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La vedova rivela i due atteggiamenti fondamentali della Chiesa (sposa) davanti a Cristo (sposo): l’attesa nella speranza e la certezza dell’incontro. L’amore coniugale ferito dall’assenza materiale, continua purificato dal dolore e sublimato nel ricordo, preparando il rincontro. Rivive interiormente il vissuto illuminandolo di un amore eterno. 

La vita coniugale è una progressiva educazione per un nuovo modo di essere, dove l’assenza temporanea segnata dal dolore lacerante della separazione cede il passo a un legame spirituale che ingloba il già vissuto in un nuovo modo di vivere; nelle relazioni, sia familiari che professionali e sociali, semina un nuovo amore la cui dolcezza e grandezza va oltre ciò che si vede e si esperimenta attraverso i sensi.

La dimensione spirituale dell’amore illumina e rende feconde le relazioni di nuovi germogli, nuove sensazioni in cui l’amore di Dio riempie i vuoti della solitudine. La vedova, in particolar modo se vive l’esperienza dell’Ordo Viduarum,  vive con forza il dono della carità nel suo ambiente familiare, ricoprendo di attenzioni chi ne ha maggiormente bisogno, e riaccende la fiammella della speranza nel loro cuore. In secondo luogo si apre alle necessità del prossimo con un’azione costante di servizio e di sostegno per quanti non sono capaci, da soli, di superare le difficoltà della vita e hanno bisogno di una mano amica. La vedova si pone come presenza amica che aiuta e sostiene quanti nelle difficoltà sono a rischio. Ma dove trova la forza per una missione così esposta, lei che porta nel suo cuore le proprie fragilità?  Gesù diceva a santa Caterina da Siena in una delle sue apparizioni: «Fatti capacità ed io mi farò torrente». Qui è il segreto: farsi forti della forza di Cristo.

Lunedì, 29 Gennaio 2018 13:36

Orfane di affetto rigenerano amore

Ordo Viduarum

di Adelio Antonelli

Cosa?... Mica ho capito male. E che cos’è questo Ordo Viduarum?...  e dagli poi con questo latino! Sì; mi hanno detto che in qualche nazione europea il latino, oggi, si studia più che in Italia; ma sempre di una lingua morta si tratta… anche se l’italiano, con il francese, lo spagnolo, il romancho ecc.: sono lingue neo latine. Comunque penso che non è “in”, parlare oggi dell’Ordo Viduarum. Beh! Vediamo di che si tratta... 


Eco di un’intervista di Andrea Tornielli con papa Francesco

di Andrea Tornielli

Dopo nove mesi dalla sua elezione, papa Francesco ha raccontato ad Andrea Tornielli,  giornalista de La Stampa di Torino, i suoi sentimenti sulla festa del Natale. Tornielli nel suo lungo colloquio con il papa ha spaziato sui problemi della fame del mondo, della sofferenza dei bambini e sulle tensioni internazionali. Il colloquio è stato lungo e ha posto una serie di domande con delle risposte assai illuminanti sui problemi dell’umanità, ancora oggi di viva attualità. Da quell’intervista abbiamo colto due brani che ci possono aiutare a vivere con sentimenti rinnovati il Natale del Redentore in questo anno 2017.

In quella circostanza Andrea Tornielli aveva riferito che durante il lungo colloquio «per due volte, dal volto di Francesco è sparita quella serenità che tutto il mondo ha imparato a conoscere, quando ha accennato alla sofferenza innocente dei bambini e ha parlato della tragedia della fame nel mondo». Due realtà di drammatica attualità anche oggi. Leggiamo questa eco che si fa un grido attuale.

Mercoledì, 28 Giugno 2017 12:48

La chiesa-madre generatrice di pace

A Fatima è stata scritta la profezia delle conversioni

di Angelo Forti

Da quando i papi hanno incominciato a viaggiare come pastori universali al di fuori della Citta del Vaticano solo Giovanni Paolo I non ha avuto tempo per visitare Fatima, gli altri, da Paolo VI a  Francesco, hanno ritenuto Fatima una sorgente di grazia. L’anno centenario delle apparizioni ha accentuato il fatto che la Madonna è scesa dal cielo a parlare ai tre pastorelli  all’inizio di un secolo  turbolento e tragico per far giungere un accorato messaggio all’intera umanità.

La canonizzazione dei due veggenti di Fatima

di Luciano Mediolani

Dal tempo della creazione sino ai nostri giorni, la frase di Isaia «Le vie di Dio sono diverse da quelle degli uomini» si avvera con una metodicità cronometrica. E questo è capitato anche a Fatima: Dio investe di un messaggio di valore universale le fragili spalle di tre bambini. Erano bambini analfabeti, poveri ma ricchi di saggezza. Per questo Dio li ha investiti del compito di ambasciatori per tutti i credenti in Cristo. 

Lucia, Francesco e Giacinta non hanno frequentato  una specializzazione in rapporti diplomatici, ma Dio, prima delle apparizioni della Mamma di Gesù, ha mandato un angelo a insegnare l’alfabeto del linguaggio di Dio. Un alfabeto che comunicava un linguaggio del cuore: la preghiera. La preghiera è diventata la grammatica con cui i tre pastorelli ascoltavano e parlavano il linguaggio di Dio, lasciando al tempo il compito di rendere palesi anche i «segreti».

Il “segreto di Fatima” è una fotografia rapida e con un linguaggio simbolico di difficile decifrazione. È una visone rapida sulla «Chiesa dei martiri del secolo ormai trascorso. Nessun grande mistero viene svelato; il velo del futuro non viene squarciato».

Papa Francesco a Fatima: un incontro riservato agli ammalati

di Angelo Forti

Al termine della Messa, appartati per una possibile l’inclemenza del tempo, papa Francesco ha desiderato avere un incontro particolare con gli ammalati e prima di impartire loro la benedizione eucaristica, il papa si è rivolto direttamente agli ammalati riproponendo la domanda che Maria aveva fatto a Giacinta e Francesco, che poco prima, durante la santa Messa erano stati proclamati santi, quindi, modelli imitabili di santità: «Volete offrirvi a Dio?».

Intervista al card. Angelo Comastri

di Francesco Marruncheddu

Eminenza, si è da poco concluso il Giubileo Straordinario della Misericordia. Come valuta questo evento, partendo proprio da qui, dalla Basilica di San Pietro in Vaticano, della quale lei è Arciprete?

Il Giubileo della Misericordia, inizialmente, è stato accolto con sorpresa perché il papa ha tenuto dentro di sé l’intuizione e l’ispirazione.  E quando l’ha comunicata, evidentemente, c’è stato un momento quasi di suspense, perché nessuno aspettava questo inatteso dono. Poi, però, immediatamente  c’è stata l’apertura del cuore e, direi, anche una specie di sintonia con l’intuizione del Santo Padre, perché il tema della misericordia è un tema che affascina, un tema  che incoraggia.

A 50 anni dall’Enciclica Populorum progressio

di Angelo Forti

«La Chiesa non è un’azienda. Il papa non fa l’economista e neppure il politico per questo comprende a fondo cosa significa lo sviluppo dei popoli» e la crescita integrale delle persone. La Chiesa è una “madre e maestra” che ha a cuore il progresso armonico dei suoi figli. 

Sono passati 50 anni da quando Paolo VI ha lanciato al mondo l’invito a investire le prospettive politiche, sociali ed economiche sulla dignità della persona con i suoi diritti e sulla necessità che gli Stati assicurino che il progresso sia sempre al servizio della persona e non renda l’uomo schiavo dell’economia.

Mercoledì, 08 Febbraio 2017 13:43

Bernadette e il “Miracolo di Lourdes”

11 febbraio 1858

di Mario Sgarbossa

Il vescovo di Lourdes presentando Bernadette il 18 gennaio 1862 cita l’Apostolo Paolo: “Qual è lo strumento di cui l’Onnipotente si è servito per comunicare i suoi disegni di misericordia? è ciò che c’è di più debole nel mondo, una ragazza di 14 anni, nata da una famiglia povera”. Contemptibilia mundi elexit Deus, dice infatti san Paolo: Dio sceglie di preferenza le persone che il mondo disprezza... cioè le persone umili come Bernadette Soubirous che dice di sé: “Se la Madonna mi ha scelto è perché ero la più ignorante. Se avesse trovato una più ignorante avrebbe scelto lei”. 

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