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Giovedì, 07 Gennaio 2016 15:50

Un amore che perdona. Una tenerezza che salva

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Apertura Anno della misericordia 

Cinquant’anni fa, a chiusura del Concilio ecumenico Vaticano II, Paolo VI in nome dei vescovi del mondo intero, con i documenti dell’assise conciliare, elaborati in tanti mesi di lavoro, ha consegnato a tutta la Chiesa il compito di essere samaritana dell’umanità. La Chiesa «esperta in umanità» ha ascoltato i suggerimenti dello Spirito santo in sintonia con l’ascolto delle gioie e delle sofferenze dell’intera umanità. I documenti conciliari sono parole maturate sulla lunghezza d’onda di un impegno pastorale nel tentativo di fornire alla Chiesa stessa, «Madre e Maestra», strumenti validi nel dare un’anima al tempo e una scintilla divina ai cristiani impegnati a edificare quel Regno progettato da Cristo con la sua presenza tra noi realizzato con la sua Resurrezione.

Convegno ecclesiale della Chiesa Italiana a Firenze

di Andrea Fagioli

A Firenze il David di Michelangelo è il simbolo riconosciuto della Bellezza, anche se ormai solo di quella estetica, collocato così com’è all’interno di un museo, fuori da qualsiasi contesto. È bello, non c’è dubbio. Ma non «parla». E pensare che era nato come simbolo religioso. Il David scolpito da Michelangelo è quello biblico, che sconfigge il gigante Golia perché ha Dio con sé. Anzi: in quel giovane che abbatte con una fionda il nemico, il suo autore vedeva il Cristo, difensore di ogni popolo, pienezza di ogni eroismo collettivo, meta di ogni positiva aspirazione individuale.

Mercoledì, 11 Novembre 2015 14:22

Ogni lutto sia sorretto dalla fede

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Papa Francesco

Nel percorso di catechesi sulla famiglia, oggi prendiamo direttamente ispirazione dall’episodio narrato dall’evangelista Luca, che abbiamo appena ascoltato (cfr Lc 7,11-15). E’ una scena molto commovente, che ci mostra la compassione di Gesù per chi soffre – in questo caso una vedova che ha perso l’unico figlio – e ci mostra anche la potenza di Gesù sulla morte. La morte è un’esperienza che riguarda tutte le famiglie, senza eccezione alcuna. Fa parte della vita; eppure, quando tocca gli affetti familiari, la morte non riesce mai ad apparirci naturale. Per i genitori, sopravvivere ai propri figli è qualcosa di particolarmente straziante, che contraddice la natura elementare dei rapporti che danno senso alla famiglia stessa. La perdita di un figlio o di una figlia è come se fermasse il tempo: si apre una voragine che inghiotte il passato e anche il futuro.

Mercoledì, 09 Settembre 2015 14:13

La famiglia: trinità umana, comunione d’amore

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La "Gaudium et Spes"

di Madre Anna Maria Cánopi, osb

Dopo aver considerato sotto vari aspetti l’altissima dignità della persona umana, creata a immagine e somiglianza di Dio, i Padri conciliari si dedicano nella II parte della costituzione Gaudium et Spes a considerare alcuni urgenti problemi contemporanei: la famiglia, la cultura, la vita sociale, economica e politica, la pace. Anche se sono trascorsi cinquant’anni dalla chiusura del Concilio, tali problemi continuano a rimanere “attuali”, anzi, la loro urgenza in alcuni casi si fa oggi più pressante. Sono problemi di tale portata e complessità che non è certo possibile trattarli nel breve spazio di un articolo, né, d’altra parte, avrei la competenza necessaria a tale scopo.

Mercoledì, 09 Settembre 2015 15:02

Ripartire dalle situazioni reali delle famiglie

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Instrumentum laboris per la XIV Assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi

Un “nuovo passo”, per un “accompagnamento differenziato” delle famiglie, particolarmente quelle ferite e fragili, tramite un “discernimento prudente e misericordioso” e “la capacità di cogliere nel concreto la diversità delle singole situazioni”. È l’Instrumentum laboris per la XIV Assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi, reso pubblico recentemente. Il testo è frutto della “Relatio Synodi” - di cui ampie parti vengono confermate - integrata dalle 99 risposte ai “Lineamenta”, oltre alle 359 osservazioni “inviate liberamente da diocesi e parrocchie, associazioni ecclesiali e gruppi spontanei di fedeli, movimenti e organizzazioni civili, numerose famiglie e singoli credenti”, come ha spiegato il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, presentando il documento ai giornalisti. “Per la Chiesa si tratta di partire dalle situazioni concrete delle famiglie di oggi, tutte bisognose di misericordia, cominciando da quelle più sofferenti”, si legge nel testo, che si articola in tre parti: l’ascolto delle sfide sulla famiglia, il discernimento della sua vocazione, la riflessione sulla sua missione.

Mercoledì, 09 Settembre 2015 14:35

Don Guanella ha cantato Dio, l’uomo e la natura

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Considerazioni sull’Encilica «Laudato si’»

di Mario Carrera

«Le creature di questo mondo non possono essere considerate un bene senza proprietario: “Sono tue, Signore, amante della vita”(Sap 11,26). Questo induce alla convinzione - ha scritto papa Francesco nell’enciclica “Laudato si’” - che, essendo stati creati dallo stesso Padre, noi tutti esseri dell’universo siamo uniti da legami invisibili e formiamo una sorta di famiglia universale, una comunione sublime che ci spinge a un rispetto sacro, amorevole e umile».

Questo «rispetto umile» era nel DNA della santità di don Guanella; per lui tutto era sacro: dalle persone a questa «stanza senza pareti», che è il nostro mondo. Niente di questo mondo ci è indifferente e per don Guanella tutto era interessante e meritevole di attenzione. Dice papa Francesco: «Tutto l’universo materiale è un linguaggio dell’amore di Dio, del suo affetto smisurato per noi. Suolo, acqua, montagne, tutto è carezza di Dio.

Un anno dedicato alla vita consacrata chiamata a conversione

Nel novembre dello scorso anno il Santo Padre Francesco in un incontro con i superiori generali dei religiosi ha annunciato il desiderio di dedicare il 2015 alla riflessione e alla preghiera di lode a Dio per la luce donata dallo Spirito nel Decreto conciliare Perfectae caritatis sul Rinnovamento della vita religiosa e per chiedere un supplemento di generosità agli stessi religiosi nel Cinquantesimo anniversario della sua promulgazione. 
Quest’anno particolare, che si apre il 30 novembre di quest’anno e si chiuderà il 2 febbraio 2016, vuol essere considerato un momento di grazia per un aggiornamento dell’impegno dei consacrati all’interno della vita di tutta la Chiesa.

Giovanni Paolo II, tra poco «santo», è stato teologo e devoto di San Giuseppe

di Tarcisio Stramare

Sono trascorsi 25 anni da quando Giovanni Paolo II, il 15 agosto 1989, in occasione del primo centenario dell’Enciclica Quamquam pluries di Leone XIII, promulgava l’Esortazione apostolica “Redemptoris Custos” (RC). Si tratta di un documento dottrinale di grande rilievo, da considerare come la “magna charta” della teologia di san Giuseppe, del quale viene considerata la “parte” a lui assegnata da Dio nel decreto dell’Incarnazione del Verbo, che predestinava Maria a essere la madre del Figlio di Dio. In questo decreto è incluso anche san Giuseppe “chiamato da Dio a servire direttamente la persona e la missione di Gesù mediante l’esercizio della sua paternità: proprio in tal modo egli coopera nella pienezza dei tempi al grande mistero della redenzione ed è veramente ‘ministro della salvezza’” (RC, n.8). La presenza congiunta di Maria e Giuseppe, sigillata dallo stesso vincolo di carità, fa parte del mistero dell’Incarnazione: “Proprio a questo mistero Giuseppe di Nazaret ‘partecipò’ come nessun’altra persona umana, ad eccezione di Maria, la Madre del Verbo  Incarnato.

Papa Francesco per la xxv Giornata mondiale del malato 2017

Da ormai 25 anni la Chiesa l’11 febbraio si mette accanto ai sofferenti per donare un supplemento di speranza nei momenti difficili della vita.

Quest’anno papa Francesco scrive che desidera porsi «spiritualmente presso la Grotta di Massabielle, dinanzi all’effige della Vergine Immacolata, nella quale l’Onnipotente ha fatto grandi cose per la redenzione dell’umanità, desidero esprimere la mia vicinanza a tutti voi, fratelli e sorelle che vivete l’esperienza della sofferenza, e alle vostre famiglie; come pure il mio apprezzamento a tutti coloro che, nei diversi ruoli e in tutte le strutture sanitarie sparse nel mondo, operano con competenza, responsabilità e dedizione per il vostro sollievo, la vostra cura e il vostro benessere quotidiano.

Giovedì, 04 Febbraio 2016 14:22

Nel paese di Gesù per un supplemento di speranza

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Giornata del malato 11 febbraio a Nazareth

di Luciano Mediolani

Si svolgerà a Nazareth l’edizione 2016 della Giornata Mondiale del Malato. L’annuncio di Nazareth fa seguito a quello dato in Germania, nel santuario di Altötting, durante le celebrazioni svoltesi dall’8 al 12 febbraio scorso. Questa giornata è celebrata ogni anno a livello locale (diocesi e parrocchie) e in modo solenne ogni tre anni sempre nei pressi di un santuario mariano. Questa celebrazione realizza così un desiderio sostenuto dal Patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal. Papa Francesco nel suo messaggio in occasione della XXIV Giornata Mondiale del Malato ha scritto che «mi offre l’occasione per essere particolarmente vicino a voi, care persone ammalate, e a coloro che si prendono cura di voi».