Nell’anno 2020 ricorderemo il 150° anniversario della proclamazione di san Giuseppe Patrono della Chiesa universale da parte del Beato Papa Pio IX (8 dicembre 1870). Per comprendere il significato storico e spirituale di questa ricorrenza interviene don Mario Carrera, direttore generale della Primaria Pia Unione del Transito di san Giuseppe nonchè direttore della rivista che state leggendo. Per una volta, don Mario - che è un giornalista - invece che scrivere un articolo si è lasciato intervistare, e di questo lo ringraziamo.
Nel canonizzare una persona santa la Chiesa accende nel suo firmamento delle vie maestre, strade garantite per una laurea in santità.
Giovanni Battista Montini, canonizzato il 14 ottobre scorso, pur avendo percorso un’esistenza cristiana singolare, al vertice delle gerarchia ecclesiastica, la Chiesa lo propone come maestro possibile di imitazione, non tanto per il suo straordinario magistero, ma per la fecondità dei frutti maturati nella sua vita di creatura umana, vissuta con coerenza alla pagina delle beatitudini evangeliche.
C’'è una “città” nel cuore della Maremma toscana in cui tanti ragazzi hanno trovato una mamma e molti fratelli, con i quali condividere un ideale di vita che a molti era sembrato un sogno irrealizzabile, ma che si è avverato. E papa Francesco ne ha dato testimonianza vistando questa “città” dove unica legge sono i due comandamenti dell’amore: amare Dio e il prossimo. Tutto questo si è potuto realizzare grazie alla caparbietà di un uomo, appunto don Zeno, che a quel sogno di amore ha sempre creduto, fin dal giorno della sua prima messa, il 6 gennaio 1931, quando ha lasciato di stucco gli amici invitati alla sua festa per andare a concludere la giornata in compagnia di un diciottenne, appena uscito dal carcere.
Chissà cosa penserà dal Cielo monsignor Aurelio Bacciarini, che vede il suo “Giornale del Popolo”, ancor oggi l’unico quotidiano cattolico dell’intera Svizzera, cessare la pubblicazione. E condivideranno il suo rammarico anche Giuseppe Lepori, Aurelio Gabelli e Alfredo Leber, i giovani poco più che venticinquenni ai quali il Vescovo il 21 dicembre 1926 aveva affidato gli inizi del giornale. Soprattutto Leber, che lo diresse per cinquant’anni, ammodernandolo nei macchinari di stampa e portandolo vicino alla realtà della gente aprendo le sedi regionali.
A un anno dalla sua elezione a Vescovo Amministratore di Lugano e attento ai segni dei suoi tempi, Mons. Aurelio Bacciarini fonda il 3 settembre 1918 a Locarno, nel convento delle monache agostiniane, la Lega delle Maestre cattoliche, sezione Ticino. Nessun riferimento politico, ma un solo scopo totalmente spirituale e cattolico per l'evangelizzazione dell'infanzia ticinese. Subito aderiscono all'associazione oltre 100 maestre della Diocesi impegnate soprattutto nella scuola primaria, sparpagliate nelle cittadine e nei villaggi di un Ticino allora profondamente rurale.
Il “marchio di garanzia” per una santità da onorare si costruisce con un percorso meticoloso, simile ad uno spartito musicale in cui tante note rincorrendosi formano una sinfonia. In questo percorso il Professor Giorgio La Pira è arrivato alla tappa della venerabilità. Dopo i tanti “processi” a livello diocesano e poi presso la Congregazione delle cause dei Santi molti esperti teologi, giuristi, vescovi e cardinali, papa Francesco ha firmato il decreto di venerabilità di Giorgio La Pira.
La santità è un fiore che sboccia all’interno di una persona, si libra nel cielo della sua libertà e percorre le strade degli uomini seminando il bene. Non c’è santo uguale ad un altro, i germi del divino fruttificano là dove Dio ha stabilito, anche se qualche volta è difficile trovare il campo dove Dio ha nascosto la sua presenza. Molti santi hanno faticato a trovare il terreno su cui costruire l’edificio del loro rapporto di amore con Dio.
Quando fu nominato Patriarca a Venezia, il cardinal Roncalli scherzava dicendo: «ora mi resterebbe solo il papato, ma il prossimo papa sarà l'arcivescovo di Milano» e, alla vigilia del conclave che lo avrebbe eletto, «se ci fosse stato Montini, non avrei avuto una sola esitazione, il mio voto sarebbe stato per lui». Sarà il primo nella lista dei cardinali da lui creati il 15 dicembre 1958. Tra le ipotesi sull’allontanamento di Montini dalla Curia vaticana da parte di Pio XII, c’è anche quella di averlo inviato a Milano, la diocesi più grande e prestigiosa del mondo, consapevole che quel passaggio lo avrebbe messo sul candelabro e ne avrebbe preparato il pontificato.
Papa Francesco, come in un’ouverture musicale, ritorna costantemente sul tema della gioia dell’essere cristiani. Le tre esortazioni apostoliche del suo magistero pontificio sono intonate sulla melodia della gioia. La prima esortazione l’ha iniziata con l’Evangelii gaudium, nella seconda esortazione al gaudio si era aggiunta la letizia come fioritura dell’amore, Amoris laetitia e, ora, nella terza esortazione, ritorna la nota del gaudio con il rallegrarsi che sfocia nell’esultanza Gaudete et exsultate.
Queste note gioiose si fanno giubilo, percorrendo lo spartito musicale delle beatitudini, pagina evangelica che il poeta indiano Gandhi chiamava: «Le più alte parole del pensiero umano».
A ottobre canonizzazione di Paolo VI
di Gabriele Cantaluppi
Il fedele «oggi va al cinema, e tutto gli appare chiaro; va a teatro e avviene altrettanto; apre la radio e la televisione e tutto gli riesce comprensibile», poi «finalmente va alla messa, e di tutto quello che gli si svolge davanti non capisce niente». Basterebbero queste parole, scritte nella lettera sull’educazione liturgica della Quaresima del 1958, a quattro anni dal suo ingresso in diocesi, per avere un saggio dell’animo con cui Giovanni Battista Montini accolse l’impegno di arcivescovo di Milano. Egli riconobbe la specificità di Milano nel panorama nazionale italiano, città lanciata a folle velocità verso la modernità e lo sviluppo economico, in un momento storico difficilissimo, in cui emergevano i problemi economici della ricostruzione, l’immigrazione dal sud, il diffondersi dell’ateismo e del marxismo all’interno del mondo del lavoro.