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Super User

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Sabato, 05 Maggio 2018 10:49

Le vostre lettere di maggio 2018

Persone luminose in tempi bui

Reverendo don Mario Carrera,

la ringrazio molto della sua graditissima lettera, delle sue parole  e del calendarietto sempre utile per gli appuntamenti.

In questo tempo un po’ grigio e a volte triste mi sono di conforto le sue parole. In questo tempo è di moda espatriare  per procurarsi la morte, si fanno passi lunghi anche la introdurre l’eutanasia.  Continuo a sperare che la sua rivista porti adeguata luce su questi problemi. La vita non è più considerata come un dono e questo mi affligge e rimango desolato.

Noi della Pia Unione cosa possiamo fare per arginare questa mentalità?  Anche per questo mi affido alle vostre preghiere affinché li Spirito Santo mi suggerisca parole convincenti e adeguate per offrire una corretta valutazione su questi argomenti.

Con deferenti sentimenti di stima, saluto e ringrazio.

Lettera firmata - Como

Caro amico,

la ringrazio per le sue espressioni di apprezzamento e di incoraggiamento a proseguire il mio lavoro di seminatore della parola rasserenante del Vangelo attraverso la nostra rivista e i contatti di vario tipo con i nostri Associati. Con sempre maggiore frequenza il problema dell’eutanasia torna alla ribalta sui mass media, influenzando purtroppo, come lei asserisce, l’opinione favorevole alla sua pratica, anche da parte di cattolici, che dimenticano che nessuno è padrone della propria vita. Prima che la fede religiosa, ce lo attesta l’esperienza comune dell’umanità.  Nessuno è venuto mal mondo di propria iniziativa o gli è stato chiesto il permesso di dargli l’esistenza. La vita ci è stata data, concessa, regalata. È un dono. L’illiceità dell’eutanasia, prima ancora che dalla fede, emerge dunque dal riconoscimento della verità dell’essere dell’uomo.

Se poi una persona è credente, vede nella vita il marchio di Dio e per ciò stesso acquista un’aureola di sacralità che rafforza la sua  inviolabilità. In tal caso, il dolore e la sofferenza hanno molte cose da dare se vengono vissuti nella comunione con Gesù: “Sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa”  scrive san Paolo (Col 1,24). Forse la prima forma di evangelizzazione sul valore della vita, anche quando è colpita gravemente nella sua integrità di salute, ci è offerto dall’atteggiamento che ciascuno di noi ha verso chi soffre. Ce lo insegna il comportamento di Gesù nel Vangelo con la sua predilezione per gli emarginati; ce lo testimonia papa Francesco nella sua sensibilità verso coloro che la società “scarta”.

Non dimentichiamo che prima delle parole è la testimonianza delle nostre azioni il messaggio più efficace che possiamo offrire, nel bene come purtroppo, anche nel male. La nostra rivista, facendo riferimento nella sua missione alla preziosità della vita anche nel momento finale del suo tramonto su questa terra per aprirsi alla luce del Cielo, sarà sempre un punto di forza nel proclamare il valore di ogni vita e di tutta la vita.

Noi della Pia Unione del Transito siamo una grande famiglia che, con tutti i suoi Associati,  abbraccia i cinque continenti: un immenso coro anche di preghiera che ogni giorno alza al Padre l’inno di grazie e di supplica per la vita di tutti.

Colgo l’occasione per benedirla e per incoraggiarla nella testimonianza fedele di autentico discepolo di Gesù. 


La gioia di un dono

Gentilissimo don Mario Carrera, 

desidero dirle il mio grazie più sincero per le consolanti parole che lei ha voluto inviarmi. È veramente fonte di serenità sapere che la preghiera ci tiene uniti gli uni agli altri, e le assicuro che il sentirmi piccolissima parte della Pia Unione ha per me un valore incommensurabile e mi è di grande aiuto. 

Purtroppo e difficile per me sedermi a tavolino, anche solo per scrivere due righe, ma le assicuro che leggo sempre con grande piacere, tutti i mesi, la Crociata di San Giuseppe e che ho ascoltato il bel disco, un “CD”,  «È Natale» che lei ha voluto farmi avere. Sono canzoni molto belle, anche moderne e per me inconsuete, tutte con un bellissimo ritmo. 

Spero che abbiano successo e aiutino tante persone, anche giovani, ad irrobustire la loro fede. Le auguro di cuore tanta salute e tanta energia e prego che il Signore l’aiuti sempre nella sua benemerita opera di carità ed evangelizzazione. 

Con molta gratitudine. 

 Paola Santucci, Milano

Cara Signora Paola,

il “grazie” e la condivisione dei sentimenti nobili  che il nostro «camminare insieme» con i nostri associati ci incoraggia a mantenere viva la tensione verso un servizio a rendere gioiosa la vita soprattutto negli inevitabili momenti di buio.

Il canto suscita sempre gioia.  Ho letto – e ne sono convinto - che là dove c’è un popolo che canto non si deve aver paura: è una popolo che ama la coralità e in un coro c’è la ricerca di armonia. I canti natalizi poi hanno una ripercussione straordinaria nell’anima: accarezzano la memoria, rendono luminosi i momenti di familiarità  e fanno uscire i volti sorridenti di persone che ci hanno amato con amore gratuito, senza interesse, ma era semplicemente amore.

Prego san Giuseppe che le conservi un cuore giovane che sappia gustare le gioie quotidiane della vita come pure vivere con entusiasmo la gioia della fede. 

Venerdì, 06 Aprile 2018 10:28

Le vostre lettere di aprile 2018

Una fiducia incancellabile

Carissimo don Mario, 

scrivo poco ma  al telefono un po’ di più.

Nel 1982 entrai a lavorare in un ospedale di Cagliari e una collega mi fece conoscere San Giuseppe e la Pia Unione del transito e mi ha iscritta. In poche parole me ne sono innamorata. Fino ad allora non pregavo nessun santo… da allora prego San Giuseppe e faccio mie le parole di Chiara Lubich… «non ho parlato con te ma ho parlato di te». Non vi ho più lasciato.

Ho trasferito San Giuseppe anche in Germania dove ho vissuto per quasi dieci anni e dove è nato mio figlio Angelo, iscritto anche lui.  Anche dopo la morte di mio marito, San Giuseppe ha fatto in modo che la provvidenza non mi facesse mancare il necessario. Mi figlio lo scorso  novembre è partito per l’Australia per lavorare in una fattoria dove si coltiva frutta.  Anche per le leggi australiane  la permanenza non è semplice. […] Non nego che mio foglio mi manca, ma la preghiera e la protezione di san Giuseppe mi rende serena. […].

Affido mio figlio alle sue preghiere e san Giuseppe lo tega sotto la sua protezione.

Pistis Chiara Troll, 

Quartu S. Elena (CA)

Gentile signora Chiara,

condivido con lei le sue preoccupazioni e anche l’ansia di una madre che ha un figlio  così lontano.

San Giuseppe è passato anche lui sul sentiero dell’emigrazione, lontano dalla sua terra, ha portato Gesù e la sua sposa, Maria, in Egitto, dove ha vissuto come uno straniero, in difficoltà con la lingua e anche per la sua attività lavorativa per mantenere la sua famigliola.   Giuseppe ha vissuto i disagi e dal cielo vede le nostre situazioni e la sua intercessione presso Gesù si fa premurosa, attenta e sollecita.

Stia certa che ogni giorno per lei e  per suo figliolo c’è un ricordo carico di affetto. Spero che possa abitare in una regione dell’Australia  dove ci sono  italiani e anche iscritti alla Pia Unione. Sono oltre cento gli iscritti  alla Pia Unione residenti nell’immenso territorio dell’ Australia. Dio vi benedica e san Giuseppe vi assista sempre. 


Parole di fede da coltivare come testimonianza

Molto reverendo don Mario Carrera, 

nel ricevere la rivista di San Giuseppe già due volte sono rimasta delusa per non aver trovato la pagina che ospita le lettere. Quando io e mio marito siamo venuti a Roma, dopo averla conosciuta, la sera abbiamo partecipato alla messa da lei celebrata […]. Sono stati giorni felici trascorsi a visitare il Vaticano: dalla  cupola, ai musei fino alla Cappella Sistina. Tutto era meraviglioso. Ora io e mio marito non possiamo più tanto viaggiare. La nostra salute sta peggiorando. Voglia ricordarci nelle preghiere a Gesù, Giuseppe e Maria. Grazie e che Dio benedica tutti.

 Carmen Endrizzi

Cara e affezionata signora Carmen,

le confesso che anch’io rimango in sofferenza quando non trovo spazio per le lettere. A volte ci sono degli articoli legati ad un momento dell’anno liturgico che non possiamo rimandare. Ma le prometto che cercherò di non deluderla, cercherò di dare voce alla vostra testimonianza convinto che la fede parla solo con le parole della testimonianza e le lettere dei nostri associati sono la punta di un “iceberg” che lascia intravvedere solo la punta, ma sollecita la fantasia ad intuire fede grande, fiducia, speranza e tanta voglia di solidarietà. 

Vi auguro tanto bene e gioia di vivere.


Insieme per un canto di lode al Signore

Caro direttore Mario Carrera, 

le scrivo per ringraziarla in quanto adesso ricevo puntualmente il mensile La Santa Crociata. Gli argomenti trattati, attuali e interessanti,  aiutano a riflettere. E articoli curiosi come: “L’almanacco”, preghiere, perle di saggezza, curiosità e anche uno spazio dedicato alla ricetta del mese. 

La Santa Crociata è un mensile che aiuta la crescita spirituale, perché come nell’articolo che ho letto sulla fede autentica di Abramo, ci aiuta a capire che solo fidandoci realmente di Gesù senza timori e dubbi, solo così la nostra anima è libera per avere con coraggio la vita eterna. La ringrazio anticipatamente  per aver prestato attenzione alla mia lettera. Aspetto con molta trepidazione il prossimo mensile.  

Domenica Tarantino

Cortese signora Domenica,

leggendo la sua lettera sono spinto a “rubare” le parole del cantico della Vergine che, ammirando le opere che Dio andava compiendo su di lei a favore del suo popolo, esplode con il cantico del Magnificat. In quel canto di lode, l’anima di Maria apre il ventaglio delle meraviglie che Dio ha fatto per il suo popolo e che i suoi occhi ammirano e si fanno preghiera di ringraziamento e si avverano anche per noi le parole del profeta quando dice: «Darò ai popoli un labbro puro, perché tutti invochino il nome del Signore e lo servino tutti spalla a spalla».  Il nostro servizio consiste nel camminare insieme “spalla a spalla” per godere il calore della comunione tra noi  e la gioia di mantenere un passo regolare verso la meta eterna, dove ci attende un Padre misericordioso, un Fratello Salvatore, la luce dello Spirito Santo e, non da ultimo, in compagnia dei  nostri cari, San Giuseppe e  la sua sposa la nostra madre Maria. 

Sabato, 09 Dicembre 2017 13:36

Le vostre lettere di dicembre 2017

Dire grazie è nobiltà d’animo 

Reverendo padre Carrera, 

con l’offerta inviata per una borsa di studio intestata ai mie genitori, ho inteso ringraziare san Giuseppe per i tanti aiuti e per il bene che ho ricevuto in tanti anni: di essermi laureata  e di aver festeggiato in salute il mio undicesimo anno di pensionamento. […] Volendo fare un bilancio della mia vita posso affermare che si è svolta sempre sotto lo sguardo premuroso e vigile di san Giuseppe. Ho spesso pregato e prego san Giuseppe perché mi aiuti sempre nelle mie scelte. Lo ringrazio per essere diventata nonna della mia nipotina Aurora, che ho affidato alla sua paterna protezione, perché cresca buona e sana in una famiglia dove regnino sempre l’amore  e la pace.

La ringrazio per l’attenzione alla mia lettera e saluto con grande stima lei e tutti i suoi collaboratori. 

Grazie anche per i sempre graditi auguri per il mio onomastico.

B.A.G.T. - Voghera

Cara e stimata “nonna”,

rispetto il suo desiderio di obbedire a Gesù nel «non far sapere alla mano destra  quello che fa la sinistra», ma lodo il senso di gratitudine che traspare come profumo dalle sue parole e la fiduciosa consapevolezza di essere sotto la calda protezione di san Giuseppe che non sempre cancella il gelo delle nostre preoccupazioni, ma ci dona sempre il calore per stemperare il freddo e il coraggio nell’affrontare le difficoltà immancabili nel nostro pellegrinare nei giorni della vita. 

Cara “Nonna”, la condivisione dei suoi nobili sentimenti di fede e di carità hanno dato gioia a me  e ai miei collaboratori e le assicuriamo di pregare per lei in modo che san Giuseppe conservi i suoi sentimenti sempre  limpidi e trasparenti.


Mantenere il legame con le nostre radici 

Egregio direttore,

la ringrazio per gli auguri del mio onomastico. Invio un mio contributo in favore di persone in difficoltà, certo che lei saprà destinare secondo le necessità dell’Opera. Affido alla sua comunità una preghiera per la mia famiglia, affinché non manchi mai la presenza di Dio nella nostra vita, capace di diffondersi su quanti incontriamo ogni giorno. Che san Giuseppe, esempio ammirevole di uomo giusto, ricco di fiducia in Dio, affettuoso compagno di Maria e amorevole padre di Gesù, continui ad essere modello per lei  e per ogni suo collaboratore nell’Opera che lei sostiene.

Cordiali saluti.

Luigi Colantuoni, Tokyo – Giappone

Caro amico e stimato fratello nella fede,

è con particolare piacere che rispondo alla sua gentile lettera, proveniente  da un continente tanto lontano dove il cristianesimo non è molto diffuso e lei e la sua famiglia siete i messaggeri inviati sulle frontiere del mondo a testimoniare l’amore di Dio per le persone.  La nostra rivista arriva  in ben cinquantotto nazioni compresa la Cina e Twain.

Pensando a questa rete mondiale e alla lontananza fisica di tante nazioni, il nostro impegno per la rivista  è grande per non sentirvi lontani, ma vicini, e partecipare alle vostre vicende con la nostra preghiera che non conosce frontiere.

Pensando a lei,  caro Luigi, e agli iscritti in nazioni lontane, desidero assicurare a tutti un solidale abbraccio quotidiano.


Monumenti di fede da ricordare e da imitare

Carissimo padre Carrera, 

nello scorso luglio,  dopo sei anni di malattia, la nostra cara mamma, Nelda Fagioli Brillo, ci ha lasciati per tornare alla casa del nostro vero Padre. Aveva 96 anni e non riconosceva più nessuno da molto tempo, con nostro grande dolore (siamo 4 figli).

La nostra mamma, fin da piccola, è stata sempre devota di san Giuseppe, che pregava anche quando faceva i lavori di casa e durante le malattie di noi figli: malattie sempre molto gravi. La mamma era molto contenta di ricevere il mensile La Santa Crociata che leggeva con tanto interesse. Se pur malata recitava molto spesso il santo rosario, alla santa Famiglia. Gradirei che questa testimonianza venisse pubblicata per onorare san Giuseppe per la cui intercessione la mamma e noi abbiamo ricevuto tante grazie. Vi saluto con tanto affetto. Grazie di tutto.

Marcella Brillo Baldelli, 

Passignano sul Trasimeno (Perugia)

Cara Marcella,

grazie della bella testimonianza di  mamma Nelda, che non solo ha donato a voi la vita, ma l’ha coltivata con tanto amore e passione da lasciare nel vostro cuore, nonostante i tanti anni, tanta nostalgia della sua presenza. Nelda non è distante dai suoi figli, ma la sua bontà si congiunge con il vento dell’amore di Dio che soffia nella vele della vita che ci spinge verso esperienze nuove, cariche di grazia e di consolazione.

I nostri genitori ci lasciano un patrimonio di saggezza e di esperienza per affrontare la vita con dignità e fede. Vi auguro che dal cielo mamma Nelda soffi sulla cenere dei ricordi e vivacizzi la vostra generosità e ravvivi sempre la speranza, energia di vita. 

Dio vi benedica e vi conservi uniti.

Mercoledì, 28 Giugno 2017 13:32

Le vostre lettere di luglio 2017

Una ventata d’Italia negli Stati Uniti 

Carissimo padre Carrera, 

leggo con tanta passione la rivista in onore di San Giuseppe che ogni mese ricevo, ringrazio anche del vostro ricordo per il mio onomastico e del calendario annuale. Ringrazio Gesù, la Madonna e san Giuseppe per le grazie ricevute e per il loro aiuto nel sopportare le difficoltà e le situazioni dolorose, dandomi la forza di andare avanti con fede perdonando i torti subiti. Le grazie che ho ricevuto lo scorso anno sono state di sollievo. Attraverso il mensile ho potuto conoscere San Giuseppe e mi sono sentita meno sola leggendo soprattutto i suoi articoli. Quanta fede! Non manco però di pregare il Signore per lei e per la Pia Unione perché vi conservi tutti i salute e vi benedica per il lavoro e il bene che fate con l’augurio di pace e serenità, fisica e spirituale, saluto con stima e affetto.

Mercoledì, 14 Giugno 2017 13:18

Le vostre lettere di giugno 2017

Com’è possibile morire a 40 anni? 

Buona sera don Mario,

sono la solita Mariella da Bioggio, ma oggi le chiedo di iscrivere alla Pia Unione del Transito di san Giuseppe mio figlio Andrea Poretti. È deceduto a Baltimora/Maryland dove lavorava presso l'ospedale Johns Hopkins come ricercatore nella radiologia pediatrica e presso il Kennedy Krieger Institute come neuropediatra. Ho ricevuto la tremenda notizia mercoledì sera.

Avrebbe compiuto 40 anni il prossimo 12 aprile, avevamo 30 anni di differenza. Non sappiamo ancora esattamente la causa del decesso, l'autopsia farà luce, ma deve essere morto più o meno in un attimo, perché il suo corpo senza vita è stato rinvenuto nel suo appartamento (lui vestiva ancora il pigiama) e l'ultima email sul suo computer datava di lunedì 20 verso le 06.00.

Era scapolo,  ma la sua "famiglia" laggiù erano i bambini con problemi neurologici e genetici che lui visitava con tanto amore e impegno. Stiamo ricevendo ora su facebook le condoglianze e le testimonianze di tanti genitori che lo ringraziano.

Domattina presto andiamo a Baltimora per vederlo una ultima volta, poi i suoi colleghi vogliono fare una piccola cerimonia nella Basilica, dove lui andava a Messa. Infine dovrà essere cremato e il funerale vero lo faremo a Bioggio.

Io ho tanta fede in san Giuseppe, da diversi anni ormai prego il Manto tutti i giorni (lo so a memoria ormai), e a lui affido il mio Andrea. So che da san Giuseppe riceverò la forza anche per questo brutto momento.

Le chiedo di ricordare tutta la mia famiglia nelle sue preghiere e la ringrazio di cuore.

Mariella Poretti

Carissima Mariella,

comprendo il suo sgomento e il suo dolore: davanti a questi fatti non abbiamo parola se non dalla fede e dalla speranza. La nostra  vita è come una perla, quando matura il suo splendore si apre e manifesta la sua luce.

Andrea ha donato la sua vita per ricercare la salute per i bambini ammalati, ha donato il suo tempo libero come una sorgente luminosa per i suoi bambini, alcuni lo hanno preceduto nell’eternità, ma tanti altri continuano a godere il dono della vita spargendo serenità e gioia di vivere e facendo scaturire dal fondo dell’anima dei loro parenti e conoscenti quelle riserve di energie di amore che  aiutano a vivere.

Le sono vicino e prego la bontà di Dio, san Giuseppe e il venerabile Aurelio Bacciarini che riempiano questo  momento di dolore con la consolazione di aver donato a un  dolore innocente, come quello dei bambini, un samaritano generoso che si è sacrificato per alleviare la loro sofferenza.

Stia  sicura che lei e tutta la sua famiglia, con Andrea, sarete nella nostra preghiera.

Coraggio e in fraterna comunione di preghiera con lei, suo marito e Franco l’altro suo figlio.

La vergine Maria, che ha visto morire suo figlio Gesù giovane, le sia di consolazione.


Una lontananza riempita da una feconda nostalgia 

Reverendo direttore, grazie del bellissimo calendario e della rivista, che con tanta gioia mensilmente riceviamo e che ci fa tanta compagnia e ci dà conforto nei momenti tristi, nelle difficoltà, nella sofferenza… per la nostra età avanzata. Preghiamo Dio e san Giuseppe che ci diano il loro aiuto.

Ricordateci nelle vostre preghiere. Vi salutiamo tutti con affetto.

Gemma e Bruno Raco – Windsor Ontario (Canada)

Carissimi Gemma e Bruno,

condivido con voi la gioia per la presenza  sorridente e di cordiale amicizia  del nostro lavoro che arriva tanto lontano a portare  il calore del Sacro Manto di san Giuseppe contro il gelo della vita che qualche volta attraversa la nostra esistenza. Con il passare degli anni, soprattutto lontani dalla patria di origine, le difficoltà si moltiplicano anche per la solitudine. 

Il problema della solitudine, qualche volta, si fa dramma in modo particolare per chi ha avuto il coraggio e l’ardore di affrontare la traversata dell’oceano per salpare in terre lontane.  Quando si è giovani sembra che la luce, i giorni, il lavoro, le compagnie, gli amici siano uguali per tutti; la gioia dello stare insieme rende simili anche diverse esperienze, ma è il momento della solitudine che è diverso per tutti.

La nostra preghiera solidale desidera chiedere alla bontà di Dio di riempire questi momenti di deserto con il calore della sua presenza che cancella la solitudine dell’orfano e riempie il nostro spirito con la consolazione di essere figli di un unico Padre, Dio,  e fratelli tra noi per mezzo di Gesù, che con il battesimo ci ha fatto familiari ed eredi della ricchezza e delle qualità divine. Non ci fa così sentire orfani, ma figli amati  e membri di una numerosa famiglia.

San Giuseppe ci aiuti a percepire questi sentimenti che la fede ci offre come scialuppe di salvataggio.

Mercoledì, 14 Giugno 2017 13:16

Le vostre lettere di giugno 2017

Com’è possibile morire a 40 anni? 

Buona sera don Mario,

sono la solita Mariella da Bioggio, ma oggi le chiedo di iscrivere alla Pia Unione del Transito di san Giuseppe mio figlio Andrea Poretti. È deceduto a Baltimora/Maryland dove lavorava presso l'ospedale Johns Hopkins come ricercatore nella radiologia pediatrica e presso il Kennedy Krieger Institute come neuropediatra. Ho ricevuto la tremenda notizia mercoledì sera.

Avrebbe compiuto 40 anni il prossimo 12 aprile, avevamo 30 anni di differenza. Non sappiamo ancora esattamente la causa del decesso, l'autopsia farà luce, ma deve essere morto più o meno in un attimo, perché il suo corpo senza vita è stato rinvenuto nel suo appartamento (lui vestiva ancora il pigiama) e l'ultima email sul suo computer datava di lunedì 20 verso le 06.00.

Era scapolo,  ma la sua "famiglia" laggiù erano i bambini con problemi neurologici e genetici che lui visitava con tanto amore e impegno. Stiamo ricevendo ora su facebook le condoglianze e le testimonianze di tanti genitori che lo ringraziano.

Domattina presto andiamo a Baltimora per vederlo una ultima volta, poi i suoi colleghi vogliono fare una piccola cerimonia nella Basilica, dove lui andava a Messa. Infine dovrà essere cremato e il funerale vero lo faremo a Bioggio.

Io ho tanta fede in san Giuseppe, da diversi anni ormai prego il Manto tutti i giorni (lo so a memoria ormai), e a lui affido il mio Andrea. So che da san Giuseppe riceverò la forza anche per questo brutto momento.

Le chiedo di ricordare tutta la mia famiglia nelle sue preghiere e la ringrazio di cuore.

Mariella Poretti

Carissima Mariella,

comprendo il suo sgomento e il suo dolore: davanti a questi fatti non abbiamo parola se non dalla fede e dalla speranza. La nostra  vita è come una perla, quando matura il suo splendore si apre e manifesta la sua luce.

Andrea ha donato la sua vita per ricercare la salute per i bambini ammalati, ha donato il suo tempo libero come una sorgente luminosa per i suoi bambini, alcuni lo hanno preceduto nell’eternità, ma tanti altri continuano a godere il dono della vita spargendo serenità e gioia di vivere e facendo scaturire dal fondo dell’anima dei loro parenti e conoscenti quelle riserve di energie di amore che  aiutano a vivere.

Le sono vicino e prego la bontà di Dio, san Giuseppe e il venerabile Aurelio Bacciarini che riempiano questo  momento di dolore con la consolazione di aver donato a un  dolore innocente, come quello dei bambini, un samaritano generoso che si è sacrificato per alleviare la loro sofferenza.

Stia  sicura che lei e tutta la sua famiglia, con Andrea, sarete nella nostra preghiera.

Coraggio e in fraterna comunione di preghiera con lei, suo marito e Franco l’altro suo figlio.

La vergine Maria, che ha visto morire suo figlio Gesù giovane, le sia di consolazione.


Una lontananza riempita da una feconda nostalgia 

Reverendo direttore, grazie del bellissimo calendario e della rivista, che con tanta gioia mensilmente riceviamo e che ci fa tanta compagnia e ci dà conforto nei momenti tristi, nelle difficoltà, nella sofferenza… per la nostra età avanzata. Preghiamo Dio e san Giuseppe che ci diano il loro aiuto.

Ricordateci nelle vostre preghiere. Vi salutiamo tutti con affetto.

Gemma e Bruno Raco – Windsor Ontario (Canada)

Carissimi Gemma e Bruno,

condivido con voi la gioia per la presenza  sorridente e di cordiale amicizia  del nostro lavoro che arriva tanto lontano a portare  il calore del Sacro Manto di san Giuseppe contro il gelo della vita che qualche volta attraversa la nostra esistenza. Con il passare degli anni, soprattutto lontani dalla patria di origine, le difficoltà si moltiplicano anche per la solitudine. 

Il problema della solitudine, qualche volta, si fa dramma in modo particolare per chi ha avuto il coraggio e l’ardore di affrontare la traversata dell’oceano per salpare in terre lontane.  Quando si è giovani sembra che la luce, i giorni, il lavoro, le compagnie, gli amici siano uguali per tutti; la gioia dello stare insieme rende simili anche diverse esperienze, ma è il momento della solitudine che è diverso per tutti.

La nostra preghiera solidale desidera chiedere alla bontà di Dio di riempire questi momenti di deserto con il calore della sua presenza che cancella la solitudine dell’orfano e riempie il nostro spirito con la consolazione di essere figli di un unico Padre, Dio,  e fratelli tra noi per mezzo di Gesù, che con il battesimo ci ha fatto familiari ed eredi della ricchezza e delle qualità divine. Non ci fa così sentire orfani, ma figli amati  e membri di una numerosa famiglia.

San Giuseppe ci aiuti a percepire questi sentimenti che la fede ci offre come scialuppe di salvataggio.

Mercoledì, 29 Marzo 2017 12:23

Le preghiere a San Giuseppe

La preghiera come respiro per vivere in pienezza

La bussola come polo di attrazione e di orientamento nel cammino della vita per il cristiano è la preghiera. Il pregare è un elemento essenziale come il respirare per vivere. Tutta la tradizione antica lo afferma. Per un credente è da sciocco domandare il perché si deve pregare. «Perché io respiro? Perché altrimenti morirei». Troppe volte confondiamo il “pregare” con dire preghiere. Pregare è pensare noi stessi in un rapporto con Dio. È un momento di intimità. È l’incontro fra due innamorati. A volte si guardano negli occhi senza pronunciare un parola e da quello sguardo cresce l’amore. Possiamo dire che nella preghiera riceviamo l’ossigeno per dare respiro alla fede che si nutre con questa respirazione.

Il pregare è ossigeno per noi, ma anche un disinquinamento vitale per chi ci sta accanto e amiamo. Questo vale soprattutto per i genitori nei confronto dei figli.


Traghettatore nell’adolescenza

San Giuseppe, tenero e premuroso papà di Gesù e attento ai bisogni  dei tuoi numerosi devoti, ogni giorno mi metto in unione con tutti coloro che ti venerano e ti pregano e ogni giorno porto ai tuoi piedi non solo la mia richiesta di aiuto e di soccorso per la mia famiglia, ma anche le famiglie che hanno perso la serenità e la gioia di vivere insieme. Ti prego anche per gli adolescenti che stanno attraversando le turbolenze della pubertà affinché possano approdare al porto della giovinezza con senso di responsabilità e attorniati da amici leali e positivi.

Alla tua intercessione ti affido il mondo intero e ti prego di mantenere vivo in me il desiderio di conversione affinché la gioia del mio cuore  si riversi nel cuore di uomini e donne di buona volontà e insieme donare al mondo i colori dell’aurora.

Giuseppina, mamma di famiglia

Occhi premurosi

San Giuseppe, sfiora con i tuoi occhi paterni la mia vita e accompagnala affinché possa affidarsi totalmente a te e a Tuo figlio, nostro Signore, Gesù Cristo. Aiutami affinché la mia ricerca del volto di Dio non conosca stanchezza, ma sia sempre pronta a riprendere il cammino con una speranza viva, coraggiosa, umile e caritatevole, frutto saporoso dell’evangelo del tuo Figlio Gesù, modello di umanità sognata dal Padre dell’eternità. 

Luciano

Fiducioso esecutore dei suggerimenti

San Giuseppe, esemplare modello di paternità vissuta accanto a Gesù; un figlio che Dio-Padre ti ha consegnato affinché tu gli fossi accanto come un’ombra protettrice. O san Giuseppe ottienici la grazia di godere della Pace promessa da Gesù Cristo e di essere cristiani dalla fede ardente e mai tiepida ed incolore. 

Donami, san Giuseppe, di eseguire la volontà di Dio anche quando non la capisco con la forza dell'umiltà, caratteristica della tua sposa, Maria, della tua stessa vita come fedele esecutore dei desideri di Dio. Nell’esercitare il tuo compito di protettore della Chiesa, ti prego di benedire tutto il tuo popolo, specialmente coloro che non credono, avvicinali alla fede vera e viva nel Vangelo e in Dio, unica vera fonte di Libertà e Pace. 

Michele

Mercoledì, 08 Febbraio 2017 12:42

Le vostre lettere di febbraio 2017

Semi di misericordia da far fruttificare

Gent.mo Don Mario,

La nostra società odierna sta vivendo momenti difficili sotto diversi aspetti. Primo fra tutti la grande crisi di ideali che sembra sempre più caratterizzare il vivere quotidiano, come se fosse ormai normale non dare più il giusto peso a valori basilari lasciando spazio libero all’egoismo sia personale come socio-comunitario. Allora vediamo sempre più famiglie in difficoltà dove il dialogo non è più alla base della convivenza, dialogo assente e individualismo che portano solo alla progressiva paralisi dei rapporti tra moglie e con i figli. Stessa cosa si può affermare anche nella società dove chi ha maggiori possibilità, soprattutto economiche, può fare la voce grossa verso chi  vive ai margini della società. Lo vediamo ogni giorno. Si è da poco concluso l’anno della misericordia e ognuno di noi deve tirare le somme e fare i conti di quanta misericordia è stato capace  e dei propositi di bene per il futuro. Non possiamo chiedere la misericordia del cielo se non abbiamo donato misericordia su questa terra.

Francesca Moscatelli - Rimini

Cara e gentile signora Francesca,

le case costruite sulla roccia di cui parla l’evangelo di Gesù sembrano rimaste chiuse nei panorami della nostra memoria. La nostra società cammina troppo in fretta e non ha tempo di scavare  per fissare i grandi valori del vivere sulla roccia delle nostre responsabilità.  Poco tempo fa si parlava di una società  “liquida”, di valori fluttuanti su cui si poteva , se non camminare, almeno galleggiare; ora si parla di una società “gassosa” nella quale sono spariti agganci su cui fissare i valori e trovare dei punti solidi di riferimento.

È una stagione nebbiosa e solo con il ritorno a una coscienza educata, si riuscirà a rispondere personalmente dei doni di cui siamo stati forniti. Lo sfrenato individualismo ha messo al centro di ogni iniziativa l’interesse personale.   Don  Guanella diceva che «là dove c’è un povero da aiutare, non ci si può fermare».

Ma dalla sua lettera e dalla convinzione di chi tenta di vivere con responsabilità il dono della vita si ha l’impressione che si urla per spingere gli altri a fare quello che dovremmo fare tutti. Non sono le leggi che cambiano il cuore delle persone, ma l’educazione a fare in modo che non si può essere felici da soli e che, là dove c’è un disagio, siamo tutti responsabili per la nostra fragilità umana, e, comunque, colpevoli  per non aver vinto la nostra pigrizia ad intervenire. In una notte buia e senza stelle anche un cerino acceso rischiara il cammino.

A tutti l’augurio per un cammino solidale verso la conquista di valori da vivere con solidarietà e perseveranza. 


La rivista «Santa Crociata»: uno scrigno per valorizzare la vita

Caro Direttore,

sono associata alla Pia Unione dal 1975 e da ben 41 anni ricevo il periodico “La Santa Crociata”. Da quell’ormai lontano 1975 si sono succeduti diversi direttori, da Don Ezio a Don Giulio e da alcuni anni Lei, caro don Mario. Nonostante il lungo periodo non ho visto mai affievolirsi e venir meno la grande devozione verso San Giuseppe, comun denominatore che ha accomunato e motivato chi è stato chiamato alla guida della Pia Unione. Nel corso degli anni il periodico voluto da San Luigi Guanella è andato crescendo sempre più e dopo oltre 100 anni è ancora un valido supporto e un aiuto alla crescita spirituale dei tantissimi abbonati alla Pia Unione. 

Grazie per i bellissimi articoli e per gli spunti che vengono offerti, utili per alimentare la nostra fede nel Signore e la nostra devozione verso il caro e amato San Giuseppe.  

Mariella Luciani - Civita Castellana

Cara gentile Mariella,

le sono grato per la sua fedeltà che meriterebbe un attestato di stima e di fedeltà, ma noi questo diploma di benemerenza lo rimandiamo alla bontà misericordiosa di Dio. In questi lunghi anni, c’è stato un passaggio della fiaccola luminosa  dell’impegno a mantenere vivo il culto di san Giuseppe sia tra i sacerdoti responsabili della Pia Unione, come dei collaboratori che mantengono abitualmente i contatti con i nostri associati.

Davvero dobbiamo ringraziare Dio per essere stati strumenti di speranza, di consolazione, di fiducia nel futuro. Attraverso le preghiere e l’assistenza di san Giuseppe abbiamo asciugato tante lacrime, lenite ferite e aiutato a  rielaborate tanti lutti e così accendere l’orizzonte della vita con la luce dell’immortalità in attesa di un incontro con Dio Padre, Gesù, avvolti dalla luce gioiosa dello Spirito Santo e nella cornice sorridente dei santi e dei nostri parenti.

Cara  Mariella, preghiamo e auguriamoci che le persone iscritte alla Pia Unione non solo ricevano la rivista, ma la leggano e ne facciano sorgente di vita buona. 

Mercoledì, 21 Dicembre 2016 11:23

Le vostre lettere di dicembre 2016

Un saluto dal Giappone

Gentile e caro don Mario, vivo in Giappone e leggo con tanta passione la sua rivista in onore di san Giuseppe. Oltre a irrobustire la mia fede cristiana, mi lega al mio paese natale che mi ha donato tanti valori che mi permettono di vivere con dignità cristiana in una terra tanto lontana dai principi evangelici. Mi affido alle sue preghiere e saluto con stima. Deferenti ossequi.

Luigi Colantoni da Tokyo

Gentile e caro signor Luigi, è con viva emozione e animo grato che le scrivo per rispondere alla sua bontà d’animo che giunge da lontano e, quindi, impreziosisce maggiormente la sua solidarietà, incoraggiando il nostro sforzo di evangelizzazione e di sostegno caritativo nei confronti di persone indigenti, presenti nei continenti del nostro pianeta. La sua lettera fa risuonare nel mio animo due sentimenti: le parole di don Guanella che ci invitava a guardare il mondo come una casa comune e poi, a livello personale, Tokyo era il luogo di missione di un sacerdote salesiano che era nato nel mio cortile e che da ragazzo avevo conosciuto quando tornava in famiglia per le vacanze. Questi ricordi e la sua testimonianza ci danno coraggio nel continuare la nostra fatica a servizio del regno del Padre coinvolgendo persone di buona volontà ad aiutarci a spingere il sole dell’amore sul filo dell’orizzonte e a far nascere un’aurora di pace e di fratellanza. La casa del Padre è abitata da persone che hanno a cuore i valori che rendono gioiosa l’eternità e vivibile con dignità il nostro pellegrinaggio terreno. Come l’amore non conosce confini, così preghiamo affinché la nostra parola, scritta e parlata nel nostro sito www.piaunionedeltransito.org e la nostra rivista La Santa Crociata in onore di san Giuseppe, non perda la sua fecondità in questi lunghi trasferimenti nello spazio. Dio benedica tutti e san Giuseppe sia sempre accanto a noi come “ombra del Padre”.


Cenacolo di preghiera in Canada

Carissimo Padre Carrera, come sapete già, le Suore di San Giuseppe di Saint-Vallier hanno un centro dedicato alla Pia Unione di San Giuseppe a Québec (Canada) da tantissimi anni. Siamo liete oggi di mandarvi il nostro calendario annuale in onore di San Giuseppe per l'anno 2017. Quest'anno 125 persone sono state aggiunte al nostro registro della Pia Unione. Il nostro Oratorio, dal 2014, è anche il luogo dove la Santa Messa viene telediffusa ogni domenica da Radio-Canada e così raggiunge tutto il nostro immenso paese. Numerose testimonianze ci pervengono: tanti, dall'Atlantico al Pacifico, sono lieti del servizio reso alla Chiesa da Radio-Canada e dall'accoglienza delle Suore della nostra Comunità alle numerose esigenze tecniche della televisione nazionale. Il nostro Oratorio dedicato a San Giuseppe rimane accessibile al pubblico per diverse ore al giorno. Siamo anche felici di accogliere diversi gruppi di pellegrini che vogliono pregare da noi e con noi San Giuseppe. Ogni mattina i fedeli possono celebrare le Lodi con la nostra Comunità. Molti chiedono anche di visitare l'Oratorio. Mettiamo a loro disposizione alcune Suore e una audio-guida per facilitare queste visite. Con i nostri più fervidi ossequi nel Signore.

Cècile Provencher, ssj Maison-Mere des Soeurs de S.Joseph de St-Vallier Québec (Canada)

Carissima e Reverenda Madre, mi ha fatto piacere ricevere la sua lettera che reciprocamente ci dona la comune linfa della spiritualità che ha retto l’ossatura di quella di san Giuseppe nel corso delle sua vita terrena. Dio si è fidato di lui, gli ha consegnato la custodia di Suo Figlio e Giuseppe, nella fedeltà a un mandato così singolare e complesso, non ha deluso le aspettative del Padre, stando accanto a Gesù come un’ombra, l’“Ombra del Padre”. Un’ombra che tracciava il percorso di apprendimento per un’educazione in umanità aperta al dono, fonte di gioia per un’esperienza di condivisione della realtà in cammino verso l’eterno. Mantengo un piacevole ricordo della vostra visita a Roma e porto nel cuore della nostra preghiera i vostri desideri, i sogni e le aspirazioni di perfezione evangelica sull’esempio e con l’aiuto di san Giuseppe. Lei mi ha inviato il calendario 2017; per l’intercessione di san Giuseppe, già da ora e per ogni giorno del 2017, desidero invocare una particolare benedizione su tutte le suore della sua congregazione. Con l’augurio di pace, serenità e benessere fisico e spirituale saluto con stima e affetto.

Mercoledì, 21 Settembre 2016 09:38

Le vostre lettere - Settembre 2016

La mano provvidente di san Giuseppe

Caro Don Mario, le racconto la grazia che mio fratello Giuseppe ha ricevuto da San Giuseppe: il primo giugno 2016, alle ore 17.00 mio fratello, uscendo da lavoro, mentre apriva la portiera della sua auto per entrarci è stato colpito all'improvviso da uno scooter, con due minorenni non patentati che sfrecciava a slalom tra le auto, mio fratello è stato trascinato per metri e poi sbalzato in aria. I due ragazzini ripreso lo scooter scapparono lasciando mio fratello sull'asfalto. Portato al pronto soccorso, è stato in osservazione una notte in ospedale e i dottori lo hanno dimesso dicendogli che doveva ringraziare Dio perché aveva avuto un miracolo in quanto seppur colpito in maniera pericolosa era rimasto illeso. Qualche giorno dopo mio papà, che è molto devoto a San Giuseppe, ha sognato San Giuseppe che sembrava contrariato con lui. La mattina mi chiamò dicendomi che dovevo scrivervi perché San Giuseppe voleva che facessimo testimonianza e ringraziassimo Dio per la grazia ricevuta con la sua intercessione. Un abbraccio nel nome di Gesù Cristo.

Rosa - Lecco

Cara signora Rosa, quando abbiamo acquisito la convinzione provata di una costante protezione dell’Alto i nostri occhi sanno leggere e vedere quello che gli occhi distratti di chi è insensibile non vede. Non viviamo in un mondo “miracolistico”, la nostra vita scorre sui binari delle leggi fisiche, ma a volte basta una carezza soprannaturale per sospendere momentaneamente le regole e far fiorire la grazia. Solo un occhio attento ed un animo sensibile riesce a cogliere questi fili di luce che tessono la nostra esistenza sia nella gioia della salute come anche nel far emergere energie insospettate nel patrimonio della grandi risorse del nostro animo. L’opera dei buoni samaritani, strada maestra della santità, è sempre attiva, non conosce orario è una vigilanza attiva per 24 ore al giorno. San Giuseppe è il braccio forte del papà nella nostra famiglia. Non dimentichiamolo.


 

Gruppi di preghiera del Nord America

Stimato Direttore, con molto piacere le riferisco dell’ottima riuscita del nostro gruppo preghiera in occasione della festa di San Giuseppe di quest’anno. Nel mio laboratorio ho preparato l’altare in onore del nostra Santo Protettore, ho ospitato i componenti del gruppo italo-americano e abbiamo celebrato l’eucaristia con la presenza del parroco della nostra parrocchia. Come ogni anno è stato un momento bello di fraterna comunione e di solidarietà anche con i poveri sparsi nel mondo che aiutiamo inviando a lei il frutto della nostra raccolta.

Cannata Connie - Brooklyn (USA)

Gentilissima e cara signora Connie, un grazie cordiale per questo rinnovato appuntamento annuale con il gruppo di preghiera in onore di san Giuseppe. È una tradizione coltivata dai nostri emigranti italiani, provenienti in particolare dalla Sicilia, per mantenere viva questa devozione a san Giuseppe il papà terreno di Gesù e protettore di chi è costretto a emigrare dalla propria terra come è stata per lui forzato ad emigrare dalla Palestina all’Egitto. Lodo queste iniziative dei gruppi di preghiera in onore di san Giuseppe, assai diffusi in alcuni stati degli Usa e nel Canada. In Italia, c’è un gruppo di preghiera che si ritrova ogni mercoledì in basilica per un’ora di preghiera e riflessione sulla spiritualità di san Giuseppe. «Quando due o più persone sono raccolte in preghiera nel nome di Gesù, io sono presente tra loro». La preghiera è sempre un atto di amore, di confidenza e di fiducia e di comunione. La presenza garantita di Gesù crea un legame forte sia tra i singoli come tra i componenti del gruppo: è un respirare in sincronia con il respiro stesso di Gesù. Il nostro respiro umano, a volte singhiozzante per i guai della vita, si fa lieve, armonizzato con quello di Gesù. La convinzione di essere figli di Dio e fratelli tra noi ci rende capaci di conoscere e amare il Padre come Gesù conosce e lo ama. Nella nostra Pia Unione ci sono tanti iscritti che hanno scelto di fare «l’ora santa»: un tempo in cui si possono fare le attività di sempre con maggior amore e per amore. Può essere un’ora della giornata, oppure, un’ora due o tre volte alla settimana, o anche una solo volta al mese, per esempio il 1° mercoledì o il giorno 19 del mese. È un atteggiamento di affetto simile come alla mamma che pensa il suo bambino, il fidanzato alla fidanzata

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