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Mercoledì, 19 Dicembre 2012 14:59

Condottieri illuminati sotto lo sguardo di San Giuseppe

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I direttori della Pia Unione

Don Guanella lo ripeteva spesso: «è Dio che fa». L’idea nasce nel cuore delle vicende umane,
ma la sua realizzazione è frutto dell’energia divina congiunta alla passione degli uomini.
Lo è stato anche per la Pia Unione del Transito di San Giuseppe: un’idea nata dal cuore
di don Guanella e realizzata e diretta da generosi e validi collaboratori. Questo manipolo
di uomini ha tessuto con passione ed entusiasmo questi primi cento anni di luce,
di grazia e partecipazione, a momenti impegnativi nella vita di milioni di persone.

 

 

 

Don Cesare Pedrini
(direttore dal 1913 al 1918)

Già don Guanella aveva posto gli occhi su di lui, per un nuovo utilizzo, a Roma. Gli scriveva, il 5 novembre 1911, di prepararsi a lavorare tra i giovani di San Giuseppe al Trionfale. Glielo ripeteva anche il 20 giugno del 1912. La chiesa era fatta, costituita la parrocchia: il 30 di quel giugno, don Aurelio Bacciarini ne prendeva possesso. Fu sicuramente nell’estate che don Pedrini lo raggiunse, collaboratore intelligente, generoso e già preparato.
Ma l’impegno di maggior rilievo assegnatogli, che più ebbe a cuore, che gli  assorbì le migliori energie e che portò meglio avanti, fu la Pia Unione del Transito di San Giuseppe.
L’organizzazione fu affidata a don Pedrini che, già nell’agosto del 1913, quando s’attendeva il decreto d’erezione, firmava un articolo di propaganda come "direttore". L’amore e la cura, l’impegno posti nel nascere  e nel primo crescere della Pia Unione lo scusano fino a fargli perdonare l’usurpazione del diritto di paternità, riservato al beato Guanella.
Non si fece attendere l’espansione; fiorirono presto le notizie stimolanti, che don Pedrini rendeva note, sempre nel periodico della casa: il cardinal Ferrara era tra i primi iscritti. Primo assoluto a dare il suo augusto nome era stato il S. Padre Pio X, che ormai s’avvicinava alla fine. Il dolore per la Grande Guerra, che ormai coinvolgeva tante nazioni, ne stava spezzando il cuore. Quando, la notte del 19 agosto, sarebbe stato in agonia, don Pedrini, con un gruppo di giovani, avrebbe vegliato in preghiera, oltre la mezzanotte.
Dal cielo, il Papa santo avrebbe mutato l’iscrizione in protezione. Nel novembre, don Pedrini spediva a "La Divina Provvidenza", da pubblicare, un lungo elenco di illustri iscritti: vi figurano cardinali, arcivescovi e vescovi; vi si trovano anche tre futuri Beati: don Orione, Bartolo Longo, don Nascimbeni. Avevano intanto reso partecipi i loro membri dei meriti e dei tesori spirituali, Generali di Ordini e Congregazioni religiose, come i Francescani e gli Oblati di S. Giuseppe d’Asti.
L’anno dopo, il 1915, diede vita al periodico, inizialmente trimestrale, "La Santa Crociata".
Don Guanella, al quale interessava il bene e solo il bene, si mostrava contento del lavoro svolto, lo lodava, l’invitava ripetutamente a chiedere la collaborazione di Maddalena Albini Crosta, della quale è nota la collaborazione lunga e intelligente nella stampa dell’Opera, e gliene inviava pure l’indirizzo. Il primo numero del nuovo periodico già riportava il prodigioso diffondersi della Pia Unione (Canada, Cina, Grecia, Malta, Brasile, Oceania, Portogallo, Spagna; e poi Venezuela, Stati Uniti). Già s’erano preparate pagelline nelle varie lingue.
Passa un anno, e don Pedrini accenna al grandioso progetto della S. Messa Perenne, non ancora approvato. Lo lancia e raccomanda come sua idea. L’approverà poi Benedetto XV il 15 giugno 1917.

Don Gualtiero Disler
(direttore dal 1919 al 1932)

«Vie di provvidenza» avevano portato a don Guanella, dalla Svizzera interna, il giovane Gualtiero Disler. L’incontro col Beato, che sicuramente non potè mancare, il contatto coi suoi sacerdoti e con la sua Opera, lo decise ad entrarvi. Tornò prete alla vita di Congregazione e fu inviato subito a Roma, alla parrocchia S. Giuseppe al Trionfale. Qui, svolse la maggior parte della sua attività. Non mancò di collaborare coi confratelli al ministero nella parrocchia, ma attese soprattutto allo sviluppo della S. Crociata per i moribondi.  
Erano i primi tempi dell’una e dell’altra. Era appena sorto il tempio maestoso, dedicato al Transito di S. Giuseppe, e si diramavano i primi appelli al mondo cattolico per la salvezza degli agonizzanti. Decorò in parte la chiesa e assicurò il terreno necessario per i futuri sviluppi.  Direttore generale della Pia Unione, la organizzò senza soste, senza scoraggiamenti. Seduto le intere giornate alla sua scrivania, pallido, magro, affilato, coi grandi occhi buoni, le mani velocissime al lavoro, pieno di molti disegni, moltiplicava i centri nazionali, li seguiva. L’iniziativa della Missa perennis ebbe un larghissimo sviluppo: da ogni parte del mondo giungevano le richieste, salivano a Dio le preghiere, per quella mirabile crociata dei nuovi tempi.
Curò l’edizione del periodico “La Santa Crociata” in varie lingue, facendola diventare l’organo ufficiale dei centri più floridi.

Seguiranno nella direzione del periodico come pro-direttori don Pietro Tognini Alfieri, dal 1925 al 1927, e
il sacerdote svizzero don Leo Hegglin, dal 1932 al 1936.

Don Giuseppe Preatoni
(direttore dal 1936 al 1955)

Don Preatoni era nato a Garbagnate Milanese (MI) il 20 febbraio 1909. Bambino, aveva sognato di seguire una chiamata che l’avrebbe portato a spendere la sua vita in terra di missione.
Ordinato sacerdote, nei primi tempi si dedicò alla scuola dei ragazzi aspiranti, fino ad approdare alla Pia Unione del Transito di San Giuseppe, a Roma, dove impostò la sua ventennale attività su due direttive: dar sviluppo e diffusione alla Pia Unione, rendere più splendida la chiesa – dal 1970 Basilica Romana Minore – dedicata a S. Giuseppe.
Solerte e abile organizzatore, costruì locali e uffici, prese contatto con le filiali sparse nel mondo, predilesse la stampa. Il periodico “La Santa Crociata” ebbe con lui un impulso straordinario; i suoi articoli sono veri trattati di dottrina, stesi in lunghe ore notturne. Una saggia e valida propaganda ne moltiplicava le copie che si diffondevano in Italia e all’estero. Molti gli interventi edilizi operati nella chiesa di San Giuseppe: l’altare maggiore maestoso e solenne, ricco di marmi e di decorazioni, il battistero e il pulpito, le numerose vetrate artistiche, il campanile con la statua di bronzo del Santo, in atto di benedire dall’alto il quartiere Trionfale e il concerto di campane; e iniziò un primo ampliamento del Santuario, con altre opere annesse. Ampliò pure l’edificio delle scuole maschili, tanto importanti nella parrocchia. Il tutto e sempre a gloria di san Giuseppe, teneramente amato e che bramava di far amare. Le sue feste, la solennissima processione del 19 marzo, i primi mercoledì del mese erano giorni eccezionali.

Don Ezio Cova
(direttore dal 1955 al 1996)

Guanelliano lo è stato fin dagli anni della prima fanciullezza, accolto nel vecchio san Gaetano di Milano. Dopo vari incarichi fu inviato a Roma, alla chiesa di S. Giuseppe al Trionfale, ma non era con incarichi pastorali, bensì a prendere in mano, a dirigere, a sviluppare un’Opera nata dalla fede e dal cuore di Don Guanella – già giunta a buon sviluppo – la Pia Unione del Transito di San Giuseppe.
Fu l’ultima tappa, la più lunga, durata oltre quarant’anni, densa di risultati. Non tardò a mettersi all’opera.
Il primo impegno era quello dei contatti con le filiali sparse nel mondo e della diffusione, al quale s’aggiungeva quello della stampa. Organo ufficiale il mensile “La Santa Crociata” per i moribondi: già viva ed efficiente, poteva, doveva essere migliorata; oltre che nella compilazione, nella stampa e nel numero delle copie. Lui redattore, lui articolista, si associò buoni collaboratori, la portò ad alto livello, tipografico e per tiratura. Sempre a favore degli associati, a risolvere il problema degli incontri a Roma, fece sorgere un ottimo albergo, che affidò alla gestione di persone capaci. L’altra parte del fabbricato accolse le scuole pontificie, elementari e medie, condotte dalla parrocchia.
San Giuseppe, che della buona morte è l’intercessore e il Patrono, al centro di tutto. A diffondere conoscenza e devozione, abbondò in opuscoli, immagini, oggetti. Curò le grandi feste con le tradizionali processioni.
E non poteva trascurare la chiesa che ne portava il nome. Con fede e con amore, a costo di grandi sacrifici, Don Guanella l’aveva costruita, parrocchia e centro della Santa Crociata. Don Ezio la desiderò più splendente, più accogliente, più funzionale: con opere murarie ed artisti – volle i più abili, i più noti – le donò più ampio respiro, la rese più solenne, arricchita di affreschi, di mosaici, di vetrate; le ottenne il titolo di Basilica Minore.

Don Giulio Noseda
(direttore dal 1996 al 2005)

Don Giulio Noseda è stato un uomo di un notevole spessore umano e religioso. Era nato ad Albiolo, vicino Como, il 29 ottobre 1928 in una famiglia di sani e forti principi religiosi. Il corso della sua vita religiosa è contrassegnato da importanti incarichi, come quello di superiore alla Casa Madre della Congregazione a Como.
Da quasi dieci anni i superiori maggiori lo avevano chiamato a lavorare a Roma, affidandogli l’incarico di Direttore della Primaria Pia Unione del Transito di San Giuseppe, succedendo all’indimenticato don Ezio Cova. A questo compito si aggiunse anche la responsabilità di legale rappresentante della Congregazione nello Stato italiano.
Nell’ultima fase della sua esistenza terrena, come direttore della Pia Unione, don Giulio ha affinato la sua sensibilità nei confronti del disagio e della sofferenza causata dal lutto per la perdita di persone care. Sulla scia di don Ezio Cova, ha proseguito nella diffusione del culto di San Giuseppe, ha incrementato la fede nei lettori della Santa Crociata in onore di San Giuseppe, per tutti ha avuto una parola di conforto ed incoraggiamento. Tanta energia trasfuse nella trasformazione della vecchia scuola elementare femminile in una accogliente casa per ferie per i pellegrini che funziona dal 1999.

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