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Mercoledì, 19 Dicembre 2012 15:13

Pubblicazioni della Pia Unione

Il Sacro Manto in onore di San Giuseppe,
pp.36 – f.to 10,5x15,5

Questo libretto, il più diffuso dalla Pia Unione, è una raccolta di preghiere e invocazioni, per impetrare dal caro San Giuseppe il suo patrocinio e la sua intercessione per le grazie che attendiamo.

San Giuseppe e Don Guanella
(di Tito Credaro, SdC), pp. 48 –  f.to 12x19

Il libretto presenta la devozione di San Luigi Guanella verso San Giuseppe; una devozione insita nel suo animo fin dalla fanciullezza, che lo accompagnerà per tutta la vita e nella sua attività di Fondatore, tanto da edificare nel quartiere Trionfale una chiesa in suo onore, oltre ad eleggerlo come “patrono” dell’Opera.

I direttori della Pia Unione

Don Guanella lo ripeteva spesso: «è Dio che fa». L’idea nasce nel cuore delle vicende umane,
ma la sua realizzazione è frutto dell’energia divina congiunta alla passione degli uomini.
Lo è stato anche per la Pia Unione del Transito di San Giuseppe: un’idea nata dal cuore
di don Guanella e realizzata e diretta da generosi e validi collaboratori. Questo manipolo
di uomini ha tessuto con passione ed entusiasmo questi primi cento anni di luce,
di grazia e partecipazione, a momenti impegnativi nella vita di milioni di persone.

 

Eco di una moltitudine di bene

Don Guanella aveva un carattere intrepido. Alla vigilia della sua ordinazione sacerdotale tra i suoi propositi si leggevano parole di un ardore incandescente: «Voglio essere spada di fuoco nel ministero sacerdotale» e lo fu, tant’è vero che il papa Pio XI lo ha definito: «il Garibaldi della carità». La sua tensione e passione verso il bene da compiere egli stesso la paragonava  all’impetuoso  torrente «Rabbiosa», che lambiva  le case del suo paesino.
In una stagione difficile  per la Chiesa, come fu il periodo dell’Unità d’Italia, don Guanella  si fece  tenace banditore del bene che le comunità cristiane andavano seminando nel paese. Far conoscere il bene compiuto  non era orgoglio o vanità, ma far conoscere l’agire di Dio nella storia degli uomini. Don Guanella ripeteva spesso: «è Dio che fa». Il bene e la carità degli uomini non è altro che il prolungamento dell’azione di Dio nella nostra vita concreta.

Un fenomeno entusiasmante

Il primo iscritto alla Pia Unione fu San Pio X, fu seguito con uguale entusiasmo da Benedetto XV, al quale si aggiunsero altri santi come San Massimiliano Kolbe, San Luigi Orione,
il Beato Giacomo Alberione, Giovanni Calabria e decine di migliaia di sacerdoti iscritti
sia alla Pia Unione di preghiere per i morenti che alla Messa perenne.  
Accanto ai sacerdoti e vescovi si aggiunsero centinaia e centinaia di migliaia di laici.  
Alla fine del 1913 gli iscritti alla Pia Unione solo in Italia arrivavano a 1.700.000.

 

di Angelo Forti

I primi riferimenti sul bollettino “La Divina Prov­videnza”, edito dalla Casa Madre di Como come organo di informazione delle opere guanelliane, riportano che, nell’ottobre del 1908, il Papa Pio X propone a don Guanella di erigere una chiesa in una zona bisognosa e di forte espansione in Roma. Una chiesa «da dedicarsi a San Giuseppe in omaggio a Pio X». Il mese successivo, sempre su “La Divina Provvidenza”, si precisa che la chiesa sarà «dedicata al Transito di San Giuseppe».
Nel marzo del 1909 si specifica ulteriormente: «Sarà dedicata a San Giuseppe in onore del papa Giuseppe Sarto, in occasione delle feste giubilari».

Mercoledì, 19 Dicembre 2012 14:44

Il desiderio di tenere la mano di ogni morente

di Mario Carrera

La nostra società ha emarginato le realtà importanti della vita.
In questo cassetto è finito il senso di responsabilità, il valore dell’onestà, il culto della pace
così sono state segregate le verità forti che riguardano «il» fine e «la» fine della vita

 

Dal momento in cui Adamo ed Eva hanno trovato morto ai loro piedi il figlio Abele, una domanda  sta percorrendo la storia dell’umanità: il mistero della morte. L’istinto insopprimibile alla vita viene soffocato dalla morte. Dice un proverbio arabo: «Non c’è nulla di più scontato dell’aria. Ma guai a non respirarla!». è talmente naturale respirare senza pensare così come avviene anche per la morte… degli altri. La nostra società ha emarginato le realtà importanti della vita. In questo cassetto è finito il senso di responsabilità, il valore dell’onestà, il culto della pace così sono state segregate le verità forti che riguardano «il» fine e «la» fine della vita.

Martedì, 07 Maggio 2013 13:56

Camminare, edificare e professare

di don Mario Carrera

La visitazione di Maria alla casa di Elisabetta ci dice che non ha fatto di questo singolare privilegio un vanto, ma un servizio. Per accogliere bisognauscire da sé; per edificare è necessario faticare: il sudore della strada, l’impegno a pregare, il sacrificio nel donare tempo, sorriso, conforto, consolazione agli altri. Maria è uscita fisicamente da casa. Elisabetta esce in strada per accogliere Maria e annunciare la benedizione di tutte le genti a Maria per aver creduto e insieme lodano Dio.

di Madre Anna Maria Cánopi

Nell’itinerario di “rivisitazione” dei documenti del Concilio Vaticano II non può mancare un’attenzione particolare alla Costituzione pastorale Gaudium et Spes sulla Chiesa e il mondo contemporaneo. Tra tutti i documenti conciliari forse questo poteva essere considerato meno interessante per chi aveva abbracciato la vita monastica claustrale, la quale è, per sua natura, vocazione di “separazione dal mondo”. Ma già alla lettura del Proemio ci si poteva convincere che non era affatto così. Personalmente, lo sentii subito molto consono al mio modo di intendere e vivere la mia vocazione, che era andata maturando proprio nei difficili anni della guerra e dell’immediato periodo post-bellico, quindi a contatto con la più atroce e insensata violenza, a contatto con il dolore umano, nell’esperienza dell’impotenza a lenire tanta sofferenza e a fasciare le ferite di tanti cuori…

Giovedì, 05 Settembre 2013 13:01

La Parola di Dio sorgente di fede e amore

Concilio Vaticano II: la Dei Verbum

di Mare Anna Maria Cánopi

Varie sono le difficoltà che rendono più difficile all’uomo di oggi coltivare la Parola per esserne interiormente abitato e fortificato. Innanzitutto il clima di dispersione dell’attuale cultura delle immagini e delle comunicazioni, dove le parole si moltiplicano e si svuotano di senso, e inoltre un diffuso attivismo con sovraccarico di impegni, per cui il tempo non ha più il suo ritmo, le sue feste; ne consegue uno stato permanente di stanchezza, di stress che genera una incapacità, quasi una insofferenza, a fermarsi per dedicarsi gratuitamente alla preghiera e alla lectio divina, ossia allo stare regolarmente a colloquio, a cuore a cuore, con Gesù, per crescere in quella conoscenza che è amore. Infatti, la Parola di Dio non trasforma l’uomo se non scende nel suo cuore e non vi dimora, proprio come avvenne in Maria nel mistero dell’Incarnazione e come Gesù stesso diceva agli apostoli: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14,23).

 

Venerdì, 09 Agosto 2013 13:39

L'impegno missionario delle comunità

di Madre Anna Maria Cánopi

Preghiera e missione gemellati nell’azione. Accanto a San Francesco Saverio, non a caso è stata proclamata compatrona delle missioni Santa Teresa di Gesù Bambino, la quale mai si allontanò dalla Francia, ma consumò la sua breve vita entro le mura del Carmelo di Lisieux.

«I Padri conciliari… sentendo profondamente il dovere di diffondere dappertutto il regno di Dio, rivolgono un saluto affettuosissimo a tutti i messaggeri del Vangelo, a coloro specialmente che soffrono persecuzioni per il nome di Cristo, e si associano alle loro sofferenze. Sono anch’essi infiammati da quello stesso amore, di cui ardeva Cristo per gli uomini. Consapevoli che è Dio a far sì che venga il suo regno sulla terra, insieme con tutti i fedeli essi pregano perché, mediante l'intercessione della Vergine Maria, degli apostoli, le nazioni siano quanto prima condotte alla conoscenza della verità (cfr. 1 Tm 2,4) e la gloria di Dio, che rifulge sul volto di Cristo Gesù, cominci a brillare in tutti gli uomini per l'azione dello Spirito Santo (2 Cor 4,6)».

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