Cari amici della Pia Unione del Transito di S. Giuseppe,
con questo messaggio voglio segnalarvi un appuntamento spirituale molto importante: la bella tradizione de “Le 7 Domeniche in onore di san Giuseppe”. Molti di voi già le conoscono. Si tratta di una devozione che risale al XIX secolo ed è oggi diffusa soprattutto in Canada e in America, che raccoglie anche un vivace seguito in Europa e specie in Italia.
«Se la pena dell’inferno - scriveva il romanziere russo Dostoevskij - è l’incapacità di amare», la condizione che si vive in purgatorio è quella di laboratorio in cui si completa l’armonia dell’amore.
È difficile immaginare la condizione delle anime in Purgatorio, uno stato di sospensione in cui si nutre il desiderio di un amore totale pur tuttavia si avverte il disagio di non poterlo ancora abitare in pienezza.
Un paragone evangelico che ci consente di esplorare con efficacia il cuore di questo disagio è l’esperienza di Pietro dopo il tradimento consumato ai danni di Gesù. In quella circostanza «il Signore si voltò, incrociò lo sguardo di Pietro e l’amico fidato, Pietro, pianse amaramente».
La sofferenza struggente di un amore divinizzante da recuperare: questa è la pena del “Purgatorio”. È un’anticamera in cui si attende il ripristino del candore della vesta battesimale che ci era stata consegnata al momento del nostro ingresso nella stessa vita di Dio.
Quella veste che ha fasciato la nostra carne, nel momento in cui la Vita ci ha consegnato alla storia umana, ha subito qualche strappo, qualche logorio e ora ha bisogno di un rammendo.
Due sono le mani che rammendano. La prima è quella dei nostri cari defunti. In ragione di quel legame di affetto che per sempre ci legherà a loro, i nostri congiunti pregano per noi affinché la divinizzazione della nostra vita terrena non conosca il tramonto. La seconda mano amorevole sono le preghiere che eleviamo a Dio come suffragio a vantaggio dei nostri cari defunti e così pure gli atti di amore verso il prossimo bisognoso. Queste opere spirituali e corporali di misericordia ci mettono nella condizione di respirare la stessa carità divina che regge il mondo.
Mercoledì 14 novembre alle ore 16,30 ci troveremo in Basilica per vivere un momento solenne di preghiera di suffragio a vantaggio dei nostri cari defunti, e per tutte le persone iscritte alla Pia Unione del Transito di san Giuseppe che in quest’ultimo anno hanno raggiunto lo sponda dell’eternità.
Dice un proverbio che “Pane” è la più gentile, la più accogliente delle parole: ”Scrivetela sempre con la maiuscola, come il vostro nome”.
Davanti ad una persona affamata loa nostra fede vede il volto stesso di Gesù. Don Guanella suggeriva ai suoi preti e alla suore di dare in abbondanza pane e Signore. Facendo attenzione a non dare il pane senza il Signore e il Signore senza pane. Un pane da offrire con il sorriso e sentimenti di solidarietà.
Quando, liberato dalla schiavitù d’Egitto, il popolo ebreo dovette scontrarsi con gli Amaleciti, assai più numerosi e forti, il Signore gli promise la vittoria fintanto che Mosè, sulla cima del monte, teneva le mani alzate verso il cielo in atteggiamento supplice. L’episodio, narrato nel libro dell’Esodo, è per la tradizione cristiana un riferimento profetico a Gesù crocifisso che, stendendo le braccia verso il Cielo, con la sua supplica fa scendere sugli uomini la misericordia: «Sale la preghiera e scende la benedizione».
Giorgio La Pira non era uno svagato sognatore, ma un “moltiplicatore” di Fede autentica, un testimone concreto della carità (come San Luigi Guanella), pronto a far giungere il suo grido di pace dove si innescavano i conflitti. Un siciliano innamorato di Firenze, “terrazza aperta sul mondo”: «I suoi tetti – diceva - formano un “tutto” armoniosamente unito... Città celeste e città terrestr». Impressionato dalla misura dell’uomo che vi si riflette (è la cifra dell’Umanesimo). Gli serviva a spiegare il rapporto finito-infinito, divino-umano.
Caro San Giuseppe,
All’inizio di questo mese di febbraio siamo venuti a cercarti a Gerusalemme. Sapevo che saresti andato al tempio per esprimere la tua gratitudine al Padre per la tua paternità singolare e la maternità piena di Maria, la tua moglie e per donare il tuo figlio primogenito alla bontà divina.
Un ben trovate a tutte a tutte le persone che sono in ascolto e che desiderano partecipare alla nostra trasmissione per condividere questo momento di rapporto privilegiato che porta a galla i sentimenti nobili delle nostra vita.
Questo appuntamento mensile ha per titolo “Ora di spiritualità in compagnia di san Giuseppe”.
Un cordialissimo bentrovati in questo primo mercoledì di ottobre in cui la liturgia della Chiesa celebra la festa degli angeli custodi. Vogliamo invocare l’aiuto dei nostri angeli custodi con la preghiera delle liturgia di oggi: O Dio, che nella tua misteriosa provvidenza mandi i tuoi angeli a nostra custodia e protezione, fa’ che nel cammino della vita siamo sempre sorretti dal loro aiuto per essere uniti con loro nella gloria eterna in compagnia di san Giuseppe e della sua sposa e nostra mamma.
All’inizio di questo nuovo anno pastorale invochiamo su di noi e su tutte le persone che hanno necessità di luce e di calore umano, la luce dello Spirito santo che ha fecondato il grembo di Maria e ha chiamato san Giuseppe a condividere l’avventura di Dio nel volersi fare uomo per redimere gli uomini.
Come sempre è una gioia condividere con i nostri affezionati ascoltatori e ascoltatrici pensieri nobili di comunione tra il cielo e la nostra vita terrena in cui si riflette nel nostro quotidiano modo di vivere che dovrebbe essere una perenne eucaristia come eco festosa del nostro riposo che comunque si fa pane da condividere in fraternità anche in questi mesi in cui viviamo con maggior distensione, durante le vacanze rivediamo persone abitualmente lontane; i nonni possono vivere un rapporto quotidiano con i nipoti. Luglio e agosto sono mesi riempiti di una supplemento di gioia e rinnovata voglia di vivere.