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Martedì, 05 Aprile 2011 08:35

Tra dubbi e punti fermi

di p. Donato Cauzzo

È in corso in questi giorni il dibattito sul disegno di legge riguardante le “Dichiarazioni anticipate di trattamento” (DAT), che darà la possibilità di esprimere per iscritto le proprie volontà in merito ai trattamenti sanitari da accettare o rifiutare in caso di futura perdita di coscienza. Il confronto tra i rappresentanti di diversi schieramenti etici e politici si fa ogni giorno più vivace. Ma al contempo cresce anche un certo disorientamento: qualcuno chiede che il testo venga riscritto, altri lo ritengono inutile, o perché troppo restrittivo della libertà individuale, o al contrario perché pericoloso.
Mi pare che i principali dubbi riguardino tre questioni.
È proprio necessaria una legge, o non era meglio regolarci come si è fatto finora?

Martedì, 01 Marzo 2011 15:37

Un amore più forte del male

di Vito Viganò

Si accusa volentieri il mondo moderno, sofisticato nel progresso tecnico, di avere impoverito la sua umanità con un esasperato materialismo godereccio, con uno spazio esclusivo riservato agli arrivismi e agli egoismi individuali, col distacco indifferente per chi soffre, tribola o ha fame. Si dice in genere che si sono smarriti i valori, un regresso preoccupante. C’è da chiedersi se è proprio vero. Di fatto sono le notizie di fatti tristi ad avere più risonanza e confermare i sintomi di un degrado umano. Quelle che testimoniano il valore dell’umanità di oggi scivolano via piuttosto inosservate, come se fossero ovvie, dovute.
Manuela, poco dopo i sessant’anni, comincia ad avere problemi di equilibrio, difficoltà nei movimenti. I medici diagnosticano una malattia degenerativa del cervelletto, con una prognosi infausta, disperante. Non si può guarire e la prospettiva è una riduzione graduale della capacità motoria fino al blocco di qualche funzione vitale, con la morte. Manuela diventa così, pur stando ancora discretamente bene, una paziente terminale, con la previsione di un degradarsi delle sue condizioni fisiche che potrà durare qualche anno.

Giovedì, 30 Gennaio 2014 15:26

Credo in un futuro senza fine

Con coraggio, con le mani cariche di opere di misericordia

di Gianni Gennari

Ancora sul “Credo”. Dopo la Resurrezione l’Ascensione del Signore Gesù “alla destra del Padre”. La volta scorsa sulla “missione”, che è appunto prima conseguenza dell’Ascensione: il Signore Gesù, Figlio di Dio, Dio stesso e figlio di Maria, crocifisso morto e risorto fa sì che i suoi discepoli, testimoni della sua resurrezione “vedano” anche il suo ritorno al Padre, manifestato nel modo appropriato del suo tempo: Dio “nell’alto dei cieli”. Ecco perciò: “Quello che abbiamo visto con i nostri occhi”, per ricordare il testo della Prima Lettera di San Giovanni, si arricchisce dell’ultima “visione” vera e propria. è l’immagine, raccontata da loro stessi, della “salita” al Cielo di Lui che nello stesso momento affida loro, attraverso la voce angelica, la missione dell’annuncio: “Che state a fare con gli occhi verso il cielo? Andate e annunziate…”

di Gianni Gennari

 

Il compito della missione nasce in noi con il battesimo  realizzandosi in modi diversi, ma l’essenza è per tutti la medesima. L’impegno della missione con papa Francesco risuona con toni diversi, ma il messaggio è antico: «Andate in tutto il mondo».

Nel precedente incontro abbiamo letto nel “discese all’Inferno” il mistero della salvezza in Cristo morto e risorto offerta a tutti gli uomini da sempre e per sempre. Questo però non vuol dire che tutto è solo cosa di Dio. Per coloro che li hanno ricevuti, quindi per noi, Battesimo e Cresima sono base della missione cristiana. La salvezza, per quanto dipende da Dio, è offerta in modo misterioso alla libertà di tutti gli uomini, di tutti i tempi e di tutti i luoghi, dalla misericordia infinita della grazia di Dio…

Giovedì, 05 Settembre 2013 13:10

Il "mistero": sostanza dell'invisibile

di Gianni Gennari

Riprendiamo il nostro “viaggio” a tappe sulla “strada” del Credo, una strada pavimentata dalla grazia dello Spirito Santo riversato nella Pentecoste sugli Apostoli e su Maria, quindi sulla Chiesa nei secoli e a poco a poco poi, appunto nel “Credo”, formulato nel corso dei primi secoli, giunto fino a noi con il sigillo del “deposito” della fede. Siamo all’incontro n. 22, se non sbaglio i conti… Abbiamo percorso per tre incontri successivi (18, 19 e 20) la rivelazione dell’avventura del Figlio, “immagine” unica di Dio.

 

Giovedì, 06 Settembre 2012 11:47

Gesù è la buona notizia che Dio ci ama

di Gianni Gennari

Credo… Siamo giunti a quello che può dirsi ed è il centro del nostro cammino nella scansione del Credo «cristiano», e cioè Gesù Cristo. Abbiamo pensato al «Dio prima di noi», Creatore del cielo e della terra, creatore dell’uomo a sua immagine somigliantissima come «maschio e femmina» (Gen. 1, 26), che ha aperto la via all’umanità in cammino.  
è seguito il primo inciampo, segno della limitatezza della creatura che non vuole riconoscersi tale e pretende di «essere come Dio», rappresentato nel racconto misterioso del «peccato originale», rottura dell’uomo creatura con il disegno del Creatore. Ma questa rottura, seguita da una serie di conseguenze negative – la tentazione del dominio dell’uomo sulla donna, l’insicurezza di sé nella nudità, la morte, i dolori del parto, la fatica del lavoro, la rivalità tra fratelli, la ribellione della natura che cerca di sommergere l’umanità nel «diluvio» e altro ancora – è accompagnata fino dal primo momento dalla promessa di salvezza e di redenzione. Tutta la storia di Israele, popolo della promessa e dell’alleanza, è orientata a questa promessa: la venuta del Messia, l’Unto del Signore, il Salvatore di Israele…

di Gianni Gennari

La volta scorsa siamo arrivati alla descrizione del racconto biblico nel capitolo 3 del Libro della Genesi. All’affermazione che Dio ha creato il tutto, e che tutto è buono, anzi che dopo la creazione dell’uomo, voluto maschio e femmina e “immagine somigliantissima” di Dio stesso, tutto è “molto buono”, succede la domanda, implicita nel testo, ma esplicita nella vita di ogni uomo che apre gli occhi sulla realtà, sul perché della evidenza di ciò che appare “non buono”, la morte, la malattia, l’odio, le rivalità tra gli uomini, i conflitti, le forze della natura che schiacciano la fragilità e anche la superbia degli uomini, il non intendersi neppure nel linguaggio tra i figli di Adamo…

Venerdì, 01 Giugno 2012 12:27

Dio creatore del tutto

di Gianni Gennari

Siamo giunti al Dio “creatore”, e creatore di tutto: cioè di  “cieli e terra”. La narrazione biblica della creazione – vista nel dialogo precedente – è la spiegazione autorevole che enumera tutte le creature dell’unico Dio e le dispone in un ordine preciso, con la doppia categoria della “divisione” prima, e del “riempimento” poi.
La prima divisione è data dalla creazione della luce divisa dalle tenebre, e riempita col sole e le stelle. La seconda divisione è in alto tra le acque di cielo e terra, le prime origine della pioggia e che ospitano gli uccelli, e le seconde con i pesci del mare. Segue poi la divisione delle acque in basso dalla terra asciutta, questa riempita da animali e piante. Ultima creazione, che perfeziona il tutto, è quella dell’uomo, maschio e femmina, immagine somigliantissima di Dio creatore. Ecco che tutto non è soltanto “buono”, ma dopo la creazione dell’uomo e della donna “Dio vide che era molto buono”!

Giovedì, 10 Maggio 2012 13:46

Da Dio "Padre" a Dio creatore

di Gianni Gennari

“Credo”, e poi “Credo in Dio”: così dall’inizio di questi dialoghi, poi fino qui “Padre Onnipo­tente”, con l’avverten­za forte che questo “Padre” è solo conseguenza della rivelazione del “Figlio” incarnato, non nome spontaneo dato all’ignoto dal nostro umano sentimento di inferiorità prodotto dall’esperienza del limite e che quell’“onnipotente” non è la smisurata dilatazione del rovescio dei nostri fallimenti e delle nostre impotenze di conoscenza e di  potere, che nelle religioni inventate dagli uomini producono “miti” e “riti”, ma percezione profondamente cambiata dall’ascolto e dalla memoria della realtà rivelata e donata nella nostra storia con il Figlio Gesù di Nazaret, crocifisso, morto e risorto.
Un Padre speciale, dunque, non certo ad immagine di ciò che la nostra esperienza spesso contraddittoria chiama “paternità”. Non per nulla a immaginare la paternità della divinità come gelosa della crescita dei figli, rivale ed ostile ad essi era giunta proprio e sempre ogni religione inventata dagli uomini, dalla Persia, all’Egitto, alla Grecia, a Roma. La divinità pensata così da noi esigeva il sacrificio di ciò che era più caro, i primogeniti, e l’offerta di tutte le primizie.
Opportuno ricordare, qui, che il capitolo 22 del Libro della Genesi non è “nuovo” perché Abramo pensa che sia volontà divina il sacrificio di Isacco, ma perché il suo “nuovo” Dio, che lo ha chiamato a partire da Ur e ad avviarsi verso il futuro rifiuta il sacrificio del figlio primogenito, e così si apre quella prospettiva che poi i Padri della Chiesa hanno definitivamente descritto così: quello che Dio non ha chiesto ad Abramo lo ha fatto Lui per noi, sacrificando il Figlio suo sul legno, la Croce, e sul monte, il Calvario…

Mercoledì, 11 Aprile 2012 12:40

Dalle ragioni della fede al camminare insieme

di Gianni Gennari

Fino qui, per un anno, abbiamo ragionato sul credere, e poi sul modo nel quale la fede ebraico-cristiana si è a poco a poco presentata nella storia dell’uomo, con la progressiva rivelazione di un Dio che chiama a salvezza, promette liberazione, parla e con la sua parola indica che conoscerLo e riconoscerLo vuol dire osservare le sue “parole”.
In queste, dopo essersi presentato come unico, diverso dagli idoli muti, Egli chiede di essere riconosciuto nella sua “immagine somigliantissima” che è l’uomo creato maschio e femmina, e chiamato a salvezza definitiva nel corso della storia, cioè nel tempo. Questo però ci si rivela come premessa e promessa di eternità credibile, perché in esso si è introdotto l’Eterno stesso, la Parola che si è fatta carne, ed è venuta ad abitare in mezzo a noi. Gesù di Nazaret, figlio eterno del Padre e figlio nel tempo di Maria è presenza di Dio, il Dio che è Egli stesso, una sola realtà con il Padre suo che diventa anche Padre nostro se nella nostra libertà noi accogliamo la sua immagine viva, Cristo e il prossimo, e che si installa nel cuore dell’umanità redenta come “soffio” eterno di vita, la “ruàh” di Dio, lo Spirito Santo e santificatore.

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