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Super User

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Mercoledì, 02 Aprile 2014 15:26

Tre grazie a Dio

Morire in casa con speranza

“Il buon morire” 

Nella sua omelia, il Papa commenta la prima lettura del giorno che racconta la morte di Davide, dopo una vita spesa al servizio del suo popolo. Sottolinea tre cose: la prima è che Davide muore "in seno al suo popolo". Vive fino alla fine "la sua appartenenza al Popolo di Dio. Aveva peccato: lui stesso si chiama 'peccatore', ma mai se ne è andato fuori dal Popolo di Dio!":
Mercoledì, 12 Marzo 2014 15:58

San Giuseppe nelle omelie di Francesco

“Vocazione del custodire”

 
Le circostanze della elezione di Papa Francesco hanno voluto che la Messa con l’imposizione del pallio e la consegna dell’anello del pescatore per l’inizio del ministero petrino del Vescovo di Roma, coincidesse con la solennità di San Giuseppe, sposo della Vergine Maria e patrono della Chiesa universale, nonché onomastico di Papa Benedetto (Joseph Ratzinger). All’omelia, Papa Francesco racchiude nella “custodia” la missione che Dio affida a Giuseppe. Una pagina indimenticabile.
 

di Angelo Forti

Il Papa Francesco ha una grande devozione per San Giuseppe. Fuori la sua stanza nella Casa Santa Marta, si trova una statua del santo ai cui piedi il Papa lascia carte con richieste di grazie scritti da lui stesso. Quando i messaggi diventano troppi, la statua si alza un po’. La devozione a San Giuseppe accompagna il Papa da quando era giovane. La parrocchia di Flores a Buenos Aires, il quartiere dove è nato e cresciuto Jorge Mario Bergoglio, è dedicata a San Giuseppe. 

di Paolo Antoci

 
Cosa c’entra san Giuseppe con Lourdes? In effetti, ciò che maggiormente colpisce dei fatti della grotta di Massabielle circa le apparizioni dell’Immacolata a Bernadette Soubirous nel 1858, non è proprio san Giuseppe. Eppure anche lui, come è solito fare col suo stile discreto, opera insieme alla sua Sposa Maria e al suo Figlio Gesù per la salvezza universale. Lo ha fatto più di duemila anni fa mettendosi a servizio dell’umanità del Verbo incarnato e continua a farlo tutt’oggi servendo il suo corpo sacramentale che è la Chiesa e di cui è Patrono. Nessuna stranezza nell’affermare che dove c’è Maria, c’è anche il suo Sposo Giuseppe, seppur in maniera “silenziosa” ma non per questo meno importante.
Giovedì, 04 Febbraio 2016 14:39

La Pira un cristiano autentico da imitare

L’opera ben riuscita del nostro direttore don Mario Carrera su un cristiano impegnato

di Antonio Lovascio

Giorgio La Pira non era uno svagato sognatore, ma un “moltiplicatore” di Fede autentica, un testimone concreto della carità (come San Luigi Guanella), pronto a far giungere il suo grido di pace dove si innescavano i conflitti. Un siciliano innamorato di Firenze, “terrazza aperta sul mondo”: «I suoi tetti – diceva - formano un “tutto” armoniosamente unito... Città celeste e città terrestr». Impressionato dalla misura dell’uomo che vi si riflette (è la cifra dell’Umanesimo). Gli serviva a spiegare il rapporto finito-infinito, divino-umano.

Anche le parole subiscono il logorio del tempo; sia la «Santa Crociata» sia gli «araldi» hanno perso il loro significato originario e il tempo ha rivestito queste parole, ieri esaltanti, con una connotazione leggermente negativa. L’araldo nelle corti medievali svolgeva la funzione di ambasciatore. Nel tempo la stessa parola ha assunto il carattere di condottiero, di banditore, di messaggero.
La nostra sensibilità e spiritualità moderna preferiscono sostituire la parola araldo con «amico».  Un salmo parlando di un amico dice: «Tu sei mio compagno, confidente e legati da profonda amicizia»; per questo motivo il gruppo degli antichi «Araldi di san Giuseppe» assume il nome di «Amici di san Giuseppe», bambini e adolescenti che si mettono sotto la protezione  del Papà terreno di Gesù per condividere la confidenza e la sua protezione nella crescita degli anni.
Nelle nostre famiglie oggi i ragazzi sono coperti di tante cose, di attenzioni per la loro salute, di soddisfazione immediata per i loro desideri, ma troppe volte sono orfani di punti di riferimento, di modelli con cui confrontarsi.  Troppe volte i bisogni materiali, la ricerca affannosa di farli apparire da parte dei genitori nascondono un vuoto, una sete di confidenza, di dialogo, di voglia di confrontarsi.

Ascolta, ora!

Abbiamo ancora negli occhi le immagini e negli orecchi i canti della funzione liturgica della Presentazione di Gesù al tempio: la festa della luce. Giuseppe e Maria si recano al tempio per adempiere un rito che la tradizione ebraica prescriveva per i primogeniti. 

Già nel libro dell’Esodo Dio fa dire a Mosè: «Consacrami ogni primogenito; il primo parto di ogni madre tra gli israeliti – di uomini e di animali – deve appartenere a me».

Mercoledì, 11 Novembre 2015 13:55

Trasmissione radio - dicembre 2015

Ascolta, ora!

È con un sentimento di gratitudine a Dio che mi dà la possibilità di sintonizzarmi sulle onde di Radio Mater e di incontrare  con la voce e l’affetto tante persone.

Allora un cordiale ben trovate alle ascoltatrici e agli ascoltatori di Radio Mater  che questa sera desiderano passare un po’ di tempo in compagnia di San Giuseppe, invocarlo per le proprie necessità e imparare da Lui a sentire la voce di Dio che ci chiama a vivere in pienezza la nostra vita cristiane, corrispondendo alle chiamate personali che ognuno avverte nella sua vita.

Mercoledì, 11 Novembre 2015 13:55

Trasmissione radio - novembre 2015

Ascolta, ora!

In questi primi giorni di novembre le nostre comunità parrocchiali ci hanno invitato ad alzare lo sguardo, a squarciare il cielo sopra le nostre teste e a scorgere i frammenti di luce dell’aldilà, così da  «Vedere la comunità dei salvati, dei santi, che vivono con il Signore, sentirne la presenza e l’unione spirituale con noi ancora in cammino» su questa terra. E così esprimere il nostro rapporto spirituale con i nostri amati defunti, avvolti in un clima di nostalgia popolata di ricordi e di speranza.

Molti di noi hanno passeggiato nel cimitero quasi una galleria di ricordi, popolata dalle foto sbiadite dal tempo, ma in questa stagione fatte rivivere con la carezza di fiori freschi, segno di un affetto senza tramonto.

Mercoledì, 14 Ottobre 2015 12:35

Trasmissione radio - ottobre 2015

Ascolta, ora!

Cari ascoltatori,

Come sempre all’inizio di questo appuntamento, voglio esprimere un cordiale saluto a tutti: alle ascoltatrice e agli ascoltatori, a chi ci ascolta in casa o per strada tornando dal lavoro, a chi sta preparando la cena, ma, in particolare modo, a chi è afflitto dalle molte contrarietà, avversità che sono la cattiva salute, il disagio interiore della depressione, l’insofferenza nei confronti della stessa vita. La difficoltà di rapporto con i condomini, e, ancora di più, il malessere nella vita familiare come rapporto marito e moglie e genitori e figli; là dove si è perso l’abitudine di dire – come spesso suggerisce papa Francesco – dire: “chiedere permesso”, domandare scusa, pronunciare un grazie sorridente. Ma anche un saluto particolare a chi è arrabbiato con la stessa esistenza, per chi ancora non ha trovato un motivo forte e valido per vivere. Un particolare abbraccio a chi si sente inutile, solo, a chi è senza amici, vorremmo con quieta preghiera essergli accanto con tanto calore amichevole e affetto fraterno.

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