INTENZIONE GENERALE
Perché la nascita del Redentore porti pace e speranza a tutti gli uomini di buona volontà.
INTENZIONE MISSIONARIA
Perché i genitori siano autentici evangelizzatori, trasmettendo ai figli il prezioso dono della fede.
INTENZIONE DEI VESCOVI
Perché nei credenti cresca il desiderio di annunciare con gioia il Cristo, luce delle genti.
INTENZIONE DEI PIA UNIONE
«Per i bambini senza famiglia» «Ciao Gesù! Eccoci davanti a te, non manca nessuno. Siamo i bambini senza famiglia. Nel senso che la nostra ci è sconosciuta, assente, spezzata, per dramma o per disperazione, per solitudine o abbandono. Siamo testimoni del dolore e della perdita, ma anche del miracolo che sempre può accadere quando qualcuno - un uomo e una donna - ci raccoglie per stringerci al petto, come pane profumato appena uscito dal forno. Senza dire: "Chi è costui?". Siamo senza famiglia e la difficoltà è la nostra grazia quotidiana; per alcuni è anche la sorpresa di una coppia che si china sulla nostra fragilità per farci vivere quello che di buono e vero nutre la loro vita, senza chiedere nulla in cambio, per puro gesto d'amore che nulla porta se non l'emozione di imparare a chiamarci figli. Un'altra cosa impara chi ci accoglie: la realtà cambia contorno, tutto prende nuovo valore: sei Tu, Gesù, che ti manifesti ai loro occhi. Sì, perché noi siamo una tua presenza. Siamo il Natale di ogni giorno e chi si china su questa mangiatoia di Betlemme si rialza con uno sguardo diverso, capace di accogliere il destino di un altro».
Perché i mezzi di comunicazione siano strumenti al servizio della verità e della pace. INTENZIONE MISSIONARIA Perché Maria, Stella dell’evangelizzazione, guidi la missione della Chiesa nell’annuncio di Cristo a tutte le genti. INTENZIONE DEI VESCOVI Perché la Chiesa e la società non deludano la speranza e la fiducia dei giovani nel futuro.
Perché Maria, Stella dell’evangelizzazione, guidi la missione della Chiesa nell’annuncio di Cristo a tutte le genti.
Perché la Chiesa e la società non deludano la speranza e la fiducia dei giovani nel futuro.
Signore crocifisso, guardaci, siamo quelli come te. Condannati.
Sul patibolo e dietro le sbarre della vergogna. Anche in attesa dell'esecuzione, per veleno, per corda al collo, per fucilazione o sedia elettrica. Ti basti questo: come Te, inchiodati in croce. A differenza di Te, noi più spesso per colpa, anche se non mancano, tra noi, gli innocenti. Amico, se tu conoscessi il mistero immenso della detenzione, dove mi trovo! Se vedessi e sentissi quello che vedo tra queste buie mura. E amaramente penso ai miei cari. Che ingiustamente soffrono a causa mia. “Conosco il demonio che era dentro di me, ero legata al Male, la mia vita fu di violenza. Ma da quando ho conosciuto il Signore nulla è più riuscito a farmi commettere un gesto di violenza: in questi 14 anni di braccio della morte Gesù, con il suo perdono, è entrato nel mio cuore! Se decidete che dovrete uccidermi, fatelo basandovi solo sulla brutalità del mio Crimine, ma per favore non basatevi su di me come rischio futuro per la società, perché io ora sono cambiata… Vi amo tutti, spero che la mia morte vi dia pace, di nuovo chiedo perdono alle famiglie che ho colpito, ora vado incontro a Gesù, vi aspetto tutti in Paradiso, Lui ha già preparato un posto per me”.
INTENZIONE DELLA PIA UNIONE
«Per i bambini senza famiglia» «Ciao Gesù! Eccoci davanti a te, non manca nessuno. Siamo i bambini senza famiglia. Nel senso che la nostra ci è sconosciuta, assente, spezzata, per dramma o per disperazione, per solitudine o abbandono. Siamo testimoni del dolore e della perdita, ma anche del miracolo che sempre può accadere quando qualcuno – un uomo e una donna – ci raccoglie per stringerci al petto, come pane profumato appena uscito dal forno. Senza dire: “Chi è costui?”. Siamo senza famiglia e la difficoltà è la nostra grazia quotidiana; per alcuni è anche la sorpresa di una coppia che si china sulla nostra fragilità per farci vivere quello che di buono e vero nutre la loro vita, senza chiedere nulla in cambio, per puro gesto d’amore che nulla porta se non l’emozione di imparare a chiamarci figli. Un’altra cosa impara chi ci accoglie: la realtà cambia contorno, tutto prende nuovo valore: sei Tu, Gesù, che ti manifesti ai loro occhi. Sì, perché noi siamo una tua presenza. Siamo il Natale di ogni giorno e chi si china su questa mangiatoia di Betlemme si rialza con uno sguardo diverso, capace di accogliere il destino di un altro».
Voglio ringraziare san Giuseppe per aver, con il suo potente patrocinio, migliorato ogni settore della mia vita.
Nella situazione famigliare e di vita in cui mi trovo, da quando è subentrato “l’influsso positivo” del celeste patriarca, sembra che le forze del male siano “sottomesse”.
Infinitamente grato di ciò mi impegno a diffondere la devozione verso san Giuseppe.
Lettera firmata
Cara e gentile signora,
sono davvero contento di dividere con lei i nobili sentimenti di gratitudine a san Giuseppe che l’accompagna con tanto amore nella sua via e diventa energia, coraggio e ottimismo nell’affrontare e superare le difficoltà che la vita ci riserva. Gli occhi illuminati dalla fede ci fanno vedere i santi che dal cielo si fanno «buoni samaritani» per risollevarci nei momenti di disagio.
La garanzia dell’intercessione di san Giuseppe è narrata nei primi capitoli dei Vangeli di Luca e Matteo, in cui troviamo l’attenzione amorevole di Giuseppe accanto a Gesù nel provvedere con grande sollecitudine alla crescita umana.
Quando il freddo della vita ci avvolge, il manto di san Giuseppe ci ripara delle intemperie e ci offre integratori di energia divina e la sua presenza riempie l’animo di speranza.
Gentilissimo Direttore,
Non so esprimere tutta la mia gratitudine ed emozione che hanno suscitato le sue parole e il suo ricordo in occasione dell’anniversario di mio marito Francesco.
Non mi sarei mai aspettata di ricevere una sua lettera in un momento per me tanto doloroso e carico di bellissimi ricordi. Mi sento veramente commossa e onorata, grazie. La sua lettera da quando mi è arrivata, la rileggo e medito ogni sua parola. Ho imparato a memoria le parole di sant’Agostino che mi danno tanto coraggio e serenità. Le posso dire questo: non passa mai giorno in cui non ringrazio Dio di avermi messo accanto per 58 anni mio marito Francesco. Ci ha sempre uniti un affetto profondo, immenso pulito, abbiamo formato una bella famiglia con due figli, Dio l’ha chiamato, appena compito 80 anni.
Ora vivo di ricordi ringrazio sempre dio per aver esaudito tutti i desideri che custodivo nel mio cuore e san Giuseppe mi ha accompagnato sempre con il suo aiuto e la sua protezione, fin da quando ero una bambina.
Le chiedo scusa direttore, se mi sono dilungata, ma il mio cuore trabocca di gratitudine verso di lei, che sento ormai come un caro amico, apprezzandola e ammirandola per ciò che scrive nella rivista che io aspetto sempre con tanta ansia per poter leggere ogni articolo e rileggere in attesa che arrivi il prossimo numero.
La saluto con tutto il mio rispetto.
Raffaella (Roma)
Cara e gentile signora Raffaella,
ho desiderato pubblicare la sua lettera per comunicare la nobiltà dei suoi sentimenti nei confronti di suo marito Francesco. Nell’animo di due sposi che per tanti anni hanno seminato amore, comprensione la nostalgia è immensa, percorre, infatti, ogni frammento di vita ricamati con i colori gioiosi della condivisione.
Gesù parlando degli sposi ha affermato che essi riempiono il loro futuro in un’unica realtà, impreziosita da nobili sentimenti con la garanzia di eternità.