Alla sua verginità allude infatti la verga fiorita, mentre l’umiltà viene espressa nell’atteggiamento e nell’evidente povertà del vestiario». Vorrei sottolineare un particolare non certo unico nell’esperienza pittorica, ma in questo caso particolarmente rilevante: quello della postura della figura rappresentata, che poggia un piede oltre il piano di appoggio.
Non si tratta solo di un effetto prospettico volto a creare volume e profondità, complice la luce, ma di un brillante artificio estetico per rimarcare il confine simbolico tra il mondo materiale e quello spirituale. Nel corso dei secoli la raffigurazione di san Giuseppe ha vissuto diverse declinazioni ed è stata resa attraverso molteplici chiavi interpretative, legate agli episodi della sua vita e spesso anche alle richieste avanzate ai pittori da parte dei committenti.. Nel museo degli Uffizi si conserva una originale ‘Sacra Famiglia’ del bolognese Lucio Massari, operò pittore attivo nel corso del XVII secolo. Nel dipinto Massari ritrae san Giuseppe intento a stendere il bucato, mentre Maria è impegnata al lavatoio e il piccolo Gesù raccoglie le lenzuola dal catino per poi consegnarle al padre. Si tratta di un’opera che ci restituisce un ritratto familiare di grande tenerezza, ma ugualmente carica di significati. San Giuseppe ci osserva, colto sul fatto, fermo nell’atto di stendere il lenzuolo sul filo. Certo, Gesù giunse a noi per cancellare il peccato originale e aprire all’uomo la purezza delle origini. E Giuseppe, del resto, accolse il figlio di Dio perché si compisse il sacrificio.
Ed è forse proprio questo che il santo ci sta comunicando, nell’atto di osservarci. Negli stessi anni, il pittore fiammingo naturalizzato italiano Gherardo delle Notti, nel quadro di chiara influenza caravaggesca dal titolo ‘Gesù nella bottega di San Giuseppe’ fa rivivere un episodio della vita del santo, ritraendolo mentre lavora il legno assistito dal piccolo Gesù che gli fa luce con una candela. Il figliuolo osserva intensamente l’anziano padre appoggiato alla tavola di lavoro. Sul suo viso un sentimento di tenerezza verso quell’uomo che gli fa da padre terreno, mentre alle loro spalle due angeli certamente discutono del silenzio meditativo di Giuseppe negli anni che precedono la rivelazione. Il quadro, come tanti altri lavori di questo pittore, riceve luce da un cero acceso.
E’ Gesù che illumina la storia, e il volto intenso di Giuseppe si accende di questa luce che si accompagna con quella del piccolo Gesù. Sempre legato al fascino pittorico di Caravaggio, è il quadro realizzato dal napoletano Gian Battista Caracciolo detto il Battistello. Nella sua opera ci consegna un San Giuseppe con Gesù bambino carico di struggente malinconia e di premuroso affetto. I colori decisamente spenti fanno da cornice ai volti dei due personaggi.
Quello del bambino Gesù, di impronta decisamente manierista, e quello color ocra del padre putativo. Il capo dell’anziano padre è solcato dalla calvizie, mente il mento, nascosto dall'ombra di Gesù, sfuma sempre nei toni dell’ocra. Ma, come già riportato, le figure malinconiche ci dicono molto. Gesù bambino viene colto nell'attimo in cui appoggiando il pugno sul manto di Giuseppe, si gira a osservarci, pur senza staccare la fronte dalla guancia del padre. L'artista coglie il momento con sorprendente realismo. Così, mentre San Giuseppe, assorto nei suoi pensieri, sembra non accorgersi della nostra presenza, il piccolo Gesù, sempre presente nella storia dell'uomo, ci fissa e ci interroga, penetrando nel nostro animo.