emigrato in Canada con mia moglie Alma e ci siamo sistemati in Thunder Bay, in provincia di Ontario. Ho lavorato per tutta la mia vita come panettiere e pasticcere e con Alma abbiamo cresciuto i nostri due figli, Lidio ed Elena. […] Sarei grato se poteste ricordarci nelle vostre preghiere. 
Nicola Soldera 
Woodbridge, Ontario (Canada)
 
Caro e simpatico signor Nicola,
nella certezza che leggerà la risposta alla sua lettera, le assicuro una cordiale invocazione a Dio, padre della vita, e esprimo le mie congratulazioni e l’augurio più affettuoso di lunghi anni di vita così da testimoniare la sua fede in Dio e la fiducia in san Giuseppe che l’ha protetto nel fiore della sua giovinezza e le ha permesso di ritrovare i suoi parenti a casa e innamorarsi di Alma.
Immagino le sue sofferenze di ritorno dalla “campagna” di Russia, dove migliaia di giovani soldati hanno lasciato la vita sacrificando il loro futuro per la follia di una guerra nata dall’orgoglio e dalla presunzione.
Davanti a queste memorie siamo sollecitati, ogni giorno, a invocare da Dio il dono della pace, della saggezza e del dialogo per i popoli in conflitto.  Preghiamo che l’orgoglio accecante cessi di bagnare la terra con il sangue delle vittime e le lacrime degli orfani.
Gesù, autore della pace, per l’intercessione di san Giuseppe ci aiuti a vivere nella tranquillità e nella pace.

 

Capaci di guardare la morte in faccia

Gentilissimo don Mario, 
alcuni giorni fa ho ricevuto la cartolina di auguri di buon onomastico per mio marito Vincenzo e ho pensato allora di informarvi che mio marito è deceduto il 29 dicembre, la domenica della festa della Santa Famiglia. Stavamo partecipando alla Santa Messa trasmessa in televisione, quando al termine il sacerdote diede la benedizione mio marito diede l’ultimo respiro. Il “transito” fu sereno e tranquillo. Il 16 gennaio avrebbe compiuto gli anni. I figli avevano preparato tutto per festeggiare il giorno della sua nascita sulla terra, invece abbiamo festeggiato la nascita alla nuova vita. La liturgia del rito funebre l’ho preparata io il giorno prima del funerale e il sacerdote ha poi controllato se tutto andava bene. Io, i miei figli, le loro mogli e i nipoti abbiamo letto le letture e la preghiera dei fedeli. Prima della celebrazione il sacerdote ha ricordato mio marito dicendo che Vincenzo era un santo uomo e di pregare il Signore perché concedesse a ciascuno di noi di poter vivere una vita di fede come la sua. 
Dico queste cose non per vantarmi ma per rendere gloria a Dio per tutto quello che ci ha donato.  Con mio marito Vincenzo abbiamo lavorato in parrocchia nella liturgia, per gli incontri matrimoniali e altri ministeri e soprattutto per l’educazione nella fede ai miei figli.[…] Vincenzo è stato accudito da me in casa fino alla fine dei suoi giorni, anni pesanti, giorni difficili affrontati con la fede e la fiducia nel Signore che ci invita ad avere fede in Lui, a pregare incessantemente perché la preghiera fatta con fede smuove le montagne. Ora vivo sola, ma il mio amato Vincenzo è sempre con me, ci parlo e gli dico tutto quello che faccio e nella fede che abbiamo condiviso. Metto tutti i miei cari sotto la protezione di San Giuseppe. Con affetto e stima la saluto.
Anna Maria Caporale 
St. Leonard, Quebec, Canada
Cara Anna Maria,
leggendo la sua lettera, il primo sentimento è stato la lode a Dio che suscita nel cuore delle persone dei sentimenti così nobili sorretti da una fede che non si piega al soffiare dei venti gelidi della vita, ma con nobiltà d’animo testimonia un ammirevole spirito di fede.
In un clima diffuso di paura e di premurosi scongiuri quando si parla della morte, la sua lettera apre il cuore alla speranza.
In occasione delle morte del nonno, un bambino mi chiedeva che volto avesse la morte. Gli risposi che «La morte non ha una faccia, ma di volta in volta ha la faccia della persona che muore. In quel giorno aveva il volto del nonno». Il volto di Vincenzo, pur nel freddo della morte era la crisalide da cui era uscita l’anima colorata di meriti e calda di amore. La riforma liturgica, dopo il Concilio Vaticano II, ha privilegiato l’aspetto gioioso della vita eterna e, con la luce con i colori dell’alba, colori caldi che hanno accompagnato Gesù risorto al mattino di Pasqua.
È comprensibile il senso di vuoto ma Dio lo lascia aperto così da aiutarci a conservare una reciproca comunione che si alimenta con la preghiera e con un affetto non cancellato ma trasformato.
Grazie della sua testimonianza e Dio con l’aiuto di san Giuseppe, mantenga questa gioiosa presenza e la voglia di testimoniarla.
Buona Quaresima anche alla sua cara famiglia. Mi permetto di suggerirle di continuare la lettura degli articoli della nostra rivista, non soltanto per non dimenticare la lingua italiana, ma soprattutto a sostegno della speranza cristiana.

 

Silenzioso, umile, nascosto e prezioso servizio alle parrocchie

Reverendo don Mario,
sono da tempo abbonata a “La Santa Crociata” che stimo e apprezzo tanto per la sua validità ed eleganza della stampa. Complimenti!
La leggo con tanto piacere, essendo devotissima di San Giuseppe, che onoro ogni giorno. Vi ho inviato un’offerta per la celebrazione di Sante Messe in suffragio di Mons. Lino Magenes, mio direttore spirituale da una vita. Ho vissuto direttamente con lui per cinquantatré anni e desidero tanto che sia iscritto nell’elenco dei defunti della “nostra” famiglia di San Giuseppe. Don Lino era una preziosa guida spirituale, un sacerdote davvero entusiasta del suo Ministero, che esercitava con tanta vitalità, portando tante persone alla vita consacrata, religiosa e laica. Don Lino è deceduto il 4 ottobre e, se possibile, desidererei che le sante messe fossero celebrate il giorno 4 di ogni mese, per un anno, però sono certa che il signore non tiene un calendario e non c’è bisogno di ricordargli ciò che ci sta a cuore. La ringrazio vivamente anche per i commoventi ricordi per ogni mio onomastico: è una gioia che si rinnova sempre. Con squisita riconoscenza, saluto. 
Anna Biancardi 
Muzza di Cornegliano Laudenze,
Lodi
 
Stimata e cara signora Anna,
con simpatia e gratitudine per la sua generosa bontà, anche a nome della comunità ecclesiale della diocesi di Lodi, mi permetto un sentito ringraziamento  per il bene svolto nella sua terra. Cara Anna, la comunità ecclesiale ha beneficiato dell’attività sacerdotale di mons. Lino Magenes; egli, indubbiamente, ha potuto iniziare e compiere tante attività anche per la sua preziosa collaborazione.  Don Lino ha seminato in tante persone l’abbondanza della grazia divina che ancora oggi sta  fruttificando in santità in molte anime.  
Le collaboratrici dei sacerdoti nella parrocchia sono una sorgente di benedizioni. Il nostro confratello, il venerabile mons. Aurelio Bacciarini, durante il suo ministero episcopale nella diocesi svizzera di Lugano, aveva intuito la necessità di aggregare alcune persone perché fossero al servizio dei parroci e delle parrocchie. Nel 1926, precorrendo i tempi, fondò l’istituto secolare “Compagnia di santa Teresa”.
 Questa qualità di servizio ecclesiale, che un giorno poteva sembrare di “serra”, limitandosi ad addobbare i fiori sull’altare o solo a pulire la chiesa, oggi è aperta alla periferia con i poveri da soccorrere e gli ammalati da visitare; insomma svolgere quelle opere di misericordia che la nostra abituale mancanza di tempo ci fa dimenticare.
Gentile Anna, le assicuro di portare nel cuore delle nostre preghiere non solo tutti i sacerdoti, ma anche le collaboratrici che prestano la loro attività nelle case parrocchiali e le tante mamme e sorelle,  che stanno generosamente accanto al figlio o al fratello sacerdote, aiutandoli a moltiplicare il tempo da dedicare al loro ministero.
 Augurandole buona salute fisica e spirituale, l’affido alla protezione di san Giuseppe.
 
Mercoledì, 17 Dicembre 2014 13:24

Le vostre lettere di dicembre

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L’esempio di fede delle mamme

Stimato Don Mario,
mi chiamo Marco D'Agostino, sono iscritto alla Pia Unione da anni, ho seguito l'esempio di mia mamma, che è una vostra iscritta da tantissimi anni. la vedevo sempre recitare il Sacro Manto, tutti i giorni, in ogni difficoltà o situazione grave, ma anche nei momenti belli, ha sempre avuto modo di ricordare l'aiuto che San Giuseppe non ci ha mai fatto mancare, anche in situazioni gravi e in pericoli, che non sto a menzionare, ma Dio sa quali.
è stata lei che mi ha incoraggiato a fidarmi di san Giuseppe e a diventare suo amico, almeno spero che sia così.
Quando possiamo, insieme inviamo un’offerta per gli ospiti delle case guanelliane o a volte per gli assistiti dalla Pia Unione, l'importante è che sia per aiutare qualcuno nelle sue necessità, perché San Guanella diceva di dare pane e Signore, ma dava anche importanza al pane. Posso dire che mi dà contentezza sostenere la Pia Unione del Transito di San Giuseppe, della quale sento di fare parte. Ora la mia mamma va verso gli ottantasette anni, che compirà il 25 dicembre, naturalmente da qui il suo nome, Natalina. è completamente invalida, ma non nel Cuore e nello spirito, ma ha bisogno di un’assistenza totale nei suoi gravi problemi di salute, però è una cosa bella poterla tenere con noi. Ora io, il giorno 24 settembre dovrò essere operato, un intervento di protesi all'anca, che nonostante sia, diciamo, giovane (ho cinquantuno anni) purtroppo è inevitabile. Mi rivolgo allora agli amici, alla famiglia di San Giuseppe perché mi ottenga da Lui la grazia che tutto vada per il meglio e possa continuare a prendermi cura di mia mamma e riprendere il mio lavoro. 
Grazie delle vostre preghiere, la saluto caramente, e con Lei, tutti coloro che la aiutano.
Marco
 
Caro Marco,
nel giorno del tuo intervento ti abbiamo accompagnato con la nostra preghiera e abbiamo chiesto a san Giuseppe che invocasse lo Spirito Santo per guidare la mano dei medici, affinché aiutasse la loro abilità chirurgica a ridarti modo di poter riprendere la tua attività lavorativa e l’assistenza alla mamma con tanta efficacia e tanto affetto. La cura solidale e affettuosa per gli ammalati vale di più delle medicine o almeno in uguale percentuale. La solitudine e la sensazione di essere di peso sono come una parete scivolosa che spegne la luce della speranza e fa precipitare nello sconforto.
 Grazie anche della tua bella testimonianza di fede in Dio e fiducia nell’intercessione di san Giuseppe: egli è il modello di obbedienza a Dio e la sorgente copiosa della virtù evangelica dell’umiltà che rende grandi le persone.  Dice l’Evangelo: «Ha guardato l’umiltà della sua serva».  Il riferimento è alla Madonna, ma gli occhi di Dio sono costantemente sul cammino delle persone umili. Coraggio, caro Marco, e un doppio augurio di un Buon Natale anche per il compleanno di mamma Natalina. 

 

Con San Giuseppe cammino di umiltà, silenzio e di disponibilità

Caro Direttore,
sono contenta che la nostra Pia Unione con la preghiera e con la rivista mantenga viva la devozione a san Giuseppe, patrono della Chiesa universale. Nei nostri tempi anche a livello di vita ecclesiale, viviamo un po’ sopra le righe. Da un punto di vista della fede, troppo spesso, mi sembra che si  accettino solo quelle verità che accarezzano il nostro orgoglio. Qualche volta subiamo la tentazione di coltivare i nostri impegni in parrocchia con uno spirito di servizio che nasconde però la ricerca di soddisfazioni personali. Si ha l’impressione che nei nostri rapporti con Dio e con i fratelli siamo nati adulti, senza un apprendistato del cammino della vita e della fede. Prego spesso lo Spirito Santo che mi conservi un cuore disponibile  aperto ai suoi desideri.
Anna Maria - Reggio Calabria
 
Cara Anna Maria,
anche noi viviamo questa spirituale soddisfazione di sentire san Giuseppe camminare accanto a noi nel donarci un esempio di come possiamo  aiutare Dio a costruire il suo Regno di amore, di fraternità e di pace. Le qualità specifiche della spiritualità di san Giuseppe sono: l’umiltà, il silenzio e la disponibilità ad agire con prontezza ai desideri di Dio. Queste qualità spesso non hanno l’onore e la soddisfazione della ribalta e degli applausi, ma sono energie che danno vita al nostro agire. Mi piace pensare alla figura di san Giuseppe come la dinamo di una bicicletta che dall’attrito con la ruota produce luce e illumina la strada. La sua vita, nell’ombra e nel silenzio, era mossa da un’energia potente, entusiasta come il ritmo dei pedali di un giovane innamorato. La spiritualità di san Giuseppe è sorretta dai valori evangelici paragonati alle radici e ai fermenti del Regno del Padre, che da un minuscolo seme si fa albero nel segreto della terra, al lievito che fermenta disperdendosi nella farina. Lo stile di san Giuseppe è la realizzazione del suo stesso nome, infatti, il nome di Giuseppe significa: colui che fa crescere. È il compito di ogni cristiano: aiutare i fratelli e le sorelle a crescere in umanità e santità.
 

Diario di una lettera «Raccomandata»

Stimato Don Mario,
il vivere umano è mossa dai sentimenti. Anche un foglio di carta, infilato in una busta e imbucato in una cassetta delle Poste, è un veicolo di sentimenti. Questi sentimenti, prima dell’avvento d’internet, viaggiavano su superfice, erano viaggi, a volte, rapidi o meno rapidi, tranquilli o insidiosi. Sempre e comunque, avvisi di pagamento: veloci come lepri;  le lettere dei fidanzati: lente come tartarughe.  La consolazione che viaggiavano. Il verbo fondamentale per una corrispondenza postale è: camminare.  Non sempre è così. Per questo ecco  una conversazione immaginaria con una reale lettera «Raccomandata». 
Così inizia la confidenza.
«Si era verso mezzogiorno del 27 febbraio, il clima era rigido, la gente, imbottita in pesanti cappotti e fasciata dalla sciarpa, camminava con passo svelto. Anch’io godevo il tepore del mittente della lettera. La sua mano calda mi raggiunse e mi consegnò a un’impiegata dell’Ufficio postale che mi posò su un tavolo a parte. Avevo un trattamento di riguardo perché non ero una lettera comune, ma una “raccomandata”. Sentivo sussurrare con tono malevolo le altre lettere che mi guardavano come una “privilegiata” che non andava in fila come le altre lettere. Il privilegio consisteva di non viaggiare con la truppa, ma in corsie di preferenza. Ho visto che tutte le altre lettere si muovevano in massa, alla rinfusa e tutte ammucchiate: io era la “privilegiata” e mi era stato riservato un percorso da “raccomandata”. Nella mia solitudine di “privilegiata” pensavo che il mio viaggio durasse se non poche ore almeno pochi giorni. Si trattava di arrivare nel cuore di Roma, partendo dalla periferia di Milano.  Dalla mia sensazione di essere trattata con riguardo sono passata allo sconforto più nero. Ero uscita dal movimento e mi trovavo parcheggiata in un ambiente buio, isolato, dove non capitava mai nulla. Silenzio e immobilità. Avvertivo le giornate allungarsi, la luce riscaldare gli ambienti, il cinguettio degli uccelli, il vociare degli operatori aveva un tono allegro. Pensavo che fosse arrivata la primavera. Il risorgere della natura coinvolgeva l’umore delle persone. Ci fu un momento in cui pensavo che il mondo si fosse fermato. Avevo incominciato a contare non solo i giorni ma anche le settimane.  Nella lettera scritta a mano, che la mia busta custodiva, il mittente datava lo scritto alla vigilia della Quaresima.  Dal rallentamento della corrispondenza e dell’ovattato parlare del personale, mi accorsi che potevamo essere nelle festività pasquali; infatti, il mio calcolo delle settimane corrispondeva a questo periodo pasquale: quaranta giorni. Quando fui consegnata alla Posta era poco prima dell’inizio della Quaresima di quest’anno 2014 (3 marzo, ndr).  La mia attesa si era quasi rassegnata a giacere nel dimenticatoio. 
Passarono poi i cinquanta giorni dalla Pasqua alla Pentecoste, ma niente: immobilità assoluta.  Passarono altre settimane: niente. Ma le ferie estive hanno smosso qualcosa. 
In un periodo di riposo lavorativo, ritornai su un tavolo di lavoro e finalmente il 19 agosto fui consegnata alle mani amiche del destinatario. Il quale fu molto contento non solo per le notizie che gli portavo e la breccia su un prolungato silenzio, ma soprattutto perché gli permetteva di uscire da un’apparente e involontaria ombra d’indifferenza verso lo scrivente». 
 
La lettera-raccomandata è finzione, ma il fatto è vero e non è unico.
Da Milano a Roma in 174 giorni, con una percorrenza di Km 3,57 al giorno. E dire che già dal tempo degli antichi   egizi i colombi viaggiatori  percorrevano dai 50 ai 100 kilometri al giorno.
Per informare gli  Associati delle lamentele che non sempre ricevono la rivista, possiamo assicurarli che regolarmente, ogni mese, spediamo a tutti  la rivista di San Giuseppe; comunque un dispiacere rimane: se paghiamo un servizio, per giustizia, abbiamo diritto che venga eseguito sia nei confronti della nostra Associazione, sia per correttezza dei rapporti con i nostri Associati.
 
 
Sabato, 08 Novembre 2014 12:01

Vostre lettere di ottobre

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Una solidarietà che rende vicino il lontano

Egregio direttore,
con un po’ di pudore mi sento spinto a comunicarle un’ispirazione, avuta nelle scorse settimane, alla quale ho obbedito con entusiasmo, prima, e con soddisfazione poi.
Sono un nonno che ama ed è amato da quattro splendidi nipoti. Desiderando fare loro un regalo in occasione del Natale dello scorso anno, ho avuto l’ispirazione di non consegnare nelle loro mani il pacco regalo, ma farlo passare dalla loro persona; un regalo che li accarezzasse ma per partire lontano: adottare un bambino in terra di missione. Ho spiegato loro il senso del regalo che andava a bambini che non dispongono di tutto quello di cui loro godono. Ho spiegato che molti bambini vivono senza l’affetto dei genitori, altri senza una casa, una scuola per istruirli e, a volte, con poco cibo per passare la giornata. Con soddisfazione devo dire che di buon grado hanno accettato il «regalo» e hanno gioito nel sapere che in una terra lontana, hanno un fratellino che sta crescendo con loro.
Lettera firmata da Milano
 
Gentile e caro «Nonno»,
il suo pudore le fa onore e ha obbedito alla parola di Gesù che invita a non suonare le trombe per far conoscere le azioni buone; addirittura, Gesù ammonisce che neppure la mano destra sappia quello che fa la sinistra.
Sono contento della sua comunicazione almeno per due motivi. Il primo motivo: ritengo che sia una saggia pedagogia far comprendere ai bambini che non si può essere contenti da soli e che il bene condiviso fa cresce la gioia del vivere. Don Guanella diceva che «nel cammino della vita, di questa vita, a volte tanto difficoltosa, trovare dei buoni amici è di grande conforto»; questo ci permette di guardare all’avvenire con la certezza che Dio non abbondona nessuno e che ogni mano che ci offre un sostegno è la stessa mano di Dio che si fa Provvidenza.
Il secondo motivo è il «contagio». Ritornando a don Guanella devo ricordare che la sua pedagogia del cuore passava anche per la strada del contagio: il bene è, per sua natura, contagioso. C’è da auspicare che la sua testimonianza possa davvero essere contagiosa. 
 

 

Un’offerta di luce e forza a chi è fragile

Caro amico, don Mario,
le scrive una nonna malandata, carica di anni e stanca, per dirle che sono molto riconoscente poiché continuo a ricevere la rivista La Santa Crociata in onore di san Giuseppe, anche se nella mia condizione economica disagiata non posso inviarvi nulla per sostenere le spese. Il mio debito è grande, per questo il Signore vi ricompensi. A volte gli occhi sono stanchi e vorrei pregare il Sacro Manto in onore di San Giuseppe, ma le forze mi mancano. Chiedo: non avete una cassetta con la registrazione del Sacro Manto e il santo rosario in onore di san Giuseppe? Mi potrebbe aiutare a pregare con maggior costanza e fervore. 
Lidia - Manerbio (BS)
 
Cara nonna Lidia,
grazie del «caro amico» che mi fa sentire di casa e mi permette di dirle che ci è sempre cara la parola di Gesù quando per bocca di San Paolo afferma: «c’è più gioia nel dare che nel ricevere». San Giuseppe ha provveduto alle necessità della sua famiglia a Nazareth e siamo certi che susciterà sentimenti di generosità nell’animo di persone meno «malandate e meno stanche per il peso degli anni» a supplire per lei.
La nostra pubblicazione e la costante preghiera sono doni dello Spirito per offrire nuova linfa alla fatica del vivere quotidiano. La riflessione scritta, offerta dagli autori degli articoli, desidera essere un supplemento all’anima degli associati per mantenere l’entusiasmo della fede e conservare quel «fuoco» di generosità che Gesù ha acceso nelle nostre vite spinte a fissare lo sguardo su quel Cuore trafitto da una lancia d’ingratitudine, ma trasformato in sorgente di amore. «Guarderanno a colui che hanno trafitto». 
La nostra pubblicazione desidera essere un collirio capace di potenziare il nostro sguardo e ammirare meglio quel cuore simbolo pulsante dell’amore appassionato di Gesù per noi.
La sua idea di registrare la preghiera del Sacro Manto e il rosario in onore di san Giuseppe la teniamo calda nel cuore e tenteremo di provvedere quanto prima alla sua realizzazione.
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