Dioniso il Vecchio ne adornò la sua capitale e a Roma si annaffiava col vino un superbo esemplare. È simbolo della Capacità, dell’Ingegno, del Ristoro, della Magnificenza per la dimensione e l’imponenza. Celeberrimo fu il Platano della Lidia di cui parlano Erodoto ed Eliano a proposito di Serse I, re di Persia. Questi, durante la marcia con la sua armata, venendo dalla Frigia e penetrando nella Lidia, «trovò un esemplare tanto bello di tale pianta cui fece dono per la sua bellezza, di ornamenti d’oro; poi, affidatolo alla sorveglianza di uno dei suoi Immortali, al secondo giorno arrivò alla capitale della Lidia». Gli Immortali erano un reparto scelto dell’esercito costituito da 10.000 armati, detti così perché, chiunque venisse a mancare, era immediatamente sostituito in modo che il numero rimaneva immutato (Le storie VII, 31). La vicenda d’un re che s’innamora e ammira tanto una pianta da lasciarla in custodia a un drappello del suo corpo migliore di soldati, generò stupore e il fatto compare nel capolavoro di George Frideric Handel (1685-1759), la celebre opera Serse (Atto I, Scena I), al cui inizio il protagonista, stando sotto i rami dell’albero maestoso, canta l’aria celeberrima, musica meravigliosa per quanto sono povere e infelici le parole: Ombra mai fu / di vegetabile / cara ed amabile, / soave più. La musica è più nota nelle numerose trascrizioni e riduzioni strumentali che sono note come il Largo di Handel.
Calendario
Dicembre
«La massaia che va in campagna, perde più che non guadagna»
Campagna. In questo mese invernale, caratterizzato da giornate corte e fredde, la campagna non ha molto da offrire: i raccolti sono ridotti al minimo così come i lavori. Nelle zone a clima più mite i cereali dovrebbero aver vegetato 2-3 foglioline: in questo caso si effettua la prima concimazione
Oliveto. Termina la raccolta delle olive e inizia la spremitura di quelle destinate alla produzione dell’olio.
Frutteto e vigneto. Quando la vegetazione è “ferma”, si possono raccogliere le marze per gli innesti. Si prosegue con la messa in protezione delle piante più sensibili dalle gelate invernali con impagliature e pacciamature. Si provvede anche alla concimazione dei terreni e, nelle zone temperate, si può iniziare a predisporre i nuovi impianti.
Orto. Si esegue la forzatura dell’indivia belga e del radicchio rosso. A dimora, in coltura protetta, si può ancora seminare: lattuga, radicchio da taglio e ravanelli. Si esegue il diradamento della cicoria seminata tardi. Si disinfettano le strutture, come tunnel, cassoni, serre, per poter accogliere le future semine. Si preparano anche i terreni per le colture primaverili.
Giardino. Per aiutare i prati a superare le gelate si consiglia di ricoprirli in superficie con uno strato di terriccio, mescolato a torba e stallatico stagionato; se il terrreno è molto compatto, si aggiunge una buona dose di sabbia fine. Allo stesso scopo si distribuisce su alberi e arbusti uno spesso strato di foglie o di letame maturo. Si possono ancora effettuare nuove piantagioni e trapiantare alberi, arbusti, rosai, rampicanti.
Il finocchio: un buon rimedio per tutto!
Dall’antichità, il finocchio è coltivato nel bacino mediterraneo come un aroma. Nel medioevo gli italiani svilupparono la varietà dal grosso bulbo nota come “a mela”. Da allora, non si è cessato di produrlo e di consumarne. Da lì arrivò in seguito nei giardini reali francesi, grazie a Claude Mollet, giardiniere al servizio di Enrico IV. Da non confondere con l’aneto o con l’anice, perché se il finocchio appartiene alla medesima famiglia, è tuttavia il solo dei tre a essere impiegato come un legume. Esso permette di liberare l’acidità del corpo e di sciogliere tutti i dolori articolari e le malattie come l’artrite, la tendinite, le coliti… Il finocchio dà pure un buon odore al corpo e facilita la digestione. Ricco di vitamine A, B, C, E e di fibre, è l’ideale per mantenere la linea e agisce contro i gonfiori e i dolori di stomaco. Il finocchio stimola pure la produzione di latte materno. Crudo, cotto o fatto in tisana, il finocchio è apprezzabile ed efficace in ogni forma. Croccante o morbido a seconda della cottura, accompagna perfettamente la carne, il pesce e il formaggio.
La castagna: l’alleata degli sportivi
Che lo si chiami marrone o castagna, in entrambi i casi si tratta del frutto del castagno. La sola differenza sta nell’involucro: se il frutto è sigillato in compartimenti, è una castagna. Sennò è un marrone.
Nelle campagne, la castagna rimpiazzava sovente i cereali: del resto si chiamava il castagno “l’albero del pane”. Oggi il consumo di castagne dipende piuttosto dalla stagione.
Sapevate che non c’è niente di meglio delle castagne dopo uno sforzo? In effetti, la sua ricchezza minerale risulta interessante per gli sportivi: vi si trovano elevati quantitativi di potassio, ferro e magnesio. La castagna è pure fonte energetica perché è ricca di vitamine e di olino-elementi. Permette di evitare picchi glicemici, cioè l’innalzamento brutale del tasso di zucchero nel sangue e contiene un forte tenore di amido, che si digerisce molto lentamente.
È preferibile mangiare la castagna semplicemente arrostita, bollita o cotta a vapore, per godere di tutti i suoi vantaggi.