L’obiettivo primario dei santuari è “di aiutare i pellegrini ad essere discepoli”. Lo ha sottolineato l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, in occasione del recente convegno dei rettori di questi luoghi di culto. Come noto, i santuari sono presenti a decine in Italia e continuano a richiamare ogni anno diversi milioni di fedeli, pellegrini e anche “curiosi” che si avvicinano alla chiesa dopo magari un lungo periodo di lontananza spirituale.
Mons. Fisichella ha particolarmente insistito sul concetto che “è il ritorno a casa il pellegrinaggio più vero, nel senso che occorre far sì che tutto non si concluda nella visita ma continui nella vita di tutti i giorni”. “E’ urgente restituire ai fedeli l’entusiasmo per la missione - ha proseguito - in un tempo in cui il senso della missione si è affievolito fino a scomparire, tanto da non far sentire più la responsabilità della trasmissione della fede nemmeno all’interno della famiglia cristiana”. Da parte sua, mons. Carlo Mazza, vescovo emerito di Fidenza e assistente ecclesiastico del Collegamento nazionale santuari (Cns), ha sottolineato come il santuario tenga “le porte aperte a tutti, senza distinzione e discriminazione, divenendo un porto di mare, una tenda dove tutti possono ripararsi e sentirsi protetti”.
Mons. Mazza ha poi aggiunto che il santuario “sta al centro di un poderoso e provvidenziale movimento di popolo ed esprime la pietà popolare”, così come il Papa guarda a questi luoghi di culto “come argine idoneo a custodire, conservare, incrementare la fede popolare, come forza traente e come sicuro antidoto contro sia l’invadenza delle sette sia la rarefazione della fede e l’eccesso di un certo neo-illuminismo razionalistico della stessa fede”. Mons. Mazza ha concluso auspicando che i santuari “sappiano accogliere il popolo di Dio disperso e sovrabbondare di segni per una speranza viva e immarcescibile”.