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Mercoledì, 14 Giugno 2017 13:18

Le vostre lettere di giugno 2017

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Com’è possibile morire a 40 anni? 

Buona sera don Mario,

sono la solita Mariella da Bioggio, ma oggi le chiedo di iscrivere alla Pia Unione del Transito di san Giuseppe mio figlio Andrea Poretti. È deceduto a Baltimora/Maryland dove lavorava presso l'ospedale Johns Hopkins come ricercatore nella radiologia pediatrica e presso il Kennedy Krieger Institute come neuropediatra. Ho ricevuto la tremenda notizia mercoledì sera.

Avrebbe compiuto 40 anni il prossimo 12 aprile, avevamo 30 anni di differenza. Non sappiamo ancora esattamente la causa del decesso, l'autopsia farà luce, ma deve essere morto più o meno in un attimo, perché il suo corpo senza vita è stato rinvenuto nel suo appartamento (lui vestiva ancora il pigiama) e l'ultima email sul suo computer datava di lunedì 20 verso le 06.00.

Era scapolo,  ma la sua "famiglia" laggiù erano i bambini con problemi neurologici e genetici che lui visitava con tanto amore e impegno. Stiamo ricevendo ora su facebook le condoglianze e le testimonianze di tanti genitori che lo ringraziano.

Domattina presto andiamo a Baltimora per vederlo una ultima volta, poi i suoi colleghi vogliono fare una piccola cerimonia nella Basilica, dove lui andava a Messa. Infine dovrà essere cremato e il funerale vero lo faremo a Bioggio.

Io ho tanta fede in san Giuseppe, da diversi anni ormai prego il Manto tutti i giorni (lo so a memoria ormai), e a lui affido il mio Andrea. So che da san Giuseppe riceverò la forza anche per questo brutto momento.

Le chiedo di ricordare tutta la mia famiglia nelle sue preghiere e la ringrazio di cuore.

Mariella Poretti

Carissima Mariella,

comprendo il suo sgomento e il suo dolore: davanti a questi fatti non abbiamo parola se non dalla fede e dalla speranza. La nostra  vita è come una perla, quando matura il suo splendore si apre e manifesta la sua luce.

Andrea ha donato la sua vita per ricercare la salute per i bambini ammalati, ha donato il suo tempo libero come una sorgente luminosa per i suoi bambini, alcuni lo hanno preceduto nell’eternità, ma tanti altri continuano a godere il dono della vita spargendo serenità e gioia di vivere e facendo scaturire dal fondo dell’anima dei loro parenti e conoscenti quelle riserve di energie di amore che  aiutano a vivere.

Le sono vicino e prego la bontà di Dio, san Giuseppe e il venerabile Aurelio Bacciarini che riempiano questo  momento di dolore con la consolazione di aver donato a un  dolore innocente, come quello dei bambini, un samaritano generoso che si è sacrificato per alleviare la loro sofferenza.

Stia  sicura che lei e tutta la sua famiglia, con Andrea, sarete nella nostra preghiera.

Coraggio e in fraterna comunione di preghiera con lei, suo marito e Franco l’altro suo figlio.

La vergine Maria, che ha visto morire suo figlio Gesù giovane, le sia di consolazione.


Una lontananza riempita da una feconda nostalgia 

Reverendo direttore, grazie del bellissimo calendario e della rivista, che con tanta gioia mensilmente riceviamo e che ci fa tanta compagnia e ci dà conforto nei momenti tristi, nelle difficoltà, nella sofferenza… per la nostra età avanzata. Preghiamo Dio e san Giuseppe che ci diano il loro aiuto.

Ricordateci nelle vostre preghiere. Vi salutiamo tutti con affetto.

Gemma e Bruno Raco – Windsor Ontario (Canada)

Carissimi Gemma e Bruno,

condivido con voi la gioia per la presenza  sorridente e di cordiale amicizia  del nostro lavoro che arriva tanto lontano a portare  il calore del Sacro Manto di san Giuseppe contro il gelo della vita che qualche volta attraversa la nostra esistenza. Con il passare degli anni, soprattutto lontani dalla patria di origine, le difficoltà si moltiplicano anche per la solitudine. 

Il problema della solitudine, qualche volta, si fa dramma in modo particolare per chi ha avuto il coraggio e l’ardore di affrontare la traversata dell’oceano per salpare in terre lontane.  Quando si è giovani sembra che la luce, i giorni, il lavoro, le compagnie, gli amici siano uguali per tutti; la gioia dello stare insieme rende simili anche diverse esperienze, ma è il momento della solitudine che è diverso per tutti.

La nostra preghiera solidale desidera chiedere alla bontà di Dio di riempire questi momenti di deserto con il calore della sua presenza che cancella la solitudine dell’orfano e riempie il nostro spirito con la consolazione di essere figli di un unico Padre, Dio,  e fratelli tra noi per mezzo di Gesù, che con il battesimo ci ha fatto familiari ed eredi della ricchezza e delle qualità divine. Non ci fa così sentire orfani, ma figli amati  e membri di una numerosa famiglia.

San Giuseppe ci aiuti a percepire questi sentimenti che la fede ci offre come scialuppe di salvataggio.

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