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di Gianni Gennari

Riprendo la riflessione sul mistero del morire. La morte è vero “mistero”, come del resto anche la vita, e se non si trova un senso alla morte anche la vita rischia di perdere il suo…
Cosa è “il” morire? Una fine ed un fine, abbiamo detto: nella tradizione cristiana una pena, ma anche un traguardo verso una realtà “altra”. Un castigo del peccato, annunciato nel libro della Genesi (cap. 3) ma anche “sorella” e oggetto del desiderio di fratelli e sorelle che noi chiamiamo Santi: “Desidero essere sciolto, ed essere con Cristo!” (Fil. 1, 23). 

La natività: terzo mistero gaudioso

di Ottavio De Bertolis

L’icona della natività ci apre un mondo grandissimo, il mondo di Gesù, cioè come lui ha voluto nascere, vivere, chi ha voluto accogliere, che cosa ha voluto portare; in fondo questo mistero ci dice come lui ha voluto essere, e ci chiama a condividere con lui lo stesso stile di vita. 

«Ecco, oggi io faccio di te come una città fortificata»

 di Madre Anna Maria Cánopi

 

Dio è eterno e noi siamo frammenti del tempo, ma nel suo immenso amore Dio si china su di noi, entra nell’oggi della nostra esistenza, e con la sua Parola, con la  potenza del suo Spirito, ci attrae nell’eternità.

L’eterno Presente è entrato nel tempo dapprima rivolgendosi ai Profeti e affidando loro la missione di essere per tutti i messaggeri della sua Parola. Poi, come si legge all’inizio della lettera agli Ebrei, la Parola stessa si è fatta visibile e si è donata a noi nel Cristo (cf. Eb 1,1-2); attraverso il Cristo è passata agli apostoli, alla Chiesa, a tutti i credenti fino a noi, oggi. Ogni giorno, dunque, possiamo vivere l’oggi di salvezza. 
Ogni mattino, alzandoci, dobbiamo allora dire al Signore: «Fa’ attento il mio orecchio». Ed egli ci dice: «Vivi questo oggi per me! Vivendo per me, questo tuo oggi è un passo in più verso l’eternità». 

Cinquant’anni fa le cronache hanno raccontato il desiderio di Paolo VI di celebrare l’Eucaristia nel Cenacolo, ma non gli fu permesso. Papa Montini, comunque, si fermò alla soglia dell’aula del Cenacolo e consumò il suo desiderio di rinnovare la comunione con Gesù in pochi istanti. Uno sguardo velato di tristezza che nascondeva il desiderio d’imitare l’apostolo Giovanni, quello di chinarsi sul petto di Gesù e ascoltare i palpiti del suo cuore misericordioso, ma non gli è stato permesso.