Caro don Mario,
Carissimo direttore, questa mia per comunicarle che una abbonata ma soprattutto devota al santo protettore Giuseppe, lo scorso 23 agosto ci ha lasciato.
Molto reverendo don Mario, sono associata alla Pia Unione del Transito da più di venti anni insieme a mio marito Angelo che il 24 gennaio scorso è ritornato alla Casa del Padre. Credo che San Giuseppe, grazie alle preghiere di tutti gli associati, gli sia stato vicino al momento del passaggio da questa vita alla Vita eterna, avvenuto con grande serenità. Il nostro matrimonio è durato 54 anni più sei anni di fidanzamento (non avevamo i mezzi per sposarci prima) nel rispetto e nell’amore reciproco e frutto del nostro matrimonio sono stati i nostri quattro figli (uno dei quali è un angioletto in Paradiso). Angelo ha dedicato la sua vita alla famiglia con tanto amore. Circa quarant’anni fa abbiamo avuto la fortuna di fare insieme un cammino di conversione. Entrò a far parte della Caritas Diocesana dove collaborò e s’impegnò nei Centri d’Ascolto fino a pochi giorni prima di morire. Il prossimo 28 maggio avrebbe compiuto 89 anni.
Anche se a volte con le lacrime agli occhi, ringrazio il Signore per tutti questi anni che ci ha donato nella condivisione di ogni cosa. Tutte le sere recitavamo insieme il Santo Rosario; ora lo recito da sola ma lui è spiritualmente vicino a me e, come mi aveva promesso, lo sarà sempre. La prego trascrivere il nome di mio marito all’Unione Suffragi, grata se vorrà celebrare per lui una Santa Messa il prossimo 24 giugno. Ringrazio San Luigi Guanella (che prego ogni sera) per aver fondato questa grande Opera in onore di San Giuseppe e per tutto il bene che ne deriva per i vivi e per i defunti. Unisco anche la mia povera preghiera per gli agonizzanti e una modesta offerta che andrà a sollievo dei vostri poveri che sono anche i nostri.
Lettera firmata
Carissima Abbonata, la sua lettera è un mezzogiorno di luce per la gioia della sua esistenza spesa nell’amore e per amore. Nelle sue parole si sentono la fragranza del Cantico dei Cantici, lo stupore immutato degli anni giovanili e il patrocinio di ricchezza d’animo che avete acquisito in oltre sessant’anni di scambi reciproci di doni. In questa stagione di amori fragili e «stagionali», queste testimonianze forti ci danno la certezza che Dio semina la storia di amore e vuole che sia lievito per trasformare la storia in amorosa eternità. Un amore rinnovato per continuare, in eterno, nella pienezza della risurrezione.
Caro e amato San Giuseppe, tu sei stato custode di Gesù e per questo alla tua protezione vorrei affidare tutti i bambini del mondo e in particolare mio nipote Matteo, stupenda creatura, in occasione del suo primo compleanno. Come di ogni bambino in una famiglia la sua presenza dà gioia e felicità, moltiplica le energie, rende lievi le fatiche, interpella sul cammino, mai concluso, dell’essere pienamente persone.
Quando giochiamo insieme a un bambino è come se ci trovassimo per «strada» e celebrassimo il nostro incontro tra quello che il bambino è e quel che siamo noi, in modo che si compongano come accordo di una suonata e rifulgano come goccia di rugiada.
Quando ci rallegriamo l’un l’altro è come se ci comprendessimo misteriosamente e per magia diventassimo leggeri come acrobati sul trapezio: ci libriamo nel cielo e ci immergiamo nelle profondità degli abissi marini per scoprire tanti mondi, così siamo orgogliosi, a vicenda, delle nostre magnifiche vite.
Questi sentimenti sono nel mio animo e prego e sogno che possano cantare nell’animo di tanti genitori così da crescere in armonia di sentimenti e di amore sotto la vigile protezione di san Giuseppe custode affettuoso della santa Famiglia di Nazareth.
Milva
Gentile e cara professoressa, è nobile il suo gesto di aver affidato alle mani affettuose di san Giuseppe oltre che il suo nipote Matteo anche i bambini del mondo. È un luogo comune dire che ai bambini appartiene il mondo di domani, ma noi che crediamo alla bontà misericordiosa di Dio sappiamo che ogni creatura umana che entra in questo mondo è una stella che si accendo nel cielo dell’umanità, ma soprattutto è la certezza che Dio non si è stancato di noi e che, nonostante noi, ancora ci sorride e investe sul nostro futuro. A Matteo e ai bambini è affidato l’avvenire del mondo e noi con fede lo affidiamo alla custodia di san Giuseppe; egli che con Gesù, il nuovo Adamo della creazione rinnovata, ha sognato e sperato in un mondo rinnovato, lo possa proteggere e portare a maturazione i semi di creatività, fantasia e santità che Dio affida a chi entra nella storia umana.
Con Matteo le assicuro che tutti i bambini ogni mattina nella messa sono davanti al volto di Dio con una preghiera di intercessione affinché tutti possa realizzare il sogno che Dio ha sognato per le loro vite.
Le scrivo per invitarla a inserire nelle vostre preghiere del «Suffragio Perpetuo» il prof. Mario Palmaro che come un faro nella notte si è spento ancora molto giovane.
Da ormai 25 anni la Chiesa l’11 febbraio si mette accanto ai sofferenti per donare un supplemento di speranza nei momenti difficili della vita.
Quest’anno papa Francesco scrive che desidera porsi «spiritualmente presso la Grotta di Massabielle, dinanzi all’effige della Vergine Immacolata, nella quale l’Onnipotente ha fatto grandi cose per la redenzione dell’umanità, desidero esprimere la mia vicinanza a tutti voi, fratelli e sorelle che vivete l’esperienza della sofferenza, e alle vostre famiglie; come pure il mio apprezzamento a tutti coloro che, nei diversi ruoli e in tutte le strutture sanitarie sparse nel mondo, operano con competenza, responsabilità e dedizione per il vostro sollievo, la vostra cura e il vostro benessere quotidiano.
Si svolgerà a Nazareth l’edizione 2016 della Giornata Mondiale del Malato. L’annuncio di Nazareth fa seguito a quello dato in Germania, nel santuario di Altötting, durante le celebrazioni svoltesi dall’8 al 12 febbraio scorso. Questa giornata è celebrata ogni anno a livello locale (diocesi e parrocchie) e in modo solenne ogni tre anni sempre nei pressi di un santuario mariano. Questa celebrazione realizza così un desiderio sostenuto dal Patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal. Papa Francesco nel suo messaggio in occasione della XXIV Giornata Mondiale del Malato ha scritto che «mi offre l’occasione per essere particolarmente vicino a voi, care persone ammalate, e a coloro che si prendono cura di voi».
Nel cinquantesimo anniversario della chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II, il giorno dell’Immacolata Concezione, la mamma di Gesù aprirà la «porta della misericordia» e ci inviterà a oltrepassare quella soglia per «sperimentare l’amore di Dio che consola, che perdona e dona speranza». Gesù prima di consumare nella sua carne mortale l’ultimo frammento di amore, nella persona di Giovanni, il discepolo prediletto, ha consegnato l’umanità redenta a Maria: «Donna, ecco tuo figlio»; da quel momento Maria Vergine partecipa all’azione misericordiosa del Figlio Risorto.