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Attenzione

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Giovedì, 30 Gennaio 2014 14:31

Secondo mistero della luce: le nozze di Cana

di Ottavio De Bertolis

Il senso di questa pagina stupenda del vangelo di Giovanni è che non siamo più sotto la legge, simboleggiata dalle sei giare di pietra per le purificazioni dei Giudei, ma sotto la grazia, cioè nell’impero dell’amore: Cristo infatti è il vero sposo, colui che ci regala la dote della giustizia e della fedeltà, ci dona quel che ci manca, e che la legge non può che denunciare. E così i nostri cuori cessano di essere cuori di pietra, proprio come le giare, e possono diventare cuori di carne, cuori cioè mossi dallo Spirito, dall’amore, e non dal timore e dalla legge: così San Paolo ci dice che non abbiamo ricevuto uno Spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma uno Spirito da figli, per mezzo del quale gridiamo “abbà, Padre”.

di Ottavio De Bertolis

Mentre ripercorriamo con le labbra le dieci “Ave Maria”, seguiamo con gli occhi del cuore della Tuttasanta questo mistero, che segna l’inizio della vita pubblica di Gesù. Lo contempliamo insieme a quella folla dolente di peccatori, di tribolati, di “mendicanti di Dio”, che si reca a farsi battezzare: Gesù non ha bisogno di un battesimo, ma viene Lui a battezzarci nella potenza dello Spirito Santo; Egli cioè scende nelle acque perché quelle ricevano il suo Spirito, perché possano dunque rendere efficace il battesimo che noi stessi abbiamo ricevuto, che è un essere sepolti con Lui per risorgere con Lui. Egli dunque si immerge nelle acque perché noi potessimo essere immersi in Lui; egli si rende partecipe della povertà della nostra umanità perché tutti noi potessimo essere resi partecipi della sua ricchezza di Figlio di Dio. Dalla sua pienezza, infatti, noi tutti abbiamo ricevuto.

Giovedì, 05 Settembre 2013 13:15

Il Rosario, pellegrinaggio nelle oasi della fede

Nella recita del Rosario c’è il gaudio, la sofferenza, la gloria e la luce della compagnia di Gesù nel nostro cammino verso la santità

di Ottavio De Bertolis

Come tutti sanno, il Rosario è una preghiera molto comune; tuttavia, come tutte le cose comuni, deve probabilmente essere scoperta ancora da molti, e riscoperta da chi già la frequenta, perché l’uso abitua a tutto, e logora il significato delle cose anche più belle. Ci proponiamo dunque di riflettere, all’inizio di questo mese di ottobre, su come possiamo meglio pregare con questa devozione così antica e diffusa, per poterne più trarre frutto.

Giovedì, 05 Settembre 2013 13:37

L'accidia, il male paralizzante del nostro tempo

di Giovanni Cucci

«Spesso il male di vivere ho incontrato». Queste celebri parole di E. Montale mostrano la perenne attualità dell’accidia: un velo opaco che rende ogni cosa insopportabile e fa sentire spenti, vuoti, senza energie; oppure, all’opposto, risulta impossibile fermarsi, restare in silenzio senza qualcosa da compiere e a cui pensare. «Accidia» significa letteralmente la debolezza dell’anima, che si manifesta come assenza di attrazione, di desiderio di vivere, perché considerata priva di senso.

Giovedì, 07 Novembre 2013 14:10

I lunghi giorni per gustare il bene

di Mario Carrera

Novembre: tempo di speranza immortale

mese di novembre, dedicato al ricordo dei defunti, si apre sul panorama delle realtà «invisibili» che noi professiamo nel Credo. Quest’anno la solennità di Cristo Re chiude «l’Anno della fede» indetto da Papa Benedetto nel ricordo del cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II. In questa stagione la nostra fede ci invita a riflettere che il tramonto della nostra esistenza non è destinato a una notte senza alba, ma sfocia in una calda luce: un’aurora che non conoscerà tramonto. Nella stesura di questo «confidenziale» mi hanno incoraggiato e aperto a una maggior fiducia le parole del cardinal Ersilio Tonini, morto tre mesi fa alla vigilia dei cento anni. Questo comunicatore ha lasciato scritto: «La morte è l’evento che mi ha accompagnato fin da ragazzo, particolarmente negli anni pieni di giovinezza. Fu un tema amato, frequentato, come scuola di libertà, di sapienza e di speranza».

Giovedì, 05 Dicembre 2013 13:49

A Betlemme Gesù si fa "pane"

di Mario Carrera

«Nella mia esperienza personale di Dio non posso prescindere dal cammino - ha detto papa Francesco –; Dio lo si trova mentre si cammina: noi cerchiamo Lui e Lui si fa trovare da noi».  Da sempre la direzione del cammino è segnata dal desiderio, infatti, Gesù dice che il nostro cuore è orientato là dove sta il nostro amore, l’anima della vita.
A Natale siamo tutti in cammino con i pastori per un rinnovato stupore: Dio si fa bambino! Dopo secoli di attesa, Dio decide di rinnovare la creazione facendosi uno di noi. Nel cuore di quella notte Maria e Giuseppe udirono un vagito: era la voce stessa di Dio tra noi. Fu la prima sillaba ancora incomprensibile della Parola “divina”. I pastori, persone semplici, che hanno nelle ossa l’eco della sofferenza dei poveri, avvertono questa singolare e misteriosa presenza e si mettono in cammino.

Giovedì, 30 Gennaio 2014 13:43

Investire il futuro di valori

Gennaio: un nuovo anno iniziato

«È una legge generale del nostro esistere che noi viviamo in avanti e comprendiamo all’indietro». Questa frase di Jean Guitton mi aiuta ad avviare la riflessione sul nuovo anno che stiamo iniziando con tanta speranza.

Questa grande voglia di «vivere in avanti» non deve farci calpestare il passato, cancellando la memoria di volti raggianti di luce. La memoria serve a investire il futuro avendo sulle spalle il capitale dell’esperienza, infatti, «il vivere in avanti» ci fa scoprire che tutte le persone incontrate, gli avvenimenti ci hanno offerto scintille di luce per allargare la visione sulla vita.

All’inizio del nuovo anno mi piace coltivare nei sentimenti l’immagine di un contadino, in mezzo ad un campo arato di fresco, mentre spande con le robuste mani semi di futuro, i semi della speranza: speranza di vita, di benessere fisico e spirituale, speranza di amare e di essere amati.

Giovedì, 30 Gennaio 2014 14:10

Alla scuola della pace

Nella letteratura religiosa c’è un libro classico che ha aiuto tante anime a trovare il volto di Dio, è il «Diario di un pellegrino russo». Il protagonista è per l'appunto un pellegrino che attraversa l'Ucraina e la Russia portando nella sua bisaccia solo pane secco e la Bibbia. Questo pellegrino partecipando a una messa è rimasto colpito dall'esortazione di San Paolo a «pregare incessantemente». Inesperto si mette alla ricerca di chi gli insegni come fare a vivere la vita di ogni giorno e contemporaneamente avere la propria mente continuamente rivolta a Dio in preghiera. Incontra, infine, uno «starec», un padre spirituale, che gli insegna la cosiddetta preghiera di Gesù, cioè la «preghiera del cuore» che consiste nella ripetizione, come una litania, di questa espressione: «Signore Gesù Cristo, figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore».

Il pellegrino intraprende il suo viaggio e, alla sua costante preghiera a forma di litania, aggiunge la sua personale esperienza e quella di qualificati testimoni di fede che incontra lungo il viaggio. Lo scopo del pellegrinaggio è quello d’imparare a pregare così da incontrare Gesù, il maestro, «la via, la verità e la vita».

Giovedì, 30 Gennaio 2014 14:20

Il Dio eterno si cala nel tempo

Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato

di Madre Anna Maria Cánopi, osb

La nostra vita è ritmata sullo scorrere del tempo, è scandita da cicli o ricorrenze annuali, mensili, settimanali, quotidiani. Eppure se ci si ferma a pensare che cos’è il tempo, anche noi dobbiamo confessare con sant’Agostino: «Che cosa è, dunque, il tempo? Se nessuno me ne chiede, lo so bene: ma se volessi darne spiegazione a chi me ne chiede, non lo so», e continua dicendo che il tempo è un vero mistero. Di esso noi tutti facciamo esperienza, eppure il passato non è più, ma vive solo nella memoria; il futuro non è ancora e vive solo nell’attesa; soltanto l’istante presente esiste, ma subito diventa passato… Pure san Benedetto nella sua Regola esorta a compiere all’istante ciò che vale per l’eternità.

Giovedì, 30 Gennaio 2014 14:40

Ricorrenze, celebrazioni e ricordi

Riflessioni sul passato per lasciarsene ancora influenzare

di Vito Viganò

Anniversari, ricorrenze, celebrazioni. è un ricordare che fa bene, rinnova impegno e aspirazioni? O si riduce a manie nostalgiche, a un vantarsi più o meno velato di un passato reso glorioso da altri?

L’essere umano ha l’istinto di avere un occhio al passato, per sapere come vivere meglio il presente e programmare un futuro costruttivo. è la saggezza dell’esperienza: vicende e modi di fare di ieri fanno da ispiratori provvidenziali al buon vivere di oggi.

Ricorrenze e celebrazioni sono memorie condivise. Il bisogno istintivo di ricordare induce a unirsi e concentrare le attenzioni su un fatto particolare, su una persona o su una realtà del passato, meritevoli di averli sott’occhio e lasciarsene influenzare ancora. L’aspetto formalizzato e pubblico del celebrare accentua le risonanze, con impatti moltiplicati da scambi e suggestioni condivise.

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