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Super User

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Giovedì, 03 Dicembre 2015 13:48

Il flauto di davide

Ci andai da bambino. C’era un vecchio monaco seduto sotto un albero che suonava il flauto. Ne rimasi incantato. Quando finì di suonare, dissi: «Mi ricordava Natale. Mi racconti una storia di Natale?».

«Eh, eh, ragazzo», rispose ridendo, «io c’ero sai? Siediti qui e ascolta. Gli altri la conoscono già questa storia, e si sono stancati di sentirmela raccontare. Dunque, devi sapere che a quel tempo avevo due flauti: uno lo suonavo di giorno e l’altro di notte. Quello che suonavo di giorno era un flauto normale, ma quello che suonavo di notte era speciale: l’orecchio umano non lo avvertiva, e così potevo suonare senza disturbare i pastori che dormivano. Ma gli angeli, loro sì che sentivano! Ogni volta che suonavo arrivavano in gran numero, e mi ero fatto molti amici tra di loro. E tu, hai qualche angelo per amico?

Una notte avevo appena finito di suonare e tutti gli angeli se ne stavano andando via tutti, tranne uno, che mi si avvicinò. Dai suoi occhi capii che aveva un segreto. Lui infatti si chinò su di me e mi bisbigliò nell’orecchio il Grande Segreto. Sì, ragazzo, il Grande Segreto! La sera seguente convinsi gli altri pastori a venire con me, dicendo loro che era nato un bambino. Tutti amano i bimbi, sai. Quando arrivammo, essi andarono subito ad ammirare quel bimbo, appena nato e a congratularsi con i genitori. Ma io, io mi inginocchiai davanti a lui. Che altro potevo fare? Alla fine il padre mi fece rialzare. «Vedo che hai due flauti», disse. «Suoneresti per il bambino?».

«Ah no», risposi. «Nessuno dei due va bene. Questo suona solo per gli uomini, e questo solo per gli angeli».

Il padre rise. «Capisco», disse. «Devi sapere che io sono un falegname come mio padre, ma uno dei miei antenati era un pastore come te, e anche lui suonava il flauto. Ma poi lo fecero re, e da allora sentì dentro di sé che non doveva più suonare quel flauto. Lo mise da parte e lo ritrovarono solo quando morì. è stato tramandato di padre in figlio, da molte generazioni. Dicevano che fosse per il buon pastore. No ho mai permesso a nessuno di suonarlo, ma stanotte sono così felice! Ecco, prendilo. Suona, ti prego».

«Suonai. Ragazzo mio, quella notte mi sentirono anche gli angeli e le stelle. Fu il mio grande momento. Tutti gli angeli, tutte le stelle accorsero a quel richiamo». «Il falegname mi lascò il flauto. è questo. Io ormai sto invecchiando e vorrei darlo a qualcuno, ma nessuno lo vuole. Preferiscono tutti le parole! Pensa un po’, credono di poter annunciare il Grande Segreto con le parole!».

Teofane il Monaco


 

Calendario

Dicembre

Alimenti del mese

Capponi, tacchini, piccioni, conigli. Pesce di lago e di fiume, capitone, anguille. Formaggio. Farina di mais e di castagne (polente). Frutta di macchia. Continuava il periodo della macellazione tradizionale del maiale. Olio nuovo (fettunta), olive secche o sotto ranno.

Orto

Rape e cime (pulezze), cardi imbiancati, porri, sedani, cavolo nero, cavolfiore, spinaci, bietole, finocchi (durano fino ad aprile), ravanelli, indivia imbiancata, gobbi, radicchio da taglio, lattuga bruna.

Frutta

Nespole, scarnigie (bacche commestibili che ornano le macchie di rosa canina nei mesi gelidi e sono dette la dispensa degli uccelli, essendo in questo tempo una delle poche loro risorse alimentari: di poco valore, ci si fanno marmellate), cachi, mele cotogne, melagrane.

Orto sul balcone a dicembre

Chi ha un orto sul balcone potrà avere a disposizione, a seconda di quanto seminato, ancora diversi ortaggi, come il lattughino da taglio, la rucola e le erbe aromatiche, tra cui è possibile trovare rosmarino, origano, salvia e prezzemolo. I cavoli ornamentali devono essere raccolti prima dell'arrivo del gelo. è consigliabile proteggere dalle gelate le piantine presenti nei vasi con gli appositi teli. Le erbe aromatiche e le verdure da taglio temono il gelo e necessitano di essere protette soprattutto la notte.


 

Polenta con i cavoli del futuro Papa Buono

 

Ingredienti: 1 cavolo, 2 cipolle, 3 carote, 3 coste di sedano, 300 g di farina gialla bergamasca, 1 l di brodo vegetale, formaggio grattugiato, olio di oliva, sale

Pulire e tritare grossolanamente cipolle, carote e sedano e farli appassire con l’olio in una pentola alta molto capiente; unire il cavolo lavato (eliminare anche le coste dure) e tagliato a strisce. Lasciare insaporire 10 minuti, aggiungere il brodo e lasciare cuocere altri 15 minuti. Regolare di sale e unire a pioggia la farina gialla, senza creare grumi. Cuocere mescolando per 45 minuti. Servire bollente con una manciata di formaggio grattugiato.

 


 

Stili di vita

La carta

Meglio «certificata» per salvare le foreste

Risparmiare sulla carta è un piccolo gesto che può produrre enormi benefici. Per ottenere una tonnellata di carta nuova servono infatti 15 alberi, 440mila litri d’acqua e 7.600 Kwh di energia elettrica. Un processo che comporta innanzitutto il disboscamento delle grandi foreste e quindi l’aumento delle emissioni inquinanti che queste sono capaci di assorbire. La produzione di carta riciclata invece, oltre a risparmiare la vita agli alberi, richiede il 60% in meno di energia e l’80% in meno d’acqua rispetto alla carta vergine, e genera il 95% in meno di inquinamento atmosferico. Inoltre è possibile utilizzare carta certificata, con i marchi internazionali che garantiscono la gestione responsabile delle foreste secondo standard ambientali, sociali ed economici. Stando ai dati Fao, la produzione mondiale di carta è in leggera flessione ma l’impatto ambientale resta elevato. Nel 2013 sono stati prodotti 397,6 milioni di tonnellate di carta e cartone, di cui il 54% è stato usato per confezionamenti e imballaggi.

Mercoledì, 09 Settembre 2015 15:12

Il canto del cigno

Il cigno piegò il flessuoso collo verso l’acqua e si specchiò a lungo. Allora capì la ragione della sua stanchezza, e di quel freddo che gli attanagliava il corpo facendolo tremare come d’inverno: con assoluta certezza egli seppe che la sua ora era suonata e che bisognava prepararsi a morire. Le sue piume erano ancora bianche come il primo giorno della sua vita.

Era passato attraverso le stagioni e gli anni senza macchiare la sua veste immacolata; ora poteva anche andarsene, concludere in bellezza la sua vicenda. Alzando il bel collo, si diresse lento e solenne sotto ad un salice, dov’era solito riposarsi durante la calura. Era già sera.

Il tramonto tingeva di porpora e di viola l’acqua del lago. E nel grande silenzio che già scendeva tutto intorno, il cigno cominciò a cantare. Mai aveva trovato, prima di allora, accenti così pieni d’amore per tutta la natura, la bellezza del cielo, dell’acqua e della terra.

Il suo canto dolcissimo si sparse nell’aria, velato appena di nostalgia, finché piano piano si spense, insieme all’ultima luce dell’orizzonte. è il cigno - dissero commossi i pesci, gli uccelli, tutti gli animali del prato e del bosco - è il cigno che muore.

Leonardo da Vinci


 

 

Riti della vendemmia

 Il grande pranzo della vendemmia. Era uso, una volta sistemata l’uva nei tini e ripulita la cantina, in attesa che il vino fermentasse, di fare una cena di benfinita della vendemmia alla quale partecipavano tutti i vendemmiatori, gli amici, i parenti, i proprietari del podere e anche gente di passaggio o di coloritura come un sonatore d’organetto, nonché invitati di riguardo come il parroco. Il vino (ancora mosto) dava presto alla testa e quello che si diceva si diceva. Ciò deriva dall’uso di fare col vino giovanissimo il vino dolce per berlo durante le veglie. Chi non ce la faceva a sopportare i fescennini, se ne andava. Frutto del Signore. Gentile usanza era quella dei vendemmiatori di lasciare su ciascuna pianta un piccolo grappolo nascosto in alto che veniva chiamato il frutto (o il graspignolo) del Signore, perché sugli alberi da frutta una piccola parte non veniva colta, lasciandola a coloro che ne avessero avuto bisogno oppure agli animali, in particolare agli uccelli. Questo gesto dimostra come i nostri progenitori avessero presente che la campagna è una dispensa di Dio, aperta agli uomini, ma destinata a tutte le creature.


 

Fettunta

Tipico preparato toscano proveniente dalla tradizione di assaggiare l’olio nuovo al frantoio irrorandone una fetta di buon pane. In realtà si serve ad acquirenti e visitatori un piatto più elaborato: fetta abbrustolita di pane raffermo non salato, fregato con uno spicchio d’aglio, irrorato d’olio e salato a piacere di chi lo mangia. Le aggiunte sono peccati di cui ognuno risponde personalmente. Si usa chiamarla anche col termine laziale bruschetta, giustificando così le aggiunte estrose, come una stropicciata di pomodoro, fino a giungere al crostino di pane in cui la fetta viene caricata di un guazzetto di pomodori a piccoli pezzi insaporiti lasciandoli nel loro liquido con olio, sale, odori, aglio, erbe aromatiche come il pepolino.


 

Stili di vita

La plastica

La plastica è una grande scoperta che ha migliorato la qualità della vita, fino a diventare però una delle prime cause di inquinamento del pianeta.

Dal 1950 a oggi la produzione mondiale è passata da un milione e mezzo a 245 milioni di tonnellate annue, ponendo sfide soprattutto per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti non biodegradabili. Ne sono una testimonianza i giganteschi accumuli di rifiuti plastici venutisi a creare negli oceani, con un’estensione che arriva a milioni di chilometri quadrati, un’area più estesa della superficie degli Stati Uniti.

Secondo l’Agenzia per l’ambiente dell’Onu (Unep) circa 100.000 mammiferi marini, un numero consistente di tartarughe e un milione di uccelli marini rimangono uccisi ogni anno dalla plastica, per ingestione o intrappolamento. Trattandosi di un derivato del petrolio il primo impatto avviene però tramite l’estrazione, il trasporto e lo stoccaggio degli idrocarburi. Segue il processo della trasformazione in plastica con la relativa produzione di emissioni nocive.

 

Mercoledì, 10 Giugno 2015 15:12

Il ragno e la caverna

di Carlo Lapucci

{gspeech style=1 language=it autoplay=0 speechtimeout=0 registered=0 selector=anyselector event=anyevent hidespeaker=0} Mentre Maria e Giuseppe fuggivano cercando di raggiungere la terra d’Egitto, le guardie del Re Erode li inseguivano guadagnando sempre più terreno, finché non furono in un vallone di rocce e macigni dove nessuna pianta poteva offrire un nascondiglio o un rifugio. Maria, quando tutto pareva perduto e già si sentivano scalpitare vicini gli zoccoli dei cavalli, vide una piccola caverna che si apriva nel sasso. «Entriamo qua dentro, ritarderemo almeno la fine», disse. S’infilarono nella grotta, spingendo avanti il somaro, tenendo in braccio il Bambino e attesero.{/gspeech}

Un ragno che era nel buco d’un sasso, subito si mise a tessere una grande tela, con la quale in poco tempo chiuse l’ingresso della caverna. Giunsero le guardie d’Erode e imprecando si dettero a frugare tra i massi, infuriati per la sparizione dei fuggiaschi. «Dove sono?», dicevano. «Eppure erano qui proprio ora». «Non saranno mica entrati sotto terra?». «Per la strada non si vedono più». «Ecco, sono entrati in questa caverna...». «Qua no davvero: non vedi che ci sono le ragnatele?». «Non perdiamo tempo... Corriamo avanti». Così le guardie continuarono la loro corsa e la Sacra Famiglia fu salva. «Chi avrebbe detto che una tela di ragno sarebbe stata così forte da impedire ai soldati di entrare?», disse Giuseppe, riprendendo la strada, e prima di ripartire, benedisse il ragno, dicendo: «Per la tua pietà, sarai benvenuto nelle case dove porterai la fortuna e gli uomini ti risparmieranno». Infatti da allora il ragno in casa non si uccide, anche se si toglie la ragnatela.


 

I consigli DALLA NATURA

Il sambuco

Il sambuco, o anche Sambucus Nigra nella sua denominazione scientifica, è una pianta molto comune, solitamente ascritta alla famiglia delle siepi. Oltre alla sua funzione prettamente ornamentale – il sambuco presenta piccoli fiori bianchi e bacche violacee – da sempre è sfruttato nella medicina popolare. Del sambuco si utilizzano sia la pianta che le bacche, per scopi diversi per l’organismo. Dai fiori si ricava solitamente un infuso, noto per la sua capacità di aumentare la sudorazione corporea, così da favorire l’eliminazione delle tossine e la contenzione della temperatura durante gli stati febbrili. Uniti alle foglie, i petali in infusione vengono impiegati per la creazione di tisane contro i problemi delle vie respiratorie. Per questo, fiori e foglie possono essere adoperati anche per migliorare la circolazione sanguigna, soprattutto quella periferica, sia con l’assunzione orale che con impacchi localizzati per limitare la rottura dei capillari o per un rapido sollievo alle scottature. Sempre in impacco e sempre per le sue proprietà sulla circolazione, il sambuco è utile anche per lenire il dolore a gambe e articolazioni nelle donne, così come il gonfiore dovuto ad attività fisiche intense o a una giornata sui tacchi. Negli uomini, invece, la tisana è largamente utilizzata per il mal di schiena. Le bacche di sambuco sono principalmente composte da acqua, ma al loro interno non mancano carboidrati, fibre e sali minerali come il potassio, il magnesio, lo zinco, il sodio e il calcio. Il loro impiego è quasi strettamente legato al benessere dell’apparato digerente.


 

Pesce alla san pietro

Ingredienti per 4 persone:

* 4 filetti di pesce * 50 g di burro * 2 cucchiai di vino bianco * 1 limone * 2 uova * farina bianca ‘’00’’ * olio di semi per friggere

Per la salsa alle erbe pestate in un mortaio 1 cucchiaino di dragoncello e 1 di timo, 1 rametto di rosmarino, 1 ciuffo di prezzemolo, 1 cucchiaio di foglie di basilico, 1 spicchio d’aglio, 1 pizzico di zenzero, 4 bacche di ginepro pestate, 2 cucchiai di pangrattato, sale e pepe, fino a ottenere un composto omogeneo.

Sbattete le uova e intingetevi i filetti di pesce, poi passateli nel trito d’erbe e nella farina; friggeteli in una padella capiente con olio caldo. Appena sono cotti e ben dorati trasferiteli su carta da cucina per farli asciugare. In un tegame a parte fate fondere il burro e, prima che sfrigoli, versatevi il trito di erbe rimasto, il succo del limone, il vino bianco e mescolate. Servite i filetti di pesce caldi con la salsina versata sopra. Preparazione 30 minuti, cottura 40 minuti.

 


 

BUONO A SAPERSI

L’aceto, balsamo universale.

Naturalmente l’aceto solo soletto non potrà proteggere gli ambienti dai germi: ma una pulizia quotidiana con detersivi a base di questo liquido costituisce un buon metodo di prevenzione. Non resta che procurarsi dell’aceto da tavola bianco (da prediliggere nella pulizia rispetto al rosso).

Detergente: nella pulizia quotidiana di piastrelle, pavimenti generici e superfici smaltate.

Sgrassatore: ideale per eliminare l’untuosità da piatti e stoviglie molto sporche, per pretrattare e rimuovere lo sporco difficile dalle pentole, per far brillare l’acciaio, il rame e l’ottone (ma anche vetri e cristalli).

Anticalcare: ideale per rimuovere i depositi di calcare da posate, utensili e tegami in acciaio, da bicchieri di vetro e rubinetteria, rendendo tutto lucido e senza aloni. Anche in lavastoviglie, aggiunto al risciacquo finale, l’aceto ridona risultati sorprendenti. Inoltre, è ottimo per la manutenzione ordinaria di lavastoviglie, lavatrice e ferro da stiro.

Ammorbidente: previene l’infeltrimento dei capi in lana ed è efficace nel trattamento dei capi bianchi e colorati, perché disperde i sali di calcio catturati dalle fibre dei tessuti e favorisce, inserito nell’ultimo risciacquo, l’eliminazione dal bucato dei residui di detersivo.

Smacchiatore: ottimo in caso di macchie ostinate, se aggiunto all’acqua dell’utimo risciaquo (a mano o in lavatrice), ravviva le tinte dei tessuti conservandone il colore.

Lunedì, 16 Marzo 2015 14:41

Il più degno

Tre giovani africani furono fatti entrare nella capanna delle riunioni. Il capo era seduto in fondo, circondato dai vecchi guerrieri. I ragazzi gli s’avvicinarono.
- Per sei giorni - egli disse, parlando lentamente - siete stati lasciati nella foresta per mettere alla prova le vostre capacità, affinché noi potessimo giudicare se siete degni di essere considerati guerrieri. Siete ritornati sani e salvi, nonostante i mille pericoli. Ma non basta. Che cosa avete fatto per meritare il nome di guerrieri?
Tra l’attento silenzio degli uomini della tribù, i ragazzi narrarono le loro imprese. Uno aveva ucciso un leopardo, un altro aveva lottato con un pitone. Solo il terzo dei ragazzi non parlò.
- E tu, Mamadù, che cosa hai fatto? - chiese il capo. - Ho preso un orcio di miele dalle api selvatiche - rispose sommessamente Mamadù.
I ragazzi sorrisero. Che cos’era rubare del miele dalle api? Ci voleva pazienza, audacia anche, ma non era una prova degna di un guerriero della tribù.
- Perché hai preso il miele e non hai cacciato qualche animale feroce? - chiese il capo.
- Tu sai - rispose Mamadù - che i miei genitori sono vecchi e ammalati; dovevo pensare a loro e l’ho fatto portando loro il miele.
Il capo si alzò. Tese la lancia verso Mamadù e disse: - Prendila, perché fra tutti tu sei il più degno. Prima di essere cacciatore, un uomo deve essere uomo. E c’è solo un modo per sapere quando egli è tale: quando sopra ogni cosa egli mette l’amore e il rispetto per i suoi genitori.
Alberto Manzi
 

I consigli DALLA NATURA

 

La cicoria

 
Cicoria (Cichorium intybus) è una pianta nota per le sue proprietà curative fin dall'antichità. I preparati a base di cicoria sono raccomandati per le persone con appetito eccessivo, contribuisce a ristabilire il metabolismo e alla disintossicazione del corpo. La cicoria abbassa il colesterolo e gli zuccheri nel sangue ed è indicata come coadiuvante in arteriosclerosi e diabete.
La presa giornaliera di 2-3 grammi di polvere, ottenuta dalle parti aeree della pianta, è un rimedio prebiotico, depurativo del fegato, reni e cute. 100 ml di succo lattiginoso fresco, ottenuto come spremitura di radici, mescolato in 100 ml di latte e bevuto al mattino a stomaco vuoto, o la sera prima di coricarsi, ha proprietà antiossidanti.
Il decotto è preparato da radici di cicoria e (o) dalle parti aeree delle piante. Preparazione: mettere 2-3 cucchiai di erbe tritate in 750 ml di acqua e fate bollire 15 minuti, o fino a quando un terzo dell'acqua evapora. Bere in piccole dosi durante la giornata.
Caffè di cicoria. Gli effetti officinali specifici di questa pianta sono mostrati anche nel caffè. Dopo la macinazione fine delle radici, soffriggere delicatamente la polvere. Usarlo come un infuso, preparato con 2-3 cucchiaini di polvere per una tazza di acqua bollente. Bere 2-5 tazze al giorno. Stimola la digestione, rafforza lo stomaco, sostituisce il caffè.
L’insalata di foglie di cicoria, infine, è una efficace medicina. 
 

Macco di san giuseppe

 
Ingredienti per 4 persone:
    * 800 g di legumi secchi (fagioli, ceci e fave oppure solo uno dei tre); * 400 g di spaghettini o pasta mista; * 1 cipolla; * 1 costa di sedano; * 2 pomodori; * 1 ciuffo di finocchietto selvatico; olio d’oliva extravergine; sale 
 
Lavate sotto l’acqua corrente fredda i legumi finché l’acqua sarà limpida e poi metteteli a bagno per tutta la notte in una ciotola d’acqua.
Il giorno dopo cuoceteli in abbondante acqua salata con la cipolla, il sedano e i pomodori a pezzetti finché saranno tenerissimi, tanto da poterli schiacciare con una forchetta (la parola macco deriva infatti dal verbo ammaccare).
Quando saranno teneri, ma non ancora cotti, aggiungete il finocchietto tritato e la pasta; portate il tutto a ebollizione, sempre mescolando. A fine cottura aggiungete abbondante olio d’oliva extravergine e pepe, se lo gradite.
 

Buono a sapersi

 
Per pulire tappeti molto sporchi: prendere 1 litro d’acqua tiepid
a, mescolare 2 bicchieri di aceto bianco e 3 cucchiai di bicarbonato. Lavare con una spazzola, con sete morbide, il tappeto. Lasciarlo asciugare (possibilmente non al sole, i colori potrebbero sbiadire) e aspirare con cura.  Se dopo il primo lavaggio, notate che il tappeto è ancora sporco, ripetere l’operazione.
Per tappeti normalmente sporchi: aspirare con cura il tappeto. Versare del bicarbonato omogeneamente su tutto il tappeto, lasciare agire per circa 8 ore. Aspirare il bicarbonato. Sciacquare il tappeto, con una spazzola a sete morbide, usando un composto di 1 litro d’acqua e 3 cucchiai di bicarbonato. Lasciare asciugare e aspirare con cura.
 
Pulizia di poltrone e divani in pelle: prendete 1/2 bicchiere di succo di limone e mischiatelo con 1/2 litro d’acqua tiepida, passate il divano o la poltrona con cura, asciugate con un panno; lucidate il tutto con un composto di un cucchiaio di olio extravergine d’oliva, 3 cucchiai di olio di lino e un cucchiaio di aceto bianco. Vi consigliamo di usare un panno di lana.
Pulizia poltrone e divani in tessuto: prendete 1/2 bicchiere d’aceto e 1/2 litro d’acqua, lavate con una spazzola (imbevuta nell’acqua e aceto) la poltrona o il divano da pulire; versate un po’ di bicarbonato su tutte le superfici della poltrona o del divano, lasciate asciugare, e aspirate con cura.
 
Mercoledì, 18 Febbraio 2015 16:04

Il negozio della verità

Non potevo credere ai miei occhi quando lessi l’insegna del negozio: Il negozio della verità.
Lì vendevano la verità.
La commessa fu molto cortese: che tipo di verità desideravo acquistare, la verità parziale o la verità totale?
La verità totale, ovviamente.
Niente falsità per me, nessuna difesa, nessuna razionalizzazione. Volevo la mia verità pura e semplice e tutta quanta. Mi indicò l’altro lato del negozio, dove si vendeva la verità totale.
Il commesso che era là mi guardò con commiserazione e indicò il cartellino del prezzo. «Il prezzo è molto alto, signore», disse.
«Quant’è?» chiesi io, deciso di ottenere la verità totale a tutti i costi.
«Se lei sceglie questa» disse, «dovrà pagarla perdendo il riposo per il resto della sua vita».
Uscii tristemente dal negozio. Avevo creduto di poter avere tutta la verità ad un prezzo modesto. Non sono ancora pronto
per la verità. Desidero ardentemente pace e riposo di tanto in tanto. Ho ancora bisogno di ingannarmi un po’ con le mie difese e razionalizzazioni. Cerco ancora il rifugio delle mie convinzioni indiscusse.
 
Anthony de Mello

In una chiesa di Francoforte esisteva una magnifica statua che rappresentava Cristo. Durante la seconda guerra mondiale, Francoforte fu oggetto di terribili bombardamenti. Accadde che al termine della guerra, la statua non aveva più le mani. Numerosi scultori si offersero di rifare delle mani nuove, in modo tale che nessuno potesse notare la differenza. Dopo aver considerato tutte queste offerte, i membri della chiesa decisero di rimettere a posto la statua senza le mani. Venne aggiunta allora questa iscrizione: «Cristo non ha le mani, ad eccezione delle nostre»



I consigli DALLA NATURA

 

La genziana

 
La genziana è una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Gencianáceas, ed è una pianta che raggiunge un’altezza massima di 1,2 metri. La radice della genziana è amara come la picrina e ricca di sostanze glicosidi (gentiopicrin, genciomarina e genciina). Contiene anche vari zuccheri e pectina. A causa della sua radice amara ha un’azione che stimola la secrezione delle ghiandole digestive. Per questo motivo aiuta la lotta contro l’anoressia e aiuta la digestione.
Rimedio con la genziana per l’indigestione: Versare 1 cucchiaio di radice di genziana e 1 cucchiaio di camomilla assieme a qualche goccia di miele in una tazza di acqua e portare a ebollizione. Coprire e lasciare riposare per 5 minuti. Berne una tazza quando si sentono i disagi della cattiva digestione.
Rimedio con la genziana per flatulenza: Far bollire 1 cucchiaio di radice di genziana per 5 minuti in 1 tazza di acqua. Prendere 3 tazze al giorno prima dei pasti. Se il sapore non piace, per darne uno migliore è possibile aggiungere qualche grano di anice stellato.
Rimedio con la genziana per rimuovere le macchie dalle mani e il viso: Mescolare 1 cucchiaino di genziana e 1 di dente di leone in mezzo bicchiere d’acqua. Far bollire per 5 minuti, raffreddare, filtrare e aggiungere una spruzzata di limone. Immergere un batuffolo di cotone e applicare sulle macchie. Evitare di esporre l’area al sole per diverse ore.
 

 

Minestra quaresimale

 
Ingredienti per 4 persone:
    * 4 uova, 4 cucchiai di pangrattato, 4 cucchiai di parmigiano, 1l di brodo di carne, noce moscata, sale
 
Portate a bollore il brodo di carne. Separate i tuorli dagli albumi e montate questi ultimi a neve; sbattete con una forchetta i tuorli con un pizzico di sale e poi amalgamate entrambi delicatamente per non smontare i bianchi.
Aggiungete al composto anche il pangrattato, il parmigiano grattugiato e una grattata di noce moscata.
Mescolate sempre delicatamente e, quando gli ingredienti si saranno ben amalgamati, versateli a cucchiaiate nel brodo bollente.
In pochi istanti la minestra è pronta per essere versata nelle singole fondine e si può insaporire con una spolverata di parmigiano e altra noce moscata a piacere. Servitela ben calda.
 

 

Buono a sapersi

 
Prima di lavare la padella, fatela riposare per una decina di minuti in acqua e bicarbonato di sodio. In alternativa, strofinatela con bicarbonato asciutto e una spugnetta abrasiva umida.
Per le padelle antiaderenti, preparate un impasto di bicarbonato di sodio e acqua da applicare con un panno strofinando delicatamente. Così rimuoverete l’unto senza rovinare il rivestimento antiaderente, e sparirà anche l’odore del cibo che di solito è così difficile eliminare.
 
Lavare le bottiglie. La bottiglia di solito si pulisce semplicemente con acqua alla quale aggiungere un po’ di sale da tavola, poi si sciacqua accuratamente con acqua. Se si desidera disinfettare la bottiglia, bollire dell’acqua con l’aggiunta di uno o due cucchiai di soda e versarla nella bottiglia, poi risciacquare. L’odore leggermente acidulo spesso scompare lavando la bottiglia con acqua calda a cui si aggiunge un cucchiaino di lievito.
 
Macchie di pastello. Cospargere un po’ di bicarbonato su un panno umido e pulire le macchie di pastello dalle pareti. Se il pastello si trova sulla vostra carta da parati, provate su una parte “nascosta” per vedere se la vostra carta da parati venga pulita e non si sfaldi, o che lo sporco di pastello non venga via in maniera uniforme.
 
 
 
 
 
Mercoledì, 17 Dicembre 2014 14:16

Il lupo e lo scoiattolo

Lo scoiattolo, saltando da un ramo all’altro, cadde, un giorno, sopra un lupo addormentato.
Il lupo lo afferrò e voleva divorarlo, ma lo scoiattolo lo supplicò di lasciarlo in vita.
- Sta bene - risposte il lupo - ti risparmierò, a condizione che tu mi dica perché voialtri scoiattoli siete sempre così allegri. Io mi annoio, mentre vedo voi saltare e giocare in continuazione.
- Ho paura di te - mormorò lo scoiattolo. - Lasciami saltare sul ramo e te lo dirò.
Il lupo lo lasciò andare; lo scoiattolo saltò sul ramo e di là disse: - Ti annoi sempre, perché sei cattivo; la crudeltà inaridisce il cuore e fa morire la gioia. Noi, invece, siamo allegri, perché siamo buoni e non facciamo male a nessuno.
 
Quanti lupi addormentati ci sono nei boschi delle nostre storie! Speriamo che toccati dal bene di qualcuno imparino a divorare... la propria cattiveria.
(di L. Tolstoj))
 
 

I consigli dalla natura

Foglie d’olivo

Il colon è una parte dell’intestino crasso, di grande diametro, nella quale le sostanze residue della digestione passano con lentezza maggiore rispetto ad altri tratti intestinali. La colite, l’infiammazione che ne può derivare, può trarre beneficio dalle foglie d’olivo. Bollite in un litro d’acqua fino a riduzione di due terzi, 50 gr. di foglie d’olivo. Lasciate raffreddare e bevete un bicchiere di questa medicina naturale un’ora prima dei pasti. Con una minore quantità di foglie, 30 gr., bollite in mezzo litro d’acqua, fino a riduzione della metà, potete preparare una bevanda da bere prima dei pasti principali: è un piccolo aiuto per i problemi di arteriosclerosi.
 

Lupini contro prurito

Bollite in un litro d’acqua, per un quarto d’ora, 30 gr. di lupini secchi e con il decotto fate lavature e impacchi. La vostra pelle irritata vi ringrazierà.

 

La ricetta

Zucca alla ricotta

Ingredienti per 4 persone:
Zucca gialla 1,5 kg, acciughe sotto sale 3, 
olive nere snocciolate 100 g, cipollina una,
sedano una costola, aglio uno spicchio,
capperi sotto sale mezzo cucchiaio,
ricotta stagionata grattugiata 2 cucchiai, olio d’oliva 4 cucchiai, sale e pepe q.b.
 
1. Dissalate i capperi e le acciughe e diliscate quest’ultime, sbucciate la cipollina e lo spicchio d’aglio; lavate e mondate la costola di sedano. Spezzettate le acciughe e tritate gli altri ingredienti, quindi ponete il tutto in una casseruola con l’olio e fatelo stufare su fuoco bassissimo, in modo che le acciughe si disfino ma non soffriggano.
 
2. Private la zucca della scorza e dei semi, lavatela e tagliatela a tocchetti. Quando le acciughe saranno sfatte, unitevi la zucca e fate insaporire, mescolando spesso, per circa 10 minuti; poi aggiungete le olive e lasciate sul fuoco per altri 15 minuti. Passato questo tempo, spolverizzate con la ricotta, regolate di sale e di pepe mescolando bene, e servite caldo.

Buono a sapersi

 


Per pulire l’argento strofinatelo con cenere umida usando un panno. Risciacquate e per la lucidatura fate ricorso alla pelle di daino.
 
Le pentole hanno tracce di calcare? Utilizzate l’acqua di cottura delle patate o quella ottenuta dalla bollitura delle loro bucce.
 
Per tenere alla larga le lumache sistemate sul terreno un piattino con della birra, oppure circondate le piantine con sabbia granulosa.
 
Prima di usare una pentola nuova di alluminio, fateci bollire un po’ di latte che poi butterete. E' un metodo pratico per rimuovere eventuali sostanze nocive.
 
Quando cucinate broccoli o cavolfiori per evitare che durante la cottura si diffonda per la casa l’odore, aggiungete all’acqua di cottura un po’ di latte, oppure un pezzetto di pane o il succo di mezzo limone che - tra l’altro - aiuta a mantenere il colore naturale delle verdure.
 
Volete eliminare l’odore di aglio o di pesce dalle mani? Nel primo caso sfregatele con bicarbonato e un po’ d’acqua e poi sciaquatele. Nel secondo fate ricorso al latte freddo.
 
Versate in una piccola bacinella dell’acqua e un po’ di bicarbonato. Respirate i vapori: è utile per la gola infiammata.
 
 
 
Sabato, 08 Novembre 2014 11:57

La scimmia e il cammello

Quello era un giorno particolarmente importante. Infatti, dalla foresta era partito un invito rivolto ai delegati di ogni specie animale che avrebbero dovuto riunirsi in una assemblea durante la quale si sarebbe discusso di un argomento molto serio. Non mancò proprio nessuno. Il primo a prendere la parola fu il leone, indiscusso Re degli animali. Nel rispettoso silenzio generale egli disse: "Carissimi sudditi, ci siamo riuniti oggi allo scopo di stabilire una pace duratura tra noi, eliminando ogni diverbio e ogni invidia per riuscire così ad affrontare insieme gli eventuali pericoli provocati dall'uomo alla natura". Il discorso continuò a lungo, sottolineato da applausi di assenso. Erano dunque tutti d'accordo: era necessario unirsi per superare qualsiasi problema.
Al termine dell'assemblea, ogni animale prese parte al grande pranzo organizzato per l'occasione. Ci fu cibo in abbondanza e bevande a volontà. Quando tutti furono sazi e soddisfatti qualcuno chiese alla scimmia, notoriamente allegra e vivace, di allietare la cerimonia con qualche spettacolo divertente. Questa, senza farsi pregare, salì sulla pedana e con agilità e simpatia diede inizio ad un numero spassosissimo ricco di salti acrobatici, capriole e danze. Estasiati gli spettatori applaudirono come non mai, divertiti dall'abilità di quell'insolito comico.
L'unico che rimase in silenzio fu il cammello che, geloso del successo ottenuto dalla scimmia, decise di esibirsi anch'egli sul palco attirando l'attenzione su di sé. Questo buffo animale diede il via ad un balletto goffo e sgraziato. Egli non era affatto agile né divertente. Tra i fischi generali fu così costretto a ritirarsi nascondendosi in un angolo dove ripensò ai buoni propositi di cui si era discusso durante l'assemblea: certo, per restare tutti uniti ed amici egli doveva cominciare ad ingoiare un po' della propria invidia.
 
L’invidia è il peggiore dei difetti perché ci impedisce di ragionare e ci costringe a lanciarci in imprese di cui non siamo all'altezza.
(da una favola di Esopo)

I consigli della natura

Il prezzemolo

I gladiatori romani lo mangiavano prima dei combattimenti! Stimola l’appetito, aiuta la digestione, prontezza dei riflessi e diuresi. Mettete una manciata di foglie in un litro d’acqua bollente. Addolcite con miele e bevete 1 tazza dopo i pasti.

La malva

Orazio affermava di nutrirsi solo di olive, cicoria e malva. Cicerone ne faceva addirittura indigestione! La Santa monaca benedettina Ildegarda la prescriveva per curare sonnolenza e cefalea, disturbi renali e avvelenamenti. Nel ‘500 c’erano medici pronti ad affermare che «chiunque beve giornalmente una pozione di malva sarà salvo da qualsiasi malanno per quel giorno». Una volta la si usava per preparare minestre o la si utilizzava lessata, come contorno alla carne. è ottima per curare tutte le malattie infiammatorie, è calmante e facilita l’eliminazione delle tossine. Mettete 15 pizzichi di fiori, o 20 di foglie, o 30 radici pestate, o 20 di miscela delle tre parti, in un litro d’acqua bollente. Bevete 3 o 4 tazze al giorno di questo infuso per calmare la tosse, il raffreddore, la bronchite.


Buono a sapersi

Quando non riuscite a rimuovere la patina formata dalla polvere sulle statuine di gesso di un vecchio presepe, provate a far bollire una manciata di amido in poca acqua, lasciate intiepidire e immergetevi la statuina. Successivamente mettetela ad asciugare e poi passate delicatamente uno strofinaccio.

Potete ottenere una frittura croccante aggiungendo all’olio caldo qualche goccia di limone.

La caffettiera si pulisce a fondo ponendo del sale grosso nel contenitore dove normalmente si mette il caffè macinato. Fate scaldare, lasciate uscire tutta l’acqua e poi sciacquate.

Per rimuovere macchie di caffè e di tè dalle tazze di porcellana, strofinate con un panno umido e bicarbonato di sodio.

Se l’aceto è troppo forte immergete nella bottiglia due fettine di mela, lasciatele macerare per tre giorni e poi filtrate.

Per evitare che il pesce perda la sua compattezza, prima di cucinarlo è bene immergerlo per alcuni minuti in acqua con un po’ di limone e aceto.

Avete le labbra screpolate? Passate un sottile strato di miele e massaggiate leggermente con un dito per farlo penetrare.


La ricetta: Fagioli estivi

Ingredienti per 4 persone: 350g di fagioli cannellini in barattolo, 1 melanzana, 2 pomodori freschi, 1 peperone giallo, aglio, ½ limone, alcune foglie di basilico, 1 ciuffo di prezzemolo, olio d’oliva, sale, pepe.

Lavate la melanzana e il peperone, asciugateli e tagliateli a dadini. In un tegame scaldate l’olio e fatevi rosolare lo spicchio d’aglio tritato, quindi aggiungete le verdure tagliate a dadini e lasciate insaporire a fiamma vivace. Dopo qualche minuto unite i pomodori spellati e privati dei semi e tagliati a pezzetti e i cannellini sgocciolati. Salate, pepate e cuocete per 10 minuti. Adagiate su di un piatto da portata e cospargete con la buccia di limone grattugiata, foglioline di basilico sbriciolate e 1 ciuffo di prezzemolo tritato. Mescolate e servite.

Mercoledì, 30 Luglio 2014 13:27

Buono a sapersi - Agosto 2014

Il mugnaio, suo figlio e l’asino

C'era una volta un vecchio mugnaio, padre d'un figlioletto sui quindici anni o giù di lì.
Essi un giorno decisero di andare al mercato a vendere un loro somarello, e perché fosse fresco e si potesse vendere a prezzo più alto, decisero di portarlo legato ad un’asta, come si fa con gli agnelli. La gente che incontravano rideva di quella scena: “Oh che cosa buffa! Due uomini che portano un asino! Dei tre la più gran bestia non è quella che sembra”.
Il vecchio, persuaso dal dire di quei passanti, drizza la bestia in piedi e se la caccia avanti. Monta il fanciullo sull'asino e vanno oltre un pezzetto, quand'ecco tre mercanti gridare con dispetto: “È bello che tu vada sull'asino e che al passo cammini un vecchierello?”. 
Il mugnaio allora fa scendere il ragazzo, monta al suo posto, e avanti. Quand'ecco tre ragazze dire: “Che padre snaturato! Lui in groppa all'asino ed il figlio a piedi nella polvere!”. 
Il mugnaio allora fa salire in groppa all'asino anche il figlio, ma non passa molto che altri passanti dicono: “Ma si può! Devono venderlo o accopparlo quell'asino? Se dura un po', dell'asino non resterà che il cuoio...”.
Allora padre e figlio smontano dalla sella entrambi e lasciano l'asino camminare da solo liberamente. Ma i commenti dei passanti non mancano: “Oh che cosa stravagante, due uomini che vanno a piedi e e un asino che va in carrozza! Oh che bel terzetto d'asini!”.
Allora disse il mugnaio: “Asino son io che do retta alla gente. Ma d'ora in poi farò di testa mia!”.
Giunsero al mercato e vendettero l'asino ad un buon prezzo.
 
(da una favola di Jean de la Fontaine)
 

 

Buono a sapersi...

 

Per ravvivare il colore dei tappeti passate accuratamente l’aspirapolvere e poi spazzolateli con crusca umida a cui avete aggiunto due cucchiai di ammoniaca.
 
Siete sprovvisti di collirio e avete gli occhi arrossati? Ricavate dai gambi di sedano un po’ di succo e applicatelo sulle palpebre con un batuffolo di cotone.
 
Per mantenere l’olio di frittura limpido più a lungo aggiungetevi alcuni pezzetti di pane o qualche buccia di patata.
 
Un buon detergente per le scarpe di pelle è il latte. Intiepiditelo, imbevetene un panno e strofinate delicatamente. Lo stesso servizio lo offre l’interno della buccia di banana.
 
Un deodorante naturale ve lo offre la natura. Prendete mezzo limone o mezza patata cruda e sfregateli sotto le ascelle ben lavate e asciugate.
 
Il contenitore dell’immondizia puzza? Lavatelo con acqua calda e detersivo, asciugatelo e distribuite  sul fondo due cucchiai di bicarbonato.
 
Per rendere sottili le fettine di carne senza lacerarle, bagnate di tanto in tanto il batticarne con acqua fredda.
 
Un metodo pratico per pulire il cuoio? Usate un panno morbido bagnato nel latte. 
 

I consigli DALLA NATURA

 

La salvia

Il suo nome deriva dal latino salvare! Il greco Dioscoride la prescriveva per la cura di diversi malanni. I Capitolari di Carlo Magno ordinavano di assegnare alla salvia un posto d’onore nell’orto. Santa Ildegarda la considerava una vera panacea. Durante la pestilenza di Tolosa (1630) astuti ladri depredavano i cadaveri. Arrestati ebbero salva la vita in cambio del segreto che li proteggeva dal contagio. Ammisero che per difendersi dall’infezione si strofinavano il corpo con aceto nel quale era stata fatta macerare della salvia con un po’ di timo, lavanda e rosmarino. Un secolo dopo, a Marsiglia, altri malfattori aggiunsero dell’aglio alla ricetta originale e, da allora, “l’aceto dei quattro ladroni” è entrato a far parte della medicina naturale. Attiva la circolazione del sangue e favorisce l’equilibrio del sistema nervoso, aiuta persone affaticate e anemiche. Mettete una mezza manciata di miscela essicata di foglie e fiori in un litro d’acqua bollente. Una tazza dopo i pasti come tonico, digestivo e stimolante. Prima di dormire contro l’insonnia, l’ansia e i sudori freddi.
 

Barchette di melanzane

 
Ingredienti per 4 persone:
4 melanzane piccole, 200g di pomodori da sugo, ½ cipolla, 1 e ½ spicchi d’aglio, 1 cucchiaio di pangrattato, 4 foglie di menta, 2 foglie di salvia, ½ rametto di rosmarino, ½ cucchiaio di prezzemolo tritato, 1 cucchiaio di mandorle, 1 cucchiaio di pinoli, 5 cucchiai di olio extravergine d’oliva, sale, pepe
 
Lavate le melanzane, eliminate il picciolo e tuffatele in acqua bollente per una decina di minuti. 
Tagliate le melanzane a metà per il lungo, pressatele per eliminare un po’ l’acqua e scavatele leggermente conservando la polpa. 
Tritate metà della polpa con ½ spicchio d’aglio, unite 1 cucchiaio colmo di pangrattato, le foglie di menta e il prezzemolo tritati; salate e pepate il composto, quindi distribuitelo su 4 delle mezze melanzane. 
Preparate ora una salsa di pomodoro fatta pelando e tritando i pomodori da sugo e insaporendoli per 5 minuti in un soffritto di cipolla, 1 spicchio d’aglio, salvia, rosmarino, 1 cucchiaio d’olio d’oliva, sale e pepe. Tritate l’altra metà della polpa delle melanzane e unitela alla salsa di pomodoro; riempite le altre 4 barchette di melanzane con questo composto. Disponete le melanzane in una teglia unta con 2 cucchiai d’olio. 
Tostate leggermente in forno i pinoli e le mandorle; tritateli grossolanamente e separatamente, poi spolverizzate con i pinoli le barchette, con il pangrattato e con le mandorle le melanzane al pomodoro. Versate sulle melanzane 2 cucchiai d’olio e infornate per 20 minuti circa a 200 gradi. Servite a temperatura ambiente.
 
 
Lunedì, 16 Giugno 2014 13:41

Buono a sapersi - Giugno 2014

La talpa e i conigli

In una splendida notte di luna diversi conigli si divertivano in uno spiazzo erboso giocando a mosca cieca. Il coniglio con gli occhi bendati si pose al centro. Gli altri gli saltavano e danzavano d’intorno; ora fuggivano ora si avvicinavano, ora gli tiravano orecchie e coda. Il povero coniglio si volta d’un tratto, allunga a caso le zampe, ma i compagni veloci indietreggiano ed egli afferra solo aria. Una stupida talpa, avendo sentito tutto quel baccano dalla sua tana sottoterra, si unì alla compagnia e, cieca com’era, fu subito acchiappata. «Signori», disse il coniglio, «non sarebbe leale bendare questa nostra sorella. Dobbiamo lasciarla andare, non ha vista e non può darsi aiuto». «Nient’affatto» rimbeccò la talpa, «sono stata presa secondo le regole del gioco; bendatemi!». «Volentieri, ecco la benda. Non credo che sia necessario annodarla strettamente». «Scusate» replicò la talpa indispettita, «legatela ben stretta. Vedo benissimo! Ancora più stretta, ancora posso vedere!».
Florian (1735-1794)
 
Lo scrittore francese commenta: molti di noi sono consci dei propri difetti, ma il confessarli è un’altra cosa; preferiamo dei veri malanni, pur di non riconoscere che ne siamo afflitti.

 


Contro le tarme 

In alternativa alla canfora, è utile disporre nell’armadio tamponi imbevuti di essenza di lavanda o di citronella. Al posto di queste sostanze una volta si usava spargere pepe macinato o semi di carota. In mezzo ai maglioni di lana si possono infilare sacchettini di tela contenenti chiodi di garofano, castagne d’India e alloro. Oppure si può preparare un miscuglio con scorze essiccate di mandarino o di limone, erba cedrina, menta ed eucalipto.
 

Formiche in vista?

Un buon rimedio il sale da cucina, il borotalco profumato, i fondi di caffé, la cenere e la canfora, sparpagliati in prossimità del formicaio e lungo il percorso seguito dalle sgradite ospiti. Oppure fate mazzetti di cerfoglio, una pianta erbacea molto comune, lavateli con aceto e poi disponeteli nei punti strategici, in modo che l’odore sgradevole respinga l’invasione. 
 
Per evitare che la cera coli, lasciate la candela a bagno in acqua salata almeno 8 ore prima di accenderla.
 
Per eliminare macchie di bruciato sulla piastra del ferro usate un panno imbevuto di aceto caldo e sale fino.
 

Papavero amico

Bronchite o insonnia? Mettete un cucchiaio di petali essiccati in mezzo litro di acqua bollente. Dopo una ventina di minuti filtrate. Bevetene durante la giornata.
 

I consigli DALLA NATURA

 

Il tiglio

E' un albero dall’alto fusto, comunissimo nei viali e nei parchi. I suoi fiori emanano un piacevolissimo odore e sono molto apprezzati dalla medicina popolare. L’infuso preparato mettendo un cucchiaino di fiori secchi in una tazza di acqua bollente è un ottimo tonico del sistema nervoso, inoltre vi aiuterà a risolvere raffreddori e catarro bronchiale, a calmare dolori e vomito, a facilitare il sonno e a favorire la diuresi. Il decotto di fiori, 50 gr. in un litro d’acqua, da bollire per 15 minuti, è impiegato nella cosmesi in lozioni atte a nutrire e ammorbidire la pelle troppo secca.
 

Limone amico

Per prevenire e curare il raffreddore, spremete un limone e al succo ottenuto aggiungete il bianco di un uovo. Sbattete bene con un cucchiaio, aggiungendo poco zucchero. Bevetene piccole dosi più volte durante il giorno.
 

L’utilità del sedano

Preparate un decotto utilizzando 10 gr. di foglie in 500 gr. di acqua da bollire per 5 minuti. Mescolatelo con del latte e bevetelo a digiuno per liberare i bronchi dal catarro e per curare le infiammazioni della gola. Lo stesso decotto è utile come diuretico e nei casi di reumatismi, gotta e acidi urici.
 

Risotto d’estate

Con verdure di stagione potrete preparare questo risotto in ogni periodo dell’anno

 
Ingredienti per 4 persone:
Riso 350 g, olio d’oliva extravergine 4 cucchiai, una cipolla piccola, 2 scalogni, una piccola rapa, 2 zucchine, mezzo peperone, una carota, 2 gambi di sedano, 3 cucchiai di piselli sgranati, un ciuffo di prezzemolo, un ciuffo di basilico, 8 dl di brodo vegetale, sale e pepe q.b.
 
1. Mondate le verdure, lavatele e tritatele grossolanamente. Fatele dolcemente appassire in un tegame, preferibilmente di terracotta, insiene con l’olio.
 
2. Quando le verdure saranno a metà cottura aggiungete il riso, mescolate più volte con un cucchiaio di legno, conditelo con sale e pepe macinato al momento e lasciatelo ben intridere nel condimento per 5 minuti circa.
 
3. Ricopritelo quindi con il brodo bollente e, senza rimescolare ulteriormente, fatelo cuocere coperto a calore molto lento per 15 minuti circa, poi unite il prezzemolo e il basilico tritati mescolate bene e servite in tavola.
Lunedì, 12 Maggio 2014 13:33

Buono a sapersi - Maggio 2014

L’esperienza della nonna. 

Per sbiancare la biancheria non più nuova, provate a lavarla insieme con un sacchetto di stoffa bianca riempito di gusci di uova spezzettati. Se i colli e i polsini delle camicie presentano quei tipici segni scuri all’interno, strofinateli energicamente con delle patate lesse; poi ripuliteli e sfregateli ancora con una spazzola di saggina. Al posto delle patate potete usare la polvere bianca di gesso in grado di assorbire bene i grassi.
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