Sono passati parecchi decenni da quando don Bosco, il santo dei giovani, ebbe a dire che l’estate era “la vendemmia del diavolo”, ovvero il momento dell’anno in cui i ragazzi erano più a rischio devianza, a motivo dell’ozio e del rallentamento delle consuete attività. Non era di certo un “bacchettone” il santo torinese ma, conoscendo bene l’animo dei giovani, sapeva bene che questi andavano tenuti sempre allegri e ben occupati. La scuola finiva, papà e mamma spesso a lavoro e la strada sembrava essere l’unica disposta ad accoglierli. Oggi la società è cambiata, la strada non è più così frequentata, mentre il web e i social fungono da “custodi” dei ragazzi. Il periodo delle vacanze rischia di trasformarsi in un tempo di apatia e disimpegno in attesa del ritorno fra i banchi di scuola o dell’università. Ed è proprio per questo motivo che le tante comunità parrocchiali e gli oratori sparsi un po’ per tutta Italia si prodigano per offrire proposte di vacanze alternative in cui rigenerarsi e ricaricarsi alla scuola del Vangelo.
Nel periodo subito dopo la Pasqua le figure più autorevoli della congregazione guanelliana, come gli apostoli nel cenacolo dopo la risurrezione di Gesù, si sono ritirati per quasi un mese con l’onere di verificare il cammino di un sessennio, ma anche di progettare un futuro ricco di prospettive su un territorio che sempre più si va espandendo a livello planetario, coinvolgendo nella missione caritativa i poveri che nella povertà hanno un comune denominatore, modi e culture molto dissimili di un carisma nato, sviluppato e incarnato in una cultura con il dna della tradizione italiana.
La recente esplosione del fenomeno Fake News crea interesse, curiosità, sospetto... Il termine è usato e abusato quotidianamente nell’informazione, in particolare in campo politico. L’attraente espressione inglese si applica alla riedizione “ultramoderna” di un antico inganno: le notizie false, armi della disinformazione.
Per coincidenza in agosto, mentre cercavo di chiarirmi le idee sul problema, ho visitato una mostra nel museo diocesano della cattedrale di Pamplona, in Spagna. L’esposizione, chiamata Occidens, utilizzando le svariate opere in possesso del museo, vuole evidenziare l’importanza della cultura e dei valori cristiani per l’edificazione della civiltà occidentale nella storia. Sul finire del percorso espositivo una sala proponeva all’Occidente moderno un ultimo bivio: quello prospettato dall’avanzata del relativismo.