Il 14 ottobre di quest’anno verrà proclamato santo Paolo VI, che a noi guanelliani si è mostrato vero padre in qualche circostanza di prova e soprattutto perché è stato lui a innalzare all’onore degli altari il nostro Fondatore. Il 24 ottobre 1964 nella basilica vaticana, parata a festa in uno splendore di luci e colori come era abitudine a quei tempi, l’immagine di don Guanella trionfava nella “gloria” del Bernini. Il papa, secondo il rito andato in disuso con Giovanni Paolo II, scendeva nel pomeriggio in basilica per venerare il nuovo Beato, proclamato in suo nome dal cardinale Paolo Marella, arciprete della basilica, al mattino.
Il “marchio di garanzia” per una santità da onorare si costruisce con un percorso meticoloso, simile ad uno spartito musicale in cui tante note rincorrendosi formano una sinfonia. In questo percorso il Professor Giorgio La Pira è arrivato alla tappa della venerabilità. Dopo i tanti “processi” a livello diocesano e poi presso la Congregazione delle cause dei Santi molti esperti teologi, giuristi, vescovi e cardinali, papa Francesco ha firmato il decreto di venerabilità di Giorgio La Pira.
Quando arriva questa pubblicazione nelle case degli associati alla Pia Unione di San Giuseppe, come la primitiva comunità nel Cenacolo, la Chiesa è convocata in Sinodo a «rinascere…dai giovani e con i giovani». Questa prospettiva è sempre necessaria per evitare il rischio di rivestire con i colori del tramonto le luci dell’alba.
Si usa dire che quando muore un vecchio scompare una biblioteca. Non possiamo negare che quando gli anziani che non si chiudono in una trincea rancorosa ma rimangono aperti al vivere quotidiano hanno un prezioso capitale di saggezza da donare e così offrire le coordinate di un agile percorso di vita. I giovani, infatti, offrono alla società e alla Chiesa un terreno “vergine”, la freschezza delle novità, capacità di sognare il futuro, intuizione per cogliere “i semi del Verbo” che la grazia divina ha seminato nella storia e che ora pur in un’attualità complessa e difficile, fa germogliare e fruttificare.