Carissimo don Mario, mi ha fatto tanto piacere il tuo interessamento e i saluti arrivati a voce da Vito, nostro comune amico. Tu sai già che, nel settembre 2014, ho lasciato gli Stati Uniti, dove avevo lavorato per alcuni anni a Chelsea nello Stato del Michigan, nella filiale della Pia Unione negli USA, e mi stavo preparando con entusiasmo ad andare in Nigeria per almeno un anno come aiuto nella formazione dei nostri novizi. L'Africa è sempre stata il sogno della mia vita fin dalla giovinezza. Per la verità avvertivo qualche dolore alle giunture, ma i medici la diagnosticarono come una forma di artrosi e le radiografie rilevavano solamente alcune vertebre un po’ schiacciate.
Gentilissimo, caro don Mario Carrera, ormai la Porta Santa nella Basilica di San Pietro è stata aperta. A novembre noi stavamo ancora davanti alla “chiusura”. Spiritualmente siamo entrati attraverso di essa. Speriamo che questo sia vero! Con cuore grato noi ricordiamo gli uni gli altri gli splendidi giorni a Roma, ricchi di eventi. Sono stati giorni di grazia che continuano a vivere in noi. Questo saluto è soprattutto per lei, caro don Mario, perché è stato per noi il dono, averla incontrata ancora una volta nella Pia Unione. Lei ci ha dedicato un sacco di tempo e ci è stato veramente vicino, come Gesù ha particolarmente raccomandato all’umanità durante l’anno della misericordia. Lei ci ha testimoniato quello che Gesù ha detto: «Siate misericordiosi come io sono misericordioso». Proprio questo amore misericordioso ci ha permesso di imparare ancora di più i sentimenti di Gesù. Lei è stato ed è un dono per noi e per molti. Grazie! Io vorrei esprimere un altro grazie per la buona collaborazione durante il 2015 e auguro a tutti noi che così possa essere nel nuovo anno 2016. Con quest’augurio, auguriamo a lei e a tutta la sua squadra un Natale benedetto e per intercessione di San Giuseppe un 2016, anno ricco della grazia della misericordia. Con i migliori riconoscenti saluti da St. Trudpert auguriamo: Dio vi benedica e vi protegga tutti.
Vostre, Suor Bernita, Suor Fertraud, Suor Emanuela
Care sorelle, la gioia è mia nel registrare la vostra soddisfazione per la vostra permanenza a Roma in occasione dell’incontro della famiglia guanelliana con il santo padre Francesco. E’ stata una giornata indimenticabile poterci ritrovare a Roma per ringraziare la bontà di Dio nell’averci concesso la gioia di celebrare solennemente il 1° centenario della morte del nostro santo Fondatore. Il vostro legame con la nostra Pia Unione, che fra poco compirà il centesimo anno di esistenza, ci sprona a spingere ad allargare i confini della nostra carità a favore dei morenti sparsi in ogni latitudine del pianeta Terra. Spero che i vescovi delle diocesi indiane del Kerala e di Madhya Pradesh, come mi scriveva la vostra madre generale, Schwester Simone Burger, possano dare l’approvazione per aprire delle filiali della Pia Unione del Transito di San Giuseppe nelle loro diocesi, nelle quale come abbiamo conosciuto dalla missione caritativa della beata Madre Teresa di Calcutta il morire in solitudine e abbandonati è numericamente drammatico. Per questa sua meritevole missione, madre Teresa, campionessa eroica della carità, nei prossimi mesi sarà canonizzata.
Reverendo direttore, ho ricevuto il quadretto con l’immagine di san Giuseppe di cui ha voluto farmi dono, proprio in un periodo di preoccupazioni. E’ stato come se san Giuseppe avesse voluto portarmi concretamente il suo conforto e la risposta alle mie preghiere. Voglia scusare il ritardo nel dirle: grazie! San Giuseppe è sempre con me nelle difficoltà che non mancano mai. Il quadretto è piaciuto anche ad altre persone alle quali vorrei farne dono in occasione delle prossime festività e per questo le chiedo di inviarmene altri quattro, con qualche preghiera del Santo. Le persone alle quali ho fatto conoscere questa fonte di grazie, San Giuseppe, hanno potuto sperimentarne l’efficacia. Grazie per il periodico, sempre più bello. Le chiedo la carità di una preghiera e la benedizione di San Giuseppe. Con stima e gratitudine.
Maria Prestini, Caslano (Svizzera)
Cara signora Maria, ringrazio lei per la sua bella testimonianza di fede, di affidamento a san Giuseppe e i complimenti per la rivista. La sua custodia non smentisce mai. Qualche volta si fa attendere, ma non dobbiamo disperare. Papa Francesco ha detto che san Giuseppe, da buon falegname, qualche volta si fa attendere nel riparare qualche nostro guaio. Si fa attendere ma non si dimentica. La sua custodia è fedele. Dio la benedica e San Giuseppe sempre le sia a fianco.
Rev. Padre Direttore, desidero rendere testimonianza della grande grazia ricevuta da San Giuseppe. Una sera di gennaio scorso, mentre rientravo dall'ufficio a piedi per la pista ciclabile, un'auto uscita di strada mi investì. In quei brutti istanti mi sembrava di essere sollevata da terra: mi rialzai lentamente completamente illesa senza alcun graffio, solo tanta paura. Con le mie semplici parole cerco di essere concisa raccontando i punti più importanti. Al mattino seguente andai in chiesa davanti all'altare di San Giuseppe per ringraziare della grande grazia ricevuta. Prego sempre e sono tanto devota al Santo e abbonata alla rivista " La Santa Crociata" da tantissimi anni. Caro San Giuseppe proteggimi sempre, grazie.
Cordiali saluti.
Anna Maria Marchioro, Malo (VI)
Gentile Anna Maria, nella vita tutto è dono e tutto è grazia.
Provvidenzialmente c’è sempre una mano invisibile che ci preserva e in questo la nostra sensibilità religiosa riconosce in questa mano benedicente la stessa mano di san Giuseppe che nella sua vita ha avuto da Dio il compito di custodire in vita la santa famiglia di Nazareth e ora di custodire i fratelli e le sorelle di Gesù che con il battesimo sono entrati a far parte della sua stessa vita divina. Giuseppe, che ha educato Gesù a essere modello del Buon Samaritano per tutta l’umanità, ha il compito di ottenerci da Dio tutti quei sussidi che possano aiutarci a mantenere sveglio il desiderio di vivere come testimoni autentici del messaggio evangelico.
Reverendo don Mario, di tutto cuore ringrazio per la lettera che mi ha inviato. Avendo ormai qualche debolezza fisica ed essendo avanzata negli anni, prego sempre più S. Giuseppe che mi sia vicino al momento del transito. In questo mi affido anche alle sue preghiere. Fraternamente.
Germana Munari, Malawi
Cara Sorella, sono io a ringraziarla per la sua breve lettera, ma soprattutto per il luogo da cui viene che esprime anche la soddisfazione per il largo raggio in cui la rivista di san Giuseppe porta un messaggio di fede e di amore. Il centro dell’Africa centrale, lo scorso mese, è stato sotto gli occhi di tutti con una particolare attenzione per la visita di papa Francesco. Proprio al centro di questo continente il Papa ha voluto anticipare l’apertura della «Porta santa» del giubileo della misericordia in un territorio carico di speranza seppur travagliato da tanti conflitti. Nella nostra preghiera non ci sono soltanto le popolazioni degli stati africani, ma anche la sua persona, cara Germana. Ogni giorno, in modo particolare, abbiamo nel cuore della preghiera lei e tutti gli iscritti alla nostra Pia Unione dl Transito di san Giuseppe. Malawi, significa «scintillio di sole» a causa del grande lago collocato al centro del vostro paese e che rende fertile il vostro territorio. La nostra preghiera assomiglia a questo «scintillio di luce» che rende luminoso il nostro cammino. Nelle mani di san Giuseppe mettiamo i desideri dei nostri associati e su tutti invochiamo la sua custodia per un benessere fisico e spirituale.
Reverendo padre, ho sempre ricevuto grazie per intercessione di san Giuseppe e per questo gli sono riconoscente. Ora attendo il suo aiuto per la salute di mia sorella della quale già intravedo il suo graduale aiuto. Gradirei tanto che la borsa di studio che intendo offrire sia a nome di mia sorella Adriana e sia un pegno di amore affinché san Giuseppe l’aiuti sempre. La ringrazio e chiedo una preghiera per la mia famiglia.
Maria Laura - Lucca
Cara Maria Laura, con lei ringrazio la bontà di Dio-Padre per l’intercessione di san Giuseppe. È tanto importante aver costantemente nell’animo la freschezza della gratitudine e della riconoscenza. In un mondo in cui tutti avanziamo diritti e pochi doveri. Le ragioni della gratitudine nascono dalla sensibilità del proprio animo e sono sempre figlie che nascono dal patrimonio della fede e della speranza che illumina il cammino della nostra vita soprattutto nei momenti di buio e di difficoltà. Le sono molto grato anche per la bora di studio di aiuto a un seminarista povero delle nostre missioni all’estero. San Giuseppe è stato il primo educatore di Gesù, il sommo ed eterno sacerdote, quindi è impegnato anche lui a fornire aiuto per i futuri sacerdoti in formazione. La benedizione di Dio per l’intercessione di san Giuseppe sia sempre su di lei, sulla sua cara sorella.
Gentile Direttore, ho trovato nella mia parrocchia la vostra rivista di san Giuseppe, l’ho trovata interessante soprattutto per la sua missione quella di pregare per le persone agonizzanti. Vorrei sapere qualcosa di più su questa associazione. La ringrazio per la risposta e saluto cordialmente.
Antonio (per e-mail)
Caro Antonio, grazie dell’attenzione. La nostra Pia Unione del Transito di san Giuseppe è stata ideata come ultimo impegno di carità da parte di don Guanella per sopperire a un momento di povertà radicale qual è la morte. Ha ideato questa associazione in cui gli associati si impegnano a pregare il buon Dio per l’intercessione di san Giuseppe affinché ci sia un supplemento di grazia per un momento così difficoltoso per la nostra natura umana che sente nella sua carne il desiderio di immortalità. Se mi manda il suo indirizzo di casa le faccio aver un dépliant in cui è spiegato un po’ in lungo la scopo della nostra azione evangelizzatrice anche la rivista che sostiene e accompagna gli associati nella vita di fede elevando a Dio per l’intercessione di san Giuseppe preghiere per le nostre sorelle e fratelli giunti al traguardo della vita terrena. Quello che noi facciamo oggi per loro, domani altri lo faranno in nostro favore e anche le nostre preghiere di oggi per gli altri saranno un capitale che Dio riverserà sulla nostra anima con un supplemento di misericordia. Anche questa è un opera di solidarietà. Un caro saluto e tanti auguri in comunione di preghiere.
Rev.Padre Direttore, voglio rendere testimonianza della grande grazia ricevuta da San Giuseppe. Una sera di gennaio scorso, mentre rientravo dall'ufficio a piedi per la pista ciclabile, un'auto è uscita di strada e mi ha investita. Mi sembrava di essere sollevata da terra, stesa sull’asfalto mi alzai lentamente completamente illesa senza alcun graffio, solo tanta paura. Mentre volavo per aria ho invocato San Giuseppe. Con le mie semplici parole ho cercato di essere concisa e di aver raccontato i punti più importanti. Al mattino seguente andai subito in chiesa davanti all'altare di San Giuseppe per ringraziare della grande grazia ricevuta. Prego sempre e sono tanto devota al Santo, inoltre sono abbonata alla rivista " La Santa Crociata" da tantissimi anni, che leggo con passione, poiché mi aiuta a perseverare nella fede ed essere generosa e attenta ai bisogni del prossimo sull’esempio di Giuseppe custode della Santa Famiglia. Caro San Giuseppe proteggemi sempre, grazie. Cordiali saluti.
Anna Maria Marchioro (Vicenza)
Cara Anna Maria, è sempre una gioia condivisa leggere l’amabile attenzione con cui san Giuseppe segue le vicende della nostra vita. Nel nostro spirito si accende la luce dello stupore di fronte a vicende straordinarie che attraversano nel bene e nel male la nostra vita. Una delle qualifiche che l’evangelo attribuisce a san Giuseppe è quella di “custode”. Dio, il creatore dell’universo, ha consegnato il suo Figlio “unigenito” a Giuseppe perché lo custodisse. La custodia non era come una serratura che protegge la casa, ma un cuore che pulsasse in sintonia con tutte le aspirazioni di questo figlio “singolare”. La custodia, quindi, non era fatta solo di alimenti, necessari per la crescita umana, ma anche di affetto, di stima, di fiducia, di istruzione. Insomma, un apprendistato al vivere sociale con un’apertura alla ”sapienza divina” e alle relazioni umane. Dice appunto l’evangelo che Gesù a Nazareth «cresceva in età in sapienza e grazia presso Dio e gli uomini». La custodia, assegnata da Dio per Gesù, per san Giuseppe ora è estesa a tutti i credenti nel suo Figlio Gesù. La delicatezza usata a Nazareth ora è riservata a tutti noi. A volte ce ne accorgiamo, altre volte passa come una carezza di vento senza che l’avvertiamo. L’importante è non dimenticarsi di ringraziare.
Gentile don Mario Carrera, dal profondo dell’animo la ringrazio sentitamente per la sua sensibilità e preghiera perché quando si vive la sofferenza per anni e la si coglie sul volto di tante persone di diverse età che incontro all’Ospedale di Niguarda, a Milano, quando faccio la chemio, una parola, uno scritto, un sorriso, una preghiera, uno sguardo, dona gioia al cuore ed è “quel niente” ma che è “quel tutto” che fa alzare lo sguardo in alto e dà coraggio. Ringraziando nuovamente e affidando alle sue preghiere e alla protezione di san Giuseppe me, mia sorella, e i miei familiari che con affetto mi stanno vicini, auguro con tutto il cuore ogni bene, tante soddisfazioni a lei e alla Pia Unione per il bene che viene fatto e donato. Con stima i miei cordiali saluti unitamente a mia sorella.
Cecilia, Milano
Gentilissima e cara signora Cecilia, innanzitutto la ringrazio del suo ricordo per i nostri poveri che desiderano un costante gesto di solidarietà. Le voglio anche assicurare il nostro ricordo nella preghiera affinché san Giuseppe le sia accanto in questo periodo in cui è costretta alle cure della chemio. Sappiamo che la nostra vita è nelle mani di Dio e noi supplichiamo il Dio della vita che ci permetta di trascorrere con serenità i giorni del nostro pellegrinaggio sulla terra. Dio, padre buono, non è sordo alle nostre preghiere e ci fornisce energie sufficienti per superare gli ostacoli che incontriamo sul nostro percorso. Non dimentico anche sua sorella Graziella che, oltre essere una «grande grazia» e non solo «piccola grazia» (graziella!), le sta accanto per condividere con lei gli affanni del vivere umano. Le sono vicino anche nella sua opera di consolazione per gli ammalati che incontra all’ospedale nella Via Crucis della chemio. Davvero lo Spirito santo dia calore e forza alle sue parole di condivisione che ci aiutano a guardare in Alto da dove viene l’energia per vivere dignitosamente la nostra esistenza. Dio la benedica sempre, la conforti e san Giuseppe le faccia sentire la sua presenza benevolmente paterna.
Caro Don Mario, Le scriviamo per comunicare la dolorosa perdita della nostra mamma Enrichetta Tuffanelli avvenuta nei primi mesi di quest’anno 2015. È stata una mamma esemplare che ci ha educati a una profonda devozione a San Giuseppe. Con tanto amore ha fatto in modo che anche noi figli apprendessimo, attraverso la preghiera, gli insegnamenti della fede cristiana utili ad affrontare la vita. Certi di una Sua preghiera per la nostra mamma e per la serenità della nostra famiglia La salutiamo cordialmente.
Lorenzo e Nadia
Carissimi Lorenzo e Nadia, è davvero consolante leggere la vostra testimonianza che non solo esprime affetto e stima per la mamma, ma anche per il patrimonio del suo insegnamento che rimane nel tessuto della vostra vita colorato da virtù cristiane e sentimenti di solidarietà verso il prossimo. Abbiamo iscritto la mamma al Suffragio perpetuo della nostra Pia Unione, così ogni giorno avremo un ricordo nella santa messa come gratitudine a Dio per il dono della sua vita e anche per rinverdire quella rugiada di benedizioni che i nostri cari defunti chiedono a Dio di far scendere sulle nostre vite di pellegrini ancora su questa terra. La gratitudine è il fiore dell’amore che nasce nel cuore e si esprime con il grazie delle labbra. Nella vita ordinaria noi con fatica e raramente ci rendiamo conto che abbiamo ricevuto molto di più di ciò che diamo. Quando scopriamo la gratitudine, la nostra vita si arricchisce di una qualità stupenda; dovremmo tentare di non perderla per non intristire la vita. Come mamma Enrichetta è in benedizione nei vostri cuori, san Giuseppe vi aiuti a essere benedizione per il vostro prossimo.
Caro don Mario,
ho assistito alla trasmissione di TV2000 alla quale lei partecipava. É vero, non morire da soli, stringere la mano di chi sta facendo il "passaggio", la Pasqua della nostra esistenza terrena è veramente necessario. Ci vorrebbero degli hospice all'interno o vicino le strutture ospedaliere. Oggi la vita media umana si è allungata ed io stessa, nel corso della attività lavorativa, ho assistito ed accompagnato delle creature che sono passate dalla vita terrena alla vita.... nella eternità. Molte sono morte sole. Secondo lei si potrebbe concretizzare una "struttura" e/o ambiti di accoglienza ed amore per queste creature, tra cui, anche all'improvviso potremmo esserci pure noi?
Giovanna
Cara Giovanna,
sognare con forza rende possibile anche i sogni più ardui. Comunque tutti abbiamo la possibilità di attuare un’alleanza terapeutica: la medicina e la preghiera come rapporto solidale con i nostri fratelli e sorelle sparse nel mondo. Pregare è respirare con il respiro di Dio e in questa comunione diamo un po’ di ossigeno anche ai fratelli e alle sorelle. San Giuseppe in questo ci aiuta. In una lettera il famoso poeta Goethe scriveva ad un amico che avrebbe tanto desiderato che al momento della sua morte egli fosse presente così da avvertire con il calore della sua mano un supplemento di coraggio nell’affrontare la paura. Dio ci dia sempre la forza di equipaggiare i passi penultimi della vita attiva con il sapore dei passi ultimi alla soglia dell’eternità. Auguri.
Don Mario
Stimato Direttore,
Le scrivo per raccontare che ho conosciuto San Giuseppe circa quindici anni fa, avevo venticinque anni e ne sono diventato devoto grazie ad un gruppo di persone che s’incontravano regolarmente per discutere fatti e problemi quotidiani con visuale religiosa, non bigotta. Erano aperti a tutti. A causa di un problema di vicinato (problema di servitù che io ho provato in tutti modi a risolvere senza l'intervento degli avvocati, ma per volere della controparte portato in tribunale) ho pregato la novena. Il giorno dopo averla conclusa, ho ricevuto la notizia che il giudice aveva dato ragione a me per la seconda volta. Non essendo comunque la situazione definitivamente conclusa, ho recitato nuovamente la novena e, conclusa, ricevevo nuovamente il 21 marzo la comunicazione del mio avvocato che la situazione era risolta definitivamente. Personalmente venero San Giuseppe più come protettore della famiglia e del lavoro che come protettore dei morenti, ma mi rendo conto che la morte improvvisa è sempre dietro l'angolo.
Fabio Angiolini – Varese
Caro Fabio,
grazie della tua testimonianza che ci fa scoprire come san Giuseppe ricama la nostra vita con i suoi puntuali interventi. A volte sono evidenti e puntuali, in altre circostanze si fanno attendere con pazienza, ma sono convinto che nella maggior parte sono come le carezze del vento di cui parla Gesù nel suo colloquio con Nicodemo: sentiamo l’effetto, ma non ci accorgiamo da dove vengono e dove sono dirette. Nella nostra vita tutto è grazia. Appassionati dal momento presente, le nostre richieste a san Giuseppe riguardano l’immediato, ma dovremmo imparare a non sentirci isole, ma dare alla preghiera un respiro universale. Nella nostra preghiera all’intercessione di san Giuseppe sono affidate le anime che quotidianamente da tutta la terra bussano alla porta della casa della misericordia divina. La nostra preghiera abiti il «già», ma anche il «non ancora» che è il cuore del nostro futuro.
Carissimo direttore,
innanzitutto vi ringrazio per la bellissima agenda 2015 che mi avete inviato. L’ho apprezzata molto e vi ringrazio anche per la rivista che ricevo ogni mese; è un vero balsamo per me immergermi nel leggere i diversi articoli, specialmente l’editoriale scritto da lei. Invio un piccolo dono per la Pia Unione, una goccia nell’oceano. Pregate per la mia famiglia e soprattutto per mio figlio e la moglie che hanno perso il lavoro. Vi ringrazio e vi saluto.
Eufemia Corsi, Montreal, Canada
Cara signora Eufemia,
siamo noi a ringraziare lei che ci dà la gioia di essere utili a mantenere viva e scintillante la fede. L’Agenda ha voluto essere un omaggio floreale, abbiamo voluto donare a ogni giorno una scintilla di luce, un buon pensiero, un’elevazione verso l’alto per tentare di respirare il respiro stesso di Dio. Per gli associati all’estero, tanti come lei, la nostra corrispondenza, la rivista di San Giuseppe aspira a mantenere vivi i nostri legami e anche per non far dimenticare la nostra dolce lingua italiana. Abbiamo nel cuore anche la famiglia di suo figlio, preghiamo che questa crisi economica, che si sta espandendo anche nei paesi “ricchi” come il Canada, passi. San Giuseppe che ha conosciuto il disagio e la povertà come ogni operaio è attento alle nostre preghiere e spero che quando leggerà questa risposta tutto sia risolto felicemente.
Gent.mo don Mario,
Caro don Mario,
Carissimo direttore, questa mia per comunicarle che una abbonata ma soprattutto devota al santo protettore Giuseppe, lo scorso 23 agosto ci ha lasciato.
Molto reverendo don Mario, sono associata alla Pia Unione del Transito da più di venti anni insieme a mio marito Angelo che il 24 gennaio scorso è ritornato alla Casa del Padre. Credo che San Giuseppe, grazie alle preghiere di tutti gli associati, gli sia stato vicino al momento del passaggio da questa vita alla Vita eterna, avvenuto con grande serenità. Il nostro matrimonio è durato 54 anni più sei anni di fidanzamento (non avevamo i mezzi per sposarci prima) nel rispetto e nell’amore reciproco e frutto del nostro matrimonio sono stati i nostri quattro figli (uno dei quali è un angioletto in Paradiso). Angelo ha dedicato la sua vita alla famiglia con tanto amore. Circa quarant’anni fa abbiamo avuto la fortuna di fare insieme un cammino di conversione. Entrò a far parte della Caritas Diocesana dove collaborò e s’impegnò nei Centri d’Ascolto fino a pochi giorni prima di morire. Il prossimo 28 maggio avrebbe compiuto 89 anni.
Anche se a volte con le lacrime agli occhi, ringrazio il Signore per tutti questi anni che ci ha donato nella condivisione di ogni cosa. Tutte le sere recitavamo insieme il Santo Rosario; ora lo recito da sola ma lui è spiritualmente vicino a me e, come mi aveva promesso, lo sarà sempre. La prego trascrivere il nome di mio marito all’Unione Suffragi, grata se vorrà celebrare per lui una Santa Messa il prossimo 24 giugno. Ringrazio San Luigi Guanella (che prego ogni sera) per aver fondato questa grande Opera in onore di San Giuseppe e per tutto il bene che ne deriva per i vivi e per i defunti. Unisco anche la mia povera preghiera per gli agonizzanti e una modesta offerta che andrà a sollievo dei vostri poveri che sono anche i nostri.
Lettera firmata
Carissima Abbonata, la sua lettera è un mezzogiorno di luce per la gioia della sua esistenza spesa nell’amore e per amore. Nelle sue parole si sentono la fragranza del Cantico dei Cantici, lo stupore immutato degli anni giovanili e il patrocinio di ricchezza d’animo che avete acquisito in oltre sessant’anni di scambi reciproci di doni. In questa stagione di amori fragili e «stagionali», queste testimonianze forti ci danno la certezza che Dio semina la storia di amore e vuole che sia lievito per trasformare la storia in amorosa eternità. Un amore rinnovato per continuare, in eterno, nella pienezza della risurrezione.
Caro e amato San Giuseppe, tu sei stato custode di Gesù e per questo alla tua protezione vorrei affidare tutti i bambini del mondo e in particolare mio nipote Matteo, stupenda creatura, in occasione del suo primo compleanno. Come di ogni bambino in una famiglia la sua presenza dà gioia e felicità, moltiplica le energie, rende lievi le fatiche, interpella sul cammino, mai concluso, dell’essere pienamente persone.
Quando giochiamo insieme a un bambino è come se ci trovassimo per «strada» e celebrassimo il nostro incontro tra quello che il bambino è e quel che siamo noi, in modo che si compongano come accordo di una suonata e rifulgano come goccia di rugiada.
Quando ci rallegriamo l’un l’altro è come se ci comprendessimo misteriosamente e per magia diventassimo leggeri come acrobati sul trapezio: ci libriamo nel cielo e ci immergiamo nelle profondità degli abissi marini per scoprire tanti mondi, così siamo orgogliosi, a vicenda, delle nostre magnifiche vite.
Questi sentimenti sono nel mio animo e prego e sogno che possano cantare nell’animo di tanti genitori così da crescere in armonia di sentimenti e di amore sotto la vigile protezione di san Giuseppe custode affettuoso della santa Famiglia di Nazareth.
Milva
Gentile e cara professoressa, è nobile il suo gesto di aver affidato alle mani affettuose di san Giuseppe oltre che il suo nipote Matteo anche i bambini del mondo. È un luogo comune dire che ai bambini appartiene il mondo di domani, ma noi che crediamo alla bontà misericordiosa di Dio sappiamo che ogni creatura umana che entra in questo mondo è una stella che si accendo nel cielo dell’umanità, ma soprattutto è la certezza che Dio non si è stancato di noi e che, nonostante noi, ancora ci sorride e investe sul nostro futuro. A Matteo e ai bambini è affidato l’avvenire del mondo e noi con fede lo affidiamo alla custodia di san Giuseppe; egli che con Gesù, il nuovo Adamo della creazione rinnovata, ha sognato e sperato in un mondo rinnovato, lo possa proteggere e portare a maturazione i semi di creatività, fantasia e santità che Dio affida a chi entra nella storia umana.
Con Matteo le assicuro che tutti i bambini ogni mattina nella messa sono davanti al volto di Dio con una preghiera di intercessione affinché tutti possa realizzare il sogno che Dio ha sognato per le loro vite.
Le scrivo per invitarla a inserire nelle vostre preghiere del «Suffragio Perpetuo» il prof. Mario Palmaro che come un faro nella notte si è spento ancora molto giovane.