Si svolgerà a Firenze dal 25 al 28 aprile il XVII Meeting nazionale del Movimento Giovanile Guanelliano (M2G) incentrato sul tema «Camminiamo nell'amore, camminiamo nella carità. #fermarsi non si può», richiamante sia le parole di Papa Francesco all'Angelus del 12 agosto 2018 rivolte ai giovani in vista del Sinodo che l'esortazione di San Luigi Guanella a non fermarsi mai nel soccorrere i poveri e nella valorizzazione delle persone.
L'incontro di condivisione, festa, approfondimento e preghiera avrà come sede la Parrocchia del Corpus Domini al Bandino, guidata dal giovane parroco guanelliano don Antonio De Masi. Parteciperanno oltre duecento ragazzi provenienti da tutta Italia, accompagnati da sacerdoti, religiose e animatori laici delle varie comunità guanelliane.
Al primo giorno di accoglienza, con tanto di cena tipica fiorentina e serata musicale, seguirà una giornata caratterizzata da cinque laboratori formativi con temi incardinati rispettivamente su verità, giustizia, libertà, amore e pace: «I pericoli di internet e le fake news», testimonianza di Andrea Fagioli, direttore di Toscana Oggi; «La figura e il metodo educativo di don Lorenzo Milani», visita con testimonianza della comunità Il Samaritano che accoglie persone in misura alternativa alla detenzione; «Il dono dal cuore», testimonianza dell'associazione Fratres e sensibilizzazione alla donazione di sangue; «La figura del prof. Giorgio La Pira», testimonianze storiche e visita al quartiere Isolotto. Quindi, nel dopocena, lo spettacolo varietà «Stasera tutto può succedere» al Teatro Reims. Il giorno successivo, nello stesso Teatro, alle 9,30, la testimonianza di don Luigi Ciotti, presidente di Libera, associazione impegnata contro le mafie. Seguiranno il saluto del cardinale Giuseppe Betori nel Battistero di San Giovanni e la visita guidata alla città. Successivamente, alle 21, la veglia di preghiera con le confessioni. Il Meeting si concluderà con la Celebrazione Eucaristica del 28 aprile, alle 9, nella chiesa parrocchiale.
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Il 19 marzo scorso ha riaperto, in via straordinaria, la chiesa di San Giuseppe dei Falegnami al Foro Romano, il cui soffitto era inaspettatamente crollato il 30 agosto 2018 per fortuna senza provocare feriti o vittime. L’evento aveva suscitato molto rammarico e apprensione, specie tra gli estimatori della chiesa che si trova sopra il carcere Mamertino, luogo di particolare interesse storico e religioso del Foro Romano.
Le cronache narrano che in quelle tetre prigioni trovarono la morte personaggi nemici di Roma quali Vercingetorige e i sodali della congiura di Catilina, oltre alla figura più importante delle prime cronache cristiane durante l’Impero: l’apostolo Pietro, che vi fu rinchiuso e che avrebbe fatto miracolosamente sgorgare una sorgente dal fondo della cella per battezzare i suoi carcerieri.
Il Vicariato di Roma ha avviato da subito la messa in sicurezza della chiesa e i lavori di ripristino della navata crollata: si trattava di un bel soffitto di legno a cassettoni, decorato nel ‘600 ad opera di Giovanni Battista Montano, con al centro una immagine della Natività. L’immagine rappresentava Gesù al centro, Maria a sinistra inginocchiata di fronte al Bambino, e Giuseppe a proteggere la scena sullo sfondo.
Un secolo e mezzo di vita per l’Ospedale Bambino Gesù di Roma rappresenta un traguardo significativo, non soltanto dal punto di vista storico e religioso, ma anche per la funzione di punto di riferimento medico e scientifico di altissimo livello offerto ai bambini italiani e - oggi - di molte altre nazioni. Infatti, nella cerimonia di celebrazione dell’anniversario dei 150 anni di fondazione tenuta martedì 19 marzo scorso nella sede di viale Baldelli 38, zona San Paolo fuori le Mura, presenti le maggiori autorità civili e religiose (card. Parolin, presidente Mattarella, presidente dell’Ospedale Mariella Enoc, ministro della salute Grillo, presidente regione Lazio Zingaretti, sindaco di Roma Raggi e altri) sono stati richiamati i tanti traguardi scientifici e la diffusione dei servizi del “Bambino Gesù” oggi. I poli sanitari odierni sono quattro: oltre alla sede storica sul Gianicolo, la nuova struttura in viale Baldelli, i centri sulla costa a Palidoro e a Santa Marinella.
L’ “Ospedale del Papa” - come tradizionalmente viene chiamato dai cittadini romani - eroga 27 mila ricoveri annuali, 339 trapianti, 44 mila day Hospital, 80 mila accessi al pronto soccorso, 1 milione e 700 mila prestazioni ambulatoriali oltre a un servizio molto apprezzato di assistenza alloggiava pr 3.700 nuclei familiari dei piccoli pazienti ricoverati. In questi ultimi anni, inoltre, i servizi del “Bambino Gesù” si sono diffusi anche in altre paesi. E’ stato in particolare Papa Francesco a volere questa presenza di servizi ambulatoriali qualificati ad esempio in Cambogia, Repubblica Centrafricana, Giordania, Siria, Palestina, Georgia, Russia, Cina, Etiopia, nella forma di iniziative di assistenza attuate in collaborazione con strutture universitarie locali.
Il “Bambino Gesù” nella sua lunga storia è stato più volte visitato dai Papi dell’epoca: tra gli ultimi, Giovanni XXIII (1958), Paolo VI (1968), Giovanni Paolo II (1982), Benedetto XVI (2005) e Francesco nel 2013 la prima visita e nel 2018 la seconda alla struttura di Palidoro.