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Giovedì, 04 Febbraio 2016 14:46

Stupore, gioia e turbamento a Venezia e Padova

L’immagine di San Giuseppe nell’arte medievale veneta

di Sergio Todeschini

Lo studioso Franco Verri ha raccolto le immagini artistiche più significative e rappresentative sulla figura di San Giuseppe in Veneto durante il periodo del basso e alto medioevo; una iconografia sul santo suggerita agli artisti sia dai Vangeli che dagli scritti apocrifi. Le primi immagini esemplificative sono quelle riguardanti lo sposalizio del santo con Maria e gli episodi legati all’infanzia di Gesù. Sono testimonianze preziose risalenti al primo e secondo medioevo che si trovano sia nella basilica veneziana di San Marco, che a Padova nella Cappella Scrovegni. Gli artisti hanno rappresentato l’infanzia di Gesù seguendo la traccia narrativa dei Vangeli e in alcuni casi hanno intrecciato le vicende seguendo sia gli scritti apocrifi che i Vangeli; come appunto si può notare osservando i rilievi collocati sulle colonne in alabastro del ciborio della basilica di San Marco a Venezia. Le immagini sono in bassorilievo e le figure in posa statica seguono l’impostazione tardo bizantina e si collocano sotto archetti sorretti da semplici colonnine.

Mercoledì, 09 Settembre 2015 14:19

Iconografia medievale su San Giuseppe in Lombardia

Tradizioni iconografiche legate a San Giuseppe

di Sergio Todeschini

Dall'indagine storico-liturgica, riguardante “Il culto di S. Giuseppe in Sicilia dalle origini al secolo XV”, condotta da Paolo Collura e riportata nel volume: «San Giuseppe nei primi secoli della Chiesa», si ricavano interessanti informazioni. La percezione dell’immagine iconografica su S. Giuseppe è strettamente legata al dibattito e alle vicende teologiche che investirono anche il territorio lombardo a partire dall’alto medioevo. Una ricerca compiuta dallo studioso Mons. Enrico Cattaneo, ripercorre la vicenda iconografia riguardante S. Giuseppe partendo da molto lontano, dal periodo paleocristiano. Le notizie sul nostro santo sono quelle riportate dai vangeli apocrifi. Sono semplici informazioni legate alla natività e quasi trascurate dagli studiosi.

Il carpentiere restaura il sogno infranto di Dio sulla salvezza dell’umanità

di Angelo Forti

C’è una bella definizione di Sant’Agostino sulla catechesi: la definisce come «il narrare la cura di Dio nei nostri confronti». Tale cura – ci suggerisce sempre sant’Agostino – la possiamo pensare come quello dobbiamo fare per ciò che possiamo e pregare per ciò che non possiamo, e Dio ci concederà la capacità di realizzare i sogni che nutriamo nell’anima.
Il nostro tempo è frenetico, pieno di impegni e di urgenze, rimanendone poco per la preghiera. È vero che il desiderio di pregare è già preghiera, ma all’anima occorre sentirsi abitata e sorretta da pensieri dal sapore di eternità.
Immagino le giornate di San Giuseppe nella casa di Nazareth: un’alba carica di luce e un tramonto illuminato da colori avvolti da un silenzio rotto dal cinguettio degli uccelli e dalle folate di vento. Anche i rumori del martello o dell’ascia per il legno davano al silenzio un’anima e la preghiera nasceva spontanea: uno sguardo al cielo e un grazie di cuore a Dio e tutto procedeva.
Mercoledì, 12 Marzo 2014 16:06

La Redemptoris Custos compie 25 anni

Il 15 agosto 1989 papa Giovanni Paolo II ha fatto dono alla Chiesa intera di un’Esortazione apostolica su san Giuseppe: la Redemptoris custos. Non si tratta semplicemente di una raccomandazione a tenere in conto il santo Carpentiere, ma di un’umile “Summa teologica” sulla figura e la missione del santo Patriarca nella vita di Cristo e della Chiesa.
L’Esortazione apostolica giuseppina si affianca in modo particolare alle encicliche Redemptor hominis e Redemptoris mater, dove l’accento è posto, insieme, sui misteri dell’Incarnazione e della Redenzione. Ricordando, infatti, che il disegno redentivo ha il suo fondamento nel mistero dell’Incarnazione, papa Giovanni Paolo II abbozza su questo fondamento i lineamenti di una nuova ermeneutica giosefologica.
Giovedì, 03 Ottobre 2019 12:13

Una visione e un’opera di grande attualità

24 ottobre, Memoria liturgica di San Luigi Guanella

Apostolo della carità e padre di ogni ferito nella vita

di Vittorino Andreoli

Considerare oggi che cosa ha saputo fare un prete di montagna è di stimolo e di insegnamento non solo per quelli che credono in Dio e nel Vangelo, ma ad ogni persona che tenga a cuore e rispetti l’uomo. Mostra prima di tutto quanta forza esprimano una convinzione e una fede.
In questo don Guanella è stato un folle tra i folli, per parafrasare san Paolo. Aveva l’impressione di fare sempre poco, troppo poco, poiché si ricordava di quanto è scritto nei Vangeli, che con la fede è possibile trasportare le montagne al mare.
Lui non le ha spostate topograficamente, ma ha portato le sue convinzioni testarde e da montanaro in tutto il mondo. Così ha fatto amare i disabili di mente, i mentecatti, dappertutto.

Anniversario della morte del venerabile Aurelio Bacciarini, vescovo di Lugano

di Graziella Fons

Molte volte dimentichiamo che quello che ci rende simili a Dio è la capacità di amare.

Questo amore si dilata costantemente a misura dello sguardo di Dio e quanto più questo sguardo è concentrato sui talenti ricevuti, allo stesso modo noi stessi irradiamo la stessa luce divina.

Per questo motivo è stato scritto che «un santo è un volto visibile, palpabile della perfezione evangelica», per questo san Francesco di Sales sottolineava la differenza che c’è tra una pagina di musica e sentire quelle stesse note cantate. «Tra il libro degli Evangeli e la vita dei santi - scriveva il santo Vescovo - c'è tutta la differenza che corre tra la musica scritta su uno spartito e quella cantata».

Novità con gennaio all’interno della Cism (Conferenza italiana dei superiori maggiori) della Lombardia: il nuovo presidente eletto è don Marco Grega, Superiore provinciale dei Guanelliani, che succede al Salesiano don Claudio Cacioli. Le altre cariche sono state assegnate a don Giuliano Giacomazzi, vicepresidente, e a fra’ Alessandro Ferrari, segretario.

Progetti guanelliani di agricoltura sociale 

di Paola D'Amico

Lo hanno chiamato. “È fatto in casa”. È il nome del progetto di agricoltura sociale dell’Opera don Guanella che ha come partner le tre sedi di Como, Lecco e Genova e le due cooperative sociali agricole nate al loro interno, “Cooperativa Pane e Signore” e “Cascina don Guanella” e che Buone Notizie sostiene per un mese. L’obiettivo è realizzare tre laboratori per la trasformazione, la lavorazione e i confezionamento dei tanti prodotti agroalimentari a marchio “fatti in casa” – ci sono le conserve, le marmellate, i vini, i formaggi di capra – ma anche creare una nuova linea di vendita e soprattutto da vita a percorsi di formazione-inserimento lavorativo per persone con disabilità o in altre situazioni di disagio e fragilità sociale.

Sabato, 25 Agosto 2018 14:04

«Opera del Signore: dunque benefica»

Discorso di Paolo VI per la beatificazione di don Luigi Guanella 

di Gabriele Cantaluppi

Il 14 ottobre di quest’anno verrà proclamato santo Paolo VI, che a noi guanelliani si è mostrato vero  padre in qualche circostanza di prova e soprattutto perché è stato lui a innalzare all’onore degli altari il nostro Fondatore. Il 24 ottobre 1964 nella basilica vaticana, parata a festa in uno splendore di luci e colori come era abitudine a quei tempi, l’immagine di don Guanella trionfava nella “gloria” del Bernini. Il papa, secondo il rito andato in disuso con Giovanni Paolo II, scendeva nel pomeriggio in basilica per venerare il nuovo Beato, proclamato in suo nome dal cardinale Paolo Marella, arciprete della basilica, al mattino.

Sabato, 30 Giugno 2018 13:43

Ciclisti guanelliani in Terra Santa

di Mazzieri Giorgio

La partenza del Giro d’Italia 2018 da Israele, le prime tre tappe, hanno favorito il nostro desiderio di un pellegrinaggio in Terra Santa. Insieme a Don Agostino (direttore Casa Don Guanella di Lecco) e Don Dando (Responsabile Economo della Provincia) e 14 amici, muniti delle rispettive bici da corsa, siamo partiti il 30 aprile per affrontare una nuova esperienza, un pellegrinaggio in bici tra Nazareth e Gerusalemme attraverso i luoghi nei quali Gesù ha vissuto fino alla crocifissione e resurrezione. 

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