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Attenzione

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Venerdì, 01 Giugno 2012 08:37

La Chiesa nasce con Maria madre

di Benedetto XVI

Maria ha seguito con discrezione tutto il cammino di suo Figlio durante la vita pubblica fino ai piedi della croce, e ora continua a seguire, con una preghiera silenziosa, il cammino della Chiesa. Nell’Annunciazione, nella casa di Nazaret, Maria riceve l’Angelo di Dio, è attenta alle sue parole, le accoglie e risponde al progetto divino, manifestando la sua piena disponibilità: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua volontà» (cfr Lc 1,38).

Mercoledì, 11 Aprile 2012 12:53

Il prologo della Resurrezione

La domenica di Trasfigurazione

Questa domenica, la seconda di Quaresima, si caratterizza come do­menica della Tra­sfigu­ra­zione di Cristo. Infatti, nell’itinerario quaresimale, la liturgia, dopo averci invitato a seguire Gesù nel deserto, per affrontare e vincere con Lui le tentazioni, ci propone di salire insieme a Lui sul “monte” della preghiera, per contemplare sul suo volto umano la luce gloriosa di Dio.
L’episodio della trasfigurazione di Cristo è attestato in maniera concorde dagli Evangelisti Matteo, Marco e Luca. Gli elementi essenziali sono due: anzitutto, Gesù sale con i discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni su un alto monte e là «fu trasfigurato davanti a loro» (Mc 9,2), il suo volto e le sue vesti irradiarono una luce sfolgorante, mentre accanto a Lui apparvero Mosè ed Elia; in secondo luogo, una nube avvolse la cima del monte e da essa uscì una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato; ascoltatelo!» (Mc 9,7). Dunque, la luce e la voce: la luce divina che risplende sul volto di Gesù, e la voce del Padre celeste che testimonia per Lui e comanda di ascoltarlo.

Mercoledì, 14 Marzo 2012 10:43

Le lacrime di Dio per la morte di un amico

Catechesi di Papa Benedetto XVI

La risurrezione di Lazzaro

Nel racconto giovanneo della risurrezione di Lazzaro (...) si intrecciano, da una parte, il legame di Gesù con un amico e con la sua sofferenza e, dall’altra, la relazione filiale che Egli ha con il Padre.
La partecipazione umana di Gesù alla vicenda di Lazzaro ha tratti particolari. Nell’intero racconto è ripetutamente ricordata l’amicizia con lui, come pure con le sorelle Marta e Maria. Gesù stesso afferma: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo» (Gv 11,11).
Questo legame di amicizia, la partecipazione e la commozione di Gesù davanti al dolore dei parenti e conoscenti di Lazzaro, si collega, in tutto il racconto, con un continuo e intenso rapporto con il Padre. (...)

Mercoledì, 08 Febbraio 2012 12:59

L’ascolto allarga il panorama del vivere

di Papa Benedetto XVI

La guarigione del sordomuto

«Oggi vorrei riflettere con voi sulla preghiera di Gesù legata alla sua prodigiosa azione guaritrice. Nei Vangeli sono presentate varie situazioni in cui Gesù prega di fronte all’opera benefica e sanante di Dio Padre, che agisce attraverso di Lui. Si tratta di una preghiera che, ancora una volta, manifesta il rapporto unico di conoscenza e di comunione con il Padre, mentre Gesù si lascia coinvolgere con grande partecipazione umana nel disagio dei suoi amici, che Egli vuole aiutare.Un caso significativo è la guarigione del sordomuto (cfr Mc 7,32-37). Il racconto dell’evangelista Marco  mostra che l’azione sanante di Gesù è connessa con un suo intenso rapporto sia con il prossimo - il malato -, sia con il Padre. La scena del miracolo è descritta con cura così: «Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: “Effatà”, “Apriti”» (7,33-34). Gesù vuole che la guarigione avvenga «in disparte, lontano dalla folla».

Giovedì, 12 Gennaio 2012 13:55

Sentinelle per i poveri

Attesa, attenzione, vigilanza: sono i termini tipici del vocabolario dell’Av­vento, sono le parole chiave del lessico di una sentinella.   
Nel linguaggio biblico la realtà della sentinella contribuisce a definire il nostro status di pellegrini ogni giorno, di forestieri in ogni luogo, di nomadi che ogni mattina levano la tenda e ogni sera la ripiantano, finché ci sarà data una dimora per sempre. Quella della sentinella è un’immagine evocata da Benedetto XVI nel discorso rivolto ai partecipanti all’incontro promosso dalla Caritas italiana in occasione del 40° anniversario di fondazione. “Le Caritas – ha osservato il Pontefice – devono essere come sentinelle, capaci di accorgersi e di far accorgere, di anticipare e di prevenire, di sostenere e di proporre vie di soluzione nel solco sicuro del Vangelo e della dottrina sociale della Chiesa”.

Mercoledì, 09 Marzo 2011 14:47

Un atleta di Dio nella morsa del soffrire

di Angelo Forti

Quando il 24 febbraio 2005 a Giovanni Paolo II fu praticata la tracheotomia, al risveglio dall’anestesia, non potendo parlare, chiese alla suora che lo assisteva in ospedale un pezzo di carta e un pennarello e scrisse: «Cosa mi hanno fatto! Ma …totus tuus!».  Con un sentimento di totale confidenza alla volontà di Dio ripete: «Sono tutto tuo»; era il suo motto di consacrazione della sua esistenza a Maria, la mamma di Gesù. Quel punto esclamativo raccoglieva il dramma della sua esistenza. In quel momento si chiudeva una lunga stagione della sua vita pastorale e si apriva un nuovo capitolo sulla sua vita.

Protagonista con don Guanella di quell’evento di cento anni fa 

di Graziella Fons

Il genio caritativo della Chiesa ha scritto la storia di questi duemila anni. Questo genio consiste nello stare accanto ai sofferenti come il prolungamento della presenza reale di Cristo nella storia umana. A questo riguardo, diceva il beato Paolo VI: «È Cristo che ispira, guida, sostiene, trasfigura e santifica ogni iniziativa ecclesiale al servizio dei poveri». La Chiesa, come una mamma, ha la percezione del dolore umano in ogni condizione di disagio e per ogni età.
Il terremoto della Marsica del 13 gennaio 1915 ha trovato don Guanella sulla frontiera della desolazione nel soccorrere i poveri. Da subito, a causa delle precarie condizioni di salute di don Guanella, don Aurelio Bacciarini si prodigherà nei paesini disastrati della zona di Avezzano per offrire soccorso ai sopravvissuti. 
Scriveva don Guanella: «Fui ad Avezzano con don Bacciarini per misurare l’enormità del disastro che ha raso al suolo paesi e borgate come la falce fa del fieno. […] I superstiti sono inebetiti. Distribuiamo viveri. Si ascoltano e si vedono a ogni passo pietosissime scene. Ritornammo  in un treno di feriti; sotto gli sguardi, uno spettacolo rattristante di infermi e feriti, ammucchiati in stato di grave pena sui vagoni». 

A pochi mesi dalla Canonizzazione del mai dimenticato

di Tarcisio Stramare

Il 25 gennaio 1959, a soli tre mesi dalla sua elezione al soglio pontificio, Giovanni XXIII indice il Concilio Ecumenico Vaticano II. Da dove ha egli attinto il coraggio per affrontare così “pacatamente”, ma decisamente tanto colossale impresa?

Egli ci apre “una finestra nel suo cuore” nella Lettera Apostolica “Le voci”, scritta il 19 marzo 1961, nella quale porge a san Giuseppe, “attraverso le voci e i documenti dei nostri immediati antecessori dell’ultimo secolo, da Pio XI a Pio XII, un serto di onore, in eco alle testimonianze di affettuosa venerazione, che ormai si sollevano da tutte le nazioni cattoliche e da tutte le regioni missionarie”.

Giovedì, 05 Dicembre 2013 15:37

Un comunicatore credibile di Dio

di Antonio Lovascio

Il cardinal Tonini

Per gli operatori dei media passerà alla storia come “il comunicatore di Dio”, perché ha lasciato sicuramente un segno nel nostro tempo, con il suo stile ed il suo eloquio inconfondibili - tanto apprezzati da Indro Montanelli ed Enzo Biagi – che abbiamo ammirato sulla grande stampa nazionale, su “Avvenire”  (lo considerava quasi una sua creatura) e nei talk-show della Rai.
Ma il cardinale Ersilio Tonini, morto qualche mese dopo il suo novantanovesimo compleanno (20 luglio), è stato anche un grande uomo di carità.  Questo esile “pretino di campagna” dalla solida cultura e dalla formazione di stampo pacelliano acquisite in seminario e alla Lateranense, piacentino come molti diplomatici vaticani di gran stoffa (Casaroli in primis), nato da una modesta famiglia di contadini, fino all’ultimo ha speso tutte le sue energie per testimoniare con vigore il Vangelo della solidarietà.

Venerdì, 01 Giugno 2012 08:40

Un laico sulla frontiera del sociale

Toniolo economista beato

di Grabiele Cantaluppi

In un contesto storico di positivismo culturale, quale era quello del secolo XIX, Giuseppe Toniolo  indicava che anche l’impegno spirituale è un fattore di civiltà. Anzi, sosteneva, proprio perché radicata nel mistero dell’Incarnazione, la Chiesa opera all’interno dell’ordine sociale non come un organo periferico, ma come cuore.
Aveva la certezza che la storia va letta con un’ottica di tempi lunghi per scoprirvi il disegno della Provvidenza: ne era convinto anche don Guanella, quando ricordava la sua opera nata “col visibile aiuto della Provvidenza, che non verrà mai meno”.
Gli anni in cui vissero Toniolo (1845-1918) e don Guanella (1842-1915)  quasi coincidono, ma essi non hanno lasciato testimonianze dirette di un loro incontro, anche se certamente a don Guanella, attento alle vicende anche sociali del suo tempo, non sarà sfuggita l’opera del sociologo ed economista, fervente cattolico e, come lui, fedelissimo al papa.

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