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Lunedì, 12 Maggio 2014 11:59

Quando un amore fallisce

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Dolore del fallimento

“Camminare con loro”

Quando un amore fallisce le persone non vanno condannate ma accompagnate. Lo ha raccomandato Papa Francesco nella messa celebrata a fine febbraio nella cappella della Casa Santa Marta.

La bellezza e la grandezza dell’amore si riconoscono fin dal capolavoro della creazione, narrato dalla Genesi, e scelto da Dio stesso come «icona» per spiegare l’essenza dell’amore tra l’uomo e la donna. Ma anche tra Cristo e la Chiesa. «Gesù stava sempre con la gente». E in mezzo alla gente il Signore insegnava, ascoltava e guariva gli ammalati. Qualche volta però, tra la folla, si presentavano anche i dottori della legge che volevano in realtà «metterlo alla prova», cercando in qualche modo di farlo cadere.
I farisei, proprio «per metterlo alla prova», pongono a Gesù «questo problema sul divorzio». Una questione presentata con il loro solito «stile» basato sulla «casistica». Quanti volevano mettere in difficoltà Gesù, infatti, non gli ponevano mai «una problematica aperta». Preferivano invece ricorrere alla «casistica, sempre al piccolo caso», domandandogli: «È lecito a un marito ripudiare la propria moglie?». E Gesù risponde anzitutto chiedendo loro «cosa dice la legge e spiegando perché Mosè ha fatto quella legge così». Il Signore tuttavia non si ferma a questa prima risposta e «dalla casistica va al centro del problema, va proprio ai giorni della creazione», quando «Dio li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne».
Papa Francesco ha riletto questo passo, «inizio dell’amore» e «tanto poetico»: proprio l’incontro tra Adamo e Eva. A loro Dio raccomanda di andare avanti insieme «come una sola carne». Il Signore ha scelto «questa icona per spiegare l’amore che lui ha verso il suo popolo» anche quando il popolo non è fedele. Anche l’apostolo Paolo, quando ha bisogno di spiegare il mistero di Cristo, lo fa in rapporto alla sua sposa, alla Chiesa, al suo popolo».
«Questa — ha affermato il Papa — è la storia dell’amore. Questa è la storia del capolavoro della creazione. E davanti a questo percorso di amore, a questa icona, la casistica cade e diventa dolore». Dolore davanti al fallimento: «Quando lasciare il padre e la madre per unirsi a una donna, farsi una sola carne e andare avanti, quando questo amore fallisce — perché tante volte fallisce — dobbiamo sentire il dolore del fallimento». E proprio in quel momento dobbiamo anche «accompagnare quelle persone che hanno avuto questo fallimento nel loro amore». Non bisogna «condannare» ma «camminare con loro». E «quando uno pensa a questo», ha precisato il Papa, trova naturale riconoscere «quanto bello è l’amore, quanto bello è il matrimonio, quanto bella è la famiglia, quanto bello è questo cammino». Ma anche «quanto amore, e quanta vicinanza, anche noi dobbiamo avere per i fratelli e le sorelle che nella loro vita hanno avuto la disgrazia di un fallimento nell’amore».
 
Mercoledì, 02 Aprile 2014 15:26

Tre grazie a Dio

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Morire in casa con speranza

“Il buon morire” 

Nella sua omelia, il Papa commenta la prima lettura del giorno che racconta la morte di Davide, dopo una vita spesa al servizio del suo popolo. Sottolinea tre cose: la prima è che Davide muore "in seno al suo popolo". Vive fino alla fine "la sua appartenenza al Popolo di Dio. Aveva peccato: lui stesso si chiama 'peccatore', ma mai se ne è andato fuori dal Popolo di Dio!":
Mercoledì, 12 Marzo 2014 15:58

San Giuseppe nelle omelie di Francesco

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“Vocazione del custodire”

 
Le circostanze della elezione di Papa Francesco hanno voluto che la Messa con l’imposizione del pallio e la consegna dell’anello del pescatore per l’inizio del ministero petrino del Vescovo di Roma, coincidesse con la solennità di San Giuseppe, sposo della Vergine Maria e patrono della Chiesa universale, nonché onomastico di Papa Benedetto (Joseph Ratzinger). All’omelia, Papa Francesco racchiude nella “custodia” la missione che Dio affida a Giuseppe. Una pagina indimenticabile.
 

di Graziella Fons

Papa Francesco pellegrino in Sardegna

Interminabile, luminosa e intensa è stata la domenica di settembre che ha visto papa Francesco pellegrino a Cagliari. Erano circa 400mila persone arrivate da tutta la Sardegna per salutare e ascoltare le parole di papa Francesco che ha voluto onorare il santuario mariano di Bonaria legato alla capitale argentina Buenos Aires, eco della «buona-aria» portata dai navigatori sardi nei secoli passati.

Giovedì, 07 Novembre 2013 14:57

Paolo VI. Trentacinque anni dopo

di Angelo Forti

Nella solennità della Trasfigurazione di trentacinque anni fa moriva Paolo VI dopo quindici anni di pontificato. Una stagione della storia della Chiesa assai complessa. Il Concilio ecumenico Vaticano II aveva aperto una diga di acque feconde. Giovanni XXIII era stato incaricato dallo Spirito Santo a una rinnovata incarnazione dello spirito di fede in un tessuto logoro. La Chiesa come istituzione era forte nella sua organizzazione, ma dopo la II Guerra mondiale aveva smarrito la sintonia con il respiro della gente; la Parola di Cristo non mordeva più la carne della storia umana, aveva perso il ruolo di bussola nell’orientamento del vivere quotidiano. La «strage inutile» della guerra, i campi di concentramento e di sterminio, il genocidio degli ebrei, degli zingari, degli handicappati e anche dei cristiani aveva acceso negli animi una domanda di fuoco: «Ma Dio dov’è?».

Giovedì, 07 Novembre 2013 14:39

Papa Francesco in Brasile elogia i nonni

Nella memoria liturgica dei santi Gioacchino e Anna, papa Francesco ha fatto un grande elogio dei nonni di Gesù e ha indicato nei nonni un patrimonio di sapienza da non disperdere. «Quanto sono importanti nella vita della famiglia per comunicare quel patrimonio di umanità e di fede che è essenziale per ogni società! E come è importante l’incontro, il dialogo tra le generazioni, soprattutto all’interno della famiglia!».

Su un tema assai importante che sembra così lontano nella vita di un bambino, in questo ipotetico dialogo il nonno vuol indicare che i passi prima dell’ultimo passo sono assai importanti e conducono alla sorgente della gioia di vivere.

Giovedì, 05 Settembre 2013 13:41

Chi crede, vede

L’enciclica Lumen Fidei di Papa Francesco scritta insieme a Benedetto XVI

di Angelo Sceppacerca

La luce della fede è il dono portato da Gesù. Lui è il dono; Lui è la luce. Inizia così la prima enciclica di papa Francesco che è anche – e non solo metaforicamente – l’ultima di Papa Benedetto.

Il nostro mondo, come quello pagano del tempo di Gesù, è “affamato di luce” e nessun altro sole è capace di “arrivare fino all’ombra della morte”, quando ogni uomo si chiude ad ogni luce. Invece a Marta, che piange la morte del fratello Lazzaro, Gesù dice: “Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?”. Chi crede, vede. Tante sono le possibili obiezioni, oggi come ieri, nella presunzione di uomini che si sentono adulti e inappagati, al punto di paragonare la fede al buio, o al massimo relegandola nell’angolo fuori dalla ragione, pur sempre un salto nel buio, appunto.

Martedì, 07 Maggio 2013 14:04

Il pellegrino e il Papa

di p. Massimo Pampaloni

Il primo Papa gesuita nella storia arriva proprio durante la celebrazione del II centenario della ricostituzione della Compagnia di Gesù dopo la soppressione. Mi auguro che questo dono che lo Spirito ha fatto a tutta la Chiesa, sia anche un’occasione per noi Gesuiti di riscoprire con rinnovato impegno che la fedeltà alla missione della Chiesa e al Romano Pontefice sono le radici vitali della nostra vocazione e la ragione d’essere per cui Ignazio volle la sua “minima Compagnia”.

Mercoledì, 17 Aprile 2013 12:12

La nostra "stella polare"

Sembrano di grande attualità le parole di don Guanella scritte alla fine dell’800: «Riesce poi difficile mirare giusto in sì grande confusione di giornalisti, di scrittori. Per non sbagliare si guardi sempre al Papa, che è la stella polare. Egli solo basta».  Nel giorno di mercoledì, dedicato dalla devozione popolare al culto di San Giuseppe, il 13 marzo 2013 lo Spirito Santo ha donato alla sua Chiesa il nuovo papa con il nome programmatico di Francesco.

di Benedetto XVI

Il Vangelo secondo Luca racconta che i pastori di Betlemme, dopo l’annuncio della nascita del Messia, “andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia” (2,16). Ai primi testimoni oculari della nascita di Gesù si presentò, dunque, la scena di una famiglia: madre, padre e figlio neonato. Per questo la Liturgia ci fa celebrare, nella prima domenica dopo il Natale, la festa della santa Famiglia. Quest’anno essa ricorre proprio all’indomani del Natale e, prevalendo su quella di santo Stefano, ci invita a contemplare questa “icona” in cui il piccolo Gesù appare al centro dell’affetto e delle premure dei suoi genitori.

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