In Gesù tutte le promesse di Dio sono diventate un «sì» (cf. 2 Cor 1,20). In lui trovano il loro pieno compimento tutti gli «eccomi» che abbiamo sentito risuonare attraverso le pagine sacre, dall’“eccomi” di Abramo fino a quello di Maria santissima.
Nella Lettera agli Ebrei, la missione redentrice di Cristo è come racchiusa tra due «eccomi», quello della sua entrata nel mondo e quello del suo ritorno al Padre dopo la passione e morte.
La visita ai cimiteri, dove i nostri parenti aspettano la chiamata alla nuova vita, “una terra nuova e cieli nuovi”, è sempre un navigare sui fiumi del passato, le cui rive sono popolati di volti familiari, frammenti di una storia con cui abbiamo costruito la nostra vita.
Nel canonizzare una persona santa la Chiesa accende nel suo firmamento delle vie maestre, strade garantite per una laurea in santità.
Giovanni Battista Montini, canonizzato il 14 ottobre scorso, pur avendo percorso un’esistenza cristiana singolare, al vertice delle gerarchia ecclesiastica, la Chiesa lo propone come maestro possibile di imitazione, non tanto per il suo straordinario magistero, ma per la fecondità dei frutti maturati nella sua vita di creatura umana, vissuta con coerenza alla pagina delle beatitudini evangeliche.