Chi si porta sulle spalle un pesante grappolo di anni, entra nel nuovo tempo con un supplemento d’invocata fiducia, i suoi occhi sono abilitati a scrutare il miracolo della vita, raccogliendo quei frammenti di sacro che la natura gli offre come respiro della vita stessa. È il canto degli uccelli, i colori dell’alba, la carezza di un fiore, lo sguardo accarezzevole di un bambino, il sorriso di gratitudine.
A partire dal Natale, in cui Dio prende in prestito la nostra carne umana e si fa bambino, nella vita di Gesù l’umanità è modellata in tutte le sue fibre e attraversandola la semina della nostalgia del divino e le dona il coraggio di vivere le gioie e le speranze. Ogni persona costruisce così la propria esistenza ad immagine stessa di Gesù, che incominciando dall’infanzia celebra la vita donandola per amore e la recupera destinandola all’eternità, perché essa «è un immenso, misterioso e incompiuto capolavoro».
La vita per tutti è un laboratorio perché ognuno completi il capolavoro secondo i talenti ricevuti.
Anche a nome di tutti i miei collaboratori tanti e cordiali auguri di un buon lavoro alla scuola di san Giuseppe e del suo “ragazzo di bottega”, Gesù, apprendista del mestiere di vivere.
Dio ci benedica e doni a tutti serenità e gioia di vivere.